Scarcerazioni e… evasioni!

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Tutti liberi gli arrestati nell’operazione del 23 febbraio scorso:
nessuno dovrà più stare in galera o ai domiciliari, anche
se qualcuno avrà l’obbligo di firma. Dopo due settimane,
si iniziano a vedere le prime crepe nel castello di accuse malamente
costruito dal PM Padalino (in un ritratto) e dal capo della Digos Petronzi (nella foto).

Ma la storia senza
dubbio più emozionante è l’evasione di un
gruppo di reclusi dal Cie di Torino. Avremmo voluto raccontarvela in
anteprima, ma qualche agenzia di stampa ha
già battuto la notizia: nella notte tra giovedì e
venerdì sono riusciti a scappare almeno in otto, sembra
attraverso dei buchi scavati da tempo, e fino ad ora sono ancora tutti
liberi.

In culo alla Polizia, agli alpini, alla
Croce Rossa e a tutti i magistrati, politici e giornalisti razzisti.
Viva la libertà e chi se la conquista!

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NON DIMENTICHIAMO!NON PERDONIAMO! DAX VIVE

16 marzo 2003/2010:
NON DIMENTICHIAMO! NON PERDONIAMO!
"un passato che si proietta nel futuro dove il confine tra amore e odio si
fa labile e la memoria non coinciderà mai con la parola perdono"
(i compagni e le compagne di Dax) 

VENERDI 12.03  @ CSA Baraonda 
Via Pacinotti 13, Segrate / csa-baraonda.noblogs.org
ore 22.00
HC/PUNK X DAX
sul palco
CRASH BOX (Milano)
RFT (Milano)
RUGGINE (Milano)
ATTRITO (Trento)
*
SABATO 13.03 @San Precario Space Via Pichi, 3 Milano
ore 18.00/20.00
ASSEMBLEA ANTIFASCISTA 
partecipano Ass. Fausto e Iaio, Ass. Dax16marzo2003, Saverio Ferrari 
dell'Osservatorio Democratico sulle nuove destre,
Maldestra ed interverranno delegazioni da Russia, Spagna e Napoli.
Filmati e mostra sulla notte nera di Milano
ore 23.00
Via Conchetta, 18 Milano
Presentazione della compilation internazionale 
RESISTO 2 "Rap Militante Dal Basso",
dedicata a Davide Cesare Dax.
sul palco
MICROPLATFORM
MENTENGUERRA (Madrid)
DROWNING DOG & DJ MALATESTA (San Francisco - Milano)
ACERO MORETTI (Milano)
BEPPE REBEL (Milano)
+ special guests
videoproiezioni:
LA PLATAFORMA (Madrid)
in mostra: 
"Zona del silenzio" di Alessio Spataro & Cecchino Antonini
"La politica non c'entra niente" di Zerocalcare - Push/r
*
MARTEDI 16.03 
Via Brioschi, Milano
dalle 20.30
RICORDO DI DAX - Parole, musica e video per non dimenticare.
Spettacolo teatrale "Verona Caput Fasci" di E. Vanni e E. Germano
Intervento dalla Russia antifascista.
ore 22:30 
CORTEO IN QUARTIERE
*
GIOVEDI 18.03
Via Mancinelli
dalle 17.00
RICORDO DI FAUSTO E IAIO 
con la realizzazione di un nuovo murales per Dax.
dax2010
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Vienna: assedio all’ambasciata italiana e blocchi contro Rewind

Vienna: assedio all’ambasciata italiana e blocchi contro Rewind

 

 

Questa mattina gli studenti della rete delle facoltà ribelli Uniriot
hanno manifestato in duecento sotto la sede dell’ambasciata italiana di
Vienna bloccando la strada antistante per mezz´ora, con uno striscione
che diceva "No rewind, rewave. We were all behind that shield", in
solidarietà con gli studenti imputati nel processo "Rewind". Il 6
luglio 2009 la procura di Torino tramite il procuratore generale
Giancarlo Caselli, con l’operazione denominata "Rewind", ordina 21
mandati di carcerazione a carico di attivisti dell’onda studentesca di
varie città italiane, nel corso dell’autunno si aggiungeranno
all’elenco indagati altri attivisti, alcuni dei quali tutt’ora
sottoposti a misure restrittive della libertà.

Ciò che viene loro imputato e’ di aver preso parte alla grande
mobilitazione del 19 maggio 2009 a Torino contro il G8 University
Summit e ai disordini con le forze dell’ordine che presidiavano la zona
rossa del vertice. L’undici marzo la prima udienza preliminare di
questo processo ha visto la richiesta da parte del pm di pene che vanno
dall’anno e sei mesi all’anno e dieci mesi: gli studenti rivendicano di
aver deciso collettivamente la violazione della zona rossa nella quale
si stava svolgendo il summit ritenuto illegittimo.

L’iniziativa è avvenuta nell’ambito della partecipazione della rete al
controvertice viennese in concomitanza con la conferenza europea dei
ministri dell’istruzione per festeggiare i dieci anni dalla
dichiarazione di Bologna.


altre info su www.uniriot.org


vedi anche:

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FOTO MANIFESTAZIONE SCIOPERO NO GELMINY DAY A MILANO

copiate e incollate questi link per le foto(sono a centinaia)..

