La polizia basca carica il corteo no tav. 8 arresti

È da poco finita la manifestazione ad Urbina, una delle localitá basche
in cui sono presenti i cantieri per la costruzione della linea ad alta
velocitá.

Durante la manifestazione per ribadire il dissenso alla costruzione del
treno ad alta velocitá nei Paesi Baschi, alla quale hanno partecipato
migliaia di persone, si sono verificati violenti scontri. Le cariche si
sono prodotte a conclusione della manifestazione, quando un gruppo di
persone ha provato a entrare pacificamente nei cantieri. Gli agenti
hanno sparato palline di gomma causando diversi feriti che sono stati
trasportati nei centri sanitari del paese. I manifestanti si sono
diretti successivamente verso il monte di fronte alle violente cariche
della polizia.

Testimoni, che hanno preso parte alla manifestazione, raccontano di
quattro persone arrestate – il Ministero dell’ Interno parla solo di
tre – mentre erano in ambulanza perchè ferite. La gente si è rifugiata
nei diversi locali-circoli del paese. A seguire gli agenti sono entrati
nei locali e hanno segnalato chi doveva seguirli e chi poteva uscire
liberamente.

Il Dipartimento dell’Interno del Governo basco afferma che ci sono otto
persone arrestate con l’accusa di "disordine pubblico". La Guardia
Civil e la polizia sono posizionati per il momento nelle vie d’accesso
del paese e stanno identificando a centinaia di persone.

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Israele colpisce un’altra scuola! FOTO E AGGIORNAMENTI

Ancora una volta bombe israeliane contro scuole delle
Nazioni Unite nella Striscia di Gaza. Secondo i portavoce
dell’esercito con la stella di Davide, la scuola, trasformata in
centro di raccolta profughi, sarebbe stata colpita per errore durante
una battaglia tra i loro carri armati e i miliziani di Hamas.
Non
si sa quanti siano i morti. Secondo alcune testimonianze sarebbero due,
secondo altre potrebbero essere una ventina. Tra loro, certamente una
donna e suo figlio piccolo.
E’ la quarta scuola gestita
dall’Onu che viene bombardata dagli isrealiani da quando,
ventidue giorni fa, è cominciata l’operazione Piombo Fuso.
Oltre alle scuole dell’Onu, i razzi israeliani hanno colpito
più volte gli ospedali, hanno distrutto il magazzino della Croce
Rossa Internazionale dove erano contenute scorte di cibo e medicine per
la popolazione civile, hanno devastato la sede della mezzaluna rossa, e
infine hanno distrutto il palazzo dove avevano sede le principali
emittenti televisive internazionali e dove lavoravano giornalisti di
tutto il mondo.
La scuola colpita si trova nell’area
settentrionale di Beit Lahiya. Nell’edificio colpito questa
mattina si trovavano civili fuggiti dalle loro case nelle aree di al
Atara e al Salatin. Dopo una notte di sporadici colpi d’arma da
fuoco, riferiscono i media israeliani, l’aviazione dello stato
ebraico ha ripreso i raid nella Striscia attorno alle 05.00 del mattino
(ora locale). Sono stati colpiti 50 obiettivi, fra cui 16 tunnel per il
contrabbando di armi, due moschee, tre bunker, otto rampe di lancio di
missili e sei aree minate. Durante i combattimenti notturni un soldato
israeliano è rimasto ferito.
Nella fotosequesnza che vi
mostriamo, appare evidente che la scuola è stata colpita da
bombe al fosforo, vietate dalle convenzioni internazionali.

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Rifiutiamo le prescrizioni della Questura! LAB.CRASH!

Lab. Crash! sulle prescrizioni al corteo di solidarietà al popolo palestinese.

BOLOGNA. Veniamo a sapere in merito alla manifestazione in solidarietà
alla resistenza della popolazione palestinese della striscia di Gaza,
indetta dal movimento cittadino per il 24 Gennaio 2009 e di cui siamo
tra i promotori, dei pesanti veti che dalla questura arbitrariamente
vanno a colpire la percorribilità delle strade e perfino la tempistica
con cui questa solidarietà va espressa.

Le posizioni esplicitate dal vescovo, a cui segue la scelta di
modificare orari e percorso del corteo, sono inaccettabili. In questo
modo ci sembra che si voglia con ostinazione affermare un idea di città
che come Laboratorio Crash! rifiutiamo categoricamente. Non è possibile
continuare a provocare un’ampissima parte della comunità migrante
bolognese! Perchè la citta che vogliamo e siamo in tanti a volerlo è
aperta e accogliente per tutti e tutte.

Un intero arco istituzionale, di partiti di governo e di opposizione
cittadini, finanche di partiti dichiaratamente neofascisti, suddito di
queste parole, tramite le pressioni esercitate in questi giorni pensano
di aver così allontanato dagli occhi del centro cittadino lo "spettro"
di quella che è una guerra combattuta da Israele in esplicita
violazione di ogni convenzione internazionale.

