SPAZIO SOCIALE TOTEM DEVASTATO E SGOMBERATO A BOLZANO

spazio sociale totem devastato a bolzano

Arealibera

Arte e comunicazione sociale culturale politica

OTTIMO LAVORO DI RIPRISTINO DEI LUOGHI ESISTENTI !

Le foto e articoli allegati danno una chiara visione di come
funzionano le cose a Bolzano e quale sia la logica che impera nelle
“menti geniali” di coloro che duramente lavorano nella
Provincia Autonoma Bz, in particolare presso la Ripartizione Opere
Idrauliche – demanio idrico. La vicenda ha scosso ed indignato
l’opinione pubblica, che per anni hanno “sognato” di
vivere in una bella regione precisa e perfetta. Non manca nulla e tutti
vivono come negli spot pubblicitari del mulino bianco. In questa
occasione è accaduto qualcosa che ha infranto questo bel modello
politico imposto in una democrazia del benessere consumistico. Signori
e signore: benvenuti alla dura realtà !
Appare evidente l’alta tensione sociale dopo aver
“smascherato” in modo schiacciante e senza ombra di dubbio
il vero, brutale e devastante volto delle Istituzioni Pubbliche che
hanno raso al suolo lo Spazio Sociale Totem.
Con una azione militare hanno dato un segnale chiarissimo: . Un bel
messaggio di morte, spacciato per inflessibile, puntualissimo
ripristino della legalità e della sicurezza dei cittadini. Bravi
!
Qui a Bolzano non si sgarra. Le norme e le leggi sono
“sacre” e chi intende fare il furbo viene semplicemente
eliminato. Avrebbero sicuramente voluto farlo in sordina, e che nessuno
sapesse o vedesse. Ma sono arrivati tardi. Riempire questo comunicato
di insulti, minacce è fin troppo scontato. Sono anni che
Arealibera denuncia la vera faccia “criminale” del potere,
gli infami metodi di controllo di massa e mai presi sul serio dalle
persone. Questa vicenda invece ha aperto un varco nelle coscienze, in
cui moltissimi hanno visto da vicino i veri metodi a di poco
terroristici di Stato. Forse per la prima volta la popolazione
bolzanina ha provato paura non degli extra-comunitari, della
micro-criminalità o degli anarchici ribelli al sistema, ma del
vero potere in giacca e cravatta. Di chi ci comanda e di chi detta la
legge a tutti.
CHI SONO IN REALTA VERI VIOLENTI ? Gli anarchici o le sacre Istituzioni ?
Lo Spazio Sociale Totem, non autorizzato ed abusivo per la Prov. di Bz
è stato definito “pericoloso” per la sicurezza delle
persone, in particolare per i bambini. Una infrazione gravissima,
pertanto le strutture si dovevano radere al suolo. Chi paga ed è
il responsabile in caso d’incidente ? Così hanno detto.
Quanto sono buoni e premurosi, questi nostri amministratori pubblici !

