PIANURA INSORGE: LA CRONACA E GLI AGGIORNAMENTI DALLA NAPOLI IN LOTTA..

La cronaca

Dopo alcuni giorni di presidio
presso la discarica di contrada Pisani nel quartiere di Pianura a
Napoli, caratterizzata da diversi momenti di tensione ed alcune cariche
contro i manifestanti all’alba del 2 gennaio, l’esplosione di rabbia ed insubordinazione sociale scoppia all’imbrunire del 3 gennaio.
Gruppi di ragazzi e ragazze si organizzano, alzano barricate in tutto
il quartiere , mentre oltre 700 tra Polizia, Carabinieri, Guardia di
Finanza e Guardia Forestale in assetto antisommossa affluiscono a
Pianura da diverse regioni d’Italia.
Si alzano barricate
con alberi, guard rail, cemento armato per bloccare l’accesso dei
camion che, dopo le cariche del 2 gennaio, stanno preparando la
discarica dei Pisani per accogliere per due anni i rifiuti di tutta la
Campania. Vengono incendiati 4 autobus e messi di traverso per farne
barricate. Nella mattina del 4 gennaio si tiene la
mobilitazione in centro con l’occupazione del Comune di Napoli,
blocchi stradali in Via medina e sotto il commissariato straordinario
per l’emergenza rifiuti. Nella notte viene assaltato il
commissariato di polizia di Pianura con molotov e bombe carta, viene
data alle fiamme la sede di Alleanza Nazionale di Pianura e quella
della Margherita. Vengono alzate barricate e date alle fiamme in tutto
il quartiere , bloccati 4 autobus e usati per cosrtuire barricate, la
ANM l’azienda del trasporto pubblico in citta’ decide di
non garantire piu’ il servizio nel quartiere di Pianura. Un
arresto e 10 fermi e’ il bilancio della notte del 4 gennaio. Il 5 gennaio
in mattinata con momenti di tensione in tutta la zona e una carica di
allegerimento dopo un lancio di bombe carta contro la polizia. Nella
notte una carica all’alba verso le 5:30 contro il blocco di
contrada Pisani piu’ vicino alla discarica che far passare alcuni
camion che servono per i lavori all’interno della discarica, due
feriti tra cui un ragazzo che cade in una scarpata e si rompe una
gamba. Sara’ ricoverato all’ospedale San Paolo. Centinaia
di poliziotti fanno irruzione al presidio con mezzi blindati e battendo
i manganelli contro gli scudi fecendo venire alla mente i drammatici
giorni del G8 di Genova. Verso le 12 la polizia ed i carabinieri
caricano un blocco a Pianura nei pressi della rotonda che porta alla
contrada Pisani. Diversi feriti tra i manifestanti stesi in terra con
le mani alzate. Dopo la seconda carica , c’e’ la reazione
determinata e rabbiosa dei ragazzi di Pianura e degli altri quartieri
della citta’ giunti a contrastare la militarizzazione del
territorio contro l’apertura della discarica. Dopo una fitta
sassaiola la Polizia si ritrae e poi lascia la rotonda di Pianura, che
viene ripresa dai manifestanti. Si ereggono barricate nelle strade
limitrofe con cassonetti e materiali di fortuna. Nel tardo pomeriggio
un corteo di almeno 1000 persone parte dal blocco della rotonda di
Pianura ed attraversa le strade del quartiere fino ad arrivare al
presidio in contrada Pisani. In tarda serata nuovo scontro tra giovani
e polizia durante un cambio turno con la polizia che prima si ritira
sotto il lancio di pietre e bombe carta e poi carica con
l’ausilio dei mezzi bilndati ed oltre 150 celerini disperdendo i
manifestanti.
Il 6 gennaio in mattinata viene
celebrata una messa al presidio in cui la diocesi di Pozzuoli paese
confinate con il quartiere di Pianura , si schiera contro la discarica
e contro le manganellate. Nel pomeriggio del 6 un corteo di oltre 3000
persone sfila per il quartiere e raggiunge nuovamente il presidio in
contrada Pisani.
Intanto per mercoledi’ 9 gennaio e’
stata convocata dai cittadini di Pianura e dalla Rete Campana Salute e
Ambiente una manifestazione in centro che partira’ dalle ore 18
da Piazza del Gesu’.

la cronaca a cura di Global Project Napoli

Da altri media :
Il video della carica della polizia del 5 gennaio
"Nel
primo video e’ importante l’audio. Si sente chiaramente che
i manifestanti a mani alzate chiedono di non essere manganellati,
mentre tra i poliziotti si incita ad "accirere (uccidere)" i
manifestanti".

