PROVOCAZIONE SIONISTA E POLIZIESCA A MILANO

PROVOCAZIONE SIONISTA E POLIZIESCA A MILANO

Sabato 29 marzo all’€™interno della campagna nazionale di
boicottaggio del governo israeliano nel ruolo di ospite d’€™onore
alla fiera del libro di Torino si è¨ tenuta un iniziativa di
controinformazione in preparazione del corteo nazionale del 10 maggio.
Il presidio, con continui interventi al megafono, un volantinaggio di
massa e l’€™affissione di striscioni per tutta la piazza, si è¨
svolto davanti alla Feltrinelli di piazza Piemonte per denunciare la
sua partecipazione alla fiera del libro, avallando cosi di fatto la
legittimazione del governo terrorista israeliano e l’occupazione
militare della Palestina e delle sue politiche genocide e di
apartheid.
Il presidio è¨ stato oggetto, durante tutto il pomeriggio, di
continue provocazione da parte di componenti della comunità  ebraica
milanese a cui non abbiamo risposto se non con interventi politici di
denuncia dell€’arroganza e della violenza verbale del sionista
di turno incapace di rispondere al carico di responsabilità
criminali del governo israeliano.
Nel tardo pomeriggio però le provocazioni hanno raggiunto un
livello insostenibile quando un militante sionista ha platealmente
strappato uno striscione di 10 metri su cui c’€™era la scritta :€œcon il popolo palestinese che resiste.
A questo punto, all’€™avvicinarsi dei compagni e delle compagne
per allontanare il provocatore, la polizia presente ha caricato a
freddo il presidio ferendo al volto e al torace con manganellate e
colpi di casco alcuni dei nostri compagni e compagne.
Denunciamo con forza questa provocazione combinata che fa capire come
Israele sia e rimanga il nervo scoperto e intoccabile di una politica d’aggressione imperialista in tutta l’area mediorientale.
Ribadiamo che siamo e saremo sempre a fianco del popolo palestinese
in lotta per la propria autodeterminazione e che in sintonia con la
campagna nazionale di boicottaggio lavoreremo per essere in massa al
corte nazionale del 10 maggio a Torino.

Boicottiamo Israele
!

Con il popolo palestinese che resiste.

 

I compagni e le compagne del Centro Sociale Vittoria

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Prescrizioni eccellenti? LIBERITUTTI

La procura di Genova chiede il rinvio a giudizio
di tre figure eccellenti della nostra Polizia di Stato, in relazione ai
fatti della scuola Diaz, G8 2001. Gianni De Gennaro, allora capo della
polizia. Francesco Colucci, allora questore di Genova. Spartaco
Mortola, allora capo della Digos della città.
Reati di falsa testimonianza e istigazione alla stessa.
Noi di eccellente vediamo solo la scelta di tempo, visto che la
prescrizione è dietro l’angolo. Che il massacro alla Diaz
fosse parte di una prova tecnica di guerra civile, in cui i nostri
quattro corpi di polizia fungevano da esercito da guerra interna,
l’abbiano verificato sulla nostra pelle in tempo reale. Che le
"prove" fossero false l’abbiamo verificato in pochi giorni. E
abbiamo verificato che Colucci è stato promosso prefetto, che
Mortola è stato promosso vicequestore, che De Gennaro è
stato promosso prima capo di gabinetto del Ministro dell’Interno,
poi Commissario straordinario per l’emergenza rifiuti: i
risultati sono sotto gli occhi (e il naso) di tutti.
Per converso
ogni giorno verifichiamo che il conflitto sociale viene trascinato a
forza dentro il terreno della sanzione penale, come ci confermano le recenti perquisizioni ai danni degli attivisti che si oppongono all’allargamento della base di guerra Usa a Vicenza.
Cominciate a rimuovere questi uomini dalle loro posizioni di potere. Poi ne riparliamo.

