SOLIDARIETà E COMPLICITà AI DETENUTI ANARCHICI, AI RIVOLUZIONARI, AI RIBELLI SOCIALI

Negli ultimi anni la repressione si è scagliata su molte realtà diantagonismo radicale o anche solo potenzialmente tale. I reati di
terrorismo, di associazione sovversiva o di finalità eversiva vengono
prescritti, ormai, come i farmaci ai bambini; come una prassi consueta ed
esasperata. Anche solamente attaccare un manifesto od esprimere la propria
visione critica su di un dato argomento, oggigiorno, può significare entrare
a far parte dell'enorme schiera degli indagati. Gli Anarchici, come sempre,
rimangono un bersaglio privilegiato. Le montature e le operazioni contro gli
anarchici sono state innumerevoli ( operazioni Cervantes, Nottetempo,
Fraria, Crocenera, C.O.R. tanto per ricordarne le principali ) ed ancora
alcuni compagni si trovano in carcere o ai domiciliari o costretti a subire
misure restrittive della loro libertà.
Ma non solo. Sono svariati gli spazi occupati oggetto di perquisizioni e
sgomberi, ed anche in questo caso quelli di area radicale sono risultati fra
i più colpiti. A questo vanno aggiunte le provocazioni fasciste, che
rappresentano nient'altro che un diverso mezzo per schiacciare ogni fermento
rivoluzionario da parte del dominio. Chi ha cercato di difendersi da questi
attacchi od ha incominciato a contrattaccare si è visto arrestare ed
incriminare a sua volta. Abbiamo imparato – Certo, forse non ve n'era
bisogno – che il reato di apologia di Fascismo, se mai è stato punito, non
esiste più…l'antifascismo è il nuovo reato!
gli Anarchici non sono i soli a godere di queste particolari attenzioni non
richieste, ma il carattere per nulla incline ai comodi moderatismi ci rende
facilmente attaccabili, soprattutto in tempi di guerra come quelli attuali.
Noi non abbiamo deputati e consiglieri a difenderci quando qualche ribelle
finisce nelle maglie della repressione, né ne abbiamo mai richiesta la
protezione interessata.
Queste operazioni di intimidazione, in ultima analisi, si traducono in mesi
od anni di galera, spese processuali e difficoltà, anche economiche, per i
detenuti, che si ritrovano sprovvisti di quelle possibilità e di quelle cose
che fuori, comunemente, vengono vissute come acquisite. La solidarietà, in
questo caso, deve necessariamente comprendere anche l'aiuto economico a
quanti si ritrovano denunciati, inquisiti o incarcerati. Ma sarebbe
fuorviante pensare che la solidarietà si riduca a ciò. Per chi si ritrova
incarcerato od impossibilitato all'azione la maggior gioia è sapere che
altri continuano la lotta. È in questa consapevolezza che la solidarietà tra
ribelli si traduce in complicità e che le lotte assumono una diffusione
capillare difficilmente arrestabile dai garanti dell'ordine costituito.
Solidarietà e complicità sono legate indissolubilmente e sono l'arma nelle
mani dei ribelli, fuori e dentro le mura di un carcere.
ANARCHICI

"La cassa di solidarietà, per i detenuti rivoluzionari e non solo, è volta
prima di tutto a creare una rete di contatti tra l'interno e l'esterno del
carcere, per spezzare l'isolamento in cui viene costretto un detenuto e per
svilupparsi come riferimento, non solo economico ma anche controinformativo
e di lotta. La cassa vuole essere un supporto di solidarietà contro tutte le
carceri, con i compagni anarchici, rivoluzionari in genere, ribelli sociali
e con tutte quelle individualità sequestrate nei lager di stato, che, pur
non avendo particolari caratterizzazioni politiche, maturino proposte e si
facciano partecipi della prospettiva di sviluppare insieme, nella varietà
che caratterizza ognuno/a, percorsi di lotta comuni".

CASSA ANARCHICA DI SOLIDARIETà ANTICARCERARIA:
via dei Messapi 51, 04100 Latina
e-mail: agitazione@hotmail.com

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