L’Aquila – Corteo eversivo a processo

Di sotto è riportato l’articolo apprso sul Centro
(quotidiano d’Abruzzo) di lunedì 26 gennaio. Metto in chiaro che
è stata mia premura siglare i nomi degli imputati, in quanto
l’infame quotidiano (e il porco giornalista) li hanno riportati per
intero in grassetto.

Giornalisti servi del potere!

fonte: quotidiano d’abruzzo

Corteo eversivo, in 13 davanti al giudice

L’AQUILA. Approda in aula la prima tranche del procedimento
riguardante il corteo eversivo che ci fu all’Aquila il 3 giugno
2007. Infatti la procura ha disposto il rinvio a giudizio per il 28
gennaio di 13 giovani che parteciparono alla manifestazione nazionale
per protestare contro il carcere duro previsto dal 41 bis. Nel corteo
vennero anche pronunciati slogan inneggianti alle nuove Brigate Rosse
con riferimento a Nadia Desdemona Lioce detenuta all’Aquila. Va
subito detto che le persone chiamate in giudizio nella prossima
udienza, (quasi tutti sotto i 40 anni), sono imputate di reati minori
mentre ci sono sotto accusa in un altro procedimento altre dieci
persone (veneti e lombardi) che devono rispondere del più grave
reato di istigazione a delinquere per il quale è in arrivo la
richiesta di rinvio a giudizio. Un reato per il quale è prevista
in caso di colpevolezza una pena fino a cinque anni di reclusione.
Infatti costoro sono sospettati di avere pronunciato slogan inneggianti
agli omicidi dei giuslavoristi Marco Biagi e Massimo D’Antona
assassinati dalle nuove Br (poi sgominate) rispettivamente nel 2002 e
nel 1999. I partecipanti al corteo che compariranno nelle imminente
udienza hanno accuse diverse. Quattro di loro D.S., F.B., M.D.S. e A.S.
, sono infatti accusati di avere imbrattato con scritte e disegni
alcuni edifici del centro storico cittadino, in particolare via Andrea
Bafile e corso Principe Umberto. Reato ancora tutto da dimostrare per
il quale in caso di colpevolezza è prevista una multa. Altri
giovani (insieme A.S. e D.S.) sono accusati, invece, di avere
danneggiato la rete di recinzione esterna del carcere delle Costarelle
di proprietà del ministero della Giustizia. Gli accusati sono
P.G. , M.D.A. , S.C., M.E.M. , A.P. , M.U., F.S. , S.M. e R.F. Le
indagini sono state fatte dalla Digos che ha individuato i sospettati
sulla base di una serie di riprese filmate e centinaia di fotografie.
Indagini che sono andate molto a rilento in quanto si è dovuto
fare ricorso a informazioni attinte da altre questure anche ai fini
della identificazione delle persone che parteciparono al corteo.
L’indagine penale fu sollecitata anche da una serie di
intrepellanze al ministro guardasigilli dell’epoca, Clemente
Mastella . Ci furono anche degli elogi alla questura aquilana da parte
delle istituzioni che dislocò decine di agenti lungo il percorso
di alcuni chilometri del corteo. Nonostante alcuni slogan dai toni
forti e, per certi aspetti provocatori, la calma ebbe il sopravvento e
non ci furono i temutissimi scontri. Del resto gli aquilani disertarono
in massa l’evento

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