TUTTI AD APRILIA IL 16 MARZO

Apprendiamo con stupore e indignazione, la notizia
della decisione, presa dal Consiglio di Amministrazione di Acqualatina, di
reintegrare Jean Louis Marie Pons, Raimondo Besson e Silvano Morandi nelle loro
funzioni all’interno dello stesso organismo; gli incarichi sono stati accettati
per "spirito di servizio" e per "proseguire nell’ottica di quanto già fatto"!

Ricordiamo che i tre, insieme a Paride Martella (ex
presidente), Giansandro Rossi e Bernard Cynà (ex amministratori delegati), sono
indagati per associazione a delinquere, abuso di ufficio, frode, falsità
ideologica e truffa aggravata. In seguito ai loro arresti, annullati poi dal
Tribunale del Riesame, si erano dimessi dagli incarichi che ricoprivano;
dimissioni che Besson aveva presentato anche per la sua carica di a.d. di
Sorical e per le quali è stato sostituito da Maurizio Del Re.

Come se l’inchiesta in corso della Procura di Latina
non fosse mai partita, come se le denunce e le lotte della cittadinanza di
Aprilia non ci fossero mai state, con il pieno appoggio della parte "pubblica"
della società che gestisce l’acqua pontina, i tre tornano tranquillamente ai
loro incarichi. Ma quanto è potente e arrogante la nostra cara Veolia?

Noi siamo vicini e solidali con le popolazioni di
Aprilia, che da anni hanno deciso di autoridursi la bolletta per far fronte
agli aumenti spropositati imposti da questi stessi personaggi, e saremo
presenti nella loro città per la manifestazione nazionale del 16 marzo per la
gestione pubblica e partecipata dell’acqua, non solo per ribadire il nostro NO
alla privatizzazione selvaggia di questo preziosissimo bene,  ma per dimostrare anche tutto il nostro
"affetto" alla Veolia che mentre ci vende la "nostra" acqua, ci avvelena con i
fumi del suo inceneritore.

Comitato Reggino
per il Diritto all’Acqua


Movimento per la Difesa
del Territorio – Calabria

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Squadristi democratici

Squadristi democratici

Domenica 2 dicembre a Susa si è verificato un fatto gravissimo. Alle
elezioni primarie locali del neonato Partito Democratico, dopo un
diverbio fra un No TAV e un Sì TAV appartenenti allo stesso partito,
l’ex No TAV, ora finalmente maturato alla causa del progresso e del
lavoro, capo di una lista interna pro TAV, sentendosi ferito dalle
osservazioni del compagno, ha pensato bene di raccattare un paio di
mafiosi, un sindacalista CGIL ed un piccolo imprenditore per fare
giustizia.
All’uscita del seggio il No TAV è stato aggredito assieme al figlio
intervenuto per difenderlo. Entrambi finiscono all’ospedale.
La mafia dei partiti comincia a mostrare i muscoli, infischiandosene
della tanto sbandierata legalità, che come al solito si impone solo agli
altri. L’’arroganza dei partiti – tutti rigorosamente Sì TAV – trova una
sua prima prova di forza.
Ricordiamo che il PD ha come punto prioritario e fondamentale del suo
programma politico la realizzazione del TAV. Esattamente come il PDL di
Berlusconi, che è anche venuto a dircelo fino a Torino.
E mentre i fascisti in città passano dagli agguati agli squat
all’incendio dei campi nomadi, a seconda dell’input dato dal potere e
diffuso dal linciaggio mediatico, in Valle altri squadristi, alcuni di
conclamata matrice mafiosa, pestano chi non è in sintonia con i voleri
dei potenti, nell’intento di spianare la strada ai loro progetti di
speculazioni devastanti. Servi zelanti vanno dove tira il vento
dell’oppressione e per mettersi in mostra la portano con le proprie
mani, sperando di poter rosicchiare l’osso gettato dal padrone come
premio o forse anche qualcosa in più dell’osso.
Questa è l’aria che tira nei corridoi dei partiti democratici, l’aria del
corridoio 5. Questa è la loro democrazia, che ricorda, nei metodi, la
dittatura.
Hanno fretta di rubare. Prima scalpitavano, adesso menano.
Ricordiamo che il 90% dei capitali destinati alle grandi opere come il
TAV vengono divorati inesorabilmente dai partiti e dalla mafia.
Non votarli.
Non un soldo e non un voto per qualsiasi partito.

