Teatrini istituzionali e provocazioni sbirresche
L’assemblea antifascista Kastedhu era presente con uno spezzone autonomo alla manifestazione contro il D-10 indetta da diverse sigle, come Rifondazione Comunista e A manca pro s’indipendentzia, con le quali l’AaK non e’ in sintonia ne’ con le parole d’ordine ne’ con le metodologie organizzative.
Anche in questa occasione, la concertazione e gli accordi preventivi con le forze dell’ordine non poteva trovarci d’accordo. Era, quindi, nostra intenzione caratterizzarci con una comunicazione di rottura rispetto ai contenuti demagogici degli organizzatori.
Infatti, l’aak non ha mai dato un’adesione ufficiale al corteo.
I nostri striscioni di apertura e chiusura erano: "contro la guerra dei padroni 10 100 1000 insurrezioni" "a fora sa classi sfruttadora" "lo sfruttamento non ha confini – padroni, stragisti, assassini"
L’atteggiamento della polizia era apparentemente di basso profilo, ma con una presenza davvero ingente di sbirri in borghese, concentrati attorno al nostro spezzone.
Tutto questo non ha scoraggiato numerosi partecipanti al corteo, non aderenti a sigle istituzionali, che hanno deciso di unirsi al nostro spezzone.
Lungo il percorso abbiamo affisso manifesti dal contenuto antifascista e antimilitarista.
Giunti in piazza Giovanni, dove gli organizzatori del corteo avevano previsto un comizio finale, ci siamo diretti verso il limite della zona rossa, esponendo i nostri striscioni davanti ai cordoni di celerini e carabinieri in antisommossa, sempre piu’ numerosi,
attirando l’attenzione di buona parte delle persone in piazza che hanno abbandonato il comizio.
L’attenzione che ci e’ stata riservata dagli sbirri in borghese non si e’ mai attenuata, anzi segnaliamo in particolare due episodi che si sono verificati il giorno del corteo.
Ad un compagno e’ stata sequestrata l’auto per motivi di "sicurezza nazionale".
Alcuni compagni, nei due giorni del vertice, sono stati fermati, perquisiti e identificati da parte di agenti in borghese che hanno cercato di intimidirli con l’arroganza e lo squallore che li contraddistingue.
La scadenza del D-10 e’ una delle tappe del nostro percorso antifascista, anticolonialista e antiimperialista per l’autonomia e l’indipendenza delle persone e dei popoli.
Non e’ ne’ l’inizio ne’ la fine.
I padroni hanno lanciato la sfida dichiarando che questo summit rappresentava una prova tecnica in vista del G8.
Questa arroganza non puo’ che darci forza e determinazione nel continuare la nostra lotta contro il potere.