Attacco agli zapatisti

Non c’è pace per le comunità zapatiste del Chiapas. Aggressioni, minacce sparatorie,
sono all’ordine del giorno. Una guerra a bassa intensità? Forse, ma pur sempre
una guerra.


colonna militareI fatti.
Erano le 10.30 del 29 agosto scorso quando un gruppo di militanti zapatisti stava
facendo dei rilievi in un terreno da poco recuperato. La misurazione che stavano
effettuando nei pressi del villaggio Sombra Baxil stava procedendo per il meglio
e il lavoro poco tempo dopo era già terminato. Ma non i problemi. Quelli dovevano
ancora iniziare. Non appena deciso di rimettersi in moto in direzione Olga Isabel,
il municipio autonomo da cui provenivano, gli zapatisti sono stati attaccati.
Uno, due, tre fino a sei colpi di arma da fuoco, dopo si è scoperto che si trattava
di proiettili calibro 38, sono stati sparati in direzione degli zapatisti. E non
solo quelli. Le minacce sono proseguite. Colpi di carabina calibro 22 e ancora
pistole calibro 38 sono continuate mentre gli zapatisti cercavano di rientrare
verso il villaggio.

Paramilitari.
Le sorprese, però, non sono finite. Poco dopo essere riusciti a abbandonare
la zona, gli zapatisti sono stati nuovamente aggrediti. Anche questa volta nell’imboscata
sono state usate armi da fuoco. Di sicuro presenti all’agguato c’erano quattro
persone in divisa militare e altre quattro vestite con una divisa totalmente nera:
tutti probabilmente paramilitari legati all’Opddic (organizzazione per la difesa
dei diritti degli indigeni e dei contadini). L’agguato ha causato il ferimento
di un uomo di 43 anni, Mariano Guzman, che stava cercando di rientrare nel villaggio
zapatista. Presente all’aggressione il leader dei paramilitari Jorge Vilchis López,
che lavora nell’ufficio opere pubbliche della giunta di Chilón. Facilmente riconoscibili
i suoi complici: Tomás Enzino, Juan Enzino, Alfonso Enzino, José Guzmán Pérez,
Javier Jiménez Guzmán, José Alvaro, José Alfredo Pérez Vilchis, Mariano Espinoza
Vilchis, José Vilchis López e César Mejía Vilchis. tutti coperti e protetti dalla
forza della legge del governo federale, statale e municipale. Tutti conosciuti
bene dagli zapatisti.

Dalle giunte.
Dalle giunte zapatiste intanto arriva anche la notizia che il commando paramilitare
prima dell’aggressione avrebbe utilizzato anche droga. Inoltre, si respinge ogni
forma di violenza o aggressione e si chiede alla comunità internazionale di vigilare
per quanto possibile sulle comunità zapatiste, da sempre comunità pacifiche. “Non
permetteremo che un gruppo di persone armate leda la tranquillità della nostra
società sparando pallottole senza motivo, senza ragione” si legge in un comunicato
della Junta del Buen Gobierno di Morelia. Insomma, dal 1994 poco è cambiato in
Chiapas. Le comunità zapatiste sono sempre sotto scacco e oggetto di minacce e
attentati. E la comunità internazionale fa davvero poco per sensibilizzare l’opinione
pubblica su quello che a tutti gli effetti è un conflitto sociale dalle proporzioni
gigantesche e non un conflitto a bassa intensità.
This entry was posted in guerre e conflitti. Bookmark the permalink.