Liberitutti

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G8 di Genova, per De Gennaro PM chiedono rinvio a giudizio

La richiesta dei pubblici ministeri che indagano sull’irruzione alla Diaz
nei confronti dell’ex capo della polizia per istigazione alla falsa testimonianza

G8 di Genova, per De Gennaro
pm chiedono rinvio a giudizio

<B>G8 di Genova, per De Gennaro<br>pm chiedono rinvio a giudizio</B>

Gianni De Gennaro

GENOVA
– Chiesto il rinvio a giudizio per Gianni De Gennaro. I pubblici
ministeri che indagano sui fatti del G8 di Genova hanno chiesto il
rinvio a giudizio dell’ex capo della polizia per aver istigato l’ex
questore di Genova Francesco Colucci a rendere falsa testimonianza
durante il processo per la sanguinosa irruzione nella scuola Diaz. La
notizia, anticipata da un quotidiano, è stata confermata all’Ansa dal
procuratore aggiunto Mario Morisani.

De Gennaro era stato raggiunto dall’avviso di fine indagini a fine novembre scorso. L’ex capo della polizia, ora commissario straordinario per l’emergenza rifiuti
in Campania, aveva depositato il 18 gennaio scorso in procura una
memoria difensiva in cui aveva ribadito di non aver mai indotto
Francesco Colucci a rendere falsa testimonianza.

L’inchiesta che coinvolge De Gennaro nasce dal processo per l’irruzione
alla Diaz nel luglio 2001. Nel corso di un’udienza in cui venne
chiamato come testimone l’ex questore del capoluogo ligure Colucci,
rilasciò una serie di dichiarazioni per le quali la procura chiese
l’iscrizione al registro degli indagati per falsa testimonianza. Per il
reato di istigazione alla falsa testimonianza fu invece indagato De
Gennaro che si giustificò sostenendo che Colucci potrebbe aver
equivocato quella che era solo una chiacchierata sulla vicenda Diaz. La
spiegazione non avrebbe però convinto i pm Enrico Zucca e Francesco
Cardona Albini, e con loro il procuratore aggiunto Mario Morisani.

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Al via il processo alle nuove Br( ? )

minchiate scrive questo giornale di stato.max solidarieta a al gramigna siempre

 

 

Clima incandescente a Milano: sedici gli imputati, i giovani del "Gramigna" di Padova
a fare da claque. Il giuslavorista e "Libero" chiedono di poter essere parte civile

Slogan, urla, attacchi a Ichino
Al via il processo alle nuove Br

Il pm Boccassini chiede che alcuni imputati vengano allontanati dall’aula
Dopo le minacce al candidato Pd: "Gli operai muoiono per le tue leggi"

<B>Slogan, urla, attacchi a Ichino<br>Al via il processo alle nuove Br</B>

Alcuni imputati in aula

MILANO – Attacchi
a Pietro Ichino ("gli operai muoiono grazie alle leggi fatte da lui"),
pugni chiusi alzati, toni a volte accesi tra accusa e difese, e la
richiesta perentoria del pm Ilda Boccassini di "non trasformare l’aula
in un agone politico". E’ questo il clima, piuttosto incandescente, in
cui si è aperto oggi a Milano il processo alla nuove Br. Nelle gabbie o
seduti tra i banchi, i sedici imputati, dietro le transenne; tra il
pubblico, una folta schiera di giovani a fare quasi da claque: applausi
e ritonelli del tipo "libertà, libertà, liberi tutti".

Questa mattina, subito dopo l’inizio dell’udienza alla prima Corte
d’Assise è arrivata, come già preannunciato, la richiesta di
costituzione di parte civile da parte del quotidiano "Libero" e del
giuslavorista (nonché candidato del Pd alle prossime politiche) Pietro
Ichino: secondo gli inquirenti, erano due dei futuri obiettivi
"politici" del Partito Comunista Politico Militare, il Pcp-m.

Il legale di Ichino, l’avvocato Laura Panciroli, nell’illustrare la sua
istanza ai giudici, ha spiegato che il suo assistito, secondo quanto è
emerso dalle indagini, era "destinatario di azioni violente" attraverso
l’utilizzo di armi, "volte alla sua eliminazione fisica". "Il progetto
omicidiario – ha proseguito – era giunto in uno stato avanzato di
realizzazione" e, quindi, Ichino ha subito un "grave danno
esistenziale": non solo è stato privato dei "suoi diritti e delle
libertà fondamentali", ma è stato costretto a vivere "sotto un regime
di protezione".

