Mancano solo pochi giorni alla partenza per il G8 in Germania. Pochi giorni che dividono migliaia di persone libere da otto schiavi. Giorni che dividono individui consapevoli e pensanti da gente senza scrupoli succubi del sistema liberista e capitalista da loro stessi creato.
Nel nome di Victor Serge, di Horst Fantazzini, di Tupac Amaru, di Silvio Corbari, di Sabatè, di Sacco e Vanzetti, di Ernesto Guevara, di Jules Bonnot, di Sole e Baleno, di Carlo Giuliani, di Giorgiana, Auro, Renato, Dax, Federico, Iaio, Fausto, di Walter Rossi e di tutti coloro che hanno cercato nella ribellione al sistema, nella libertà di espressione, nell’uguaglianza sociale la loro meta e la loro strada, noi andremo al G8 per gridare a quelle 8 misere persone che il mondo non è loro, non è certamente da depredare né tantomeno da distruggere per pochi e infimi interessi.
Noi andremo al G8, praticando la nostra giustizia, quella che proviene dal basso, che ci fa guardare avanti senza se e senza me, convinti che la strada e la periferia, che i luoghi di incontro di culture e razze, non siano nefandezze e quant’altro, ma l’unica risorsa del pianeta ancora viva e pulsante.
La violenza dello Stato, la violenza di chi ubbidisce al suo schema fisso e statico, non ci appartiene, ma sapremo attaccare senza tentennamenti, forti dei nostri ideali.
Chi detiene i nostri fratelli migranti nei Cpt, chi terrorizza migliaia di persone nei campi profughi palestinesi, che lancia bombe su scuole e ospedali, chi affama la povera gente con salari minimi e pensioni inesistenti, chi precarizza il nostro futuro e i nostri sogni, chi ruba alla misera gente anche il necessario per sopravvivere, che schiavizza le vite con un lavoro senza dignità, chi deturpa la cultura e l’istruzione, chi rinchiude nelle carceri compagni e compagne stuprandole della libertà, chi distrugge boschi, mari, fiumi nel nome del Dio denaro, chi non riconosce i diritti fondamentali all’amore, all’abitare, alle diversità religiose, chi paralizza i miscugli di razze e culture millenarie, chi si arroca il diritto di decidere a nome di miliardi di persone, chi fa guerre e distrugge popoli, non merita e non meriterà mai giustizia. E chi è complice di queste infamie, abbia paura, e si aspetti solo crudezza e giorni nefasti. Noi di certo, non ci tireremo indietro, e ci batteremo per arrivare ad un mondo dove tutto ciò non esista più, eliminando coloro che vietano questa giustizia sociale.
Non siamo terroristi, ne pericolosi sovversivi. Ma siamo incazzati.
Nulla rimarrà impunito e in Germania ve ne accorgerete.
Siamo stanchi di rimanere nell’ombra per dividerci una briciola di pane che voi mangiate; stavolta saliremo la china e prenderemo tutto ciò che per anni e anni ci avete derubato.
I processi, le torture, le galere, i soprusi, gli imbavagliamenti, non ci fermano, non ci scalfiscono nemmeno per un attimo.
Quindi, care guardie, servi dei servi, cari presidenti di Stato, cari ricchi e opulenti signori della Guerra, cari mafiosi banchieri e usurai, cari Bush, Prodi e Merkel, non vi aspettate che a Rostock regni la pace sociale.
Noi saremo li per alzare lo scontro, affinché la rivolta sia generale e generalizzata, insieme ai nostri fratelli delle banlieus francesi, agli anarchici greci, agli autonomi e antifascisti tedeschi, ai compagni dei centri sociali liberi italiani, porteremo con noi una gioia armata che vi seppellirà.
Il vento fischierà talmente forte che il vostro spirito guerrafondaio e danaroso finirà col fracassarvi il cuore.
Siamo pronti, per Rostock, per questo sogno radicale di cambiamento.
L’utopia è come l’orizzonte: camminiamo 2 passi e si allontana di 2 passi. Camminiamo 10 passi e si allontana di 10 passi. L’orrizzonte sembra irraggiungibile. E allora a cosa serve l’utopia? A questo: serve per continuare a camminare.
Camminare disarmando le autorità, incompatibili con gli ordini prestabiliti e preimposti, e armando i nostri desideri.
Buon G8 a tutti!
Alcuni disertori del sistema