Denuncia di una vittima di TSO

Vi contatto per informare che un nostro amico, un caro amico, R.L. è stato sottoposto a ricovero coatto in regime di TSO nel reparto psichiatrico dell’ospedale di Lavagna dopo una permanenza di due giorni volontariemente. La notifica è arrivata stamattina dopo che il primario gli aveva detto che lunedì (oggi) sarebbe uscito. Cio’ che ha fatto scattare la notifica del TSO è stata la risposta che questo nostro amico ha dato al tale medico, ovvero, in tutta tranquillità e educazione come suo solito: -io qui sto peggio, voglio uscire-. Dopo tale risposta il medico, ormai non più considearabile come persona dotata di sentimenti, ha deciso di ritenere necessario il TSO.
In questo momento stiamo vicino al nostro caro recluso in quel lager che si maschera da posto di recupero, dove la soluzione ai problemi consiste nella somministrazione di farmaci, i cui risultati sono solo controproducenti. Con immenso rammarico e rabbia ci stiamo attivando per tirarlo fuori da questo abuso che per l’ennesima volta viene inflitto nei confronti dell’individuo, da questo sistema che ci considera macchine e non uomini.
Purtroppo, come ben sappiamo tutti, i tempi burocratici e legali per constrastare questa situazione non sono dalla nostra parte, e rischiano di portare a situazione non volute. Vedere persone così insensibili, sterili, freddi e insofferenti davanti al malessere di un ragazzo ci fa capire veramente in che tipo di società viviamo e da chi ha il potere di decidere sulle nostre sorti.
Tanto per essere chiari, il capo reparto ha oggi negato alla madre di fargli visita.
Davanti a questo schifo, la nostra reazione nei confronti di certe persone e di certe situazione non puo’ che crescere. Speriamo che la nostra mentalità e la nostra idea di fronte a certe situazione ci faccia andare avanti questi maledetti giorni, a noi amici e genitori, e a lui, ragazzo estremamente sensibile a molti argomenti rinschiuso in questi lager.
E’ necessario che certi abusi vengano alla luce, è stato lui in prima persona a dirmi di scrivere cio’ una volta tornato a casa.

Con affetto

amici e genitori

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