Conferenze verso il G8 di Rostok

Tre conferenze verso il G8 di Rostock

In vista delle mobilitazioni in occasione del g8 di Rostock in Germania, il laboratorio Morion intende organizzare un ciclo di tre conferenze su una serie di tematiche che hanno catalizzato il discorso di contestazione al summit, ma che, allo stesso tempo, ci sembrano di importanza rilevante nella lettura generale del nostro tempo, della sua situazione politica e delle sue urgenze sociali. A scanso di equivoci sottolineiamo che la nostra intenzione non è quella di promuovere assemblee pubbliche o eventi di propaganda, il nostro piano è invece quello di proporre tre dibattiti di livello accademico, coinvolgendo in modo organico facoltà e docenti veneziani. La decisione di rivolgerci all’università non è casuale, la nostra composizione, infatti, è caratterizzata da una forte presenza di studenti di entrambi gli atenei e pensiamo che molti di questi aderiranno con entusiasmo alle mobilitazioni di Rostock.

Programma:

-  Lunedì 21 maggio – ore 18.00 – Ca’ Dolfin
"Guerra globale"
Vorremmo analizzare in particolar modo il cambiamento nelle fattezze della guerra: dalla "guerra fra stati" alla guerra globale permanente da dopo l’11 settembre 2001, quindi il salto fondamentale da una situazione in cui la guerra guerreggiata rappresentava la "continuazione della politica con altri mezzi" alla guerra come azione di costruzione di comando e di società imposta: come la guerra sia diventata la politica e infonda di se tutta la società.
Interviene:
Marcello Tarì – Uninomade – Nordest.

-  Giovedì 24 maggio – ore 18.00, “aula Padoan” – San Sebastiano Facoltà di Lettere e Filosofia
"L’Europa: dall’alto e dal basso, quali prospettive si aprono per la costituzione di uno spazio pubblico europeo".
Intervengono:
Lauso Zagato – docente di Diritto Internazionale Ca Foscari,
Giuseppe Caccia – Uninomade nordest.

-   Lunedì 28 maggio – ore 18 aula B sede – Convento delle Terese.
"Città e conflitti, gli effetti del neoliberismo sulla spazializzazione del tessuto urbano" Intervengono:
Carlos Basualdo– Docente IUAV (Facoltà di Design e Arti)
Agostino Petrillo – Sociologo urbano (Università di Milano).
Nicola Grigion – Uninomade nordest.

-  Giovedì 31 maggio – dalle ore 19
Assemblea studentesca interateneo
Assemblea studentesca interateneo sui termini della nostra partecipazione alle mobilitazioni di Rostock.
Terminata l’assemblea la serata procede con proiezioni, musica e performances.

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APPELLO DEL CPO GRAMIGNA PER UNA MOBILITAZIONE NAZIONALE A PADOVA IL 23 GIUGNO

 

 

