Shut down G8 Summit! Conflicts make Europe

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In centinaia ci siamo ritrovati durante il Global meeting per discutere l’Europa dei movimenti e dei conflitti autonomi.
Una discussione straordinaria, per la qualità degli interventi, per la partecipazione (oltre 500 attivisti provenienti da tutte le metropoli europee), per l’articolazione del dibattito. Consapevolezza comune è stata che l’Europa esiste già nei fatti: esiste un’Europa della governance e della moneta, un’Europa multilateralista che non respinge la guerra e la sua tensione ordinativa, un’Europa dove le amministrazioni socialdemocratiche sgomberano violentemente i Centri sociali e dichiarano guerra alla forza lavoro precaria. Con altrettanta consapevolezza e maturità è stata affermata l’Europa dei conflitti sociali, delle forme autonome e non riducibili di insubordinazione e di democrazia radicale. Un primo passo importante, dunque, nella convinzione che una nuova strada deve essere percorsa.

Una strada dove trovare forme organizzative e pratiche comuni, una strada dove determinare con forza articolazione comune delle lotte: reddito, cittadinanza/migrazioni, Centri sociali/forme di vita autonome, formazione/università.
Un primo punto importante di convergenza è stato da tutti riconosciuto nel contro-vertice di Rostock, cittadina della costa baltica della Germania che in giungo ospiterà il G8 (in verità il G8 si svolgerà a Heiligendamm, piccolo centro nei pressi di Rostock; proprio attorno ad Heiligendamm prenderanno forma le pratiche di blocco, mentre il 2 giugno a Rostock si svolgerà la manifestazione d’inizio del contro-vertice).
Tornare a contestare i Grandi della terra dopo l’esaurimento del ciclo no-global del movimento significa, in primo luogo, indagare in termini nuovi i nessi della governance globale dopo la crisi del bushismo e della guerra unilaterale. La crisi del «golpe nell’Impero» impone agli Usa un’apertura multilateralista che non rende, di certo, le cose più morbide. La governance multilaterale continua a fare guerra, continua a rendere vano e impotente, se non ipocrita, ogni tentativo riformista. La scelta di opposizione alla guerra globale permanente e agli 8 grandi, in questo senso, si disloca sul piano dell’autonomia dei movimenti: l’autonomia come premessa e come pratica, l’autonomia come spazio politico dei movimenti e del conflitto.
In secondo luogo, bisogna qualificare l’autonomia dei movimenti dentro la dimensione pratica del contro-vertice di Rostock. Per un verso abbiamo guardato con grande attenzione alla proposta unitaria dei movimenti tedeschi.
Una proposta che tiene in conto il carattere articolato del movimento e delle sue pratiche e nello stesso tempo si pone il problema dell’efficacia e del blocco reale del G8. Per l’altro ci siamo posti la sfida di superare la vecchia logica di attraversamento dei contro-vertici. Una logica schiacciata sulle pratiche come identità e come rappresentazione.
Piuttosto riteniamo necessario rompere le dinamiche dei "blocchi di identità" (la cosìddetta divisione in colori dei blocchi di affinità) e qualificare la nostra partecipazione a partire dalla voglia di sperimentare, di capire, di fare inchiesta. Il problema dell’efficacia e dell’intelligenza delle pratiche si colloca, a nostro avviso, prima della loro identità. Un ultimo punto importante. La battaglia di Ungdomshuset si colloca esattamente al centro della mobilitazione anti-G8. La difesa del comune e delle forme di vita autonome è stato elemento determinante nella ripresa del conflitto delle reti di movimento scandinave e tedesche. Un momento centrale anche per noi in queste settimane trascorse, nel percorso che ci porterà fino a Rostok.
Ci proponiamo, dunque, di essere parte del contro-vertice di Rostock. Saremo, in primo luogo, a Rostock il prossimo fine settimana (13-14-15 aprile) per il meeting internazionale di preparazione del contro-vertice. In secondo luogo saremo nodi del lavoro politico di preparazione del contro-vertice in Italia. Infine ci organizzeremo per raggiungere in tante e tanti Rostock nei giorni del G8.

In viaggio, nonostante le frontiere, come parte, dalla parte della vita, contro la guerra, contro il capitalismo!

Primi promotori:
Esc, atelier occupato (Roma);
Rete per l’autoformazione (Roma);
Astra 19 (Roma);
Cso Tpo (Bologna);
Laboratorio Sociale Aq16 (Reggio Emilia);
Laboratorio Sociale Occupato PAZ (Rimini);

Centri sociali del Nord Est:
Csa Bruno (Trento);
Cso Rivolta (Marghera – Venezia);
Cso Pedro (Padova);
Copyriot Cafe (Padova);
Laboratorio sociale Ubik (Ponzano Veneto TV);
Laboratorio Fuori Controllo Monselice PD;
Capannone Sociale (Vicenza);
Laboratorio Morion (Venezia);
Cso Clandestino (Gorizia);
Casa delle Culture (Trieste);
ChioggiaLab (Chioggia – Venezia);
Metropolis Caffé (Verona);

Cantiere (Milano),
Cso Crocevia (Alessandria);
Cso Insurgencia (Napoli);
Orientale agitata (Napoli);
CSOA Mezza Canaja (Senigallia-Ancona);
Napoli Arcobaleno- per il diritto al territorio;
Laboratorio Sociale Diana (Salerno);
Csa Asilo Politico (Salerno);
collettivo radiofficine.org 2.0.
Rete d’Informazione Kapovolta; Collettivo Indipendente Abruzzese; Autonomix – Abruzzo

Info e adesioni:
smash_g8@globalproject.info

autonomix@autistici.org

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One Response to Shut down G8 Summit! Conflicts make Europe

  1. ax says:

    qualcuno sa come si arriva in Germania?autobus organizzati, treni, arei?firenze roma e napoli?
    chi sa qualcosa puo scrivere?

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