I militari che abbandoneranno l’esercito per ragioni personali e senza demeriti saranno reinseriti nel mondo del lavoro grazie a particolari facilitazioni, venendo segnalati ai centri per l’impiego dalle istituzioni stesse visto l’importante ruolo svolto dai suddetti nel corso del periodo di leva: questo è quanto emerge dal vergognoso accordo siglato nella giornata di ieri tra la provincia di Pistoia, il comando militare dell’esercito e l’ente per l’inserimento nel mondo del lavoro dei militari congedati, il tutto senza che nessuna forza politica, sinistra radical-chic compresa, lanciasse un grido di sdegno nei confronti della vicenda.
La manovra organizzata dal presidente della provincia, il piddì Gianfranco Venturi, sembra essere solo la punta dell’iceberg di un piano criminoso che potrebbe estendersi in breve tempo a tutte le altre città italiane, in segno di una "rinnovata collaborazione tra Esercito ed Istituzioni". Ma la realtà è ben diversa e questo falso spirito collaborativo nasconde il prezzo da pagare da parte di migliaia di giovani disoccupati e precari: entro pochi mesi, forse settimane, il governo manderà infatti nelle piazze oltre 2500 soldati per "pattugliare" le strade e combattere la criminalità, militarizzando di fatto il territorio. Si annuncia dunque uno "scambio di cortesie" tra gli organi di potere: da una parte l’impegno dello stato maggiore dell’esercito (in un primo momento demagogicamente critico nei confronti della risoluzione) in un efficace azione di ordine pubblico, dall’altra favori di stampo clientelare verso i “difensori della patria”. E chi sarà a farne le spese? I soliti noti, naturalmente.
Che se ne dica, sono centinaia i giovani pistoiesi che ogni giorno cercano disperatamente un lavoro con cui costruirsi un futuro, spesso costretti ad estenuanti (ed inutili) file di attesa negli uffici di collocamento per poi sentirsi dire "riprova tra qualche mese, sarai più fortunato" ed ogni volta è sempre la stessa storia, e molti sono anche quelli che vengono ricusati per le loro idee e i loro impegni politici (sindacalisti, anarchici). A questo possiamo aggiungere l’oramai formalizzato diritto degli ex militari ad avere per primi un lavoro, magari sicuro, ben remunerato, magari che non richieda grossi impegni o sacrifici, mentre chi da mesi o addirittura anni attende la possibilità di avere una misera busta paga per poter semplicemente vivere e nulla più può mettersi l’anima in pace: il lavoro ai meritevoli, prima di tutto.
La situazione in cui versano le frange emarginate della popolazione si fa quindi sempre più grave, acuitasi anche a causa della politica securitaria del nuovo governo e del beneplacit dell’ "opposizione", ed assistiamo all’ennesimo imbroglio col quale il potere vuol far pesare sulle spalle dei più l’interesse di pochi: a Pistoia come in tutta la penisola, gli anarchici sono pronti a lottare e a mobilitarsi, ancora una volta, contro l’ipocrisia del potere e dei suoi servi! Non basteranno bestie in divisa a fermarci!
Anarchici Pistoiesi
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