La crisi economica e sociale che da anni investe i paesi capitalisti, tra cui l’Italia, ha portato questi stati a scatenare guerre imperialiste nei paesi del Medioriente, alla ricerca di nuovi mercati da sfruttare e a varare manovre finanziarie anti-popolari al loro interno con il conseguente inasprimento di precarietà e sfruttamento che determinano un progressivo peggioramento delle condizioni di vita delle masse popolari.
Un quadro politico a cui partecipano tutti i partiti italiani da destra a “sinistra”, compresi Rifondazione Comunista, PdCI, Verdi, che in campagna elettorale si ergevano a paladini dei lavoratori e una volta al potere non hanno rispettato le promesse fatte continuando con le guerre di conquista all’estero e con una politica di sfruttamento dei proletari in Italia.
Tale situazione, anno dopo anno, sta creando un dissenso popolare e di classe sempre più ampio e determinato, che ha portato lavoratori, studenti e proletari in generale ad organizzarsi, molto spesso anche al di fuori delle logiche istituzionali. È in questa direzione che il Centro Popolare Occupato Gramigna si è posto da sempre come punto di riferimento a Padova per i proletari e tutti coloro che cercano uno spazio politico autorganizzato al di fuori delle logiche del capitale. Il C.P.O. Gramigna è da sempre in prima fila nelle battaglie in difesa dei diritti dei lavoratori, nell’occupazione di case sfitte, nelle mobilitazioni contro le guerre imperialiste e in appoggio alle resistenze dei popoli oppressi, e nelle lotte popolari da quelle in difesa dell’ambiente come in Val di Susa e San Pietro di Rosà, a quelle contro le basi militari come a Vicenza. Proprio per questo, come tutte quelle realtà che lottano con coerenza e determinazione per il cambiamento di questa società, ha subito, negli anni, molti attacchi repressivi. A partire da Padova il Gramigna ha collezionato 13 sgomberi in 20 anni di vita, e solo negli ultimi 2 anni si contano a decine le denunce, le multe e i processi a carico dei compagni. Ma la repressione non colpisce solo a Padova ma tutti i centri sociali occupati e gli spazi di agibilità politica del movimento di classe: dal Mario Lupo di Parma, agli squat di Torino fino agli incendi e attacchi dei soliti “ignoti” in camicia nera in diverse città d’Italia. Ultimi, in ordine di tempo, sono gli arresti e le perquisizioni preventive del 12 febbraio a Padova, Milano, Torino, Trieste e Foggia che hanno portato in carcere 14 compagni, ancora oggi in isolamento, tra cui 7 militanti del Gramigna. Questo attacco non è rivolto solo alle realtà politiche direttamente colpite, ma a tutto il movimento rivoluzionario e di classe italiano. Movimento che soprattutto negli ultimi anni, dal g8 di Genova nel 2001, è stato duramente colpito ogni qual volta si muovesse al di fuori degli schemi istituzionali. Il movimento anarchico ha subito feroci attacchi preventivi con le inchieste “Notte tempo” a Lecce, la “Cervantes” in Toscana e i due processi alle COR, colpiti dai reati associativi 270 e 270 bis, pagati con alcuni anni di isolamento in Elevato Indice di Vigilanza e finiti in alcuni casi con l’assoluzione dei compagni. Così come le mobilitazioni di piazza sono state violentemente represse: a Bergamo il 12 novembre 2005 durante la manifestazione sotto il carcere, conclusa con 14 arresti e a Milano l’11 marzo 2006 nella manifestazione antifascista dove sono stati arrestati 41 compagni.
Non vengono attaccati solo il movimento e le avanguardie politiche, ma anche le lotte operaie e popolari, che per partecipazione, radicalità e rivendicazioni mettono in seria difficoltà governo e sindacati, perché non compatibili. Lo dimostrano le cariche in Val di Susa contro la Tav, o a Melfi contro gli operai delle FIAT in sciopero. La repressione, però, non è solo quella del manganello, ma anche il clima di terrore che si crea attorno alle grandi mobilitazioni di massa: un chiaro esempio sono stati gli arresti del 12 febbraio, non a caso una settimana prima della manifestazione di Vicenza. La criminalizzazione mediatica stile “sbatti il mostro in prima pagina” e l’immediata condanna dei sindacati di regime, da subito solidali con l’operato delle forze di polizia, mirano soprattutto a isolare le avanguardie operaie e a minare il loro legame con le masse lavoratrici. Una manovra mirata a impedire un legame tra le rivendicazioni economiche e sociali della classe operaia ad una prospettiva rivoluzionaria. Gran parte dei compagni arrestati sono infatti delegati sindacali riconosciuti e rispettati nei loro posti di lavoro, sempre in prima linea nelle lotte in difesa dei diritti dei lavoratori.
Con quale coraggio politicanti di destra e “sinistra”, dirigenti sindacali, “forze dell’ordine” e mass-media si permettono di infangare e rovinare la vita dei nostri compagni additandoli come terroristi, quando sono i primi a creare terrore.
Gli stessi politici che da sempre si rendono responsabili di guerre imperialiste e dei massacri all’uranio impoverito e al fosforo bianco delle popolazioni dell’ex Jugoslavia, del Medioriente e
ovunque ci siano risorse da sfruttare; gli stessi dirigenti sindacali complici con il loro silenzio dei 1200 morti sul lavoro nell’anno 2006, dirigenti che non hanno mai sudato sui ponteggi o in catena di montaggio e che non hanno mai indetto un’ora di sciopero per le morti bianche, ma si sono affrettati a infamare i compagni come infiltrati e a schierarsi con i padroni dietro lo slogan “no al terrorismo”. Gli stessi sbirri assassini di Carlo Giuliani, di Federico Aldrovandi e di molti altri compagni e immigrati. Gli stessi mass-media che nascondono i crimini giornalieri sulle popolazioni nei vari teatri di guerra, ma che si sono sostituiti ai giudici nel condannare da subito i compagni arrestati.
La grande solidarietà che si è manifestata fin da subito, sia a livello nazionale che internazionale, ha dimostrato che i compagni sono tutt’altro che isolati e che facevano politica sinceramente al fianco dei proletari lavoratori, studenti e nelle lotte sociali. Manifestare la propria solidarietà in questo momento significa difendere concretamente gli spazi di agibilità politica: dai centri sociali alle assemblee di fabbrica, agli spazi comunali come sale e piazze, così come la libertà di espressione che in questo momento cercano di chiudere tacciandola di terrorismo, È necessario continuare a manifestare la nostra solidarietà non solo nei confronti dei compagni arrestati il 12 febbraio, ma anche verso tutti i prigionieri comunisti e anarchici rinchiusi nelle galere italiane, spagnole, francesi, turche, e in particolare ricordando i 5 compagni rivoluzionari in regime di completo isolamento in 41 bis rinchiusi nelle carceri italiane tra cui Parma e L’Aquila.
per raccogliere l’estesa solidarietà con la prospettiva di creare un fronte più ampio possibile contro la repressione di stato;
per rilanciare la lotta in difesa degli spazi occupati e di agibilità politica del movimento di classe;
per rompere l’isolamento nei confronti dei compagni arrestati;

RILANCIAMO A GRAN VOCE LA PARTECIPAZIONE:
sabato 26 maggio 2007 assemblea cittadina preparatoria al C.P.O Gramigna inizio ore 15.00
sabato 23 giugno 2007 manifestazione nazionale a Padova
concentramento ore 16 in piazza dei Signori

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Genova. 19 maggio. Presidio antifascista finito in tafferugli.

