Lo aveva già denunciato nei giorni scorsi
Mads Gilbert, il medico norvegese e membro dell’organizzazione
umanitaria Norwac, che opera nell’ospedale di Shifa. Quelle strane
ferite riportate dalle persone che vengono ricoverate sono causate da
nuovi ordigni chiamati Dime (Dense inerte metal explosive).
Il professor racconta di persone che vengono portate a pezzi in
ospedale, letteralmente tagliate in parti, e di conseguenze di lunga
durata sui sopravvissuti.
Non è la prima volta che Israele usa questo tipo di ordigni. Era già successo nel 2006 e lo aveva denunciato un’inchiesta di Flaviano Masella e Maurizio Torrealta per RaiNews24.
"Si tratta di un involucro di carbonio che al momento dell’esplosione
si frantuma in piccole schegge e nello stesso momento fa esplodere una
carica che spara una lama di polvere di tungsteno caricata di energia
che brucia e distrugge con un’angolatura molto precisa quello che
incontra nell’arco di quattro metri", aveva rivelato l’inchiesta.
Una tecnologia che si inserisce nella nuova classe di armi “a bassa
letalità”, minimizzano i danni collaterali e circoscrivono in uno
spazio ristretto gli effetti letali.
Ma c’è di più. Secondo quanto afferma il Prof. Massimo Zucchetti, ingegnere nucleare, in un articolo pubblicato oggi su PeaceReporter, questi ordigni sono stati concepiti e comprati dagli Stati Uniti.
Vedi anche:
Gaza: quali armi stanno usando gli Israeliani? Intervista a Maurizio Torrealta del 17 ottobre 2006 [ audio ]
"Gaza. ferite inspiegabili e nuove armi". L’inchiesta di Flaviano Masella e Maurizio Torrealta
Il drammatico racconto di un medico impegnato negli ospedali di Gaza su Lettera 22
L’Oms traccia il quadro del disastro umanitario. Con aggiornamenti continui