|Torino, 11 luglio 208| Il governo Berlusconi continua con il suo operato a creare rabbia e conflitto sociale. L’11 luglio circa 5000 lavoratori e lavoratrici del Pubblico Impiego di Torino hanno manifestato contro il Decreto Legge 112 Tremonti-Brunetta del 25 giugno scorso, che tra i tanti attacchi al mondo del lavoro (reintroduce il lavoro a chiamata, rende ancora più flessibile l’orario di lavoro, peggiora l’utilizzo del tempo determinato e modifica la normativa sull’apprendistato, cancella la procedura telematica delle dimissioni volontarie…) dedica una parte specifica al pubblico impiego.
La manifestazione era stata indetta dalle RSU e dagli RLS di Cgil-Cisl-Uil di fronte alla Prefettura in P.zza Castello. I lavoratori, al grido di "sciopero, sciopero!", hanno bloccato la piazza e la via adiacente i Giardini Reali per poi, spontaneamente, recarsi in corteo in Via Po fin sotto la sede RAI di Via Verdi e ritornare in Piazza Castello. Una partecipazione massiccia ed arrabbiata, al di là di ogni ottimistica previsione, per un settore lavorativo sempre utilizzato come "cavia" per altre ristrutturazioni ed attacchi ai diritti dei lavoratori.
Era già successo l’anno scorso con il rinnovo del contratto di categoria, in particolare sulla questione della triennalizzazione, succede ora col decreto Brunetta; grazie a campagne mediatiche orchestrate ad arte e l’alibi squallido della caccia ai "fannulloni", i veri fannulloni del ceto politico al potere fanno passare provvedimenti che attaccano diritti sacrosanti come quello della malattia ampliando le fasce di controllo per la visita fiscale da 4 a 11 ore al giorno (dalle 8 alle 13 e dalle 14 alle 20), decurtando lo stipendio nei periodi di mutua che verrà pagato unicamente per la retribuzione fondamentale con l’esclusione di tutte le altre voci, introducendo l’obbligo di certificare in ospedale la malattia quando la lavoratrice o il lavoratore si ammala più volte in un anno o per periodi superiori ai 10 giorni.
Da questo sono esplicitamente escluse le donne in gravidanza, con la curiosa quanto sgradevole equiparazione della gravidanza alla malattia. Inoltre lo stesso decreto prevede che a partire dal 2009 i fondi per la contrattazione decentrata non potranno superare quelli previsti per il 2004 diminuiti del 10%, (in molti Enti non verrà più corrisposto il salario di produttività). Il governo ha disposto anche il blocco delle assunzioni e delle stabilizzazioni, rimandando a casa tutti i precari che fino ad oggi hanno permesso ai servizi pubblici di funzionare: questo significa dequalificare ulteriormente il servizio pubblico, ampliando a dismisura i carichi di lavoro per chi rimane e concludendo l’opera di esternalizzazione.
Questi provvedimenti shock, a carattere strettamente punitivo, fanno il paio con la notizia di questi giorni dei 1700 esuberi al Comune di Torino contenuta nel piano di Giacomo Vaciago, tristemente famoso come "tagliatore di teste", già sperimentato dai lavoratori di Ferrovie e Poste. Quella di ieri è stata quindi una significativa risposta dei lavoratori e delle lavoratrici, soprattutto perchè emersa autonomamente dalla base delle organizzazioni sindacali concertative.
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