 

 

il 19 maggio si e' svolto a genova il corteo di Forza Nuova a cui hanno partecipato un centinaio di neofascisti. La manifestazione si e mossa, con due ore di ritardo, dalla sede delle merde di piazza Giusti (devastata la notte di mercoledì). Dalle 14 nei piazzali antistanti alla stazione di brignole si è radunato un gruppo di circa 100-150 militanti antifascisti. Dopo circa due ore di presidio si decide di bloccare il traffico negli incroci principali, decisamente trafficati di sabato pomeriggio. Passano ore sotto il sole caldo, con momenti di nervosismo… le Forze dell'Ordine sono presenti in tutti i colori delle loro divise e dei loro manganelli. Intorno alle 17.30 dopo una si decide di rinculare verso le vie interne e di partire con un corteo. Questo perchè i militanti antifascisti non erano numnerosi e l'idea più diffusa era di evitare uno scontro con le guardie. la finalita' del presidio era ritardare disturbare la manifestazione nazifascista, che avrebbe dovuto proprio concludersi nel luogo del concentramento degli antifa. Al momento del "rinculo" carabinieri e polizia si schierano, accerchiando quasi i manifestanti. A Freddo parte una carica. Un po' di concitazione volano bottiglie vuote, un carabiniere inciampa e riportando lievi contusioni. Il corteo indietreggia per via XX settembre. Alcuni cassonetti vengono per permettere una agevole ritirata.
Una tarantella di poco pi di mezz'ora dopo 4 ore di un presidio estenuante.
Non ci sono fermati. Ma visti i fantastici servizi fotografici fatti dalle FFOO speriamo non partano denunce. i giornali parlano di una decina di probabili denunce.

fonte adnkronos.it

GENOVA: COMIZIO FORZA NUOVA, POLIZIA RESPINGE MANIFESTANTI ESTREMA SINISTRA

Genova, 19 mag. – (Adnkronos) – Sono stati respinti dalla polizia i manifestanti di centri sociali, gruppi anarchici e altri movimenti di estrema sinistra che questa sera hanno tentato di occupare piazza della Vittoria, a Genova, dove il partito di estrema destra, Forza Nuova, aveva in programma un comizio elettorale. I giovani, una sessantina circa, erano partiti da via Cadorna, la polizia li ha obbligati a defluire in via XX Settembre. Qui hanno rovesciato dei cassonetti e lanciato sassi contro la sede del Fronte Sociale Nazionale, un'altra organizzazione di estrema destra. Un militante presente nei locali ha inveito contro i manifestanti ed e' stato accompagnato in questura per l'identificazione. I poliziotti hanno impedito ad alcuni dimostranti di malmenare un fotografo che intendeva riprenderli.

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TERRORISTA E’ IL G8 E IL CAPITALISMO

 

 

 

 

LIBERTAPER GLI/LE ARRESTATI/E! SOLIDARIETA’ AI/ALLE PERQUISITI/E !

Siamo oggi davanti al consolato di Germania per portare solidarietà a tutti/e i/le perquisiti/e e arrestati/e mercoledì mattina durante varie operazioni di polizia in Germania in vista del G8 (ovvero il vertice dei capi di governo delle otto più grandi nazioni del mondo) a Heiligendamm vicino Rostock dal 6 al 8 giugno 2007.Mercoledì mattina c’è stata un’ ondata di perquisizioni contro strutture di autonomi in tutto il territorio tedesco. Questa operazione ha colpito sia spazi autogestiti che singoli individui che da mesi si stanno impegnano per organizzare le mobilitazioni contro il vertice G8 ad Heiligendamm – o che tali sono stati considerati dalla polizia. A Berlino sono state perquisite diciotto tra abitazioni ed uffici. Ad Amburgo la repressione si é rivolta contro la Rote Flora e diversi altri progetti abitativi autogestiti. Anche nel retroterra berlinese si sono avute pe rquisizioni come pure se ne segnalano a Brema. In totale su tutto il territorio tedesco sono state effettuate una quarantina di operazioni di perquisizione. L’ ordinanza relativa alle perquisizioni é emessa in base all’ articolo 129a: “Formazione di associazione terroristica finalizzata all’ impedimento del vertice G8”. Il governo tedesco, come tutti i governi, definisce terroristi chi si oppone al vertice di 8 potenti che prenderanno decisioni politiche ed accordi economici che ricadranno su tutto il pianeta.Ma come si possono allora definire quegli otto capi di stato che ordinano bombardamenti sulla popolazione civile, che favoriscono le manipolazioni genetiche, la distruzione della biodiversità e la privatizzazione delle risorse naturali, che firmano accordi neocoloniali che costringono quotidianamente tre quarti del mondo a patire la fame per garantire profitti alle multinazionali, che dichiarano continue guerre per il controllo di risorse e per imporre una falsa democrazia?

La resistenza al G8 e ai suoi servi è ovunque e non si puo’ arrestare!

Alcuni/e nemici/che della globalizzazione

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Siamo tornati da Novara. Ricominciamo col G8! Pronti a Partire..