Di aver allontanato dal centro cittadino quanti credono giusta e
doverosa un’espressione di solidarietà alla popolazione palestinese,
ben lontani dalla propaganda sionista che da decenni presenta come
"dovuta difesa" quello che è sempre stato un regime illegittimo di
occupazione militare.

Niente di più sbagliato. Questi veti riattualizzano e
riterritorializzano quelle che sono le negazioni che lo stato di
Israele impone alla popolazione palestinese: check point e muri
dell’apharteid che si tenta di costruirci attorno nel centro di
Bologna. Oggi più che mai ci sentiamo vicini, anche per questo, a
quanti con i loro sacrifici umani e la loro resistenza combattono per
la liberazione delle proprie terre dagli occupanti sionisti.

Ancor più grave, nel cumulo dei fatti, è che si accetti serenamente
l’introduzione sulla libertà di movimento di un sistema di diritto
differenziale su basi di appartenenza religiosa. Questa l’esplicita
motivazione dei veti presentati.

Noi non ci stiamo. Rivendichiamo la percorribiltà delle strade e delle
piazze, del più sperduto dei vicoli, dei meno conosciuti angoli, così
come delle più centrali delle piazze della nostra città tutta. Quella
di sabato 24 sarà una manifestazione determinata a conquistarsi la sua
agibilità.

Laboratorio Crash!
 
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Stay on line! Enjoy high tek proletariat infostreaming!
INFOAUT - http://www.infoaut.org
INFOAUT BOLOGNA - http://www.infoaut.org/bologna
Laboratorio CRASH! - http://crash.noblogs.org
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Collettivo Universitario Autonomo - http://cua.noblogs.org
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Israele – Numero telefonico esercito israeliano

IDF lancia un numero di telefono su volantini Gaza piovono bombe e volantini su Gaza.

+972-2-5839749 questo è il numero di telefono che compare nei
volantini lanciati sulla città di Gaza dall’esercito israeliano, per
avere un’ improbabile aiuto dai residenti nel ricevere informazioni
utili a sgominare i "terroristi" (e a massacrare chiunque gli capiti a
tiro…) facciamo sentire la nostra voce telefonando (anche con skype)
a questo numero di morte e diciamo loro i veri nomi dei terroristi!

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Israele assassino. Fosforo bianco sulla sede Onu, bombardati ospedali

Ancora raid nella notte. Gaza in fiamme, con colonne di fumo che si
alzano qua e là nella città. La notte appena passata è stata
caratterizzata da un’intensa attività bellica. Anche da parte della
resistenza palestinese che ha combattuto duramente, anche con il lancio
di 14 razzi verso diverse città israeliane.

E di fronte alla mattanza israeliana, nel silenzio della diplomazia
internazionale, arrivano fortunatamente alcuni segnali di solidarietà.
Come quello delle tante manifestazioni in tutto il mondo, come la
clamorosa rottura da parte di Caracas delle relazioni diplomatiche con
Israele, dopo che nei giorni scorsi il governo del presidente Chavez
aveva cacciato i rappresentati israeliani dal territorio venezuelano.

E intanto le violenze israeliane continuano. Ancora notizie di armi al fosforo bianco,
bombardamenti  su Gaza, Kahn Yunis e Rafah con altri 16 morti
palestinesi, movimenti di carri armati verso il quartiere periferico di
Gaza City. Questa mattina i tanks israeliani, con la copertura aerea di
elicotteri, sono entrati nel quartiere Tal Al-Hawa. Incursioni di
blindati si starebbero inoltre verificando in due altri quartieri di
Gaza, Sajaiya e Zaitun. Colpita anche la Torre di Ashruq, l’edificio
che ospita gli studi televisivi a Gaza City. Colpita la sede centrale della Mezza Luna Rossa e l’ospedale di Tell Al Hawa. Colpita anche, proprio poco fa (tarda mattinata), dall’artiglieria israeliana, la sede delle Nazioni Uniti, l’agenzia per i rifugiati Unrwa.
E’ la seconda volta dall’inizio del conflitto: la prima aveva provocato
decine di vittime, di rifugiati nelle strutture nell’Onu. Per ora si
parla di tre feriti.

Reazioni del mondo politico, quello internazionale, che ha assistito
dalle proprie comode poltrone al massacro di Gaza. La cancelliera
Merkel e il premier inglese Gordon Brown si dicono scioccati. Il
Segretario Onu Ban Ki Moon è indignato. Parole futili che si perdono
nell’inferno di Gaza.

