Mobilitazione a Firenze contro la repressione: 1° Marzo


7 anni di carcere per Resistenza alla Guerra.
Questa
è la sentenza che il Tribunale di Firenze ha emesso il 28 gennaio 2008
per 13 manifestanti che il 13 maggio 1999, in occasione dello sciopero
generale del sindacalismo di base contro la guerra della Nato nella ex
Jugoslavia, “resistettero” alle cariche sotto il Consolato Usa. 7 anni
per resistenza aggravata. E’ chiaro che l’unica aggravante in una
sentenza così vergognosa è quella politica. La stessa volontà di
vendetta presente nella sentenza di Genova per il G8 del 2001 e nelle
richieste dell’accusa per il processo di Cosenza contro il Sud Ribelle,
come i processi di Milano per gli antifascisti. Queste sentenze
vogliono sancire lo slittamento del conflitto sociale all’interno della
normativa penale. Una normativa ed un diritto penale, che rimane legato
al Codice Rocco del ventennio fascista, e prevede di fatto tali pene
(fino a 15 anni) così pesanti per reati connessi all’ordine pubblico,
come quello di resistenza a pubblico ufficiale. Per lo stato la
conflittualità politica non è ammessa, e l’incompatibilità con il
sistema istituzionale si paga a caro prezzo. Declinare e rinchiudere 10
anni di movimento nelle aule giudiziarie, questo crediamo sia il senso
di questa come di innumerevoli altre storie giudiziarie. E’l’altra
faccia del delirio che avvolge le città e che si presenta come tema
principale della prossima scadenza elettorale. Sperimentare la tenuta
di "nuovi" reati, quali devastazione e saccheggio, mantenendo i
"vecchi" resistenza e danneggiamento. Dal 1999 in poi, anno della
guerra nei Balcani, innumerevoli sono le inchieste e le condanne per
reati che vanno dai danneggiamenti ai blocchi contro le grandi opere,
dall’associazione sovversiva alla resistenza, dalle occupazioni di case
e spazi sociali. I provvedimenti legislativi servono a qualificare
tutte le forme di insorgenza come emergenza ed a dettare continui stati
di eccezionalità.,La vera emergenza riteniamo sia quella dell’agibilità
dell’iniziativa politica. Ed in questo senso questa è una sentenza che
parla a tutti. Non c’è più spazio per una critica al sistema. Non si
deve manifestare, tanto meno contro la guerra. E poi, se al governo c’è
il centrosinistra è ancora più grave, viene meno ogni "giustificazione
politica". Quella di Firenze è una sentenza che va oltre ogni misura e
rappresenta uno strappo nello stesso tessuto giuridico-repressivo del
paese. E’ una sentenza che lancia un messaggio preciso: tutti da punire
severamente e simbolicamente, in questo caso con 7 anni di carcere per
avere manifestato contro la guerra. Di fronte a quello che sta
succedendo a Firenze e non solo, crediamo non si possa e non si debba
stare zitti. Crediamo necessaria una mobilitazione forte e continuativa
che sappia far vivere questo processo in città e nei movimenti. Una
mobilitazione che sappia rispondere al significato politico delle
sentenze e nello stesso tempo costruisca e faccia crescere il
movimento: per rispondere ai tentativi di criminalizzare con una
generalizzazione delle pratiche conflittuali e con la capacità di
mettere davanti la solidarietà alle divisioni. Un movimento capace di
tenere alta la testa e di rovesciare la sentenza di Firenze e le altre
analoghe.

SABATO 1 MARZO ad un mese dalle condanne GIORNATA DI MOBILITAZIONE

MATTINA ASSEMBLEA NAZIONALE del Patto contro la guerra

MANIFESTAZIONE ORE 15.OO PIAZZA SAN MARCO

Cantiere
Sociale K100fuegos, Movimento Antagonista Toscano, Cpa Firenze sud,
Collettivo Politico di Scienze Politiche, Collettivo FuoriLOGO di
Economia, Voci dalla Macchia, Rete dei Collettivi Studenti Medi
Fiorentini

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