Regime a cui era stato sottoposto già all’indomani dell’omicidio di
Marco Biagi; e che poi, proprio dopo gli sviluppi dell’indagine sulle
nuove Br, è stato potenziato. Le due istanze, che hanno raccolto il
parere favorevole del pm e sulle quali la Corte scioglierà la riserva
alla prossima udienza fissata per il 15 aprile, come da copione sono
state bocciate dalle difese: le hanno ritenute guiridicamente infondate
e poi, come ha osservato l’avvocato Giuseppe Pelazza, "a Ichino farebbe
gioco entrare in questo processo, dal momento in cui si è candidato al
Senato". Mentre "Libero potrebbe avere un aumento di vendite delle
copie qualora entrasse come parte offesa".

 

 E non solo: l’avvocato Sandro Clementi ha chiesto alla Corte le revoca
della costituzione dell’unica parte civile già ammessa durante
l’udienza preliminare, e cioè il movimento di estrema destra Forza
Nuova, da lui paragonato alla ‘ndrangheta: "Andrebbe disciolto", ha
concluso il legale.

Ma la vera replica ad Ichino è arrivata dalle gabbie. Durante una pausa
Alfredo Davanzo, uno dei leader del gruppo, non ha esitato ad alzare la
voce: "Gli operai non sono morti ma sono stati uccisi sul lavoro grazie
alle leggi fatte da questi signori, da gente che oggi si è costituita
parte civile. Inchino invece non ha subito nulla". E ancora
dichiarazioni contro "gli stati "borghesi e gli Usa che bombardano le
popolazioni". Vincenzo Sisi gli ha fatto eco e ha aggiunto:
"Terroristi? Io non ho terrorizzato nessuno".

Per queste dichiarazioni gridate da dietro le sbarre, il pm Boccassini
ha fatto portare fuori dall’aula i due, insieme ad altri imputati. Il
magistrato ha chiesto anche lo sgombero immediato dei giovani del
pubblico – molti del centro sociale Gramigna di Padova – quando, in un
paio di occasioni, con il pugno chiuso, hanno intonato ritornelli e
appalaudito gli indagati. Solidarietà a Ichino, invece, è stata
espressa da diversi esponenti politici, a cominciare dal segretario del
Pd Walter Veltroni.

All’udienza di oggi, infine, anche le lamentele di difese e imputati
per il trattamento carcerario e le istanze, poi accolte dai giudici,
per consentire ai sedici di prendere appunti attinenti al processo. La
Corte infine ha respinto l’istanza del pm di "rimpolpare il
calendario", aggiungendo altre udienze a quelle già fissate fino a
luglio.

 

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UN PROCESSO POLITICO

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APPELLO CANAPISA 2008

APPELLO

 