E intanto arriva una conferma. A bombardare la sede Unrwa non sono
stati normali colpi d’artiglieria, o bombardamenti aerei, ma bombe al
fosforo bianco. Lo afferma il sito Peacereporter,
citando una intervista al portavoce dell’Unrwa Chris Gunness da
Gerusalemme. "Tre tiri di artiglieria al fosforo bianco hanno raggiunto
l’edificio – ha detto Gunnes – e il deposito è andato in fiamme. Tre i
feriti fra il personale. Ancora una volta il lavoro degli umanitari è
sotto tiro".

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Inizia il processo Thyssenkrupp

Nella maxi aula 1 del Palazzo di giustizia di Torino ha preso il via
processo per il rogo alla Thyssenkrupp. Sul banco degli imputati
l’amministratore delegato della società tedesca, Harald Espenhahn, che
rischia fino a 21 anni di carcere per omicidio volontario con dolo
eventuale: il pm Raffaele Guariniello contesta all’ad di essere stato
al corrente delle carenze nelle misure di sicurezza dello stabilimento
torinese, ma di avere comunque deciso il posticipo dei lavori di
adeguamento previsti. Anche i dipendenti della Thyssen Gerald
Prigneitz, Marco Pucci, Giuseppe Salerno, Daniele Moroni e Cosimo
Cafueri accusati di omicidio colposo con colpa cosciente. A tutti è
contestata l’omissione dolosa di cautele antinfortunistiche. Anche
l’azienda è stata chiamata in causa in qualità di persona giuridica. In
aula i familiari e alcune decine di lavoratori, nonchè un numero enorme
di television, fotografi e spettatori. Il processo è stato precedeuto
dalle mosse, probabilmente della difesa "dei tedeschi", che hanno
fornito ai giornali i nomi dei giudici popolari, i quali hanno
rilasciato alcune interviste al quotidiano La Stampa, dove si
esponevano a favore degli operai. L’udienza si doveva aprire con il
pronunciamento da parte della difesa e dell’accusa sulla ricusazione
dei giudici e sulla presenza delle telecamere.
In aula ci sono anche due dirigenti, Raffaele Salerno, ex direttore
dello stabilimento di Torino di corso Regina Margherita e Cosimo
Cauferi, responsabile area sicurezza e servizio prevenzione rischi di
Torino. Entrambi sono accusati di omicidio colposo e e di omissione
dolosa di cautela.  All’esterno del Palagiustizia c’è un presidio
dell’associazione "legami d’acciaio" formato dai parenti delle vittime.
Il presidio inconta anche il movimento no tav presente per il processo
a carico di uno dei suoi esponenti, che solidarizza con i familiari.
Intorno alle 11.30 il processo ha inizio, combattivi come sempre
iparneti degli operai caduti, i giudici popolari vengono sostituiti,
saranno loro stessi a ritirarsi per non inficiare il processo accusando
i giornali di aver gonfiato le loro dichiarazioni.All’inizio della
seduta 31 operai dello stabilmento Thyssen Krupp di Torino hanno
chiesto di costituirsi parte civile. verranno procesati in contumacia i
piani alti della Thyssen.
Il processo si è concluso e riprenderà il 22 gennaio.
ascolta l’intervista con Ciro Argentino, delegato rsu della Thyssen Krupp

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La memoria del presente e il sindaco con la celtica

Ci sono storie che hanno a che fare solo con il
passato, che non parlano al presente e in cui la memoria si trasforma
in liturgia. Il tempo scorre e quelle storie si allontanano da noi,
come se facessero parte di un’altra vita.

La storia e il nome di Valerio Verbano
non appartengono a questa categoria perchè la corsa di Valerio non si è
fermata il 22 febbraio 1980, come avrebbero voluto le pallottole dei
fascisti. La corsa di Valerio è continuata attraversando generazioni
differenti. Solo un anno fa, più di duemila persone hanno invaso le
strade del Tufello in un corteo attraversato da studenti, centri
sociali, movimenti di lotta per la casa, collettivi femministi.

Un corteo che ha rinnovato la memoria antifascista
nelle battaglie contro i "pacchetti sicurezza", gli omicidi sul lavoro,
le aggressioni neofasciste e le campagne razziste funzionali soltanto
al potere nel tempo della crisi e della guerra globale. Tutto questo,
insieme al progetto di Palestra Popolare che porta il suo nome,
racconta una memoria viva, una storia attuale e collettiva. La storia
di una città ribelle.

Negli ultimi giorni, qualche acuto giornalista ha
pensato bene di travisare le parole di Carla, la mamma di Valerio,
trasformandole in un invito diretto al nuovo sindaco Alemanno a onorare
la figura di Valerio il prossimo 22 febbraio, in via Monte Bianco.

Il sindaco Alemanno vorrebbe con questo gesto
"pacificare" una storia del "passato". Non capendo, o non volendo
capire, che in quella via e davanti a quella targa, oltre alla memoria
storica, c’è la vita e la lotta quotidiana di migliaia di persone che
combattono il modello di città e di società che la sua figura
rappresenta.

