FOSFORO BIANCO IN PALESTINA. LA TV ARABA PUBBLICA UN VIDEO SCONVOLGENTE

L´omaggio
istituzionale, di mattina, del sindaco Gianni Alemanno e
dell´assessore alla Cultura Umberto Croppi alla strada del
Tuscolano che gli amministratori di An vogliono trasformare in "Via dei
Martiri di Acca Larentia". Poi, alle sei di pomeriggio, sotto la
pioggia battente, il saluto romano di trecento neofascisti schierati al
grido di «Camerati, sull´attenti!».
Ieri ricorreva il 31esimo anniversario della morte di tre giovani del
Fronte della gioventù uccisi a via Acca Larentia. E
c´erano cinque tricolori sventolanti ma, sulla porta della
vecchia sezione missina, anche una grande bandiera nera con il simbolo
della croce celtica. Davanti a quella porta, a quella croce e,
soprattutto, alla lapide commemorativa, si sono fermati il sindaco e il
ministro della Gioventù, Giorgia Meloni. Poi, qualche ora
più tardi, i militanti di destra di Area Identitaria e Casa
Pound, che non hanno rinunciato a rendere omaggio ai caduti con il
saluto romano.
L´anno scorso aveva partecipato alla commemorazione in veste di
presidente della federazione romana di An. Ieri, invece, Gianni
Alemanno è tornato a via Acca Larentia come primo cittadino. Per
la prima volta, dunque, un sindaco di Roma ha deposto una corona di
fiori dove il 7 gennaio 1978 i giovani militanti di destra Franco
Brigonzetti e Francesco Ciavatta furono assassinati a colpi di
mitraglietta da estremisti di sinistra e, qualche ora più tardi,
il giovane Francesco Recchioni fu ucciso da un carabiniere durante gli
scontri con le forze dell´ordine. Una celebrazione composta,
quella della mattina. Senza saluti romani né cori. Solo un
gruppetto di giovani, giacca nera North Face e jeans, intorno al
sindaco e a presidiare la vecchia sede di quartiere dell´Msi.
«I tre giovani morti nella strage di Acca Larentia meritano
giustizia – ha precisato Alemanno – negli anni �70
si negava il terrorismo di sinistra, ma è arrivato il momento di
ricordare anche le vittime della violenza rossa ed è per questo
che intendo intitolare una strada ai tre giovani dell´Msi uccisi
nella strage di Acca Larentia. Perché con le stesse mitragliette
con cui furono uccisi – ha concluso il sindaco – i militanti delle Br
uccisero in seguito tanti esponenti politici».
Parole ribadite anche dal ministro della Gioventù Giorgia Meloni
che, dopo aver deposto una corona di fiori, ha precisato: «Tutti
quei giovani italiani caduti per mano della violenza politica, di ogni
colore, non sono martiri di un partito o di una fazione, ma
dell´Italia intera». Per l´assessore Croppi,
«entro l´anno si può sostituire il nome di via Acca
Larentia con "Via dei Martiri di Acca Larentia". Si potrà
deliberare quando si riunirà la prossima commissione
toponomastica e per il prossimo anniversario potrebbe esserci la nuova
targa».
Poi, a sera, al grido di «presente» ripetuto tre volte e
con il saluto romano teso verso la lapide, circa trecento persone,
giovani e vecchi nostalgici, hanno partecipato alla cerimonia
organizzata dalla sezione Acca Larentia del nucleo Area Identitaria
Romana, movimento di destra vicino ad An, alle 18 in punto, ha
«reso onore ai camerati», nel giorno della commemorazione
dei tre attivisti del Msi uccisi 31 anni fa al quartiere
Appio-Tuscolano.
In centinaia tra famiglie, abitanti del quartiere e non, hanno
partecipato e assistito in fila di fronte alla sezione, alla cerimonia.
Nei tre punti dove nel 1978 anni fa sono morti i giovani attivisti, i
membri della sezione hanno affisso un manifesto che raffigura una rosa
nera bagnata da una goccia di sangue, con la scritta: "Ore 18,
presente!".
Dalle fila dell´opposizione si sono levate proteste
all´idea di intitolare una strada ai "martiri di via Acca
Larentia". Paolo Masini, consigliere comunale del Pd, ha detto:
«Trovo la proposta di Alemanno avvilente per una città
medaglia d´oro della Resistenza. Chiedo che il sindaco di Roma
prenda finalmente e definitivamente le distanze da tutto questo».

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