Il fallimento del proibizionismo sotto gli occhi di tutti.
Lassunzione di sostanze che modificano la coscienza un fatto che accomuna gli
esseri umani di tutti tempi, luoghi e culture.
Nel corso del tempo, per alcune di queste sostanze ne stato proibito luso,
dando vita a tutta una serie conflitti ai quali i governi hanno risposto con
sempre maggiore repressione. Nasce cos il problema droga. Sono state promulgate
leggi e istituiti imponenti apparati repressivi, per affrontare la questione a
livello globale, che hanno dichiarato la guerra alla droga. Una persecuzione
infame, fatta di incursioni militari, uccisioni, perquisizioni, fermi, arresti,
blitz, lancio di diserbanti chimici su intere popolazioni, che bene ricordare,
ha fatto nascere un reato la dove non ci sono vittime, costringendo alla
clandestinit milioni di esseri umani.
Mai nessuna legge ha prodotto nella storia del genere umano una quantit tale di
sofferenze. Definibile come la terza guerra mondiale, perch combattuta su fronti
sparsi nellintero pianeta, questa strategia planetaria conta ormai miglia di
vittime e continua ad infliggere lacrime e sangue ad un numero sempre maggiore
di esseri umani magari solo per aver coltivato una pianta. Queste politiche di
fatto hanno creato il mercato nero delle sostanze illecite, un mercato
totalmente libero nel quale possibile avere enormi profitti, e paradossalmente,
nonostante i loro continui fallimenti nel ridurre il volume dei traffici e i
livelli di consumo delle droghe, queste strategie non sono mai state messe
seriamente in discussione, anzi sono state potenziate e rafforzate negli
aspetti pi repressivi, arrivando ad essere la principale causa di carcerazione
mondiale. In nome di un astratto ideale di Societ libera dalle droghe, ingenti
risorse statali sono finite nella casse di apparati repressivi creati ad ok,
che hanno messo in campo le loro politiche di Tolleranza Zero ed hanno
contribuito, non di certo ostacolato, al rafforzamento delle criminalit
organizzate, alla diffusione delle sostanze stesse e dei modi pi rischiosi di
assumerle.
In un regime proibizionista i rischi connessi al consumo di sostanze crescono
vertiginosamente e vanno ben oltre ai rischi connessi alla sostanza in s, per
esempio: impossibilit di sapere la concentrazione reale della sostanza che si
crede di assumere ed il tipo stesso di sostanze con le quali stata tagliata.
Molti non pensano al fatto che la merce droga una Merce Speciale, non una merce
come tutte le altre, perch se unautomobile sempre unautomobile, una pistola
sempre una pistola, dal produttore fino ad arrivare al consumatore, un chilo di
eroina, grazie alla magia del proibizionismo, dallAfganistan allItalia diventano
venti chili.
Oggi, in Italia, questa ipocrita battaglia condotta da una delle normative
mondiali pi dure in materia, dalla legge Fini Giovanardi sulle sostanze
stupefacenti, con la quale tutte le sostanze sono state messe sullo stesso piano
e i timidi tentativi di unazione di riduzione dei danni, resi gi difficili dalla
precedente legge in materia (legge Iervolino-Vassalli), sono stati
letteralmente travolti da unazione repressiva totale. Le conseguenze sono state
la maggiore diffusione di sostanze pesanti e la trasformazione di una questione
culturale, politica e sociale in una questione esclusivamente medica e penale.
Questo appello ha lobiettivo non solo di far riflettere su una
situazione che diventa giorno per giorno sempre pi insostenibile, di un
proibizionismo che va ad alimentare piuttosto che a risolvere le problematiche
che ufficialmente dichiara di voler contrastare, ma anche quello di costruire
una rete sociale capace di mettere in piedi un percorso concreto, fatto di
sperimentazioni pratiche, che produca un avanzamento in materia . E sempre pi
urgente unopposizione sociale che si organizzi e che faccia sentire le sue
ragioni e la sua voce al fine di fondare unalternativa concreta ad un tale stato
di cose.
Il superamento del proibizionismo non solo possibile ma diventato
indispensabile.
Crediamo fermamente che una riflessione sincera di tutti, insieme alla
sperimentazione di pratiche di riduzione del danno, ispirate ad una cultura del
consumo critico e consapevole, fondate sullinformazione, possano concretamente
superare le problematiche attuali connesse al consumo di sostanze ed evitare
tanti morti, principalmente causate dalla clandestinit in cui il proibizionismo
costringe ad agire.
Non c mai stata questa possibilit, ad un rischio ipotetico provenienti da un
eventuale legalizzazione, sono stati preferiti fallimenti concreti e tangibili
e le immani sofferenze causate dalla repressione.
Qualcuno sta giocando con le nostre vite e sta facendo soldi sulla nostra
pelle.
Se in ballo la nostra libert e la nostra stessa esistenza, allora dobbiamo
essere noi a condurre le danze, dobbiamo lottare affinch il diritto
allautodeterminazione non rimanga lettera morta.
N malati, n criminali, ma gioiosamente illegali.
Autoproduzione unica soluzione.

CANAPISA 2008 MANIFESTAZIONE ANTIPROIBIZIONISTA

SABATO 31 MAGGIO – PISA

Dedicata ad Aldo Bianzino.

