L’esercito presidia le cave di Chiaiano. Ad Agnano l’inceneritore non si farà! Intanto il decreto rifiuti è legge

 L’esercito presidia le cave di Chiaiano. Ad Agnano l’inceneritore non si farà! Intanto il decreto rifiuti è legge

|Napoli, 10 luglio 2008| Il titolo più adatto a quel che sta avvenendo da questa mattina in Campania sarebbe: "L’esportazione della democrazia inizia a tornare a casa". I militari che siamo soliti vedere in azione nei diversi territori di guerra dove il nostro paese infaustamente opera, da oggi, sono di stanza a Chiaiano..

Questa mattina uomini e mezzi dell’esercito sono entrati nella cava di Chiaiano, supportati da un ingente numero di forze dell’ordine (tornate da settimane nel sito), per presidiare l’area dove dovrebbero essere avviati i lavori per la realizzazione della discarica. Quindi dopo Acerra, Sant’Arcangelo Trimonte e Savignano Irpino, ecco un’altra "zona di guerra", circondata dal filo spinato e irrobustita dai fucili spianati dei soldati. L’esercito arriva giusto il giorno dopo l’approvazione al Senato del decreto rifiuti, diventato legge attraverso il voto compatto del governo Berlusconi e l’astensione del Partito Democratico.

Subito dopo l’arrivo dei mezzi militari sono tornati in strada anche i cittadini di Chiaiano e Marano, che stanno continuando da settimane i presidi e le manifestazioni contro la discarica. Attraverso l’oramai testato strumento dello "slow walking" hanno bloccato e paralizzato il centro partenopeo camminando di continuo sulle striscie pedonali, prima in via Marina, poi in via De Petris. Hanno annunciato di voler andare a depositare la raccolta differenziata autogestita sotto Palazzo Salerno, sede della struttura di supporto al sottosegretario alla monnezza Bertolaso.

Niente più inceneritore ad Agnano
Il sindaco Iervolino, con la sua prepotenza e saccenza, aveva annunciato che l’ex base della Nato sarebbe stato il sito che avrebbe accolto l’inceneritore di Napoli. Aveva (stra)parlato dell’assoluta idoneità del luogo e delle condizioni di sicurezza dell’impianto.. Oggi arriva il passo indietro, lo stesso Bertolaso, in seguito alle sollecitazioni e alle proteste dei comitati e dei cittadini, ha dovuto ammettere l’impraticabilità della cosa.. Il sottosegretario ha annunciato che entro la fine di luglio verranno trovati altri spazi disponibili insieme al sindaco, per poter dare il via ai lavori a settembre. Da brividi i primi due nomi fatti: Scampia, luogo simbolo delle schifezze combinate nelle periferie napoletane, lasciate nell’oblio, nelle mani della camorra e dell’eroina; Gianturco, al fianco del centro sociale Officina 99, sito già preso in considerazione in passato e poi abbandonato per le proteste dei cittadini.

>> guarda il video del Corriere del Mezzogiorno

>> guarda la fotogallery de La Repubblica di Napoli

This entry was posted in movimento e manifestazioni. Bookmark the permalink.