I partiti sono tutti dichiaratamente Sì TAV.

Non rafforzare la mafia dei partiti.

Rifiuta di delegare ai partiti qualunque decisione politica, che per quel
che riguarda il TAV sarebbe scontata.

Isola i picchiatori militanti che cercano di sostituirsi alla sbirraglia,
che ha già invaso la Valle nel 2005.

Solidarietà agli aggrediti.

Votare fa male.

Osservatorio Ecologico Volante- Torino

http://www.inventati.org/fenix/links.php 

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IMPORTANTI COMUNICATI NO TAV

Comunicati Stampa
3 Marzo 2008

Il vero volto dei SI TAV

Domenica 2 marzo a Susa, presso il seggio allestito dal Partito
Democratico in Comune, Franco Zaccagni, un coordinatore del Comitato NO
TAV Susa-Mompantero, è stato aggredito, prima verbalmente dal
signor Torre (capolista della lista sostenuta dai Lazzaro) e da altri
personaggi, tra cui tre dei fratelli Lazzaro, il sindacalista Rodolfo
Greco, Mario Faieta e da altre persone non identificate,
successivamente aggredito anche fisicamente da alcuni di loro.

Franco Zaccagni e suo figlio, che era intervenuto in sua difesa, si
sono dovuti recare al Pronto Soccorso dell’Ospedale di Susa per
le lesioni subite.

I personaggi coinvolti, notoriamente legati al settore della
movimentazione terra e delle costruzioni, stanno da qualche tempo
strumentalizzando il problema del lavoro per sostenere la
necessità del TAV.
Questi squallidi personaggi dimostrano quale sia la vera faccia dei sostenitori del TAV in Valle di Susa.

In risposta a questa aggressione in puro stile mafioso, per
riaffermare che il Movimento NO TAV non accetta provocazioni e ribadire
che non vogliamo che la nostra valle diventi “terra di
mafia”, il Coordinamento dei Comitati NO TAV indice un presidio
davanti al Palazzo Comunale di Susa a partire dalle ore 20 di questa
sera, lunedì 3 marzo.

Coordinamento Comitati NO TAV

Related Link: http://www.notav.eu/

Comunicato del No Tav Autogestione –Torino

Notav aggrediti a Susa: stasera manifestazione

Domenica 2 marzo due No Tav di Susa sono stati aggrediti, prima verbalmente e poi fisicamente, da sei si tav.

I due aggrediti sono Franco Zaccagni (del Comitato No Tav di Susa) e
suo figlio che si erano recati in Comune per votare alle primarie del
PD.

Lo scontro verbale, cui poi è seguita l’aggressione
fisica, ha visto coinvolti sei esponenti di una delle due liste
presentate a Susa, quella più smaccatamente si Tav, che vede tra
i propri principali supporter tre fratelli proprietari di una ditta per
il movimento terra. Sin troppo comprensibili i privatissimi interessi
che li muovono, così come muovono altri, esponenti politici e
sindacali, allineati alle scelte nazionali, regionali e provinciali del
loro partito.

La scintilla è stata la richiesta di chiarimenti rivolta al
capolista, un No Tav che all’improvviso si è scoperto una
predilezione per la lobby del cemento e del tondino nonché una
smaccata vocazione per l’italico cadreghino (altrimenti detto
poltrona). Il richiamo alla coerenza è stato la scintilla che ha
portato i sei prodi cavalieri della devastazione e del saccheggio a
mettere le mani addosso ai due No Tav.

Entrambi hanno dovuto ricorrere alle cure del pronto soccorso, al
più giovane, intervenuto in difesa del padre sono state
diagnosticate lesioni guaribili in 10 giorni.

La risposta del movimento no tav è stata di unanime condanna nei confronti degli squadristi si tav.

Questa sera appuntamento a Susa per una manifestazione di protesta contro l’aggressione.

Ore 21 davanti al Municipio

Abbiamo resistito alle manganellate, abbiamo resistito alle lusinghe
ed alla vaselina, resisteremo anche violenza dei mafiosi si tav!

Solidarietà a Franco Zaccagni, a suo figlio, al Comitato No Tav di Susa Mompantero.

