Terza notte di scontri a Malmoe tra polizia e migranti

Terza notte di scontri a Malmoe. Lo sgombero dell’ex moschea
occupata da un gruppo di giovani immigrati fa scattare la reazione. La
polizia chiede rinforzi, 22 gli arresti finora

E’ la terza notte di scontri quella che è appena passata a
Malmoe, in Svezia. I giovani immigrati del sobborgo di Rosengaard si
sono ripetutamente scontrati con le forze di polizia, dando fuoco a
cassonetti e veicoli, lanciando pietre e bombe molotov.

La tensione è cominciata con lo sgombero forzato di un gruppo di
migranti da un’ex moschea, occupata in seguito alla decisione del
padrone di riappropriarsi dei muri. Già il 24 novembre
l’edificio che aveva ospitato il centro culturale musulmano era stato
occupato e poi sgomberato senza problemi.

Finora sono stati 22 gli arresti, gli scontri sono stati talmente
violenti che la polizia di Malmoe ha chiamato rinforzi da Stoccolma e
dalla vicina Danimarca. Quest’oggi una scuola è andate in fiamme
dopo il ripetuto lancio di bottiglie molotov.

Al terzo giorno di rivolta dei giovani immigrati di Svezia comincia a
delinearsi meglio il carattere di questa rivolta partita da una zona
periferica e molto popolosa di Malmoe: similarmente alla dinamica di
inizio dei riot nelle banlieues francesi nel 2005, o alla rivolta che
sta infiammando la Grecia, quel che ha fatto scattare l’indignazione
è stato un fatto circoscritto (lo sgombero dai locali), il quale
si è poi trasformato in altro, potenziato dal protagonismo dei
giovani immigrati che stanno partecipando alla sommossa. I riot svedesi
sono probabilmente anch’essi da ascrivere al disagio dei giovani
immigrati dentro la società dell’oggi, il che non può che
quindi avere diretti collegamenti e ragioni economiche e sociali.

Nemmeno loro voglion pagare la crisi…

This entry was posted in movimento e manifestazioni. Bookmark the permalink.