NEWS E AGGIORNAMENTI SULLA FIERA DEL LIBRO: BOYCOTT ISRAELE

I nuovi "cani del Sinai" (sul boicottaggio della Fiera del Libro 2008)



«"Fare
il cane del Sinai" pare sia stata locuzione dialettale dei nomadi che
un tempo percorsero il deserto altopiano di El Tih, a nord del monte
Sinai. Variamente interpretata dagli studiosi, il suo significato
oscilla tra "
correre in aiuto del vincitore", "stare dalla parte dei padroni", "esibire nobili sentimenti".
Sul Sinai non ci sono cani.»

Con
queste note, lo scrittore Franco Fortini introduceva un suo libro
miliare, dentro un clima anticipatore da primo "scontro di civiltà";
una pietra ancora aguzza e tagliente da scagliare contro i nuovi "Cani
del Sinai". Come annotava egli stesso, un libro scritto a “muscoli
tesi, con rabbia estrema” nell’estate del ’67 a ridosso della “guerra
dei sei giorni”, I cani del Sinai è un libro contro:
contro “quanti amano correre in soccorso ai vincitori”, contro “il
diffuso e razzistico disprezzo antiarabo”, contro “l’esaltazione della
civiltà e della tecnica ‘moderne’ incarnate in Israele”. Una
testimonianza in cui, senza nulla cedere al ricatto della
letteratura-di-giustificazione, delineava il perché e il come lui,
ebreo italiano, non sentiva nessun bisogno di "correre in aiuto del
vincitore".
40 anni dopo, ci manca proprio un Fortini, in un
frangente come questo, così sovrappopolato di nuovi cani del Sinai…
tutti in fila a battersi per un posto al sole nel palcoscenico ben
addobbato dell’obbedienza-virtù, sgomitando per farsi vedere e ben
volere dai padroni di turno: Fassino, Bertinotti, Battista,
Chiamparino, Younis Tawfik, Gabriele Ferraris, Ernesto Ferrero… In
alto e in basso con ruoli intercambiabili tra politica ,
amministrazione e media. Sappiamo bene che la lista è ben più lunga e
che tanti altri non vedono l’ora di accodarsi alla sfilata di chi ama
"esibire nobili sentimenti".

In un quadro così desolante merita davvero un encomio la presa di posizione limpida e senza fronzoli di un Gianni Vattimo, una posizione che in molti condividiamo
ma che difficilmente avremmo possibilità di esporre nella odierna
telecrazia. Non male! Ci andava un Filosofo per ricordare queste
quattro banalità in croce: che Israele è uno stato di apartheid; che da
anni la sua politica lavora ad un lento e politically correct
(se possibile) genocidio dei palestinesi; che sulla Shoa è stata
costruita una vera e propria industria della ricompensa; che invitare
Israele nel 60° anniversario di fondazione di uno stato che per milioni
di persone ha significato"catastrofe" (Nakba) è un atto politico.
Che quindi, boicottarne lo svolgimento è un atto politicamente legittimo e moralmente giusto!
Ci
voleva un personaggio della notorietà di Vattimo per ricordare queste
semplici verità. Anche questo è misura della melma in cui nuotiamo.

Storia di una polemica: "Israele non si tocca!"
In
città tutto era partito da un’obiezione di basso profilo di un
esponente dei Comunisti Italiani (poi prontamente ri-modellata). Apriti
cielo! Tanto e bastato: Israele non è questionabile! Questo il
messaggio che deve passare.
Da quel momento e da un tentativo
d’appello fallito, è partita una propaganda (questa sì) d’odio cui
tutti sentono il bisogno di partecipare. In questione è l’allenza
strategica, politica e militare, con Israele quale avamposto
dell’Occidente. Un’allenza siglata qualche anno fa anche con accordi di
intesa militare. S’inivita Israele ad una vetrina di cultura per
promuoverne la sempre più discussa legittimità politica. Altro che Autonomia del culturale!