No Tav Autogestione –Torino

notav_autogestione@yahoo.it

338 6594361

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APRIAMO SPAZI DI LIBERTA’! L’ERBA CATTIVA NON MUORE MAI

Image

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NO TAV: aggredito militante No Tav da esponente del Partito Democratico

SUSA: aggredito militante No Tav da esponente del Partito Democratico


Ieri sera
2 marzo 2008,
a Susa, un militante no tav è stato aggredito da 6 persone. In seguito
alle percosse subìte il militante è stato ricoverato in ospedale. Per
questa sera alle ore 21 in piazza d’armi a Susa è stata organizzata
un’iniziativa di risposta alla grave provocazione.

Domenica
pomeriggio uno dei coordinatori del movimento no Tav, é stato aggredito
( prima verbalmente e poi fisicamente ) da un capolista della lista del
Partito Democratico e da altri personaggi , tra cui un sindacalista e
una persona non identificata nei pressi di un banchetto
propagandistico-elettorale del PD. L’aggredito e suo figlio ( che era
intervenuto in sua difesa) sono stati successivamente ricoverati al
Pronto Soccorso dell’Ospedale di Susa perché hanno riportato lesioni
varie.

Il No Tav aggredito aveva invitato il suo aggressore ad
una maggiore coerenza (visto che si é dichiarato Sì Tav dopo essersi
fatto immortalare sul Kilimanjaro con bandiera No Tav); lo stesso ha
poi iniziato ad insultarlo pesantemente, minacciandolo anche ( di
fronte a testimoni ) di morte per aver diffuso la sua foto con bandiera
No Tav ( che dice di AVER DOVUTO FARE PERCHE’ MINACCIATO DAI NO TAV CHE
ERANO CON LUI).

Successivamente il militante notav ha trovato ad
attenderlo un gruppo formato dai signori sopracitati che lo hanno
nuovamente aggredito verbalmente e poi anche fisicamente. Il figlio,
intervenuto in difesa di suo padre, ha subito un pesante pestaggio…

Seguiranno ulteriori aggiornamenti…

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Torino 5 Marzo 1998!

A nosotros nos quieren muertos
porque somos sus enemigos
y no les servimos para nada
porque no somos sus esclavos

Ci vogliono morti
perché siamo i loro nemici
e non sanno che farsene di noi
perché non siamo i loro schiavi
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Soledad

Il 5 marzo 1998 a
Torino sono stati arrestati tre anarchici che abitavano la Casa di Collegno. Lo squat
viene chiuso dalle autorità. Contemporaneamente vengono attaccate altre due
case occupate: l’Asilo è sgomberato mentre all’Alcova l’operazione non riesce.
Edoardo Massari (Baleno) Maria Soledad Rosas (Sole) e Silvano Pelissero sono
accusati dal PM Maurizio Laudi di essere gli autori di alcuni attentati,
avvenuti in Val Susa, contro i primi cantieri del Treno ad Alta Velocità.
I tre arrestati si dichiarano estranei alle accuse avanzate nei loro confronti.
Immediatamente nasce un vasto movimento di protesta contro la montatura di
giudici Ros e Digos, che si estende anche in altre città. Decine e decine di
persone vengono intimidite, pestate, inquisite, denunciate, processate e
condannate.
Televisioni e giornali, di destra e di sinistra, – in servile ossequio al
potere – scatenano una canea mediatica volta alla criminalizzazione dei posti
occupati torinesi e degli occupanti. Gli squatter diventano il nuovo mostro da
debellare.
Il 28 dello stesso mese Edoardo Massari muore impiccato nel carcere delle
Vallette.
L’11 luglio successivo muore nell’identico modo anche Soledad Rosas, lei pure
in stato di detenzione.
Nel gennaio 1999 Silvano, unico sopravvissuto all’inchiesta di Laudi, è
condannato a 6 anni e 10 mesi dal giudice Franco Giordana. Verrà liberato solo
nel marzo 2002 dopo quattro anni di detenzione, in seguito alla sentenza della
corte di cassazione che riconoscerà l’inconsistenza delle prove relative
all’associazione eversiva (art. 270 bis).
Ora che gli abitanti della Val Susa sono “avvisati”, decolla il progetto del
treno veloce. A contrastare i programmi ultramiliardari e altamente nocivi del
potere, sono solo i pazzi ed i sovversivi. E finiscono male.
Seppelliti i morti, gli Assassini – premiati dallo Stato – vorrebbero
dimenticare…

La seconda edizione de LE SCARPE DEI SUICIDI- Autoproduzioni Fenix -uscirà
il prossimo mese(Marzo 2008) a dieci anni dai fatti

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Repressione in USA: repressione ed intimidazioni al movimento ecologista americano

Ancora repressione ed intimidazioni al movimento ecologista americano

ImageContinuana l’ondata di repressione ai danni degli attivisti animalisti ed ecologisti in USA.
Due episodi molto gravi sono da registrare in queste settimane (oltre al proseguio dei processi legati all’operazione Backfire).