La foto sopra (siringhe) mostrano al contrario di come siano molto
facili da trovare in tante zone totalmente abbandonate e sporche lungo
i fiumi Talvera ed Isarco. Aree gestite dai sapientoni del demanio
idrico della Prov. Bz ed altri. Chi paga in caso di accidentale puntura
od incidente? Non è molto chiaro di chi sia la
responsabilità in queste situazioni. Cazzi loro. Giusto ?
Il sottoscritto Moreno Fiorenzato chiamato in causa come il principale
promotore dell’iniziativa (oltre al collettivo Totem) ha il dente
avvelenato da oltre 30 anni contro le vostre paranoiche e scellerate
buffonate del rispetto delle leggi e della vostra legalità (di
merda).
PERCHE’ LO STATO E LE ISTITUZIONI SONO I PRIMI AD INFRANGERE LE
LEGGI CHE VOI STESSI AVETE “INVENTATO”. Buffoni.
Non è questa la corretta sede per elencare nel dettaglio gli
infami abusi e persecuzioni subite (depositati gli atti in varie aule
giudiziarie nel corso di oltre 35 anni) dallo Stato Italiano e fatti da
diversi funzionari istituzionali.
Cito solo brevemente i fatti. Il sottoscritto è stato arrestato
ingiustamente per due volte, ed ha subito circa 13 abusi di Stato tutti
documentati. Per info. vedi il mio personale legale di fiducia:
l’avv. Carmelo Scambia del foro di Milano.
1° Arrestato nel carcere di Bolzano da minore (anno 1972 circa 40
gg.) per un reato non commesso. Un doc. della Casa Circondariale di Bz.
dichiara che risulto non aver mai fatto permanenza in questa struttura.
Ad oggi però nei terminali della Polizia di Stato risulta invece
l’arresto e pure pluri-pregiudicato. Ad oggi lo Stato Italiano
non mi ha mai risarcito 1 Euro del criminale danno subito! Di cui anche
il P.M. bolzanino G. Rispoli (denunciato presso la Proc. di Trieste)
non si era “accorto” dell’abuso. Bravi, ottimo lavoro!
Vedi copie di alcuni documenti pubblicati sul sito: www.arealibera.com
2° Arrestato nel carcere di Montorio V.se (anno 2004 per 3 mesi + 3
agli arresti domiciliari). Assolto da tutte le accuse imputate passando
ben tre gradi di giudizio: Trib. Verona, Corte Appello Venezia,
Cassazione Roma. Ad oggi non sono ancora stato risarcito di 1 Euro per
la seconda ingiusta detenzione. La Giustizia (dicono nelle procure) ha
tempi lunghi. Bravi, ottimo lavoro!
3° Villetta a schiera ipotecata nei pressi di Pastrengo dal Comune
di Vr. con la minaccia dell’asta giudiziaria per delle multe
pregresse non pagate (dicono). Dopo aver venduto forzatamente
l’immobile e devastato il matrimonio, in sede legale è
emerso che oltre il 70% delle multe erano già andate in
prescrizione (dopo 10 anni). Ad oggi tale abuso penale del Comune Vr.
non è mai stato riconosciuto. Bravi, ottimo lavoro! Ho rischiato
pure una nuova ipoteca di un altro immobile per il canone RAI non
pagato. E non ho la televisione in casa!
4° Lavori fotografici per il Comune di Cazzano T. (Vr.) mai pagati.
Il Comune di Cavaion V.se ha fatto una pubblicazione di un catalogo nel
2000 non autorizzato dal sottoscritto (vedi ex vicesindaco Segattini)
abusando del diritto della mia privacy. Ad oggi non è stato
risarcito 1 Euro. Bravi, ottimo lavoro!
L’elenco di queste “belle avventure” istituzionali
è molto più lungo. Ripeto: tutte documentate in sede
legale. Ovviamente considerati i tempi “velocissimi” della
Giustizia Italiana passano nel frattempo gli anni. Il tutto finisce in
prescrizione (annullate) ed il fesso anarchico come sempre non viene
risarcito dei devastanti danni subiti.
E’ corretto che Arealibera ringrazi pure la Provincia Autonoma di
Bz per l’esemplare lavoro svolto. Ci mancava! E’ doverosa
però una piccolissima nota: a tutti gli amanti dei fiori
Arealibera incentiva la coltivazione di crisantemi biologici (va di
moda il bio). Farete in futuro affari d’oro, è certo!

MA DI QUALE LEGALITA’ STATE PARLANDO, ASSASSINI DI MERDA! LA PAGHERETE CARA, PAGHERETE TUTTO. A FUOCO IL SISTEMA.

Bolzano 26.09.2008 MORENO – AREALIBERA
Una bella foto (non manipolata) dei cieli della democratica ed
ecologica città di Bolzano, in memoria dei deportati defunti nel
lager di Via Resia. Una realtà per molti lontana o dimenticata.
Arealibera invece ricorda che oggi nello stesso luogo e dentro le
stesse mura ci sono all’interno vari condomini in cui vivono
centinaia di ignare persone.
Caro amico, cara amica: il lupo perde il pelo ma non il vizio e dalle
divise e stellette si sono solo messi le giacche e cravatte. Chi ha
orecchie per intendere … intenda !
A brevissimo capirai anche a tue spese il significato di questo comunicato. AUGURI A TUTTI.

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Nazi infamia a Roma

Militia
è il nuovo gruppo che riunisce tutti i rimasugli nazifascisti di Roma e
dintorni e vede il solito Maurizio Boccacci tra i capoccia, uscito da
FT qualche settimana fa.