 

La polizia tedesca ha comunicato il divieto di riunione e di manifestazione in una fascia di 200 metri antistante la recinzione metallica di oltre 12 km e alta 2,5 metri, eretta a protezione del prossimo vertice del G8, che si svolgera’ dal 4 al 6 giugno nella cittadina balneare di Heiligendamm, nel Meclemburgo.

Il divieto entrera’ in vigore dal 30 maggio e all’8 giugno e comprendera’ anche la zona circostante l’aeroporto di Rostock-Laage, sul quale atterreranno gli aerei dei capi di Stato e di governo ospiti e delle loro delegazioni.

La polizia ha motivato la decisione con il fatto che "obiettivo dichiarato dei manifestanti antiglobal violenti" e’ quello di dare l’assalto alla recinzione per scavalcarla. Le forze dell’ordine spiegano che se cio’ si verificasse, sarebbe a rischio la protezione dei partecipanti del G8. Nel frattempo, delle 60 dimostrazioni di protesta gia’ annunciate, la polizia ne ha permesse solo 10, da tenersi comunque tutte in localita’ ben lontane dalla zona recintata i cui si trovano gli alberghi che ospiteranno gli otto grandi.

Per proteggere il vertice arriveranno ad Heiligendamm oltre 16 mila agenti di polizia da tutta la Germania, ai quali si aggiungeranno 1100 militari della Bundeswehr, che assicureranno il pattugliamento dei cieli e della costa. Secondo i resoconti della stampa tedesca, ci si attende che ad Heiligendamm arrivino circa 100 mila manifestanti antiglobal provenienti da tutta Europa. Intorno alla recinzione, che attraversa anche zone boschive, sono stati installati sofisticati sensori per reperire eventuali presenze umane.

Grazie a queste segnalazioni, le forze di polizia sono in grado di arrivare in ogni punto antistante il "Muro" nel giro di pochi minuti. La lunga recinzione eretta ad Heiligendamm, che e’ dotata in cima di un massiccio sbarramento di filo spinato, ha due soli punti di ingresso per il personale degli alberghi e per le persone accreditate, che gli abitanti della zona hanno ironicamente ribattezzato "Checkpoint Charlie", in riferimento al punto di controllo che all’epoca del Muro di Berlino consentiva il passaggio tra le due parti della citta’.


fonte il velino.it

(EST) Heiligendamm, al G8 tedesco la “zona rossa” come a Genova

Berlino, 16 mag (Velino) – La località balneare di Heiligendamm alle porte di Rostock sul Mar Baltico che ospiterà i lavori del prossimo G8 (6-8 giugno) in Germania sarà una fortezza ermeticamente sbarrata ai contestatori dell’evento. Le autorità locali d’intesa con il ministero federale dell’Interno hanno decretato il divieto totale di manifestazioni dal 30 maggio fino all’8 giugno nella “zona rossa” al cui interno si svolgerà il summit e alloggeranno le delegazioni. Inoltre, singole persone e gruppi non autorizzati non potranno avvicinarsi a meno di 200 metri dalla recinzione metallica alta due metri e 50 e lunga 13 chilometri costruita appositamente intorno a Heiligendamm per scongiurare un’invasione della “zona rossa” da parte di manifestanti no-global. Nei tre giorni della presenza dei capi di Stato e di governo a Heiligendamm, la striscia di sicurezza davanti alla “zona rossa” sarà ampliata da 200 metri fino a due chilometri. L’intero territorio sarà sorvegliato anche dall’aria e non è escluso l’impiego dei radar volanti Awacs della Nato. Il provvedimento tedesco ricalca le misure di prevenzione adottate per il G7 di Genova nel luglio del 2001. La questura di Rostock ha giustificato la severità del provvedimento con la necessità di prevenire un assalto alla “zona rossa” che, a giudizio dei responsabili della sicurezza del G8, “costituisce in modo palese un dichiarato obiettivo dei no-global pronti a commettere violenze”. Il timore è che, se lo sbarramento metallico dovesse venire superato, “sarebbe compromesso il compito della polizia di impedire atti violenti”. Per questo motivo, “la limitazione del diritto fondamentale della libertà di riunione è non solo necessaria, ma anche proporzionata alle circostanze”.

Per l’occasione la polizia potrà usufruire di una legge regionale del Meclenburgo che consente il fermo preventivo per un massimo di dieci giorni quando sussistono indizi della preparazione di violenze. Si sottolinea anche che eventuali disordini in occasione del G8 “nuocerebbero durevolmente agli interessi internazionali della Germania”. In base al decreto oggi alla firma saranno riesaminati tutti i permessi delle manifestazioni finora autorizzate che sono dieci su sessanta richieste presentate. L’organizzazione “Gipfelsoli Infogruppe” ha accusato le autorità di polizia di avere annunciato le restrizioni soltanto a tre settimane dal vertice per non lasciare il tempo necessario per l’esame da parte della magistratura di eventuali ricorsi contro il divieto di manifestazioni. Le competenti autorità hanno comunicato che 16 mila poliziotti provenienti da tutta la Germania, con il supporto logistico di 1.100 militari, saranno in servizio a Heiligendamm e dintorni per la sicurezza del G8.


fonte aprileonline.info

Il governo tedesco annuncia la "tolleranza zero"

