ASSALTO AL CUORE DI NAPOLI: RAID E BARRICATE

<B>Rifiuti, assalto al cuore di Napoli <br>raid e barricate, città sotto assedio </B> 
Rifiuti, assalto al cuore di Napoli
raid e barricate, città sotto assedio

Cumuli di rifiuti per le vie di Napoli

NAPOLI – La città è ora un tappeto di spazzatura. Non più solo cumuli, come nelle precedenti fasi acute di crisi, ma proprio sacchetti e cassonetti rovesciati per strada un po’ ovunque. E non c’è più differenza fra periferie come Pianura e salotto cittadino. L’intera area urbana è avvolta dai miasmi della spazzatura in putrefazione e dai venti di rivolta. Ovunque si registrano pattuglie di ragazzi, teppisti organizzati, che sfrecciando in motorino si spostano da un focolaio di rivolta all’altro, ma anche donne e bambini che denunciano "ci entrano topi e insetti in casa" oppure "qua finiamo come col colera tanti anni fa".

Constatazioni alle quali fanno seguito le barricate e il lancio per strada di sacchetti. Che poi restano lì per ore e ore perché l’Asìa, l’azienda comunale di raccolta, non ha i mezzi necessari a intervenire prontamente in tempo reale dove la protesta insozza le strade. Non a caso il blocco del quartiere collinare del Vomero, iniziato giovedì sera, è stato rimosso solo ieri all’alba, mentre il sindaco Rosa Russo Iervolino apriva la sua giornata constatando che "la situazione è raccapricciante".

Bastavano però poche ore e la città era di nuovo a ferro, fuoco e munnezza. In mattinata esplodeva la rabbia degli abitanti di via Imbriani, a cavallo di via Salvator Rosa, l’arteria che sale dal centro cittadino alla zona collinare. Strada bloccata, traffico più in tilt del solito, corse deviate per gli autobus, costretti a tornare in collina per scendere poi da un altro asse viario verso il centro. Stessa scena nel pomeriggio lungo la Riviera di Chiaia, la strada che collega il centro a Mergellina e Posillipo. Anche qui due file di cassonetti rovesciati per strada e sacchetti a completare la barricata, con donne e bambini in prima fila, prontissimi a rigettare a terra anche il poco materiale che alcuni poliziotti volenterosi cercavano di radunare ai lati della carreggiata.

Ancora blocchi in serata anche in serata nella zona occidentale di Bagnoli e Fuorigrotta, vicino allo stadio San Paolo, di nuovo su via Salvator Rosa, con la città spezzata in due nell’ora del rientro a casa e lungo via Forìa.

 

Una città in stadio di assedio. Si aggiungevano i roghi, nella zona di via Chiaia, nei dintorni di piazza Garibaldi, sede della stazione ferroviaria, e in altri quartieri della Napoli collinare. In questa situazione arrivava in serata la nota ottimistica del commissariato straordinario: grazie all’apertura di un sito di stoccaggio nel casertano, gli impianti di Cdr hanno potuto accogliere e lavorare circa 7000 tonnellate di spazzatura. È il quantitativo medio di produzione di una giornata in tutta la regione, dunque almeno ieri la situazione non è peggiorata e da domani il ritmo di recupero, come annuncia a Napoli l’assessore Gennaro Mola, dovrebbe incrementare. Ma quello che si è accumulato nei giorni scorsi per terra resta lì, insieme alla esasperazione della gente. Sicché si moltiplicano le reazioni politiche.

Il presidente della Regione Antonio Bassolino nota che "Berlusconi e il governo vengono a Napoli (mercoledì 21, ndr), e mi sembra un segnale giusto". Intanto il sindaco Iervolino punzecchia il commissario straordinario Gianni De Gennaro: "Quando mi nomineranno commissario all’emergenza rifiuti una soluzione la troverò. Siccome un commissario c’è, e si chiama De Gennaro, faccia il suo mestiere". E il presidente della Provincia di Napoli, il verde Dino Di Palma, invoca: "Apriamo immediatamente tutte le discariche in grado di accogliere spazzatura per quindici giorni".

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