Chiaiano – Cariche della polizia e fermi generalizzati

Riceviamo e inoltriamo

Pesanti cariche dellla polizia a Chiaiano questa notte, 5 fermi, anziani e bambini coinvolti, le telecamere sono state sequestrate ai giornalisti.
Migliaia di persone in presidio ora resistono.


 

fonte repubblica

Il provvedimento, firmato da Napolitano, individua siti in tutte le province campane compresa Napoli. E la gente manifesta: scontri, 10 contusi e cinque fermati
Dieci discariche nel decreto rifiuti e a Chiaiano esplode la protesta
Appello di Maroni: "Capisco la reazione, ma dobbiamo risolvere questa tragedia"

ROMA – Dieci discariche, per tamponare e avviare verso una soluzione l’emergenza rifiuti in Campania: i nomi dei dieci siti – tra cui Chiaiano a Napoli – sono inseriti nel decreto firmato da Giorgio Napolitano. Ma in serata, proprio a Chiaiano, esplode, fortissima, la protesta: manifestanti contro forze dell’ordine, blocchi stradali, scontri, lanci di pietre. Il bilancio è di dieci dimostranti contusi, e cinque persone fermate.

Gli scontri. I cittadini hanno cominciato a manifestare a Chiaiano nel pomeriggio. Hanno bloccato le strade di accesso alla zona, hanno rovesciato anche due egli autobus. Di fronte a questo comportamento, le forze dell’ordine hanno compiuto due cariche: una decina di persone hanno riportato contusioni, una ha avuto un malore ed è stata traspostata in ospedale. L’inviato del tg3, Romolo Sticchi, ha riferito di essere stato bastonato dai poliziotti. In serata, la tregua. Ma intanto una trentina si persone si è recata davanti alla questura di Napoli, in via Medina, per sollecitare il rilascio dei cinque fermati dalla polizia. Il ministro dell’Interno, Roberto Maroni, ha commentato così: "Era prevedibile una reazione di questo tipo, lo capisco, ma è interesse di tutti porre fine a questa vera e propria tragedia nazionale".

Le discariche. Nel decreto, che ora viene pubblicato sulla Gazzetta ufficiale, sono indicati dieci siti dove dovranno essere realizzate le discariche: tra questi sicuramente tre già conosciuti – Savignano Irpino nell’avellinese, Sant’Arcangelo Trimonte nel beneventano e Terzigno nell’area vesuviana del napoletano – ai quali si aggiungono un’altra cava a Terzigno, e poi Andretta in provincia di Avellino, Ferrandelle a Santa Maria La Fossa, Cava Mastroianni in località Torrone in provincia di Caserta, Serre in provincia di Salerno e, appunto, Chiaiano, a Napoli, già prevista nell’ordinanza firmata dal commissario uscente Gianni De Gennaro lo scorso 30 aprile.

Il caso Serre. Quanto alla località del salernitano, nel decreto è indicato soltanto il nome del comune: in teoria si potrebbe ampliare l’attuale discarica di Macchia Soprana, e anche aprirne una nuova a Valle Della Masseria, dove si consumò lo scontro con l’ex ministro dell’Ambiente Alfonso Pecoraro Scanio.

I termovalorizzatori. Saranno quattro, di cui uno a Napoli. "E’ giunto il momento – dice Bertolaso – di scrivere la parola fine ad una vicenda che il presidente Napolitano, in maniera ottimista e benevola, ha definito penosa". Ed è giunto il momento di chiuderla "con le favole: quella del fos, che è solo immondizia triturata, quella delle ecoballe, che sono come il tal quale, quella dei Cdr, che sono impianti che non producono nulla". Bisogna dunque "rimboccarsi le maniche, mettere da parte malumori, strumentalizzazioni e divisioni".

Bertolaso polemico. Parole, quelle appena citate, rivolte non solo a quei cittadini che non intendono ascoltare ragioni diverse dalle loro ma anche a "qualche collega burocrate" che, sono sempre parole di Bertolaso, ha fatto "resistenze" al decreto perchè non convinto dalla compatibilità del ruolo di capo della protezione civile accanto a quello di sottosegretario ai rifiuti.

L’utilizzo dei militari. Prima di lasciare Napoli Bertolaso è tornato sull’utilizzo dei militari, che non "avranno regole d’ingaggio" perchè il loro compito sarà di "sorveglianza, tutela e protezione dei siti". E però, ha precisato, poichè le discariche saranno siti di interesse strategico, "se qualcuno tenta di violarle paga le stesse conseguenze che se tenta di entrare in una caserma dell’esercito".

 

 

 

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