ROMA – Su alcuni muri di Roma sono apparse scritte razziste che fanno
riferimento agli immigrati uccisi a Castel Volturno e a Milano. Su alcuni
manifesti affissi lungo la via Tiburtina e firmati da Militia si legge:
”minime in Italia: Milano -1. Castelvolturno -6”. Secondo testimoni i
manifesti sarebbero stati affissi da una ventina di giovani che avevano
teste rasate e giubbotti in pelle. (Agr).

 

A ROMA SCRITTE RAZZISTE SU MORTI CASTELVOLTURNO E MILANO (ANSA) – ROMA,
25 SET – Alcune scritte razziste che si riferiscono agli immigrati
uccisi a Castelvolturno e Milano sono apparse questa sera sui muri
della tangenziale est a poche centinaia di metri dal cimitero Verano a
Roma. Su due manifesti affissi sulla via Tiburtina, a firma di Militia,
è stato scritto «minime in Italia: Milano -1. Castelvolturno -6».
Nell’altro manifesto invece è stato scritto, sempre con la stessa sigla
sotto la quale è stata tracciata una svastica, «Schifani, l’ebreo sarai
te». I due manifesti, secondo un testimoni che ha avvertito le forze
dell’ordine, sarebbero stati affissi poco prima da un gruppo di
giovani, circa una ventina, che, secondo la testimonianza, avevano
teste rasate e giubbotti in pelle. (ANSA). ST/LM 25-SET-08 00:23 NNN

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DISERTIAMO LA PAURA

DISERTIAMO LA PAURA

Consumatori di paura in un mondo di insicurezze: questo è ciò che tentano di fare di noi.
Per raggiungere tale scopo e preservare il potere e il privilegio, gli
Stati instillano fobie fasulle e ingrassano mostri immaginari;
l’ossessione securitaria, declinata negli infiniti pacchetti sicurezza,
individua di volta in volta il nemico di turno: rumeni, rom, lavavetri,
prostitute e più in generale lo straniero, diventano i bersagli verso
cui sfogare le proprie ansie. In realtà perdere il lavoro o morire di
esso ha ben altre cause, così come altre sono le ragioni che non
permettono di avere una casa o una cura.
La macchina del terrore statale ed economico dietro l’ombra della
democrazia, ci presenta qualsiasi progetto di sopraffazione come utile
e necessario: dal nucleare alle grandi opere di devastazione
ambientale, dalla guerra fino all’ultima trovata fantasiosa del sindaco
sceriffo di turno. Il divieto di mangiare per strada come
l’elemosinare, di lavare i vetri come di fare i castelli di sabbia sono
dei modi per buttare fumo negli occhi di chi, stanco e alienato dalla
propaganda, non si rende conto che tutto ciò non gli aveva mai
provocato nessun problema.
Così non siamo più sicuri nemmeno di cosa avere veramente paura. E se
domani l’acqua e il cibo non fossero più nei supermercati? Se
un’influenza improvvisa ci colpisse e non sapessimo porvi rimedio? A
soccorrerci non ci sarebbero più i saperi di un tempo che permettevano
di essere autosufficienti, né le relazioni tra gli individui che
garantivano una rete solidale.
Non più padroni di noi stessi, non saremmo più in grado di prendere in mano le nostre vite.
Avremo inseguito un nemico che non esiste, mentre i veri responsabili
di questo sfacelo, padroni e governanti di ogni colore, saranno al loro
posto a programmare la prossima devastazione. Soprattutto avremo perso
coscienza della realtà e di noi stessi nel mare dell’indifferenza e del
rancore, mentre il potere modifica costantemente il passato facendoci
perdere la memoria della storia e della cultura. Accetteremo, come
stiamo facendo, che gli stranieri poveri siano rinchiusi in dei lager
chiamati centri di Identificazione ed Espulsione e cacciati dal
castello perché poco decorosi per la nostra vista. Accetteremo i morti
in mare in cerca di una possibilità di sopravvivenza e il razzismo
strisciante che uccide.