IN PROTEZIONE DEI VIVISETTORI

L’UCLA
(universita’ della California) ha presentato un ricorso per ottenere il
divieto di manifestare contro i propri atroci esperimenti su primati.
Gia’
da almeno due anni, infatti, la UCLA e’ oggetto di campagne animaliste
legali ed illegali, le prime condotte con presidi e diffusione di
informazioni, le secondi con sabotaggi ai vivisettori. Nell’agosto del
2006 un vivisettore fatto oggetto di dure proteste rinuncio’ agli
esperimenti su animali quando trovo un pacco bomba finto sul terrazzo
di casa sua.
Gli imputati sono tre organizzazioni ritenute
responsabili delle azioni illegali di intimidazione: la UCLA Primate
Freedom Project (che tiene un sito interne cn nomi ed indirizzi dei
vivisettori), l Animal Liberation Front e l’Animal Liberation Brigade
(che rivendicano le azioni dirette).
L’UCLA difende la propria
attivita’ di tortura..dicono di fare ricerca scientifica per salvare le
persone dal cancro, di non essere coinvolti con test di tossicita’ su
cosmetici o prodotti chimici e, naturalmente, di trattare bene gli
animali.
Naturalmente le richieste della UCLA sono state prontamente
esaudite e cosi’ sara’ impossibile avvicinarsi alle proprieta’
dell’universita’ e dei vivisettori.
Particolari restrizioni sono
state emanate per 5 attivisti, per la UCLA Primate Freedom Project, per
ALF e per Animal Liberation Brigade. La UCLA Primate Freedom Project ha
dovuto cancellare dal proprio sito ogni riferimento ai vivisettori.
Ovviamente il giudice non intende limitare la liberta’ di parola degli attivisti ma solo proteggere il giusto lavoro della UCLA.

La
stampa riporta nei giorni seguenti la notizia che 6 persone mascherate
sono irrotte all’una di notte nella casa di un vivisettore
dell’universita’ di Santa Cruiz. Un membro della sua famiglia ha subito
qualche ferita a seguito di un colpo con un oggetto. Nessuna
rivendicazione da parte di gruppi animalisti e nessuna certezza che
l’avvenimento sia legato al lavoro del vivisettore (la cui identita’ e’
rimasta sconosciuta), nonostante questo la stampa attacca glianimalisti
e la polizia mette a soqquadro la casa di un attivista in cerca di
prove, ma senza eseguire nessun arresto.

INTIMIDAZIONI DELLA POLIZIA AD UN’ATTIVISTA EF!

Il
7 febbraio alle 23.30 a Cincinnati (Ohio, USA), Marie Mason, attivista
dell’Earth Firs!, ha subito strane visite dalla polizia.
Prima la
figlia 16enne di Marie e’ rimasta spaventata dalla presenza di un
individuo nascosto nei sedili posteriori della sua auto..quell’uomo era
un poliziotto in borghese che ha sostenuto di essere alla ricerca di
ladri.
Poco tempo dopo lo stesso poliziotto e’ stato sorpreso con un
suo collega in divisa mentre cercavano di entrare di nascosto nella
casa di Marie. Alla richiesta di spiegazioni, i due sono usciti ed
hanno sostenuto di aver voluto controllare se il convertitore
catalitico dell’auto di Marie era stato rubato.
Un amico di Marie
ha pero’ successivamente trivato un navigatore GPS collegato alla
macchina con due magneti..appena tolto il dispositivo un grosso pickup
e’ sopraggiunto dalla strada, si e’ fermato nel giardino della casa e
4-5 uomini in borghese sono scesi con le pistole puntate, riprendendosi
il GPS. A quel punto hanno cercato di interrogare i tre, dichiarando di
sapere bene in cosa Marie fosse implicata..inoltre chiamando la figlia
di Marie per nome le hanno detto "Non dovresti essere a casa di tuo
padre stanotte??".
Sono a quel punto sopraggiunti altri poliziotti,
uno in uniforme e 4-5 in borghese, sostenendo di essere nella
narcotici. Marie e’ uscita per avvertire gli amici di cio’ che stava
accadendo..gli sbirri le hanno strappato il telefono di mano e l’hanno
avvertita che sarebbero tornati con un mandato di perquisizione.
Dopo
poco un altro pickup e’ arrivato a grande velocita’, un uomo ne e’
sceso ed e’ corso nel giardino posteriore alla casa sparendo poi nel
nulla.
Questo e’ l’ennesimo episodio di intimidazione subito da
Marie da un anno a questa parte, ovvero da quando si e’ rifiutata di
parlare con l’FBI delle azioni ell’ELF avvenute nel Midwest.