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Venerdì 28 marzo ore 22.00 – Live @l csoa

MADKIN + TIRESIA

 

 

 

Rock di scena al "Cartella" di Gallico venerdì sera. Si alterneranno sul palco gallicese i TIRESIA, bastard band messinese che prende il nome dal mitico indovino cieco, e il grunge dei MADKIN, band romana innamorata della nostra terra: il loro pimo EP è stato infatti registrato presso la SALOTTINO PROD. di Locri

locandina280308
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Perquisizioni a militanti No Dal Molin

Questa mattina alcuni militanti
del Presidio Permanente contro la costruzione della nuova base Usa di
Vicenza hanno subito la perquisizione delle loro abitazioni da parte
delle forze di polizia.
Un tempismo starordiario e preoccupante,
come è stato segnalato nella conferenza stampa convocata in tarda
mattinata, nel vivo della campagna elettorale e proprio mentre il
Presidio sta denunciando con forza il disastro provocato dall’incidente
all’oleodotto militare La Spezia – Aviano dello scorso 10 marzo.

Questa sera alle ore 21.oo si svolgerà un’assemblea
straordinaria al Presidio No dal Molin, mentre domani l’appuntamento è
alle ore 17 davanti alla Prefettura con la consegna delle 6.000 firme
dei cittadini che hanno sottoscritto le iniziative promosse dai No dal
Molin.

In queste ore non sono mancati numerosi attestati di
solidarietà da parte degli altri comitati del Patto di mutuo soccorso
nei confronti di chi, da mesi, porta avanti una battaglia alla luce del
sole per la difesa dei beni comuni, del territorio e contro la guerra.

Stefano Micheletti – No Mose [ audio ]
Lele Rizzo – No Tav [ audio ]
Antonio Musella – Rete Campana Salute ed Ambiente [ audio ]

Link
www.nodalmolin.it

 

 

 

Solidarieta’ al Presidio Permanente No Dal Molin
Nessuna intimidazione fermera’ la lotta contro la nuova base.

Apprendiamo con grande preoccupazione delle perquisizioni avvenute
stamane presso le abitazioni di alcuni attivisti del Presidio
Permanente No Dal Molin. Un’azione della Questura che si basa su una
stmpalata accusa fatta agli attivisti rispetto ad un fatto riasalente a
diversi mesi fa, quando ci fu un mancato attentato all’oleodotto La
Spazia – Aviano. Non e’ casuale che proprio dopo le denunce dei No Dal
Molin in merito all’incidente che ha visto la fuoriuscita di cherosene
ed altri materiali proprio sull’oledotto in questione, e dopo le
mobilitazioni che ne sono seguite del movimento vicentino, ci sia un
attacco all’esperienza di lotta contro l’ampliamento del Dal Molin. E
non e’ nemmeno un caso che cio’ avvenga dopo il passaggio di Veltroni e
della carovana del Pd per Vicenza che ha accolto i No Dal Molin a
schiaffi e spintoni.
Un segnale chiaro. Quello che la lotta
vicentina va nella direzione giusta e fa paura. Fa paura a chi difende
gli interessi dei poteri forti e dell’esercito americano, come gli
schieramenti elettorali dal Pd al Pdl passando per i vari giullari,
nani e ballerine che intercorrono tra i due schieramenti. Fa paura
perche’ la lotta del Dal Molin e’ l’esperienza di un intera comunita’
che lotta per il diritto di scegliere come autogovernare il proprio
territorio, contro la devastazione ambientale generata da basi
militari, oleodotti di morte e non solo.
Siamo vicini agli
attivisti vicentini colpiti dalla perquisizioni e ribadiamo che il
mutuo soccorso non si fermera’ davanti a nessuna intimidazione, per
rappresenta la lotta di intere comunita’ in tutto il paese.
Non potete fermarci !

