TORINO: Le donne sospendono il consiglio regionale

[TORINO] Le donne sospendono il consiglio regionale (INTERVISTA)

TORINO,
29 GENNAIO 2008 – Un gruppo di donne del movimento torinese ha
interrotto questa mattina i lavori del Consiglio regionale del
Piemonte, convocato in seduta straordinaria. La seduta era stata
richiesta dall’opposizione (di centro destra) per presentare una
richiesta di modifica alla legge 194 relativa alle interruzioni di
gravidanza, in particolare per la parte che riguarda la
regolamentazione dell’aborto terapeutico. La proposta nasce sulla scia
di quanto già successo in Lombardia dove la regione è riuscita a far passare una sostanziale modifica al regolamento inerente gli aborti terapeutici,
riducendo il termine ultimo da 24 settimane a 22. La mozione,
presentata stamattina a Torino da alcuni consiglieri del centro destra
rappresenta un attacco su scala locale facente parte di una più vasta
iniziativa politica e mediatica che, a vari livelli sta tenendo sotto
assedio la 194 e i diritti delle donne in generale. Dalle
farneticazioni del papa, di Ruini e di tutte le autorità Vaticane sulla
famiglia naturale, fino alla richiesta di "moratoria sulla pena
d’aborto", proposta dal servile e opportunista Giuliano Ferrara, il
mondo cattolico sembra compatto per prendere di petto la questione
aborto e riportare la donna al suo "ruolo naturale": quello di produrre
figli. D’altronde come dice Ruini, "la donna è libera soltanto nella
maternità".

Il
tutto stava passando attraverso l’indifferenza o il tacito assenso del
centrosinistra, troppo impegnato a raccattare briciole di voti
cattolici per prendere una posizione forte sul diritto delle donne ad
autodeterminarsi.Ma per fortuna c’è anche chi questi attacchi non li
accetta passivamente e questa mattina un numeroso presidio di donne e
uomini di ogni età si è formato davanti al palazzo della Regione; facce
piene rabbia nel trovarsi di nuovo a dover difendere dei sacrosanti
diritti, conquistati esattamente 30 anni fa con la lotta e che mai più
si pensava potessero essere messi in discussione.
Dopo aver dato
vita ad un presidio all’esterno del palazzo, una trentina di donne è
entrata in aula lanciando slogan in favore della legge 194 e
dell’autodeterminazione mentre un consigliere di Allenza Nazionale
presentava la mozione E’ stato lanciato del prezzemolo a ricordare che
le donne non vogliono tornare a dover rischiare la vita per abortire in
clandestinità; La digos è intervenuta per allontanare le
"disturbatrici" ma le manifestanti sono comunque riuscite a far
sospendere la discussione su questa vergognosa proposta. La
contestazione, rivolta tanto al centrodestra, quanto all’indifferente
centrosinistra, che, impegnato nella difesa di un cosiddetto dibattito
civile e democratico, accetta e tollera che su questi temi si torni a
discutere in maniera assolutamente strumentale e provocatoria. La
protesta delle donne ha ottenuto di fatto che la seduta venisse sospesa
e ancora una volta sono riuscite nell’intento di dimostrare che no n
sono più disposte a sentire tutto questo insidioso chiacchiericcio sui
loro diritti, ma vogliono prendere la parola per ribadire che nessuno
può arrogarsi il diritto di legiferare sul loro corpo e sulla loro
sessualità

>>> Ascolta l’intervista con Chiara


VOLANTINI:


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