fonte:

 

http://veganlink.antifa.net/hp/

 

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Botte, mazze e saluti romani assaltato pub a San Lorenzo ·

Assalto Fascista a San Lorenzo

Botte, mazze e saluti romani assaltato pub a San Lorenzo

Fermato un giovane ultrà di destra. Nel blitz in via degli Etruschi anche uno striscione: “Vi terrorizzeremo”

Una
spedizione punitiva con una ventina di ragazzi dell’estrema
destra che hanno fatto irruzione, con mazze e coltelli, in un locale a
San Lorenzo, abituale ritrovo di giovani di sinistra.
L’aggressione è avvenuta nella notte tra domenica e
lunedì (24-25/02/08). «Sapevano di trovare poca gente che
avrebbe potuto rispondere all’attacco» sospetta Giuseppe
Gugliotta, uno dei gestori del “Sally Brown” di via degli
Etruschi. «Sono entrati verso l’una e mezzo del mattino
– racconta Gugliotta – , quando stavamo per chiudere. Il
locale era vuoto, c’era solo un gruppetto di cinque, sei clienti
che chiacchieravano appoggiati alla vetrata esterna. E
all’improvviso sono arrivati quei ragazzi, una decina, avevano i
volti coperti con mascherine bianche. Hanno tirato fuori subito i
bastoni. Contemporaneamente, altri otto sono entrati nel locale dove
c’era solo il mio socio, dietro il bancone».
Il raid è continuato all’interno del locale, un piccolo
spazio arredato con tavolini e sedie di legno e tappezzato da manifesti
di band di sinistra. «Hanno rovesciato i tavoli e spaccato con i
bastoni gli spillatori per la birra e molte bottiglia. Poi hanno rotto
con alcune pietre i gradini sul retro e i vetri della porta
d’ingresso». Per il gestore del pub, che racconta di aver
già salvato il locale da un incendio doloso quattro anni fa, non
c’è dubbio sulla natura politica dell’azione:
«Sono sicuro che si tratta dell’ennesima azione legata a
gruppi di estrema destra. Un paio di loro avevano anche uno striscione
bianco in mano su cui avevano scritto con nastro adesivo “Vi
terrorizziamo” e mentre spaccavano tutto urlavano: “Zecche
maledette, fate schifo….».
A parte i danni al locale le lesioni riportate dai giovani nel locale
sono state lievi. «Il mio socio è stato portato
all’ospedale per una frattura alla caviglia – aggiunge il
titolare del pub -. Ma poteva andare peggio ai ragazzi fuori dal
locale: uno di loro ha riportato ferite alla testa per un colpo dato da
una mazza, e quando hanno provato a difendersi sono saltati fuori anche
i coltelli. Fortunatamente sono scappati quasi subito». Subito
dopo l’assalto sono arrivate le macchine della polizia e dei
carabinieri. Nella fuga però, uno degli aggressori è
svenuto battendo violentemente la testa sul marciapiede ed è
stato trasportato all’Umberto I dove è sorvegliato a vista
dagli agenti. Secondo i primi accertamenti sarebbe un giovane legato
all’estrema destra.