Invertire la rotta è un gesto da compiere senza indugi, per uscire
dallo stagno della pacificazione sociale in cui vorrebbero farci
annegare. Questo hanno fatto alcuni anarchici che negli ultimi anni
hanno condotto con chiarezza delle lotte, in particolar modo contro il
lager a gestione cattolica che era il "Regina Pacis" di San Foca (Le).
Lotte condotte dal basso, seguendo i principi da sempre propri degli
anarchici: autogestione, informalità, orizzontalità nelle relazioni,
azione diretta… Lotte e metodologie che lo Stato vorrebbe fermare con
il terrore, i processi, le condanne e gli anni di carcere.
Il 9 ottobre si aprirà presso la Corte d’Assise d’Appello del
Tribunale di Lecce il processo di secondo grado a carico di dodici
compagni.
La solidarietà nei loro confronti è un primo, minimo gesto per iniziare a disertare la paura.

Anarchici

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CORTEO MANIFESTAZIONE ANTIFASCISTA A ROMA

manifesto-definitivo

 

 

La svolta autoritaria, necessario strumento di controllo e gestione
della crisi economica, e lo stato d’emergenza permanente si
concretizzano in un razzismo istituzionale ed in una militarizzazione
dei territori che rimanda ai teatri di guerra internazionali. E’ una
aperta ostilita’ verso qualsiasi espressione della societa’ che
rivendica e agisce per una trasformazione del presente al di fuori del
profitto che sfrutta e specula sulle nostre vite e sui nostri territori.
La linea di continuita’ fra tutto questo e le lame delle aggressioni
squadriste che negli ultimi tempi hanno sostenuto gli ideali di una
pseudocultura neofascista, e’ la volonta’ di intimidire, omologare e
reprimere consentendo e legittimando chi a livello istituzionale
determina tutto questo.

31 anni fa veniva assassinato Walter Rossi, antifascista militante e
attivista delle lotte sociali di allora, veniva ucciso per mano dei
neofascisti del MSI, di Almirante, Fini e Alemanno, con la copertura
della polizia di stato. L’assassino, Cristiano Fioravanti, vive ancora
oggi sotto protezione dello stato.

Questo a dimostrazione di quale fosse la connivenza tra estrema
destra e apparati dello stato, che utilizzarono la manovalanza fascista
nelle strategie eversive e terroristica che dalla fine degli anni ’60
hanno caratterizzato la storia di questo paese.

Come 31 anni fa, anche oggi rivediamo la stessa intenzione di
insabbiare e coprire i reali responsabili della violenza squadrista
oggi presenti e rappresentatati in parlamento. Tollerati da una
mentalita’ dell’equidistanza e ora addirittura leggittimati da
politiche che approvano le loro pratiche squadriste contro
immigrati,nomadi, omosessuali, attivisti antifascisti, come strumento
di controllo sociale e di prevenzione del dissenso.

Dopo un’estate di rastrellamenti verso gli immigrati e i senza fissa
dimora, le aggressioni come quella avvenuta a via Ostiense alla fine
dell’iniziativa in ricordo di Renato Biagetti, torniamo in piazza a
ribadire la nostra opposizione ai fascisti in camicia nera e in divisa,
a rivendicare la liberta di determinare le proprie esistenze.

Appuntamento martedi 30 settembre ore 17.30 P.le degli Eroi – M Cipro

ANTIFASCISTI E ANTIFASCISTE

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Negro di merda? “Generica antipatia!”

Hanno proprio ragione i magistrati e i politici milanesi secondo cui
massacrare una persona chiamandolo «negro di merda» non è un atto di
razzismo. Infatti hanno dalla loro la più autorevole giurisprudenza del
nostro paese: un paio di anni or sono, la Corte di Cassazione
sentenziò, infatti, che «l’espressione ‘sporco negro’» – pronunciata da
un italiano mentre aggredisce persone di colore alle quali provoca
serie lesioni – non denota, di per sé, l’intento discriminatorio e
razzista di chi la pronuncia perché potrebbe anche essere una
manifestazione di ‘generica antipatia, insofferenza o rifiuto’ per chi
appartiene a una razza diversa».

