SCIOPERO DELLA FAME PER L’ABOLIZIONE DELL’ERGASTOLO


Il 1° dicembre inizierà uno sciopero della fame per
l’abolizione dell
’ergastolo. Aderiscono al momento 737
ergastolani e circa 8353 detenuti non ergastolani, familiari e
simpatizzanti; alcuni porteranno avanti lo sciopero a tempo
indeterminato, fino alla morte se dovesse occorrere, altri a rotazione
settimanale.


Alcuni
di questi detenuti hanno sollecitato un nostro intervento
sull’argomento, per cui abbiamo organizzato l’incontro del
17 e 18 novembre a Napoli.

Teniamo a precisare che il sostegno
alle lotte dei prigionieri a partire dal rifiuto totale
dell’istituzione carceraria e dalla critica radicale alla
società che la produce è da sempre parte del nostro
percorso di lotta antiautoritario, nonché insito nella tensione
verso una società libera da meccanismi di oppressione,
sfruttamento e mercificazione che da sempre muove il nostro agire. Il
nostro coinvolgimento sulle tematiche anticarcerarie e la nostra
solidarietà ai prigionieri sono dunque consequenziali ad una
progettualità libertaria e rivoluzionaria, che prescinde dalle
scadenze di questa mobilitazione, ma ne riconosce la potenziale
conflittualità nei confronti del rituale di quotidiana
sottomissione della vita carceraria.

I compagni e le compagne
presenti all’assemblea hanno deciso di sostenere questa lotta
innanzitutto per essere nata direttamente all’interno delle
galere. Siamo consapevoli del fatto che, se questa battaglia non
sarà capace di sviluppare dentro e fuori una propria autonomia,
cadrà inevitabilmente preda del recupero strumentale da parte
della politica istituzionale, che potrebbe approfittare di questa
situazione per ripulire la propria facciata democratica. È di
esempio la proposta infame di personaggi della sinistra al governo
sulla sostituzione dell’ergastolo con la certezza di un fine
pena, altrettanto inaccettabile, stimato in 28 anni.

Vogliamo
qui sottolineare come la prospettiva dalla quale ci poniamo rispetto
alla questione della reclusione e della pena sia comunque
inconciliabile con qualsiasi riforma giuridica, perché
rifiutiamo il principio stesso per cui ad ogni comportamento
“deviante” corrisponde un castigo, lungo o breve che sia.
Proprio per non concedere campo libero a chi vorrebbe speculare sulla
vita stessa dei prigionieri ottenendo pubblicità a buon mercato,
ci sembra importante fare emergere come la mobilitazione dei detenuti,
per il carattere autorganizzato, per l’ampia partecipazione,
anche di detenuti non ergastolani e familiari, rompa con la logica
disgregante imposta nelle carceri italiane dalla legge Gozzini, che
persegue il fine dell’individualizzazione del trattamento e della
desolidarizzazione fra i prigionieri, in un ottica di controllo e
pacificazione all’interno delle carceri. Allo stesso modo la
scelta da parte di alcuni prigionieri di proseguire se necessario lo
sciopero della fame fino alla morte, come esplicitamente dichiarato da
alcuni di loro, mette chiaramente a nudo l’ipocrisia progressista
di una classe politica che, mentre da una parte si autocelebra come
paladina dei “diritti umani”, promuovendo una mistificante
moratoria internazionale contro la pena di morte, dall’altra
avalla l’ergastolo, che non è altro che la negazione della
vita gi
orno dopo giorno, una pena di morte differita. È
necessario pertanto ribadire come di carcere si muoia tutti i giorni,
come le patrie galere siano luogo di torture fisiche e psicologiche
quotidiane, al pari dei Centri di Permanenza Temporanea per immigrati e
delle strutture p
sichiatriche: istituzioni totali che hanno la propria
ragion d’essere nel terrorizzare e nell’annientare chiunque
sia refrattario o incompatibile alle imposizioni del dominio. Del resto
criticare il sistema carcerario significa criticare direttamente
l’organizzazione sociale dominante che ha nella galera il proprio
modello di riferimento.

Dall’assemblea è emersa la
volontà di rincontrarsi una settimana dopo l’inizio dello
sciopero della fame per valutare lo sviluppo della lotta e delle
iniziative di solidarietà.

Le compagne e i compagni presenti all’assemblea Anticarceraria del 17 e 18 – novembre 07 a Napoli

L’appuntamento
sarà per l’8 dicembre alle 13.00 a Torre Maura occupata,
via delle averle n°10, Roma. Bus 312/105/556 – trenino Roma
Pantano

agitazione@hotmail.com

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