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GAZA.UCCISI 40 PALESTINESI E 7 BAMBINI

Gaza attaccata, uccisi 40 palestinesi
L’Anp minaccia: "Stop ai negoziati"

<B>Gaza attaccata, uccisi 40 palestinesi<br>L'Anp minaccia: "Stop ai negoziati"</B>

Un palestinese ferito dagli attacchi contro Gaza di stamane

GAZA
– Almeno 40 palestinesi morti e oltre 100 feriti nei combattimenti in
corso da questa mattina con le forze israeliane nel nord della Striscia
di Gaza. Una situazione che ha indotto il presidente
dell’Autorità nazionale palestinese Abu Mazen a minacciare la
sospensione dei negoziati di pace.

L’elenco dei morti comprende anche sette bambini e tre donne. Tra loro
una madre che stava preparando la colazione ai figli, una ragazza di 12
anni e suo fratello di 11 colpiti dalle raffiche mentre dormivano
dentro casa. Si tratta del bilancio più pesante dai tempi del
ritiro israeliano dalla Striscia, avvenuto nell’estate del 2005.

IL VIDEO

Dalla Striscia, da mesi controllata da Hamas, oggi sono stati lanciati
44 razzi contro il sud di Israele. Due persone sono rimaste ferite dai
Qassam, quattro, che hanno colpito la città di Ashkelon.

L’operazione israeliana è iniziata poco dopo mezzanotte. Carri
armati, con la copertura di elicotteri, hanno mosso sul campo profughi
di Jalabiya e nella vicina Tufah, nel nord della Striscia di Gaza. A
mezzogiorno di oggi, le Forze israeliane di difesa (Idf) si erano
inoltrate di tre chilometri nella Striscia. Mentre infuriavano gli
scontri tra israeliani e militanti di Hamas e della Jihad islamica, gli
abitanti si barricavano in casa e gli imam recitavano versi del Corano
dagli altoparlanti dei minareti. "Ci troviamo in mezzo a una guerra
totale. Sentiamo sibili di razzi ed esplosioni ovunque", ha raccontato
Abu Alaa, 40 anni, contattato telefonicamente dall’agenzia Afp.

Molti fotoreporter si sono trovati nel pieno della battaglia a Jabaliya
e un fotografo palestinese è rimasto ferito dalle schegge di un
proiettile israeliano.
Christopher Gunnes,
portavoce dell’agenzia Onu per i Profughi (Unrwa), ha invocato "un
immediato cessate il fuoco e l’avvio di trattative politiche che
mettano fine ai combattimenti che stanno compromettendo gli interventi
umanitari". I responsabili "delle morti di tanti civili devono rendere
conto delle loro azioni", ha aggiunto.

Secondo fonti mediche del servizio sanitario di Gaza, la maggior parte
delle vittime sarebbero state colpite dal grande numero di razzi
lanciati dai velivoli israeliani. Nell’operazione hanno perso la vita
almeno 15 militanti di Hamas e della Jihad islamica. Tra loro
c’è anche il figlio di un deputato di Hamas, Abdurahman Shihab,
membro della brigate Ezzedin al Qassam. Mohammed Shihab era stato
eletto parlamentare proprio a Jabaliya nel 2006 come rappresentante di
Hamas. Due giorni fa a Gaza era stato ucciso anche il figlio del
capogruppo parlamentare di Hamas, anch’egli arruolato nelle milizie Al
Qassam.

Da parte israeliana è stato finora reso noto che nei
combattimenti sono rimasti feriti in modo non grave cinque soldati. Ma
fonti informate riferiscono che due militari sono stati uccisi. Secondo
l’emittente araba Al Jazeera i morti tra i soldati israeliani sono
cinque.

Si tratta della più sanguinosa operazione israeliana a Gaza dopo
molti mesi e giunge dopo un’escalation che nei quattro giorni
precedenti aveva causato almeno 66 morti.

Il presidente palestinese Abu Mazen minaccia di sospendere i negoziati
di pace con Israele in seguito al deteriorarsi della crisi militare: lo
ha riferito a Ramallah il capo dei negoziatori palestinesi Ahmed
Qureia. Qureia ha aggiunto che la possibilità di sospendere i
colloqui di pace è stata discussa oggi nel corso di un vertice
al quale hanno partecipato i leader dell’Autorità nazionale
palestinese, ma non ha precisato se sia stata adottata qualche
decisione.

