ANTAGONISMO@ Casa Lavoro Residenza… e RESISTENZA!

[comunicato stampa del network antagonista torinese]

Quotidiani:
"Prefettura attaccata"; Chiamparino: "rifugiati manipolati dai centri
sociali", Mortola: "piano premeditato di ricerca dello scontro".


Ogni volta che in questa città un problema reale si palesa in tutta la
sua concretezza, andando aldilà delle dichiarazioni salottiere cui si
riduce oggi "la politica", scatta la panoplia di politici e
giornalisti, dalla mistificazione al giudizio preconfezionato, fino
alla pura e semplice menzogna.
Come compagni e compagne del network antagonista non abbiamo
nessun problema nel rivendicare politicamente le forme di resistenza
messe in campo ieri sera come risposta a una presa in giro che sta
durando da troppo tempo. Quello che non accettiamo è di essere accusati
di manipolazione di soggetti terzi ingenui. Ce n’è uno buono per ogni
stagione: gli studenti medi, gli universitari.. oggi i migranti! Dietro
tutto, a Torino ci sono sempre gli autonomi ( o i centri sociali).
Scorciatoia comoda che, a ben vedere, mostra tutto il disprezzo e la sufficienza che si ha verso i governati.
Una retorica che si perde nei decenni. La soggettività politica dei
soggetti sociali non esiste per chi comanda; dietro ci deve sempre
essere un cattivo  consigliere che manipola e specula: l’eterno
racconto del complotto.
Nelle parole del sindaco Chiamparino sono sedimentati secoli di sapere coloniale. Dietro le sue dichiarazioni ci sta questa convinzione: che "i poveri negretti profughi non possono essere in grado di decidere e praticare la resistenza e lo scontro".
Ben altro abbiamo visto ieri sera!  Abbiamo apprezzato e sostenuto
l’esplosione di una  rabbia giusta e spontanea di decine di uomini e
donne stanchi di essere presi in giro. Una consapevolezza –
correggeteci se sbagliamo –  che a quanto pare  si sta ripetendo a
diverse latitudini del nostro paese… Quello che è successo in piazza
Castello è tutto da leggere nella linea che va da Lampedusa a Massa, da
Castelvolturno alla spontaneità che invase  Milano dopo l’omicidio di Abba. 

La giornata di ieri è inoltre esemplificativa delle due facce del
potere istituzionale: carota e bastone. La differenza qualitativa è che
ieri sera la ricetta non ha più funzionato perché i dirett* interessat*
(i rifugiati-occupanti di corso Peschiera) non hanno più digerito la
carota che gli assessori Borgione e Borgogno continuano a
somministrargli da mesi (un anno e mezzo per quelli di via Bologna),
rimpallando verso l’alto o verso il basso le responsabilità, giocando
con troppa disinvoltura con la vita di uomini e donne che, per giungere
nel nostro paese, hanno attraversato mari e deserti per fuggire da
guerre, persecuzioni e carestie.
Uomini e donne che però hanno dimostrato di non accettare la presa in
giro, ed è qui che è scattato il bastone del vice-questore Spartaco
Mortola, decorato sul campo a Genova per la mattanza alla scuola Diaz.
Ha poco da cianciare il signor vice-questore di "piani preordinati" e
"aggressioni premeditate". Il dato reale con cui lui e  i suoi colleghi
devono fare i conti è la determinazione di quei rifugiati e degli
italiani e italiane che li hanno accompagnati. Uomini e donne (molte
donne) che non hanno avuto paura di difendersi e contrattaccare le
cariche vigliacche e pesanti delle forze dell’ordine anche perché, con
buona pace di Mortola, per arrivare nel nostro paese hanno affrontato
prove e difficoltà ben più dure che le sue manganellate intimidatorie,
per quanto infami queste possano essere.

Ribadiamo: come compagni e compagne del network antagonista torinese
non abbiamo nessun problema nel rivendicarci la serata di ieri, che
fosse opera nostra o di altri. Chiamparino e i suoi colleghi invece
dovrebbero piuttosto preoccuparsi dell’emergere di una questione
migrante dentro le nostre metropoli e, al suo interno, di una più
specifica questione rifugiati  e richiedenti-asilo. Non lo dicono
gli/le autonomi/e, lo dicono i fatti che si stanno ripetendo e che
continueranno a succedere nei nostri territori. Loro il compito di
affrontare una questione politica centrale dei nostri tempi, a viso
aperto, in tutta la sua portata.
Sarebbe il loro lavoro… Ci crediamo poco: la politica oggi è mera gestione dell’esistente e non abbozza altro che governance
di basso profilo, per portare a casa la poltrona, uno stipendio,
quattro precarissimi equilibri. Altro abbiamo nei nostri programmi, per
questo sabato saremo di nuovo in piazza, di fronte a quella stessa
prefettura che ci ha respinto.

Contro il pacchetto sicurezza! In solidarietà con la popolazione di Lampedusa!
Con i migranti che lottano!
Contro la violenza della polizia e lo sgombero di corso Peschiera!          

Network Antagonista torinese

csoa Askatasuna – csa Murazzi
 collettivo universitario autonomo – Kollettivo studenti autorganizzato

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