Immagino che la suddetta preclara
giurisprudenza possa applicarsi anche a espressioni affini come «negro
di merda». Quindi, «nessuna aggravante». In effetti, i due assassini di
Milano hanno fatto sapere che avrebbero fatto lo stesso anche se il
loro bersaglio fosse stato bianco e questo, secondo loro, dovrebbe
rassicurarci (mi viene in mente la signora con bambina che allo stadio
faceva «buuu» ai giocatori di colore e, alle mie rimostranze, rispose
che lo faceva pure ai bianchi. Come se una schifezza ne scusasse
un’altra). Ma loro almeno lo fanno per proteggersi – e comunque, per
fortuna, manca la conferma empirica. Quelli che davvero non hanno
vergogna sono quelli che nelle istituzioni e nei media gli tengono
bordone. Io infatti ero convinto che «generica antipatia, insofferenza
o rifiuto per chi appartiene a una razza diversa» fosse appunto una
perfetta definizione del razzismo: un atteggiamento mentale e
culturale, che può o meno produrre altri effetti criminosi ma è già un
orrore in sé. Per aver definito «negro di merda» un giocatore
avversario, il commissario tecnico della nazionale spagnola si beccò
una meritata bufera di accuse di razzismo. Si vede che certe
espressioni smettono di essere razziste quando alle parole si
accompagnano le mazzate.

La strategia discorsiva è la stessa seguita
dal tribunale californiano nel caso Rodney King (quello che scatenò la
rivolta di Los Angeles): suddividere un evento unitario in frammenti
distinti in modo da separarne causa ed effetto e renderlo
incomprensibile. In questo caso, le botte e le parole non fanno più
parte di un medesimo processo, ma sono due cose separate e senza
relazione fra loro: non danno le botte perché la vittima è comunque ai
loro occhi uno «sporco negro», ma da una parte hanno verso di lui una
«generica antipatia» e dall’altra lo ammazzano, però l’una cosa con
l’altra non c’entra. Se vogliamo, su tragica piccola scala, questa è la
logica che presiede la separazione fra le leggi razziali e il fascismo
rivendicata dal sindaco di Roma e dai suoi seguaci: il regime cacciava
i bambini dalle scuole e aiutava i nazisti a sterminarli, ma non perché
era fascista e quindi razzista, ma per una mera aberrazione. Staccato
dalle sue conseguenze materiali, insomma, il razzismo diventa una cosa
nebulosa e astratta, che uno può negare e persino condannare,
continuando a praticarlo.

Questa mi pare anche la debolezza dell’«
antifascismo» dichiarato da Fini: se davvero ci riconosciamo nei valori
della Resistenza e della Costituzione, allora sarà il caso di metterli
in pratica, e di smettere di discriminare e schedare i rom, cacciare
gli immigrati, considerare aggravante la clandestinità , praticare
politiche che colpiscono sistematicamente i più deboli e più marginali.
Cioè: ricomponiamo parole e fatti, ricomponiamo i proclami di
antirazzismo con pratiche antirazziste, egualitarie, civili – il
contrario di quelle per le quali la commissione europea ha appena
ribadito la condanna al nostro governo (contro quello che avevano
proclamato Maroni e i tg). Invece facciamo esattamente il contrario:
separiamo le parole dai fatti che ne conseguono, e ci serviamo di
questa scissione per attenuare la gravità di un assassinio, o per
prendersi patenti di democraticità senza bisogno di fare una politica
democratica. La parola chiave del razzismo nostrano è «ma»: «io non
sono razzista ma…». Io non sono razzista, ma quelli i biscotti li
avevano presi. Io non sono razzista, ma i rom rubano. Il documento
degli «scienziati» fascisti sulla razza, almeno, proclamava che era
l’ora che gli italiani si proclamassero «francamente» razzisti. Adesso,
noi italiani brava gente ci vergogniamo del nostro razzismo al punto da
negarlo in faccia all’evidenza – e proprio questa negazione ci permette
di continuare a praticarlo in forme sempre più violente.

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Torino – Esito processo a Fenix

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Venerdì 19 Settembre si è svolto a Torino il processo contro Fenix
Fenix era stato sgomberato il 20 Luglio 2005
e con lo sgombero furono arrestati alcuni nostri compagni .
Poi nel 2006 furono organizzate due feste davanti a Fenix, il 25 Aprile ed il Primo Maggio, dove Fenix magicamente fu riaperto.

I compagni inquisiti erano accusati di aver infranto i sigilli giudiziari
del sequestro di Fenix, del’occupazione e del “deturpamento” della casetta.