Video della risposta dei manifestanti e la polizia arretra.
"Nel secondo video sono le donne e gli anziani che incitano i ragazzi nella sassaiola che fa arretrare la polizia."

video a cura di Videocomunicazioni

Giornata dell’indignazione contro il piano rifiuti
No alla discarica di Pianura senza se e senza ma

Immagini da Pianura

Le riflessioni

“Ridiamo con il riso di chi gli ordini li ignora”
I primi giorni del 2008 c’hanno consegnato un ondata di rabbia e
di determinazione a Napoli contro il piano rifiuti e contro le scelte
scellerate delle istituzioni nazionali e locali di continuare nella
logiche delle discariche e degli inceneritori.
A Napoli e’ in
atto un insubordinazione sociale che non ha precedenti nella storia
recente della citta’, localizzata nel quartiere di Pianura contro
la riapertura della discarica in contrada Pisani.
La discarica di
Pianura ha una storia lunga, gia’ utilizzata per oltre 25 anni
come sversatoio di tutta la citta’, dove sono finiti rifiuti di
ogni tipo avvelenando le case che sorgevano fin dentro la conca dei
Pisani dove oggi si registrano un aumento di leucemia, tumori ,
neoplasia che colpiscono come una mannaia di morte la popolazione dei
Pisani.
Le lotte in difesa della salute e dell’ambiente in
Campania, negli ultimi anni hanno attraversato tanti luoghi
raccogliendo la rabbia e la mobilitazione delle comunita’ in
lotta : Giugliano, Terzigno, Serre, Pignataro Maggiore, Carabottoli,
Ariano Irpino, ed ovviamente Acerra dove nell’agosto del 2004 si
e’ registrata fino ad ora la mobilitazione piu’ forte e
determinata in Campania, con un intero paese di oltre 30 mila abitanti
che si sono scontrate per ore con polizia e carabinieri contro
l’apertura del cantiere dell’inceneritore.
Dopo le
mobilitazioni, le cariche e gli scontri di Giugliano tra Novembre e
Dicembre le lotte sono arrivate all’interno della citta’ di
Napoli a Pianura. La dimensione di quello che abbiamo davanti e’
ancora dai contorni indefiniti e difficili da leggere attraverso quelle
categorie politiche che utilizziamo con consuetudine per dare una
lettura politica dei fenomeni sociali.
Oltre ai blocchi ,
piu’ di uno, intorno alla discarica di Pianura che vedono la
partecipazione popolare , di famiglie, bambini, donne e uomini in lotta
per un futuro diverso da quello che e’ il loro presente fatto di
morte con patologie legate allo sversamento dei rifiuti,
c’e’ una dimensione nuova, cio’ che accade di notte a
Pianura.
Blocchi ovunque, barricate in fiamme, assalti ai
commissariati di polizia, alle sedi dei partiti di destra e sinistra,
sassaiole continue contro polizia e carabinieri, blocco totale delle
vie d’accesso al quartiere di Pianura. Fiamme, soprattutto
fiamme. Questi elementi definiscono l’insubordinazione sociale di
Pianura , oltre che mitipoieticamente anche concretamente, il fenomeno
piu’ simile all’esplosione delle banlieue parigine a cui
assistiamo in Europa.
Giovani, giovanissimi, si organizzano tutte
le notti contro la polizia ed i carabinieri che assediano da giorni il
quartiere di Pianura all’altezza del sito di contrada Pisani, una
resistenza che e’ difficile da leggere attraverso la comparazione
con scenari biopolitici a cui siamo abituati nel nostro paese.
Da
tempo ci siamo interrogati ed abbiamo interrogato i percorsi di
movimento che mettono in rete le lotte per la difesa della salute e
dell’ambiente in Campania sulla necessita’ di declinare le
lotte per la difesa dei beni comuni all’interno delle metropoli
come necessario scatto in avanti sul fronte del conflitto, per portare
nel cuore dei meccanismi di esercizio del comando e del dominio la
lotta contro questo modello di sviluppo.
Ebbene i fatti hanno
superato l’espressione delle intenzioni collettive con la
decisione scellerata di riaprire la discarica di Pianura. La
declinazione di queste lotte nella metropoli si e’ tradotta
immediatamente nella definizione precisa della controparte , che in
questa martoriata Regione sono le istituzioni a tutti i livelli :
Comune, Provincia, Regione, Commissariato straordinario, governo
centrale, e tutta la schiera dei partiti. Oggi a Napoli si vive un
momento alto di delegittimazione del potere istituzionale grazie ai
fallimenti di centro destra e centro sinistra che hanno distrutto
