CONTRO LO SCIPPO DEL TFR E LA PRECARIETA' |
Come è noto la manovra finanziaria del 2007 varata dall’attuale governo di centro-sinistra ha anticipato di un anno la controriforma Maroni, costringendo così i lavoratori addetti ai settori produttivi privati a decidere entro il 30 giugno 2007 se destinare o meno il proprio TFR nei fondi pensione. |
Il fine è evidente: destinando alle aleatorie dinamiche della speculazione una quota rilevante del salario differito (liquidazione) si ossigena un sistema finanziario boccheggiante a discapito, ancora una volta, della classe lavoratrice.
Siamo infatti a marzo, mese in cui dovrebbe formarsi quel tavolo di concertazione tra sindacalismo confederale (CGIL, CISL e UIL) e governo Prodi per l’ulteriore riforma del sistema previdenziale fondata sulla revisione del rendimento pensionistico (già minato e ridimensionato con il passaggio dal 1995 al sistema contributivo) e sull’innalzamento dell’età pensionabile.
Ma l’offensiva al salario diretto e differito, non è l’unico fronte su cui sono impegnati padronato e governo nel complessivo processo di ristrutturazione.
Questi, infatti, sviluppano oggi un’iniziativa estremamente articolata che tende al completo controllo della forza-lavoro attraverso lo smembramento del ciclo produttivo, l’introduzione e il consolidamento di una miriade di contratti sempre più precari, un attacco sempre più incisivo alle residue garanzie. In tale senso lo stesso contratto collettivo nazionale di lavoro potrebbe essere il prossimo obiettivo di quest’opera di disarticolazione e di frammentazione della classe lavoratrice, come peraltro già anticipato dal passato governo Berlusconi nel Libro Bianco del 2001.
Crediamo quindi necessario rilanciare le iniziative di lotta contro le misure legislative che, a partire dal pacchetto Treu sino alla Legge 30, hanno contribuito a creare l’attuale sistema di organizzazione del lavoro nel quale la precarietà è assunta al ruolo di dato immodificabile.
In tale contesto è innegabile che debbano essere sostenute tutte le iniziative dirette alla tutela delle garanzie e dei diritti dei lavoratori, tra cui anche la difesa contro lo scippo del tfr e le lotte per pensioni dignitose da agganciare al salario reale dei lavoratori.
Ma, al contempo, il conflitto deve essere generalizzato per ricomporre in unico fronte di lotta anticapitalista i differenti terreni di lotta che si sviluppano nel sociale per il diritto alla casa, alla salute, contro le privatizzazione di sanità e servizi sociali, per una scuola pubblica laica e non classista e per l’annullamento della Legge Moratti, contro la barbarie rappresentata dalle leggi sull’immigrazione Turco/Napolitano e Bossi/Fini, per il diritto all’autodeterminazione delle donne, per poter così avviare un processo di trasformazione radicale delle nostre condizioni di vita e della società intera.
Contro lo scippo del tfr !
Contro la privatizzazione dello stato sociale!
Contro la precarizzazione del lavoro e della nostra vita!
CSA VITTORIA