Rete Campana Salute e Ambiente

www.rifiutizerocampania.org

 

 

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ENNESIMA PROVOCAZIONE FASCISTA A MILANO

Procazione fascista al csa Vittoria/Cancellato il murales per Dax in piazza Vetra


|Milano, 27 marzo|

Nella notte di ieri, uno gruppo di fascisti milanesi ha compiuto un
nuovo attacco contro una delle realtà di movimento, il csa Vittoria. I
muri del centro sociale sono stati imbrattati con svastiche e croci
celtiche, oltre a scritte deliranti inneggianti a Mussolini ed Hitler.
L’attacco è avvenuto solo qualche giorno dopo il tentato (e fallito)
assalto dello stesso centro sociale di Milano.
L’azione fascista
dell’altra notte è solo l’ultima delle provocazioni fasciste registrate
in territorio lombardo nell’ultimo periodo, basti pensare alla
devastazione del csa Barattolo di Pavia e all’aggessione di un suo
militante del 18 marzo 2008.

Pubblichiamo qui di seguito la risposta diffusa dai compagni e dalle compagne del csa Vittoria in seguito all’attacco fascista:
Nella
notte tra il 25 ed il 26 di marzo mani ignote, prive di cervello,
hanno imbrattato completamente i murales del nostro centro con
svastiche, croci celtiche e inneggiamenti al Duce ed a Hitler.
La
volontà di questa fogna della storia era di crearci grossi danni, ed è
per questo che abbiamo deciso, senza alcun vittimismo nè allarmismo di
sorta, di far girare questo breve comunicato, anche perchè questa
provocazione segue, solo di pochi giorni, il tentativo notturno, per
fortuna non riuscito, di forzare il portone d’ingresso ed entrare nel
nostro centro ed ancora avviene a pochi giorni di distanza dalla
devastazione del Centro Sociale Barattolo e dall’aggressione ad un suo
militante.
I danni ai murales sono stati già provvisoriamente
riparati, togliendo così ai loro cuori neri di merda anche questa
soddisfazione, ma riteniamo questa una grossa provocazione perchè
s’inserisce pericolosamamente in un clima complessivo di revisionismo
storico in cui il risorto neosquadrismo milanese rappresenta solo la
punta dell’iceberg di una cultura dominante, assolutamente trasversale
agli schieramenti politici che si contendono il primato elettorale,
basata su politiche sicuritarie xenofobe e razziste che speculano
sull’insicurezza strutturale provocata nelle classi subordinate dalle
precarie condizioni di vita e di lavoro.
Rispediamo al mittente con
disprezzo queste provocazioni rilanciando l’invito a tutti i compagni e
le compagne d’intensificare la vigilanza, la presenza e l’attività
politica e culturale territoriale unica garanzia per poter contrapporsi
e schiacciare sul nascere ogni forma di presenza fascista, sessista e
xenofoba.

I compagni e le compagne del Csa Vittoria


Un’altra
provocazione per gli antifascisti milanesi arriva dal comune di Milano,
nuovamente protagonista della cancellazione del murales dedicato a Dax,
compagno milanese dell’ex centro sociale O.r.s.o. ucciso da mani
fasciste il 16 marzo 2003. Murales fatto nella scorsa mobilitazione
autunnale, dopo la cancellazione di quello storico disegnato in riva
alla Darsena. Murales che andava quindi a rispondere alle provocazioni
dell’amministrazione comunale ma che voleva anche ricordare il compagno
Davide Cesare e il partigiano dei Gap Giovanni Pesce, scomparso
recentemente. Il comune, approfittando delle vacanze pasquali, ha
compiuto quest’ennesimo gesto di sprezzo verso la memoria antifascista
della città.
"Opera di cancellazione"
divenuta tendenza per la giunta del sindaco Moratti, dato che solo il
17 marzo scorso è stato fatto cancellare, dagli "addetti al decoro
pubblico", anche il murales in onore di Dax ridipinto nelle scorse
settimane in Darsena.

"Su ogni muro e in ogni strada, Dax vive"
antifa-milano.noblogs.org


 
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PER I COMPAGNI LIBERTA’, RAFFORZIAMO LA SOLIDARIETA’ !

PER I COMPAGNI LIBERTA’, RAFFORZIAMO LA SOLIDARIETA’ !