Sale la tensione in Germania in vista del vertice degli otto grandi, in programma a inizio giugno a Heiligendamm, nel nord est del paese: carcere preventivo contro i violenti, migliaia di soldati e agenti mobilitati, sospensione del trattato di Schengen. I no-global protestano, e le ong sottolineano i fallimenti del Summit

Il G8 spaventa la Germania. Dopo gli scontri dei giorni scorsi il Ministro degli Interni tedesco, Wolfgang Schaeuble, ha minacciato il carcere preventivo per i contestatori violenti, ricordando che una simile misura è prevista nelle legislazioni regionali, e fu adottata già contro gli hooligans in occasione dei mondiali di calcio del 2006. Gli agitatori, in caso di concreti indizi di reati violenti o gesti criminosi programmati, possono essere detenuti fino a 14 giorni. "Quando si incontrano alcuni dei più importanti leader mondiali esiste un rischio maggiore – ha detto il ministro della Cdu – perciò faremo tutto il possibile per la loro sicurezza". Il governo ha annunciato anche la sospensione degli accordi di Schengen e il ripristino dei controlli alle frontiere interne. La minaccia riaccende la miccia del nervosismo e avvelena il clima a meno di un mese dall'incontro degli otto Paesi più industrializzati, aizzando la possibile reazione dei tanti manifestanti pronti a invadere la Germania. Gli organizzatori si attendono fino a 100mila persone e un grande raduno di protesta è già in programma il 2 giugno a Rostock, poco distante da Heiligendamm. Il ministro, impegnato in una due giorni con i colleghi della Ue sui temi dell'immigrazione e integrazione, non considera sufficiente come garanzia i precedenti eventi della Giornata mondiale della Gioventù a Colonia del 2005 o i mondiali di calcio dello scorso anno, e si appella al contrario al ricordo degli attentati di Londra nel luglio 2005, proprio durante il G8 di Gleneagles, in Scozia, e ai recenti scontri di Copenaghen, seguiti alla demolizione del centro sociale Ungsomshuset. Posizione confermata dal ministro alla cancelleria Thomas de Maiziere (Cdu), stretto collaboratore della Merkel, che ha smentito che i controlli siano stati una forma di "intimidazione".

La presa di posizione di Schaeuble non aiuta a placare le polemiche per la retata della polizia di mercoledì, condotta contro presunti estremisti no-global, accusati di voler organizzare azioni violente nel corso del G8. Per protestare contro gli arresti gruppi dell'autonomia di sinistra avevano organizzato un raduno ad Amburgo, davanti al "Rote Flora", l'ex teatro occupato dal 1989 da gruppi di autonomi, già perquisito nella mattinata. Il corteo è presto sfociato in uno scontro tra manifestanti e forze dell'ordine, quando alcuni dimostranti hanno lanciato bottiglie e fuochi d'artificio contro i circa mille poliziotti schierati. Tre agenti e una passante sono rimasti feriti, mentre otto dimostranti sono stati arrestati dalla polizia, che per disperdere i partecipanti ha fatto uso degli idranti. Altre manifestazioni si sono tenute a Berlino, nel quartiere multietnico di Kreuzberg, dove hanno sfilato tremila persone seguite da 570 poliziotti, fortunatamente senza incidenti di rilievo (ma col bilancio di quattro arresti), e a Kiel, dove i dimostranti sono stati qualche centinaio. In totale, tenendo conto anche delle manifestazioni pacifiche svoltesi a Lipsia, Colonia e in altre città, più di cinquemila persone hanno sfidato la polizia e il governo, protestando contro la retata, invocando la libertà di contestazione in vista del vertice degli otto grandi, e accusando le forze dell'ordine di criminalizzare la protesta pacifica contro il G8, come riferisce l'organizzazione no-global Attac. Verdi, Partito della Sinistra e ong, hanno denunciato l'azione a loro dire sproporzionata della polizia, che ha interessato in tutto 40 tra uffici e appartamenti privati. Al contrario, secondo la Welt, il gruppo di estrema sinistra "MG – militante gruppe", coinvolto nelle perquisizioni di due giorni fa, avrebbe preso in considerazione anche l'ipotesi di gambizzazioni ed esecuzioni ai danni di personalità politiche o economiche. Il movimento, la sigla più attiva e pericolosa nella galassia dell'estrema sinistra, e già responsabile di attacchi incendiari non solo nella capitale, avrebbe nei giorni scorsi discusso l'intensificazione della lotta, passando "da attacchi a oggetti materiali ad attacchi a soggetti responsabili", come emerge da un'analisi condotta dalla polizia tedesca.

