“Più impronte per tutti” : l’uguaglianza sotto il segno del controllo

"Più impronte per tutti" : l’uguaglianza sotto il segno del controllo (intervista)

17 luglio 2008, Italia – Con un emendamento della maggioranza approvato nella notte con voto bipartisan il governo Berlusconi prevede che dal 2010 chiunque vorrà rifarsi il documento d’identità sarà obbligato a rilasciare agliuffici di polizia le proprie impronte digitali.
Una schedatura di massa che, per una volta, mette d’accordo maggioranza e opposizione, con quest’ultima convinta che rilevare le impronte a tutti gli italiani sia un buon modo per impedire la discriminazione verso i rom.
Per il Pdl è un modo per aggirare le accuse di razzismo piovute sulla decisione di Maroni di schedare i rom. Per il centrosinistra, che canta vittoria (ed ha appoggiato l’emendamento) si tratta di un autentico dispositivo di euguaglianza sociale:  «Abbiamo eliminato una discriminazione».
La misura è già in vigore, ma solo in maniera facoltativa.

Prima gli zingari, poi tutti gli altri
L’applicazione di un tale dispositivo su scala nazionale dimostra, se ancora ce ne fosse bisogno, quanto l’applicazione di certe norme di controllo e limitazione delle libertà personali passi sempre per sperimentazioni temporanee su soggetti per definizione poco difendibili o incarnanti la dviazione dalla norma. Dopo qualche settimana di schedatura etnica sui rom, toccherà abreve a tutt* gli/le italian* farsi prendere le impronte digitali.

Più ancora che improbabili scenari apocalittici alla "1984" quà e là descritti da tanta stampa di sinistra, quello che viene segnato è un passaggio in più verso la governamentalità di un sociale potenzialmente ingovernabile per le attuali configurazioni di un potere sempre meno in grado di dare risposte concrete quanto ansioso di disciplinare preventivamente i soggetti e la loro erogazione di forza-lavoro.

> Ascolta il commento di Emilio Quadrelli

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