Il 27 marzo inizierà il processo politico a danno dei 17 compagni
arrestati nell’operazione “Tramonto” a partire dallo scorso 12 febbraio
e successivamente il 6 luglio e il 24 novembre, con l’accusa di
associazione sovversiva con finalità di eversione dell’ordine
democratico e banda armata. Tutti sono stati tacciati di essere dei
terroristi e sbattuti come “mostri” nei giornali e sugli schemi delle
televisioni, mentre giornalisti e politicanti, nel ruolo di giudici,
emettevano da subito
sentenze e condanne a danno dei prigionieri.
Gli imputati di questo processo sono compagni che si sono sempre
schierati in prima linea nelle lotte del movimento, come operai e
delegati sindacali all’interno delle fabbriche, come studenti
all’interno delle università. Sono sinceri comunisti con la volontà di
lottare per una società migliore di quella attuale. Chi ha vissuto
insieme a questi compagni l’ambiente del lavoro, quello dello studio o
quello dell’impegno politico, oggi rivendica la loro libertà,
difendendone l’identità, rendendo vano il tentativo di isolamento da
parte della magistratura. È un processo politico, anche se l’accusa si
ostina a sostenere il contrario, perché colpisce un’intera area
politica, le idee e le pratiche di lotta che i compagni portavano
avanti. Anche i continui e sistematici soprusi in carcere dimostrano
l’accanimento politico verso i compagni: periodi interminabili di
isolamento, trasferimenti volti ad ostacolare non solo i colloqui con i
familiari ma anche lo stesso diritto alla difesa, blocco della posta,
continue perquisizioni nelle celle, pessime condizioni carcerarie e per
i domiciliati divieto assoluto di comunicare con l’esterno, anche
semplicemente con una lettera o una telefonata. Significativo è il
fatto che la sola “parte lesa” ammessa al processo sono i fascisti di
Forza Nuova, che testimonieranno contro i compagni con Roberto Fiore
tuttora indagato per la
strage di Bologna del 2 agosto 1980.
Questo è un altro segnale della caratterizzazione politica di questo
processo, che tra i suoi imputati vede anche otto militanti del C.P.O.
Gramigna di Padova. Il centro popolare è stato criminalizzato e
presentato alla gente come un “covo di terroristi”, una “sede di
attività eversive” ma la verità è che esso negli anni ha sempre
organizzato molte attività per e con la gente: concerti, feste,
assemblee dei lavoratori, iniziative contro la guerra o di
contro-informazione e altro ancora. Questi momenti di aggregazione,
uniti alla volontà di seguire una linea politica coerente e priva di
cappelli istituzionali, hanno portato il Gramigna ad essere una spina
nel fianco delle giunte cittadine che, non potendo imporre il proprio
controllo su questo spazio, l’hanno sempre attaccato. Proprio grazie
alla determinazione di queste idee, nella sua esperienza ventennale a
Padova, il Gramigna, anche dopo lo sgombero del 25 luglio scorso, ha
continuato la sua lotta, a dimostrazione che non sono le mura di uno
stabile a rappresentarlo ma la politica che porta avanti che si
concretizza nella voglia di
libertà da questa società schiavista e sfruttatrice.
È un processo contro tutti perché nelle idee e nelle pratiche che i
compagni rappresentano si identificano tanti giovani, studenti,
lavoratori, donne e proletari come ha dimostrato la solidarietà che si
è sviluppata in tutta Italia e in molti stati europei. In un momento di
forte crisi e di difficoltà istituzionale, si vuole colpire non solo
ogni realtà politica che metta in discussione questa società,
ma ormai anche solo qualsiasi voce critica verso l’attuale sistema.

È UN PROCESSO CONTRO TUTTI! MOBILITIAMOCI TUTTI!
PRESIDIO DI SOLIDARIETA’ GIOVEDI’ 27 MARZO ORE 9.30
AL TRIBUNALE DI MILANO.

PARTENZA PULLMAN ORE 5.00 DA PIAZZETTA CADUTI DELLA RESISTENZA
Alle accuse di terrorismo da parte dello stato,
la risposta sarà la difesa dell’identità politica dei compagni prigionieri,
al tentativo di isolamento da parte delle istituzioni,
la risposta sarà la solidarietà che tutti esprimeremo a gran voce!

C.P.O. GRAMIGNA
17 marzo 2008

info@cpogramigna.org
www.cpogramigna.org

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