Gli anarchici “assediano” il direttore del Cpt | Rassegna stampa

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Numero di telefono e indirizzo di Antonio Baldacci, responsabile sanitario del Centro, sono stati pubblicati su Internet

CHIERI 03/06/2008 – Striscioni, cori e volantini infilati nelle buche delle lettere. Così ieri mattina a Chieri una ventina di giovani manifestanti vicini ai centri sociali torinesi hanno voluto protestare sotto l’abitazione di Antonio Baldacci, direttore sanitario del Cpt di Torino. Il gruppo di autonomi voleva richiamare l’attenzione sul caso di Fathi Hassan Nejl, il maghrebino di 38 anni morto nel centro di permanenza la scorsa settimana e, per tutta la durata del presidio, ha lanciato slogan e invettive pesantissime contro il colonnello della Croce Rossa. La manifestazione, guardata a vista da carabinieri e polizia, si è svolta senza incidenti e il piccolo corteo si è sciolto dopo un’ora.

«Come membro della Croce Rossa preferisco non dire nulla, come privato cittadino sono profondamente indignato – ha commentato Baldacci, che è arrivato a Chieri solo alcune ore dopo – Io non ero in casa, ma c’era mia moglie che, come è facilmente immaginabile, è rimasta molto scossa. Sono stato insultato e la mia privacy è stata violata. I miei numeri di telefono, persino quello del cellulare, sono stati scritti sui volantini invitando chiunque a bussare al mio campanello o a telefonarmi a qualsiasi ora. Quello che è successo è vergognoso e inammissibile».

Come al solito la notizia della manifestazione di protesta si è diffusa grazie al tam tam di internet. In rete sono stati inseriti indirizzo e numero di telefono del direttore del Cpt e davanti alla sua residenza chierese si sono radunati 20 giovani, tutte facce note e riconosciute dagli agenti della Digos. L’atmosfera non si è surriscaldata e gli autonomi, “armati” di padelle e fischietti, per un’ora hanno letto i comunicati che accusano Croce Rossa e Baldacci: «Fathi Hassan Nejl è morto perché gli uomini del dottor Antonio Baldacci hanno fatto finta di non vedere – si legge nel volantino – E di non sentire le urla di chi da dietro le gabbie chiedeva soccorso».

Sulla morte di Nejl la Procura della Repubblica di Torino ha ordinato accertamenti che, finora, non hanno prodotto sviluppi. Per quanto riguarda la manifestazione di ieri, invece, gli inquirenti stanno valutando la possibilità di una denuncia collettiva per minacce aggravate. Gli investigatori dovranno anche cercare di scoprire come un gruppo di autonomi sia potuto entrare in possesso di dati personali e riservatissimi riguardante il direttore del Cpt.

Massimo Massenzio


 

fonte la stampa

Minacce anarchiche al colonnello del Cpt
Fischi davanti alla casa del direttore sanitario

FEDERICO GENTA
TORINO
«Antonio Baldacci assassino». Ieri mattina la rabbia degli anarchici è arrivata a Chieri. La notizia era apparsa alle 11,40 sulla prima pagina del sito «informa-azione». «In questo momento un gruppo di solidali con i prigionieri del Cpt-lager di corso Brunelleschi sta protestando rumorosamente». Una ventina di persone si è presentata davanti alla porta di casa del colonnello Antonio Baldacci. Una villetta poco lontana dal centro, al confine con Pino Torinese.

Tutti armati di pentole fischietti e trombe, hanno iniziato ad urlare slogan e insulti contro il direttore sanitario del centro di permanenza torinese. Lui non era presente, in casa c’era la moglie. Davanti ai residenti usciti in strada hanno appeso striscioni e distribuito volantini. «Una settimana fa è morto Fathi Hassan Nejl, magrebino di 38 anni. E’ morto perchè non aveva documenti, perchè la legge lo ha chiamato clandestino, perchè un’organizzazione umanitaria – la Croce rossa italiana – lo ha lasciato agonizzare».

Carabinieri e Digos sono arrivati nel giro di pochi minuti. Per loro i manifestanti erano già tutti volti conosciuti. Nel pomeriggio sono stati denunciati per minacce aggravate. Al centro delle contestazioni le dichiarazioni di Baldacci, che all’indomani del decesso del marocchino aveva escluso che qualcuno avesse segnalato al personale medico che Hassan stava male. Era la notte tra il 23 e il 24 maggio. Le ricostruzioni della vicenda da parte del personale medico e degli ospiti presenti erano da subito risultate inconciliabili. Per il direttore del centro clinico «nessuno ha chiesto l’intervento dei sanitari. Il suo vicino di letto ha dichiarato alla polizia di non essersi accorto di nulla e di non avere mai chiesto a nessuno di intervenire».

Altri testimoni sostengono di aver gridato per ore tentando di richiamare l’attenzione di qualcuno. Sul caso si attende ancora l’esito delle indagini della magistratura. Lunedì scorso le prime contestazioni attribuite agli anarchici. Davanti alla sede della Cri in via Bologna è comparsa la scritta «assassini». Gli stessi contestatori hanno annunciato che la protesta andrà avanti. «Ritorneremo anche nei prossimi giorni» hanno urlato dal megafono.

Il gruppetto si è allontanato da Chieri poco dopo l’una. Mezz’ora dopo è arrivato Antonio Baldacci. Trafelato, non ha voluto rilasciare dichiarazioni su quanto accaduto. «Preferisco non commentare». Ora l’ingresso della casa è presidiato dai carabinieri.

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