Sono settimane infatti, che le forze dell'ordine, imbeccate dal ministero degli interni, effettuano controlli e perquisizioni con circa 900 uomini, in centinaia di abitazioni, uffici e centri di raduno dell'autonomia di sinistra ad Amburgo, Berlino, Brema e altre località del Brandeburgo, Bassa Sassonia e Schleswig-Holstein. Obiettivo principale sono una ventina di persone sospettate di aver creato una organizzazione eversiva decisa a mettere in atto attentati e altre azioni violente per disturbare o impedire il G8.
Basti pensare che la città di Heiligendamm, centro turistico che si affaccia sul Baltico, è già stata circondata da una barriera metallica di 13 km, eretta per blindare letteralmente l'incontro dei capi di governo, dove saranno mobilitati oltre 16mila agenti di polizia, e 1100 soldati, come rivelato oggi dal portavoce del ministero della difesa Thomas Raabe, che ha detto che i militari si occuperanno di assistenza sanitaria, trasporti, alloggi e problemi logistici. Una misura necessaria anche secondo il presidente del sindacato tedesco di polizia, Konrad Freiberg, convinto che il rischio di attentati nel corso del vertice di giugno sia sensibilmente aumentato: l'estremismo di sinistra in Germania avrebbe raggiunto in vista del G8 una "dimensione del tutto nuova" e gli attivisti sarebbero sempre più pronti a compiere azioni violente, ha detto Freiberg in un'intervista alla "Neue Osnabruecker Zeitung".

Le polemiche sulla sicurezza rischiano di far scivolare in secondo piano i temi caldi del vertice (povertà, clima, cooperazione economica), a cui le diplomazie internazionali si stanno avvicinando con la solita noncuranza. Secondo la denuncia di Oxfam International, i paesi industrializzati non hanno mantenuto gli impegni presi al Summit di Gleneagles nel 2005, per sconfiggere la povertà nei paesi in via di sviluppo, e migliorarne le strutture sanitarie e socio-educative. Avrebbero dovuto aumentare i finanziamenti annui di 50 miliardi di dollari in più dal 2005 al 2010. Secondo il rapporto della Ong britannica "i progressi compiuti sono lungi di aver soddisfatto le attese", e di questo passo il G8 erogherà soltanto 20 dei 50 miliardi di dollari annunciati.

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COMUNICATO UFFICIALE DEL COLLETTIVO AUTONOMIX IN PREPARAZIONE DEL G8

 

 

IL Collettivo Autonomix da oggi 11 fino al 19 non potrà più inserire notizie sul sito informazioneindipendente.noblogs.org  

 

Domani saremo tutti all’Ex Snia e poi a Ponte Garibaldi per ricordare Giorgiana Masi. Dal 13 al 18 saremo in giro per l’Italia per vedere che fare per il g8, da Padova a Milano, da Napoli a Torino proveremo ad avere notizie sempre pìu precise su come arrivare, dove dormire, dove e come mangiare, trasporti e organizzazione. E magari pure a coordinarci meglio, dato che tramite siti e email la questione è abbastanza complicata.

 Il 19 alcuni di noi saranno a Napoli per la manifestazione nazionale a difesa della salute e del territorio e altri saranno a Novara per manifestare contro la guerra e contro gli F35.

Il 19 a sera avremmo finalmente e sicuramente notizie migliori da diffondere per tutti coloro che intendono partire per il G8 a Rostock.

Intendiamo inoltre dare un consiglio a tutti i compagni sciolti o che sono rimasti ancora senza gruppi. Da fonti e chiacchierate con alcuni compagni tedeschi e danesi, ci arriva la notizia che il 2 Giugno chiuderanno lo spazio stradale e ferroviario, ma la loro paura è che lo facciano addirittura prima, il 1 Giugno. Quindi siete ancora in tempo per prenotare un volo Ryan air con partenze da Verona, Venezia, Roma, Milano, Pisa per Brema o Amburgo(entrambe vicinissime a Rostock) per il 31 Maggio o il 1 Giugno. Il costo è abbastanza irrisorio e si aggira dalle 40 alle 90 euro andata e ritorno, tasse incluse. Per dormire non dovrebbero esserci grossi problemi dato che i Convergence  Center ad Amburgo e a Rostock dovrebbero funzionare bene e offrire mense e posti dove dormire.

 

Noi si parte per questi 8 giorni pieni di preparazione e mobilitazioni.

 

Si torna pronti e incazzati al punto giusto 10 giorni circa prima della partenza per il G8!

 

Non sappiamo voi, ma noi eravamo a Genova, a Gleneagles. E Rostock lo sentiamo proprio dentro il cuore. Sperando che, dopo le banlieus, i no tav, il berlusconismo, gli sgomberi, le repressioni, abbiano alzato il livello dello scontro sociale, che porterà a barricate e a cambiare radicalmente lo stato attuale delle cose. Noi ci proveremo.

 Per un mondo migliore e più giusto. Per tutti.

 

Guerra per nessuno. Reddito per tutti.

Disarm authority. Arm your desires!

 

 

COLLETTIVO AUTONOMIX

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FERITI E ARRESTI IN GERMANIA DOPO GLI SCONTRI PER IL RAID ANTI G8 MESSO IN ATTO DALLA POLIZIA

 

 

 

Quattro persone sono rimaste ferite e 12 sono state arrestate la notte scorsa a seguito di scontri ad Amburgo innescati dai raid antiterrorismo condotti ieri dalla polizia tedesca. Oltre cinquemila persone hanno partecipato alle manifestazioni ad Amburgo, a Berlino e in altre citta' ma e' stato solo nella prima che le dimostrazioni hanno assunto un carattere violento, costringendo la polizia a intervenire e a disperdere i dimostranti. Quattro manifestanti sono rimastiferiti e otto sono stati fermati ad Amburgo, mentre altri quattro sono stati fermati nella capitale.

