POTENZA – I resti dell'anarchico Giovanni Passannante – l'uomo che il 17 novembre 1878 attentò alla vita del Re d'Italia, Umberto I – sono stati traslati oggi a Savoia di Lucania (provincia di Potenza) dalla loro precedente – e contestata collocazione, all'interno del Museo criminologico di Roma. Le sue spoglie sono state già tumulate. Lo ha reso noto in serata l'ufficio stampa della Giunta regionale della Basilicata. La scelta di trasferire i resti di Passannante e di tumularli con discrezione è stata fatta dalla Regione in ossequio a "sentimenti di pietà ". Negli anni scorsi e anche nelle ultime settimane ci sono stati confronti e polemiche sull'opportunità, o meno, di trasferire in Basilicata i resti dell'anarchico. Dopo il ferimento del Re, Passanante fu condannato a morte, ma poi la condanna fu commutata in ergastolo e l'anarchico subì una lunga e dura detenzione, conclusa nel manicomio criminale di Montelupo fiorentino. Fu sepolto vivo in una cella, dove per gli atroci tormenti impazzì. E poi morì, La vendetta però non finì lì. Fu decapitato, il cervello e il cranio, studiati in omaggio alle teorie lombrosiane, furono tenuti nella formalina e conservati, appunto, al Museo criminologico della capitale. Il suo corpo fu dato in pasto ai cani. Domani, a Savoia di Lucania – l'originaria Salvia, che cambiò nome in segno di riparazione verso casa Savoia – sarà celebrata una Messa in suo ricordo. Attimi di tensione vi sono stati in serata nei pressi del cimitero. Un gruppo di persone, fra le quali l'attore Ulderico Pesce, hanno duramente criticato il sindaco di Savoia, Rosina Ricciardi, per il modo in cui si è svolto il trasferimento dei resti di Passannante. I cittadini chiedevano cerimonie pubbliche per ricordare la figura dell'anarchico. I suoi resti sono stati tumulati in un loculo del cimitero sul quale è stato posto un suo ritratto e le date di nascita e di morte (26 febbraio 1849 – 14 febbraio 1910). E "grande soddisfazione" per l'esito della vicenda è stata espressa dal vicepresidente del Consiglio e ministro per i Beni culturali, Francesco Rutelli. "Grazie all'impegno di tutti – ha dichiarato – del ministero della Giustizia, della regione Basilicata e del Comune ha detto Rutelli si chiude finalmente in maniera onorevole una ferita rimasta troppo a lungo aperta, in modo non degno del nostro Paese". E uguali sentimenti sono stati espressi da Gianni Pittella, presidente della delegazione italiana presso il Partito socialista europeo e componente della segreteria nazionale Ds: "Del caso – ha ricordato – mi occupai con una interpellanza al Parlamento italiano, circa dieci anni fa e con una interrogazione scritta, lo scorso ottobre, alla Commissione europea e al Consiglio. Finalmente, con grave ritardo si ha il rispetto della storia, della dignità dell'integrità personale di Passannante, come sancite dalla Carta dei diritti fondamentali dell'Ue, dalle tradizioni costituzionali degli Stati membri e dalle convenzioni internazionali".