Ieri il viceministro israeliano della Difesa, Matan Vilnai, aveva
minacciato i palestinesi assicurando che "quanto più aumenta il
fuoco dei Qassam e s’allunga la loro gittata, tanto più (i
palestinesi) attireranno una shoah più grande, perché
useremo tutta la nostra forza per difenderci". L’uso del termine
‘shoah’ ha sollevato molte polemiche, e un portavoce del ministro
s’è poi affrettato a precisare che il termine era stato usato in
senso moderno, di ‘disastro’.

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DUE GIORNI DI CONFRONTO E DISCUSSIONE AL CRASH!

2 marzo 2008 @ Laboratorio occupato Crash (via
Zanardi 106 – Bologna) 2 gg di confronto e discussione:
"Istituzioni/Movimenti/Crisi della rappresentanza"


Con
la caduta del governo Prodi, lo scenario della politica istituzionale
italiana si appresta a rimodellarsi sulla base di nuove esigenze e di
nuovi modelli di amministrazione del sociale. Sebbene la crisi di
legittimità della rappresentanza politica si estenda ben oltre i
limiti spaziali e temporali di quest’ultimo turn-over governativo, con
difficoltà si colgono segnali positivi di una ripresa della
conflittualità sociale, solo occasionalmente questa lontananza
della politica istituzionale dalla sostanzialità del sociale
trova forma in istanze di radicale cambiamento dell’esistente. Si
aprono spazi in cui i conflitti si delineano come non mediati e non
mediabili, ma, dall’altro lato, essi sembrano inscriversi all’interno
di una tendenziale incapacità di individuare priorità
nelle lotte, di innescare a catena altri conflitti, di estendere le
proprie maglie fino a divenire crisi sistemica.

Consci della
caduta, assieme a questo governo, della illusoria prospettiva di un
cambiamento da ricercarsi all’interno del quadro istituzionale, che
aveva connotato alcuni settori del movimento reduce dei social-forum,
rimane ora il compito di rilanciare su una base più organica
battaglie e lotte che in questi anni hanno saputo in ogni caso darsi
passaggi di forte visibilità. Per farlo fondamentale è
ricercare quel sistematico confronto, quella potenziale unità di
intenti che costituiscono condizione necessaria per ancorare le
battaglie che quotidianamente portiamo avanti nei territori ad un
progetto più esteso e complessivo, capace di divenire proposta
concreta e materiale di nuove lotte e battaglie.

Da qui nasce
l’esigenza di avviare percorsi di confronto ad un livello più
esteso: la capacità di essere agenti protagonisti dei conflitti
che emergono passa inevitabilmente dalla ricomposizione dei soggetti
che li agiscono, dall’individuazione delle contraddizioni sistemiche,
dalla capacità di articolare battaglie laddove queste
contraddizioni possono diventare punti critici della tenuta
complessiva.

L’intento rimane
comunque quello di eleggere, destinandoli a successivi momenti di
confronto a partire dall’appuntamento di Torino in occasione delle
iniziative di boicottaggio del Salone del Libro, altri argomenti sui
quali intavolare una discussione ed un confronto.

All’interno
della 2 gg i compagn* di Torino presenteranno anche il percorso di
mobilitazione che, assieme ad altre forze politiche e sociali, stanno
costruendo in direzione dell’edizione annuale della Fiera del
Libro (la più grossa kermesse culturale del capoluogo
piemontese) che quest’anno vede come ospite d’onore lo
stato d’Israele.
Lungi dalla casualità, l’invito
fatto allo stato sionista si configura come una decisa e interessata
scelta politica volta ad offrire una vetrina d’immagine ad uno
stato d’apartheid nel 60° anniversario della sua fondazione,
senza considerare che per qualcun altro quell’evento ha
costituito l’inizio di una catastrofe (Nakba) sempre rinnovata.
Né convince la retorica letterarista rivendicante una supposta
autonomia del culturale, Retorica questa delle più pericolose,
non a caso abbracciata da una miriade via via crescente di scrittori di
tutti i generi (e qualità) tanto desiderosi di pensarsi e
palesarsi nella propria separatezza.
Boicottare questa Fiera del
Libro non corrisponde a nessuna pregiudiziale ostilità contro la
cultura ebraica ma si definisce anzi come scelta politica lucida e
consapevole di quante e quanti non accettano il ricatto morale che pone
sullo stesso piano l’antisionismo (posizionamento politico) con
l’antisemitismo (ideologia razzista).

@ Laboratorio Occupato Crash
via Zanardi 106 – Bologna
1-2 marzo 2008

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