Al via il processo alle nuove Br( ? )

minchiate scrive questo giornale di stato.max solidarieta a al gramigna siempre

 

 

Clima incandescente a Milano: sedici gli imputati, i giovani del "Gramigna" di Padova
a fare da claque. Il giuslavorista e "Libero" chiedono di poter essere parte civile

Slogan, urla, attacchi a Ichino
Al via il processo alle nuove Br

Il pm Boccassini chiede che alcuni imputati vengano allontanati dall’aula
Dopo le minacce al candidato Pd: "Gli operai muoiono per le tue leggi"

<B>Slogan, urla, attacchi a Ichino<br>Al via il processo alle nuove Br</B>

Alcuni imputati in aula

MILANO – Attacchi
a Pietro Ichino ("gli operai muoiono grazie alle leggi fatte da lui"),
pugni chiusi alzati, toni a volte accesi tra accusa e difese, e la
richiesta perentoria del pm Ilda Boccassini di "non trasformare l’aula
in un agone politico". E’ questo il clima, piuttosto incandescente, in
cui si è aperto oggi a Milano il processo alla nuove Br. Nelle gabbie o
seduti tra i banchi, i sedici imputati, dietro le transenne; tra il
pubblico, una folta schiera di giovani a fare quasi da claque: applausi
e ritonelli del tipo "libertà, libertà, liberi tutti".

Questa mattina, subito dopo l’inizio dell’udienza alla prima Corte
d’Assise è arrivata, come già preannunciato, la richiesta di
costituzione di parte civile da parte del quotidiano "Libero" e del
giuslavorista (nonché candidato del Pd alle prossime politiche) Pietro
Ichino: secondo gli inquirenti, erano due dei futuri obiettivi
"politici" del Partito Comunista Politico Militare, il Pcp-m.

Il legale di Ichino, l’avvocato Laura Panciroli, nell’illustrare la sua
istanza ai giudici, ha spiegato che il suo assistito, secondo quanto è
emerso dalle indagini, era "destinatario di azioni violente" attraverso
l’utilizzo di armi, "volte alla sua eliminazione fisica". "Il progetto
omicidiario – ha proseguito – era giunto in uno stato avanzato di
realizzazione" e, quindi, Ichino ha subito un "grave danno
esistenziale": non solo è stato privato dei "suoi diritti e delle
libertà fondamentali", ma è stato costretto a vivere "sotto un regime
di protezione".

Regime a cui era stato sottoposto già all’indomani dell’omicidio di
Marco Biagi; e che poi, proprio dopo gli sviluppi dell’indagine sulle
nuove Br, è stato potenziato. Le due istanze, che hanno raccolto il
parere favorevole del pm e sulle quali la Corte scioglierà la riserva
alla prossima udienza fissata per il 15 aprile, come da copione sono
state bocciate dalle difese: le hanno ritenute guiridicamente infondate
e poi, come ha osservato l’avvocato Giuseppe Pelazza, "a Ichino farebbe
gioco entrare in questo processo, dal momento in cui si è candidato al
Senato". Mentre "Libero potrebbe avere un aumento di vendite delle
copie qualora entrasse come parte offesa".

 

 E non solo: l’avvocato Sandro Clementi ha chiesto alla Corte le revoca
della costituzione dell’unica parte civile già ammessa durante
l’udienza preliminare, e cioè il movimento di estrema destra Forza
Nuova, da lui paragonato alla ‘ndrangheta: "Andrebbe disciolto", ha
concluso il legale.

Ma la vera replica ad Ichino è arrivata dalle gabbie. Durante una pausa
Alfredo Davanzo, uno dei leader del gruppo, non ha esitato ad alzare la
voce: "Gli operai non sono morti ma sono stati uccisi sul lavoro grazie
alle leggi fatte da questi signori, da gente che oggi si è costituita
parte civile. Inchino invece non ha subito nulla". E ancora
dichiarazioni contro "gli stati "borghesi e gli Usa che bombardano le
popolazioni". Vincenzo Sisi gli ha fatto eco e ha aggiunto:
"Terroristi? Io non ho terrorizzato nessuno".

Per queste dichiarazioni gridate da dietro le sbarre, il pm Boccassini
ha fatto portare fuori dall’aula i due, insieme ad altri imputati. Il
magistrato ha chiesto anche lo sgombero immediato dei giovani del
pubblico – molti del centro sociale Gramigna di Padova – quando, in un
paio di occasioni, con il pugno chiuso, hanno intonato ritornelli e
appalaudito gli indagati. Solidarietà a Ichino, invece, è stata
espressa da diversi esponenti politici, a cominciare dal segretario del
Pd Walter Veltroni.

All’udienza di oggi, infine, anche le lamentele di difese e imputati
per il trattamento carcerario e le istanze, poi accolte dai giudici,
per consentire ai sedici di prendere appunti attinenti al processo. La
Corte infine ha respinto l’istanza del pm di "rimpolpare il
calendario", aggiungendo altre udienze a quelle già fissate fino a
luglio.

 

This entry was posted in movimento e manifestazioni. Bookmark the permalink.