questa terra, e grazie al lavoro certosino e caparbio di chi in questi
anni ha continuato ad organizzare il conflitto sociale a Napoli ed in
Campania. Ma cio’ che stiamo vivendo a Pianura non puo’
essere letto con le categorie ne’ dei movimenti antisistemici
classici ne’ con quello che e’ il bagaglio di insegnamento
che abbiamo ricevuto in questi anni dalle lotte per la difesa dei beni
comuni. E’ qualcosa di piu’ complesso, che da un lato
esprime una ribellione sociale verso le forme sostanziali di esercizio
del potere e della forza che sono Polizia e Carabinieri, e
dall’altro una nebulosa che evoca l’insurrezione sociale ma
che difetta senza dubbio di tattica e strategia politica mentre esprime
il massimo della conflittualita’ metropolitana. Il pestaggio di
giornalisti e cameraman e spesso la sostanziale incomunicabilita’
tra questo spaccato di metropoli ed il resto della protesta che
maggiormente somiglia agli esempi di lotta in difesa dei beni comuni
sul territorio di Pianura , sono senza dubbio dei limiti cronici della
rabbia sociale espressa.
Appare evidente che il lessico spesso
triste , ed i codici di linguaggio vetero e inappropriati di alcuni,
rendono la nebulosa dell’insubordinazione dei ragazzi e ragazze
di Pianura impermeabili al confronto politico con le esperienze di
autorganizzazione. Noi riteniamo di essere quelli che hanno provato in
questi anni a sperimentare nuovi codici di linguaggio che facevano
parte del nostro essere moltitudine, a partire dalla nostra
composizione e dal nostro attraversamento dei luoghi di aggregazione
sociale altri che la metropoli produce. Questo elemento ci porta oggi a
provare a rompere la gabbia di criminalizzazione che accompagna le
lotte di Pianura, le barricate, gli scontri con le forze
dell’ordine. La nostra citta’ e’ anche questo. Capace
di esprimere la peggior classe politica istituzionale ed allo stesso
tempo produrre un meccanismo di difesa del territorio determinato e
straordinariamente incisivo.
Non abbiamo certezze
nell’attraversamento di questo fenomeno sociale da banlieue
italiana, non sappiamo dare oggi dei giudizi di merito o di demerito.
Comprendiamo la necessita’ di una strategia politica complessiva
rispetto alle lotte in difesa della salute e dell’ambiente , e ci
adoperiamo in questo senso, attraverso gli strumenti costruiti in
questi anni come la Rete Campana Salute e Ambiente, che ha avuto il
merito di essere l’unico punto di riferimento politico che ha
messo in discussione l’intero piano rifiuti, ha costruito la
connessione delle lotte di tutta la Campania rompendo la dimensione
nimby delle lotte campane, l’unico strumento costruito dai
movimenti che a partire dal protagonismo dei comitati e’ riuscito
a costruire un alternativa concreta al fallimento della politica
ufficiale. D’altro canto il nostro essere moltitudine, il rifiuto
di qualsiasi logica di avanguardia politica nelle lotte popolari, il
rigetto per una dimensione sociale e politica che vede le strutture di
movimento assurgere a direzione politica delle ribellioni sociali
soffocando il protagonismo della moltitudine ed il legame biopolitico
con il territorio, ci porta anche ad attraversare
quell’insubordinazione sociale mossa spesso semplicemente
dall’odio verso la polizia volto brutale e feroce del comando
imperiale.
E’ questa la dimensione che ci pare di
comprendere che porta il livello dello scontro tra potere e moltitudine
ad un livello diverso evocando scenari ancora da costruire nel nostro
paese. Ed e’ evidente che chi controlla l’ordine pubblico
abbia ben compreso la portata di cio’ che sta accadendo. Lo
dimostra lo schieramento impressionante di polizia e carabinieri a
Pianura, con mezzi blindati e cariche indiscriminate.
Tutto
cio’ e’ possibile senza dubbio grazie alla dimensione
sociale della nostra citta’ e dal portato fenomenologico che essa
esprime. Napoli endemicamente produce conflitto, in un esplosione di
ribellione che quando non trova l’anestetico sociale della
camorra e delle clientele politiche riesce ad esprimersi nella sua
complessita’ e nella sua determinazione.
L’espressione migliore che ci sovviene e’ che stiamo
provando a camminare sulla testa dei re! Almeno finche’
dura…