Il processo si è concluso con 6 condanne, uno dei nostri amici, il
più grande ha preso 12 mesi, un altro il Pm Tatangelo ha chiesto 8 mesi
ed il giudice gliene ha dati 10!
Altri 4 compagni hanno preso 8 mesi, mentre 6 sono stati Assolti. Un
Compagno Antagonista avrà un processo a sè perchè ha scelto il rito
abbreviato.

La storia di Fenix non finisce Qui.

Ieri, sabato 20 Settembre a Modena abbiamo partecipato al corteo per lo sgombero di Libera
Il corteo (oltre 500 compagni) colorato, allegro ma allo stesso tempo
determinato si è svolto per le vie del centro della città, dove ci sono
stati alcuni momenti di tensione con la sbirraglia.
Noi a Modena abbiamo portato le nostre autoproduzioni Fenix ed abbiamo ricevuto numerosi attestasti di stima e solidarietà.

Fenix non si ferma, continua…Ovunque!

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Svezia – Scontri al Social Forum di Malmö

fonte: skytg24

Scontri e violenze hanno turbato ieri sera a Malmoe i lavori del V
Social Forum Europeo, in corso da giovedì nel sud della Svezia. Quasi
700 attivisti convocati dal gruppo d’azione "Riprendiamo le strade"
[ndr. "Reclaim the Streets"] si sono scontrati con la polizia dando
vita a una serie di violenze che hanno messo a soqquadro il centro
della località svedese. Non ci sono stati feriti, ma la polizia ha
dovuto caricare i manifestanti per interrompere le violenze. I
manifestanti, tra i quali membri di gruppi che incitano all’azione
violenta, alcuni con il volto coperto, hanno infranto numerose vetrine
e finestrini di auto.

* * * * *

fonte: euronews

Incidenti ieri sera a Malmo, in Svezia, a margine del Social Forum
europeo. Durante la manifestazione organizzata da uno dei tanti gruppi
aderenti, ‘Reclaim the streets’, i partecipanti, tra cui alcuni Black
Bloc, hanno tentato di forzare il blocco stradale creato dalle auto
della polizia, lanciando pietre. Le forze dell’ordine hanno risposto
caricando i presenti. Negli scontri non ci sarebbero stati feriti, ma
alcune vetrine sono andate in frantumi.
All’insegna dello slogan “Un’altra Europa è possibile”, migliaia di
attivisti sono riuniti da giovedí a Malmo, dove fino a domani, 850 tra
associazioni e sindacati partecipano a centinaia di seminari, workshop
e assemblee. Oggi pomeriggio 20 mila persone sono attese per il corteo
contro il capitalismo e la distruzione ambientale.

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IL SUD CONTINUA A RIBELLARSI

http://isole.ecn.org/csoacartella/images/stories/volantini/manifesto_meridionale.jpg

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Manirosse under attack

Nel mese di giugno 2006, un numero imprecisato di "mani rosse" disegnate a vernice spray invadeva la città di Bergamo, generando curiosità tra popolazione e media locali.
Mani
rosse come quelle dell’occidente, macchiate del sangue delle vittime
della guerra in Iraq, mani rosse come quelle insanguinate della polizia
messicana, responsabile della brutale repressione contro i venditori di
fiori di Atenco in protesta, mani rosse come marchio territoriale per
denunciare la mancanza di spazi d’aggregazione giovanile a Bergamo, mani rosse in solidarietà con le persone arrestate a Milano sabato 11 marzo 2006, mentre si opponevano alla marcia fascista di Fiamma Tricolore e di cui il processo di cassazione si terrà il 13 novembre 2008.
Successivamente,
alcune performance mettevano in relazione il simbolo seriale con la
frase "tana libera tutti", frase che rimanda al più classico dei giochi
infantili: "guardie e ladri".
Nel corso della campagna però gli agenti della Questura fermavano tre giovani incensurati armati
di vernice spray, uno stancil a forma di mano, una videocamera e un
nastro in cui alcune persone, con il volto nascosto e armate di pistole
ad acqua colorate, si proclamavano "Esercito Creativo delle Mani Rosse".
Giovedì 18 settembre, mentre diverse voci si levano intanto in loro favore, i 3 denunciati sono chiamati a rispondere davanti al Tribunale di Bergamo di tutte le mani rosse comparse in città nell’arco di diversi mesi, indistintamente.
Sulle loro teste una campagna mediatica creata ad hoc, la costituzione di parte civile del Comune, oltre 50 querele e una richiesta di risarcimento di 31.000 euro.
Culmine di una vicenda che ha il sapore della persecuzione bella e buona.

