Matteoli: il Tav si fa dialogando… ma il movimento rilancia

Matteoli: il Tav si fa dialogando… ma il movimento rilancia: compra un posto in 1a fila, atto secondo (interviste)

|12.06.2008| Ieri in prefettura a Torino il ministro delle infrastrutture del governo Berlusconi, Altero Matteoli ha tracciato i tempi e i modi per realizzare la Torino Lione in Valle di Susa. La parola d’ordine è il dialogo e l’apprezzamento per il cammino fin qui svolto dal commissario straordinarioVirano e dall’Osservatorio Tecnico è stato più volte ribadito. A differenza di quanti agitano spauracchi intorno al fascismo/berlusconesimo, il governo si comporterà esattamente come quello precedente, smentendo le ringhiate del camerata Martinat che sosteneva (oltre che equiparare i notav ai pusher) che la Torino Lione sarebbe rientrata nella legge obbiettivo. Matteoli infatti prosegue la linea soft, rinnovando fiducia nell’Osservatorio e dando 6 mesi in più di tempo per proseguire i lavori (la prima fase scade il 30 giugno n.d.r.), dichiarando che “Per un’opera che durerà quindici anni, sei mesi di discussione in più non sono un problema”. Quindi altra fiducia al clima di dialogo instaurato tra sindaci, istituzioni piemontesi, commissario straordinario e governo, a ricreare lo steso clima che c’è in parlamento, dove tutti remano nella stessa direzione. Il movimento no tav c’è abituato, la lobby che a di fronte non ha colore politico e nei governi amici nessuno ci ha mai creduto, non facendo mai sconti a qualsiasi forza politica. Cosa che evidentemente Berlusconi sa bene, visto che le sue truppe nel 2005 dovettero fare retromarcia dall’occupazione della valle.

E i sindaci?

In questo gioco “istituzionale” viene da chiedersi quale sia il ruolo dei sindaci della valle di Susa, visto che sempre di più vengono dati come ricreduti ad eccezione dei 4 sindaci e dei 90 amministratori firmatari del documento che chiede l’uscita dall’Osservatorio.
Inoltre con l’istituzione del piano di sviluppo della valle (500 milioni di euro) i sindaci sembrano comparse dei sindaci di “movimento” che abbiamo conosciuto negli anni precedenti.
La storia del movimento dice che esiste un fronte di lotta” istituzionale” dove gli amministratori sono i soggetti che devono mettere in difficoltà gli avversari, dilatando i tempi, mettendo i bastoni fra le ruote ad iter amministrativi e burocratici, cosa che non avviene più da tempo. Un clima di cordialità che puzza tanto di resa, ma alla conta ancora non manca nessuno.
Esattamente un anno fa, in un‘assemblea infuocata, il movimento processò i sindaci di ritorno da Roma per essere stati troppo remissivi nei confronti del governo Prodi, imputandoli, con la desistenza, di avere tracciatati il cammino per il futuro governo, e così sta avvenendo.
Tant’è che giorni fa Virano si è sentito in dovere di sostenere che “C’e’ ancora un nucleo combattivo di irriducibili senza se e senza ma, ma anche senza ‘a’ di argomenti. Sono solo qualche centinaio – ha spiegato Virano -. Questo perche’ i sindaci hanno riguadagnato centralita’, oggi in 56 su 60 sono favorevoli all’opera.”

> Ascolta il rescoconto di Loredana Bellone (sindaco di san Didero)
Capofila dei sindaci e amministratori dissidenti

E Il movimento rilancia

Nonostante l’opera di “cancellazione” del movimento no tav, la resistenza popolare valsusina è viva e vegeta e domenica 15 rilancia dando il via al secondo atto di Compra un posto in prima fila, atto di acquisto collettivo dei terreni di Venaus, difesi e riconquistati nel 2005. Per uno che sparisce, fare un atto in 1400, dopo quello precedente di pari numero, non è poco
In ogni caso poi il ragionamento dalle terre valsusine è semplice, il can-can che si muove intorno al Tav è molto, ma ancora non si parla di tracciati, essendo che si discute di tutto tolto dell’opera reale che dovrebbero finanziare e realizzare, ma ancora nessuno dice dove, paura forse?

> Ascolta il commento di Lele Rizzo (cs Askatasuna/comitato lotta popolare notav)

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