Dopo il "no" a San Giovanni, i partecipanti hanno marciato da piazza della Repubblica
a piazza Navona. C’era anche un carro che celebrava nozze simboliche
A Roma il giorno del Gay Pride
tra carri, slogan, fiori e confetti
Gli organizzatori: "Mezzo milione in corteo", la polizia dice 10-20mila
Un gruppetto di estremisti di destra tenta l’irruzione, bloccati dagli agenti
ROMA – Oggi la capitale, così come le altre grandi città italiane, ha celebrato il giorno del Gay Pride 2008: il corteo è partito da piazza della Repubblica intorno alle 16,30, ed è giunto a piazza Navona (non a San Giovanni, come era stato chiesto invano) quasi due ore più tardi. Cinquecentomila i partecipanti secondo gli organizzatori, 10-20 mila secondo la Questura. Tra le attrazioni della sfilata, oltre agli striscioni e ai carri – alcuni con aspetti folkloristici – va segnalata la celebrazione simbolica di matrimoni omosessuali, in una postazione itinerante appositamente allestita dall’Arcigay: confetti, fiori rosa, torta nuziale e perfino il lancio di riso. Fallito, invece, il tentativo di un piccolo gruppo di estremisti di destra di fare irruzione tra i manifestanti: sono stati bloccati dalle forze dell’ordine.
Le nozze "virtuali". A celebrare il rito, la deputata del Pd Paola Concia (unica lesbica dichiarata dell’attuale Parlamento) e il giornalista del Tg1 Stefano Campania, che hanno suggellato la promessa di unione simbolica alle prime due coppie omosessuali della giornata: Domenico e Jeff, da 20 anni insieme, e Annalisa e Susy.
Gli slogan. Moltissime le bandiere e gli striscioni che hanno invaso piazza della Repubblica, e che poi si sono mossi lungo il percorso della manifestazione. Il corteo è stato aperto da uno striscione con la scritta "testardamente, pari dignità laicità". Tenuto da Paola Concia, dall’assessore della Regione Lazio Luigi Nieri, dall’ex deputato del Prc Vladimir Luxuria, dall leader storico dell’Arcigay Franco Grillini, dall’assessore provinciale di Roma Massimiliano Smeriglio. C’è anche il ministro delle Pari opportunità del governo ombra, Vittoria Franco.
I carri. In tutto nr sfilano una ventina, in testa il pullman da turismo dipinto di fucisa dell’organizzazione, che nella giornata di ieri è andato in giro per le strade del quartiere San Giovanni. Il secondo carro è invece quello di Muccassassina, su cui ballerini in slip danzano sulle note di musica da discoteca. Ci sono anche il carro della Cgil e quello di No Vat (inteso come Vaticano). Tra i più folkloristici, il camion con un gruppo di uomini in carne, che danzano davanti alla scritta "Indecorosi. Orsi in movimento per il godimento".
"Coda" in Vaticano. Una trentina di appartenenti al gruppo "No-Vat" fa irruzione a piazza San Pietro, dopo la fine del corteo, srotolando due striscioni: uno con su scritto "Facciamo Breccia"; l’altro con "il Vaticano occupa l’Italia, noi occupiamo il Vaticano". Il blitz è dura pochi minuti, poi intervengono le forze dell’ordine che bloccano e fanno sgombarare i manifestanti.
Momenti di tensione. Accade quando una trentina di estremisti cerca i irrompere nel corteo, sventolando "bandiere nere con croce celtica". A segnalarlo è il presidente di Arcigay Roma, Fabrizio Marrazzo, sostenendo che il gruppo è stato bloccato dalle forze dell’ordine. Il tentativo è avvenuto a Piazza Venezia all’incrocio con via dei Fori imperiali, nei pressi dell’altare della patria. Secondo la testimonianza di un altro parteciante, si trattava di esponenti di Fiamma tricolore e di Casa Pound, e un paio avevano i coltelli.