Laboratorio Occupato Insurgencia – Napoli

Ulteriori approfondimenti :
Fumo nero…
La Campania resiste
Seguendo la monnezza parte uno
Seguendo la monnezza part two

 

news da repubblica…

 

Prodi e Fioroni: "Le scuole riaprano"
I sindaci: "Solo se togliete i rifiuti"

L’assessore regionale Gabriele: "Modificheremo il calendario per salvaguardare gli studenti"
L’Italia dei Valori pronta a sfiduciare il governatore Antonio Bassolino

<B>Prodi e Fioroni: "Le scuole riaprano"<br>I sindaci: "Solo se togliete i rifiuti" </B>

La messa alla discarica

NAPOLI –
Una messa davanti alla discarica, dopo una notte di relativa calma. A
Pianura gli abitanti del quartiere mantengono un presidio contro la
riapertura decisa dal Prefetto. In serata circa mille persone con il
sindaco Sauro Secone e alcuni sacerdoti hanno manifestato pacificamente
in corteo. La zona è controllata dalla polizia. Da Bologna
Romano Prodi invoca un ritorno alla normalità in Campania. A
partire dalle scuole "di cui ho disposto la riapertura". "I bambini che
stanno a casa – dice il premier – rimangono nelle zone con lo stesso
inquinamento, e se in qualche scuola ci sarà una situazione di
emergenza manderò stanotte a pulire intorno in modo che si possa
riaprire la scuola". Poi un messaggio secco: "Il problema dei rifiuti
deve essere risolto per sempre. Con il ministro dell’Interno abbiamo
programmato una strategia di lungo periodo". Anche il ministro della
Pubblica Istruzione Giuseppe Fioroni ribadisce che domani in Campania
gli studenti torneranno regolarmente a scuola. E il ministro della
Difesa Arturo Parisi dispone l’impiego di mezzi del Genio di Caserta
per sgomberare gli ingressi delle scuole. Ma genitori e sindaci non
sono d’accordo. E il sindaco di Caserta Nicodemo Petteruti afferma che
l’ordinanza di chiusura è ancora in vigore. L’assessore
regionale Gabriele assicura: "Modificheremo il calendario scolastico
per non far perdere preziosi giorni di scuola agli studenti delle
scuole che rimarranno chiuse".

Fioroni: in Campania si torni a scuola.
"Ho dato disposizioni, con il prefetto, il direttore scolastico
regionale e d’intesa con le autorità regionali – ha detto il
ministro Fioroni – affinché si predisponga ogni intervento
necessario a far riaprire fin da domani tutte le scuole delle zone
interessate dall’emergenza rifiuti in Campania. La scuola – ha spiegato
Fioroni – è un bene primario e i ragazzi non possono esserne
privati ed è soprattutto di fronte ad emergenze come quella che
sta investendo la Campania che bisogna garantire servizi e i beni
fondamentali".