La croce celtica, che il sindaco porta orgogliosamente
al collo, è il simbolo più volte usato negli ultimi anni per sfregiare
la lapide di Valerio e dietro il quale sono avvenute le centinaia di
aggressioni in tutta Italia contro centri sociali, campi rom, migranti,
omosessuali e lesbiche, semplici cittadini e cittadine che
partecipavano a iniziative pubbliche. Solo pochi giorni fa, il 27
dicembre, c’è stata un’altra aggressione, nello stesso quartiere%2

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Teramo – Apre lo spazio antiautoritario “La Fionda”

Allunga l’elastico contro ogni autorità colpiscila in ogni sua forma

VENERDI’ 16 GENNAIO 2009 apre a Teramo un nuovo spazio di libertà, LA FIONDA.
Nato dall’esigenza e dalla volontà di alcune
individualità, anarchiche e non, di reagire alla dilagante
mercificazione della società e alla sua deriva securitaria e
reazionaria, vuole essere un luogo dove sperimentare una vita altra.
Rifiutiamo e schifiamo tutto ciò che ha a che fare con
istituzioni, partiti e paccottiglia varia e sentiamo nostra
l’autogestione della lotta, senza deleghe e compromessi con il
circo disgustoso della “politica”.
Da qui l’idea della fionda: un oggetto semplice, utilizzabile da
tutti, ma se usato con mira e determinazione capace di infliggere molti
danni.
LA FIONDA sarà un luogo di discussione e di incontro, dove,
attraverso assemblee, proiezioni, dibattiti e mostre, costruire
percorsi e momenti di lotta non per riformare, ma per ribaltare dalle
fondamenta questa società.
La nostra voglia di distruggere l’esistente passa inevitabilmente
per l’abbattimento del capitalismo, per una lotta radicale contro
il carcere, la guerra e tutte le divise; per una solidarietà
attiva con le rivolte che in ogni angolo del mondo infiammano i cuori
degli oppressi; per un agire che combatta ogni forma di sessismo,
fascismo e di razzismo; per l’opposizione al dominio
dell’essere umano su tutti gli altri esseri viventi.
Appare chiaro, ma vogliamo ribadirlo, LA FIONDA non sarà un
luogo di sterili sofismi: nostro sogno è coniugare il pensiero
con l’azione.
Da subito saremo centro di documentazione-archivio storico del
movimento anarchico e rivoluzionario a disposizione di chi lo voglia
consultare (saranno bene accette donazioni di nuovo materiale). In
più avremo una distribuzione anarchica con opuscoli, volantini,
libri, riguardanti le lotte portate avanti dal movimento in questo
momento in Italia e non solo.

VENERDI’ 16 GENNAIO 2009
Apertura e presentazione dello spazio anti-autoritario
con buffet a partire dalle ore 19.00

LA FIONDA
SPAZIO ANTI-AUTORITARIO
CORSO DE MICHETTI, 11/E
TERAMO

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Lettonia – Scontri nella capitale dopo una manifestazione contro il governo

Centinaia di persone si sono
scontrate con le forze dell’ordine a Riga, capitale della
Lettonia al termine di una manifestazione contro il governo.
La
polizia ha usato manganelli e gas lacrimogeni per disperdere i
manifestanti che hanno infranto le vetrine dei negozi e rovesciato una
macchina della polizia dopo aver tentato di entrare in Parlamento.
Gli scontri sono avvenuti dopo la manifestazione a cui hanno
partecipato circa 10.000 persone che hanno protestato per le scelte
economiche del governo e per chiedere nuove elezioni. L’economia
lettone, che l’anno scorso ha avuto una forte crescita,
quest’anno ha potrebbe avere una contrazione del 5%.
Sono
molti i cittadini preoccupati per la crescita della disoccupazione e
l’aumento delle tasse. Sotto accusa le riforme economiche del
governo di centro destra guidato dal Primo Ministro Ivars Godmanis.
La manifestazione di martedì scorso è stata la prima
grande manifestazione da quando il paese ha riconquistato la propria
indipendenza dall’Unione Sovietica nel 1991.
Centinaia di manifestanti hanno lanciato pietre e pezzi di ghiaccio contro il Parlamento.
Più di 30 persone sono state ferite negli scontri, tre i poliziotti rimasti contusi.
126 manifestanti, per la maggioranza giovani, sono stati arrestati.

Video e foto sul sito della BBC e di SkyNews

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COMUNICATO ALF RIETI

riceviamo e pubblichiamo

Rieti, Lazio

Per festeggiare l’anno nuovo, la mattina di sabato 3 gennaio abbiamo
rotto i finestrini di nove macchine di cacciatori impegnati a
massacrare animali
Che il nuovo anno sia un anno di libertà!

ALF

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