Rassegna Stampa:
– [1] [2] [3] [4]

Approfondimenti:
Firma la lettera di solidarietà
– Continua a leggere su manirosse.noblogs.org
Solidarietà dal Paci Paciana

 

 

Il
csa PacìPaciana ha voluto esprimere oggi la solidarietà ai ragazzi
“delle mani rosse”, in seguito alla sentenza di giovedì 16 settembre,
realizzando una murata che recita il motto “Tana Libera Tutti”: è
stata, come dire, la nostra firma alla lettera aperta pubblicata qualche giorno fa dai ragazzi.

Da sempre sostenitori della street art,
in quanto manifestazione spontanea e dal basso, rivendichiamo
l’utilizzo della pratica e la riappropiazione degli spazi visivi della
nostra città; per questo ai tre ragazzi va tutto il nostro appoggio e
supporto, viste anche le ingenti spese che si troveranno costretti a
sopportare alla luce dell’esito processuale.

Mentre la G.A.M.E.C. organizzava per oggi un evento dedicato all’ “arte di strada”,
con ospiti da tutta Italia, molto spesso artisti che si trovano a
operare in situazioni che in molti definirebbero illegali, si celebrava
il processo agli autori delle mani rosse, trattati ai tempi dei fatti
come veri e propri criminali, ma in realtà artisti esattamente come quelli ospiti oggi a Bergamo…

Tana Libera Tutti!

c.s.a. Pacì Paciana

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Roma Per Walter Rossi ·

L38 Squat
l38squat@paranoici.org

La svolta autoritaria, necessario strumento di controllo e gestione
della crisi economica, e lo stato d’emergenza permanente si
concretizzano in un razzismo istituzionale ed in una militarizzazione
dei territori che rimanda ai teatri di guerra internazionali. E’ una
aperta ostilita’ verso qualsiasi espressione della societa’ che
rivendica e agisce per una trasformazione del presente al di fuori del
profitto che sfrutta e specula sulle nostre vite e sui nostri territori.
La linea di continuita’ fra tutto questo e le lame delle aggressioni
squadriste che negli ultimi tempi hanno sostenuto gli ideali di una
pseudocultura neofascista, e’ la volonta’ di intimidire, omologare e
reprimere consentendo e legittimando chi a livello istituzionale
determina tutto questo.

31 anni fa veniva assassinato Walter Rossi, antifascista militante e
attivista delle lotte sociali di allora, veniva ucciso per mano dei
neofascisti del MSI, di Almirante, Fini e Alemanno, con la copertura
della polizia di stato. L’assassino, Cristiano Fioravanti, vive ancora
oggi sotto protezione dello stato.

Questo a dimostrazione di quale fosse la connivenza tra estrema destra
e apparati dello stato, che utilizzarono la manovalanza fascista nelle
strategie eversive e terroristica che dalla fine degli anni ’60 hanno
caratterizzato la storia di questo paese.

Come 31 anni fa, anche oggi rivediamo la stessa intenzione di
insabbiare e coprire i reali responsabili della violenza squadrista
oggi presenti e rappresentatati in parlamento. Tollerati da una
mentalita’ dell’equidistanza e ora addirittura leggittimati da
politiche che approvano le loro pratiche squadriste contro
immigrati,nomadi, omosessuali, attivisti antifascisti, come strumento
di controllo sociale e di prevenzione del dissenso.

Dopo un’estate di rastrellamenti verso gli immigrati e i senza fissa
dimora, le aggressioni come quella avvenuta a via Ostiense alla fine
dell’iniziativa in ricordo di Renato Biagetti, torniamo in piazza a
ribadire la nostra opposizione ai fascisti in camicia nera e in divisa,
a rivendicare la liberta di determinare le proprie esistenze.

Appuntantamento martedi 30 settembre ore 17.30 P.le degli Eroi – M Cipro

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