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"Domani scuole aperte" ma genitori e sindaci dicono no.
Ma la questione delle scuole diventa, ora dopo ora, un nuovo punto di
tensione. Alcuni genitori affermano che domani mattina non manderanno
in classe i loro figli negli istituti di Cercola: "Le finestre di
alcune classi si trovano a pochi metri dai cumuli dei sacchetti
maleodoranti e preferiamo, al momento non mandarli a scuola". Una
situazione che il sindaco di San Giorgio a Cremano, Domenico Giorgiano,
rimarca, invitando Prodi "a vedere di persona come stanno le cose".
Parla di cumuli di rifiuti il primo cittadino e di rischi per gli
alunni: "Se stanotte la situazione migliorerà revocherò
la mia ordinanza. In caso contrario, resterà confermata la
chiusura di tutti gli istituti di ogni ordine e grado". E anche a
Quarto le scuole non apriranno i battenti. Mentre il sindaco di Volla,
Salvatore Ricci, si dice disponibile a revocare il provvedimento di
chiusura delle scuole nel suo comune, "a patto però – spiega –
che sia tolta immediatamente la spazzatura davanti agli istituti. Dopo
15 anni di emergenza le promesse non ci bastano più".

Modifiche al calendario scolastico.
Il sindaco di Caserta, infine, Nicodemo Petteruti, interpellato sulle
dichiarazioni del Presidente del Consiglio, Romano Prodi, si limita a
confermare di "non aver ricevuto alcuna comunicazione ufficiale di
eventuali provvedimenti che autorizzino la ripresa dell’attività
scolastica". Le scuole di Caserta, pertanto, domani rimarranno chiuse.
Tuttavia gli studenti delle scuole che in questi giorni rimarranno
chiuse non perderanno "giorni preziosi", assicura l’assessore regionale
all’Istruzione Corrado Gabriele: "Nell’intenzione di assicurare il
pieno esercizio del diritto allo studio si disporrà domani
stesso, nel rispetto delle competenze della giunta regionale la
modifica del calendario scolastico per far sì che le scuole che
non dovessero riaprire non perdano preziose giornate di lezione".
Tuttavia Gabriele invita il governo a intervenire rapidamente "per
ripulire i cumuli di rifiuti", se necessario anche con l’intervento
dell’esercito.

Idv: "Pronti a sfiduciare Bassolino". La
questione rifiuti rischia di travolgere la giunta campana. Dall’Italia
dei valori, dopo l’attacco di Antonio Di Pietro al presidente Antonio
Bassolino, arriva una dura stoccata: "Non escludo la presentazione di
una mozione di sfiducia al presidente Bassolino" dice il coordinatore
regionale dell’Idv. Una mossa che mette a rischio il futuro del
Governatore che da sette anni guida la regione. Nel frattempo il
centrodestra non sta a guardare e inanella una serie di dichiarazioni
con un unioc filo conduttore: via Bassolino e anche il sindaco di
Napoli, Rosa Russo Iervolino.

Don Cipolletta e il Presidente. "La
gente va ascoltata, non bastonata – dice il parroco della chiesa di
Sant’Antonio, don Giuseppe Cipolletta – noi siamo contro le violenze e
le condanniamo. Ma interroghiamoci su chi promette da trent’anni il
risanamento di questo quartiere". Ma anche il presidente della
Repubblica Napolitano è tornato questa mattina sull’argomento:
"Ho chiesto al governo di intervenire e il governo ha garantito il suo
impegno. Quella dei rifiuti è una tragedia".

E anche dal vescovo di Pozzuoli, Gennaro Pascarella, sono arrivate
parole forti, contenute in un messaggio letto ai manifestanti nel corso
della messa che si sta celebrando al presidio dinanzi alla discarica di
Pianura: "Chiediamo precise garanzie alle autorità che hanno
deciso la riapertura della discarica". Parole accolte dagli applausi
dei contestatori. Duro l’attacco a chi avrebbe dovuto risolvere il
problema e non l’ha fatto. Il vescovo ha sollecitato che siano
accertate "le responsabilità a tutti i livelli". Poi l’appello a
non alimentare la tensione condannando "la violenza da ogni parte".

Calcio, il Pianura non esulta. E’
finita 1-0 per i padroni di casa la partita di calcio della serie
Eccellenza tra il Pianura e il Succivo. In segno di solidarietà
con il quartiere che protesta contro la discarica dei Pisani, la
squadra di casa al momento del gol decisivo per la vittoria non ha
esultato mentre la società sportiva aveva deciso l’ingresso
gratuito allo stadio che si trova a poche centinaia di metri dalla
discarica dei Pisani.

(6 gennaio 2008)

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