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G8 ROSTOCK 2007: IL GOVERNO TEDESCO ACCUSA GLI ATTIVISTI DEI CENTRI SOCIALI, TERRORISTI!

da Il Manifesto del 10 maggio 07

Attivisti o terroristi? Perquisiti centri sociali in tutta la Germania. A Berlino nel mirino anche una libreria alternativa nel quartiere di Kreutzberg. Nel mirino la rete radicale Move against G8.Pesante l'accusa: «terrorismo». E il governo chiude le frontiere per i giorni del summit
Matteo Alviti
Berlino

È gravissima l'accusa contestata ieri a 21 giovani attivisti della sinistra tedesca dalla procura federale di Karlsruhe: «Costituzione di organizzazione terroristica». Nel corso della giornata circa 900 agenti di polizia hanno perquisito, tra Amburgo, Brema, Berlino, in Brandeburgo, Bassa Sassonia e Schleswig-Holstein, più di 40 centri sociali, uffici e private abitazioni di attivisti della sinistra radicale impegnati nella rete «Move-against-G8».
Monika Harms, procuratore generale di Karlsruhe, contesta agli indagati l'organizzazione di attentati incendiari e altre azioni violente per impedire lo svolgimento del prossimo G8 di Heiligendamm, nel nord della Germania. I 21 destinatari del provvedimento, sospetti «terroristi», sono però a piede libero, il che lascia spazio a dubbi sulla loro pericolosità sociale. Gli indagati sono inoltre sospettati di essere i responsabili di oltre 40 tra attentati incendiari e danneggiamenti vari, commessi fra il 2005 e il 2007, la maggior parte dei quali sarebbe a carico del «Gruppo militante», un'organizzazione dell'estrema sinistra. Tra le azioni più recenti l'incendio, ad Amburgo, dell'auto privata del sottosegretario alle finanze Thomas Mirow. E proprio nella città-stato sono stati perquisiti ieri i locali del Rote Flora. «Hanno sequestrato computer, materiale per la mobilitazione contro il G8 e vari documenti», ha dichiarato Andreas Blechschmidt, attivista del centro sociale. Per la natura e la varietà del materiale requisito la procura conta di indagare a lungo, «per settimane», ha dichiarato la portavoce Petra Kneuer ieri. C'è da attendersi, insomma, che i sospetti «terroristi» rimangano tali almeno fino alla fine del G8. Intanto il ministro degli interni della città anseatica, Udo Nagel, ha invitato i dimostranti pacifici a distanziarsi dagli estremisti. «Con i criminali non discuteremo. Tolleranza zero», ha annunciato.
Ad Amburgo il «centro culturale autonomo occupato» Rote Flora è un'istituzione. L'occupazione risale al 1988, quando un'associazione di cittadini, commercianti e gruppi di autonomi preoccupati per il clima di speculazione immobiliare si ribellarono al progetto della città-stato che intendeva sostituire il vecchio edificio ottocentesco con un grande complesso per musical. Nel 1989 i cittadini decisero di occupare il teatro, dando vita a un progetto che ha resistito negli anni a diversi tentativi di sgombero e a un incendio rovinoso nel 1995.
Ieri davanti al Rote Flora erano parcheggiate molte vetture della polizia. Un manifesto affisso sulla facciata invita alla manifestazione del 29 aprile a Heiligendamm, sede del G8 del prossimo giugno: «Dietro la recinzione c'è la spiaggia», si legge sull'immagine dove un paio di tronchesi aprono un varco nel filo spinato. Gli agenti hanno disperso con la forza una manifestazione spontanea all'esterno dell'edificio, fermando 18 persone. I militanti hanno denunciato il clima di intimidazioni pre-G8: «C'è un tentativo di criminalizzare e diffamare le campagne contro la politica del G8», si legge nel comunicato stampa diffuso. Dalla fine di maggio il Rote Flora ospiterà il Convergence Center Hamburg, un punto d'incontro per la preparazione delle azioni di protesta.
«È un attacco contro tutto il movimento», ha denunciato anche la «Sinistra antifascista di Berlino», dove la polizia ha perquisito tra gli altri diversi locali di Kreuzberg e una libreria «alternativa» nel Mehringhof, cortile storico della sinistra cittadina. «Con i server che ci hanno sequestrato hanno bloccato anche le nostre pagine internet. Un bel colpo», ha denunciato Marcus Steinhagen del gruppo Gipfelsoli di Berlino. Anche la giovane Katja Kipping, parlamentare della Die Linke, ha denunciato la creazione artificiosa di un clima di tensione. Con lei Hans Christian Ströbele, dei Verdi, che sospetta che la polizia abbia voluto dare un segnale chiaro ai movimenti. Ieri il ministro degli interni Schäuble ha annunciato la sospensione degli accordi di Schengen e il ripristino dei controlli alla frontiera fino alla fine del vertice di Heiligendamm. La polizia, che difenderà gli otto potenti con più di 16mila agenti, si aspetta azioni violente da 5 mila degli oltre 100 mila manifestanti previsti.

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GUAI A CHI CI TOCCA. AGGRESSIONE NEONAZISTA A FANO.