La casta intellettuale tra orientalismo e razzismo
I peggiori opinionisti di una battaglia politica e culturale che tra i pasdaran
d’Israele a volte sfiora l’isteria vanno proprio rinvenuti tra gli
intellettuali di casa nostra. Spesso ignoranti in materia storica,
conoscono un solo ritornello "non dimentichiamo la Shoa!".
Emblematica a questo proposito la posizione di un Valentino Parlato (tra i fondatori de Il Manifesto),
affaticato nell’accampare giustificazioni debolissime riguardo l’errata
scelta del boicottaggio. L’intervento del Parlato ha almeno avuto il
merito di scoperchiare una pentola: numerose lettere di lettori del quotidiano
(a partire dal suo competente collega Michele Giorgio) hanno protestato
e argomentato, molto meglio di lui, sull’innopportunità di un invito e
la legittimità di un boicottaggio.
"Non dimentichiamo la Shoa!". E
chi vorrebbe dimenticarla. Certo non quelle sacche di resistenza che
continuano a indicare e praticare l’antifascismo. Quelle stesse che
oggi intendono boicottare una scelta sbagliata. A pochi viene in mente
di chiedersi come mai i fascisti di ieri siano oggi tutti così
intransigentemente filo-sionisti.

Nella bassezza delle loro giustificazioni, gli ampi numeri dell’intellettualità italiana, impregnati di orientalismo
fino all’osso non disdegnano neppure – neanche sembrano accorgersene –
il più bieco discorso razzista. La Lega degli Scrittori Giordani che ha
invitato al boicottaggio con tanto di lettera sarebbe "fantomatica"
mentre l’idea di invitare scrittori palestinesi apparirebbe "ridicola"
ai nostrani "guardiani della democrazia".

InfoAut

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Con
questa pagina, apriamo una feature che sarà mantenuta fino ai giorni
del Salone, e relativa contro-mobilitazione, del maggio 2008. Sarà
periodicamente arricchita di contributi: interviste, riflessioni,
appelli e una rassegna stampa quotidiana su un dibattito e una
battaglia che, crediamo, lascerà il segno!

Una battaglia
che come antagonist* e compagn* sentiamo la necessità di far nostra,
arrichendola e potenziandola con la comunicazione – e l’azione –
politica .
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MATERIALI

Interviste (audio)

> Younis Kutaiba
(Comitato promotore per il boicottaggio – Torino)

> Sami Hallac
(Comitato di Solidarietà con il popolo palestinese – Torino)

> Alfredo Tradardi (International Solidarity Movementt – Italia)

> Alfredo Tradardi (INTERVENTO A TORINO)

> Angela Lano (redazione InfoPal)

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Posizioni

> Perché non parteciperò alla fiera del libro di Torino 2008 (di Tariq Ali)


> "Perché boicotto Israele"_di Gianni Vattimo


> Suad Amiry: Fiera del Libro di Torino 2008. "Festeggiare con Israele ma che cosa?"


> “E un’occasione di propaganda, per questo io, israeliano, non sarò al Salone di Parigi”


> «Sinistra, ti ricordi della battaglia contro l’apartheid?» (intervista a Omar Barghouti)

> "Israele ospite d’onore della Fiera del Libro di Torino: non e’ ne’ il luogo ne’ il momento"_di Karim Metref


> A proposito dell’appello al boicottaggio (di Tariq Ramadam)


> TORINO, SALONE DEL LIBRO 2008: LE RAGIONI DEL BOICOTTAGGIO E DELLA MOBILITAZIONE (Network Antagonista Torinese)

>> Altri contributi al dibattito dalla sezione del Forum Palestina

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Altri materiali (audio)

> Giorgio Frankel (Centro Einaudi): "1. perché due stati sono impossibili"

"2. sul sionismo oggi"

> James Hillal (sociologo palestinese): "Risposta alle quattro maggiori obiezioni alla soluzione stato unico"

> Gianni Vattimo (filosofo): "Il paradosso del "jewish state" supportato dalle democrazie occidentali"

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SITI INTERNET:

Forum Palestina

InfoPal

PalestineMonitor

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