FANO – Ieri mattina all'uscita del Liceo Classico Nolfi un'attivista del Centro Sociale Autogestito Oltrefrontiera è stato vittima di una vile aggressione da parte di tre estremisti di destra.

I centri sociali lanciano la mobilitazione immediata
Guai a chi ci tocca! Fuori i fascisti da Fano!

Fano – Sabato 12 maggio, ore 17
Presidio in Piazza XX settembre

Il comunicato stampa delCsa Oltrefrontiera

Guai a chi ci tocca!

Giovedì mattina presso il Liceo classico G.Nolfi di Fano un compagno del Centro Sociale Autogestito Oltrefrontiera è stato vigliaccamente aggredito da tre neo-nazisti. Ricordiamo che questa è la tipica metodologia di tutte le formazioni politiche fasciste, vecchie e nuove.
I responsabili sono i dirigenti scolastici che hanno permesso l’accesso all’Istituto a questi individui.
I responsabili sono gli amministratori comunali che stanno alimentando l’intolleranza e facendo crescere il livello di tensione.
I responsabili sono le forze di polizia che, non solo non stanno monitorando il territorio e stanno coprendo tutte queste manifestazioni fasciste, ma che in seguito alla suddetta aggressione hanno ritenuto colpevole di provocazione la scritta “Antifascista tolleranza zero”. Ricordiamo che l’antifascismo è un valore basilare della Costituzione: le forze dell’ordine devono farlo rispettare.

Chiediamo l’immediata chiusura di tutti gli spazi che incitano all’intolleranza razziale, alla discriminazione sessuale e al neofascismo.
– Chiediamo la ferma condanna di questa aggressione da parte delle istituzioni.

Convochiamo un presidio in Piazza XX Settembre
sabato 12 maggio alle ore 17 per affermare che
Questa volta hanno colpito chi di tolleranza nei confronti dei fascisti ne ha zero

Centro Sociale Autogestito Oltrefrontiera
Rete dei Centri Sociali delle Marche

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I RESTI DELL’ANARCHICO PASSANANTE TRASFERITI E TUMULATI IN BASILICATA.FINALMENTE.

 

 

 

POTENZA – I resti dell'anarchico Giovanni Passannante – l'uomo che il 17 novembre 1878 attentò alla vita del Re d'Italia, Umberto I – sono stati traslati oggi a Savoia di Lucania (provincia di Potenza) dalla loro precedente – e contestata collocazione, all'interno del Museo criminologico di Roma. Le sue spoglie sono state già tumulate. Lo ha reso noto in serata l'ufficio stampa della Giunta regionale della Basilicata. La scelta di trasferire i resti di Passannante e di tumularli con discrezione è stata fatta dalla Regione in ossequio a "sentimenti di pietà ". Negli anni scorsi e anche nelle ultime settimane ci sono stati confronti e polemiche sull'opportunità, o meno, di trasferire in Basilicata i resti dell'anarchico. Dopo il ferimento del Re, Passanante fu condannato a morte, ma poi la condanna fu commutata in ergastolo e l'anarchico subì una lunga e dura detenzione, conclusa nel manicomio criminale di Montelupo fiorentino. Fu sepolto vivo in una cella, dove per gli atroci tormenti impazzì. E poi morì, La vendetta però non finì lì. Fu decapitato, il cervello e il cranio, studiati in omaggio alle teorie lombrosiane, furono tenuti nella formalina e conservati, appunto, al Museo criminologico della capitale. Il suo corpo fu dato in pasto ai cani. Domani, a Savoia di Lucania – l'originaria Salvia, che cambiò nome in segno di riparazione verso casa Savoia – sarà celebrata una Messa in suo ricordo. Attimi di tensione vi sono stati in serata nei pressi del cimitero. Un gruppo di persone, fra le quali l'attore Ulderico Pesce, hanno duramente criticato il sindaco di Savoia, Rosina Ricciardi, per il modo in cui si è svolto il trasferimento dei resti di Passannante. I cittadini chiedevano cerimonie pubbliche per ricordare la figura dell'anarchico. I suoi resti sono stati tumulati in un loculo del cimitero sul quale è stato posto un suo ritratto e le date di nascita e di morte (26 febbraio 1849 – 14 febbraio 1910). E "grande soddisfazione" per l'esito della vicenda è stata espressa dal vicepresidente del Consiglio e ministro per i Beni culturali, Francesco Rutelli. "Grazie all'impegno di tutti – ha dichiarato – del ministero della Giustizia, della regione Basilicata e del Comune ha detto Rutelli si chiude finalmente in maniera onorevole una ferita rimasta troppo a lungo aperta, in modo non degno del nostro Paese". E uguali sentimenti sono stati espressi da Gianni Pittella, presidente della delegazione italiana presso il Partito socialista europeo e componente della segreteria nazionale Ds: "Del caso – ha ricordato – mi occupai con una interpellanza al Parlamento italiano, circa dieci anni fa e con una interrogazione scritta, lo scorso ottobre, alla Commissione europea e al Consiglio. Finalmente, con grave ritardo si ha il rispetto della storia, della dignità dell'integrità personale di Passannante, come sancite dalla Carta dei diritti fondamentali dell'Ue, dalle tradizioni costituzionali degli Stati membri e dalle convenzioni internazionali".

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