 

http://www.facebook.com/album.php?aid=13488&id=100000463846691&l=f67fdd4f6d

http://www.facebook.com/album.php?aid=13493&id=100000463846691&l=9e89df05ab

http://retestudenti.noblogs.org/

 http://www.facebook.com/album.php?aid=13496&id=100000463846691&l=ebd1390ab4

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Presidio al tribunale di milano per i 5 della banda delle fotocopie

"obiettivo studenti"(comunione e liberazione)

"obiettivo studenti" e "cusl" sono solo alcune delle sigle di cl in università.
Conosciamo tutti CL, conosciamo l’enorme potere che esercita sulle
istituzioni, in particolare in lombardia, conosciamo tutte le
agevolazioni e le pratiche mafiose con cui si assicurano i loro
privilegi: dai 25.000 euro che ricevono dall’ università per dei
giornali inesistenti( mentre dobbiamo dissanguarci per pagare le tasse
universitarie), alle facoltà dove godono di speciali attenzioni da
parte dei professori affiliati.

Queste persone non hanno avuto nessuno scrupolo nel denunciare per
RAPINA AGGRAVATA e quindi ad una pena che va dai 4 ai 10 anni 5
studenti per alcune fotocopie non pagate.

GIORNATA A SOSTEGNO DEI CINQUE ARRESTATI

GIOVEDì 18 MARZO

12:30 PRANZO BENEFIT IN STATALE FDP

16:00 PRESIDIO DAVANTI AL TRIBUNALE DI MILANO

il pm ha chiesto per marcelo,sid, paolino 2 anni e 4mesi , mentre per mattia e inez 2 anni e 2 mesi.

questa dovrebbe essere l’ultima udienza ed è richiesta la presenza di tutti/e.

SOLIDALI E INCAZZATI PIù CHE MAI!!!!

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Storie da Corelli, e lo sciopero continua

Ottavo giorno di sciopero della fame nel Cie di via Corelli, a
Milano. La fame si fa sentire, molti non si alzano più dal letto, la
situazione è dura e la tensione cresce, ma la protesta continua
compatta. I reclusi continuano a nutrirsi solamente con i succhi di
frutta e le bevande energetiche che ogni giorno alcuni solidali gli
portano. Nonostante le difficoltà e la stanchezza, vogliono continuare
la lotta almeno fino sabato, quando decideranno se proseguire lo
sciopero, probabilmente a staffetta.

Intanto possiamo registrare una piccola ma importante vittoria. La ragazza marocchina
che si era sentita male un paio di giorni fa è stata rilasciata, dopo
le pressioni fatte da fuori e le proteste delle sue compagne di cella.
Ora è finalmente libera, libera come lo può essere una donna senza
permesso di soggiorno oggi in Italia.

Intanto grazie all’ininterrotta corrispondenza con dentro le storie, le più assurde, si moltiplicano.
C’è la storia di un ragazzo nigeriano che ha ottenuto l’asilo politico
in Italia. Di ritorno da un viaggio in Germania durato alcuni mesi,
dove è andato a trovare dei parenti, viene fermato all’aeroporto di
Linate. Con il foglio dell’asilo politico scaduto viene portato in
Corelli, e il giudice gli ha convalidato il fermo.
C’è quella di un ragazzo rom rumeno finito nel mezzo di una retata,
fermato e portato nel centro. Ha la moglie incinta, un contratto
d’affitto regolare e un lavoro. Il giudice, cosa più unica che rara,
non gli convalida il fermo. Lui esce libero dal centro la mattina, fa
poche centinaia di metri e viene fermato da una pattuglia di polizia
che lo riporta in questura. La sera è di nuovo dentro al centro di via
Corelli, con i suoi compagni di cella che ci chiamano increduli. Un
altro giudice ha deciso il nuovo verdetto: dovrà passare i prossimi sei
mesi nel centro.
Infine la storia di un ragazzo dello Zambia. Con un permesso di
soggiorno spagnolo per motivi di salute finisce prima in carcere e poi
nel centro di via Corelli. Lui vuole tornare in Spagna, ma niente, non
lo mollano. Da dentro ci chiamano dicendo che sta male, ha dolore a
tutte e due le gambe, non riesce a camminare e non riesce a dormire dal
dolore: deve essere operato e non dovrebbe stare in un Centro. I suoi
compagni di cella chiamano la Croce Rossa, chiedono che venga
ricoverato, ma niente.

E per finire, i ringraziamenti. Gli scioperanti del lager di via
Corelli, ringraziano tutti per la vicinanza e la solidarietà espressa:
le radio che li hanno intervistati e che ogni giorno li chiamano, i
compagni e le compagne che da fuori portano loro le bevande, tutti
quelli che in qualche modo stanno lottando per l’abbattimento di questi
muri. «Insieme possiamo farcela!», questo il loro appello.

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PROCESSO G8 TORINO: Rewind: condannarne 21 per colpire l’Onda!

Si è svolta stamani al Palagiustizia di Torino la prima udienza
preliminare (dopo il rinvio per vizi procedurali del 24 febbraio)
contro gli studenti dell’Onda arrestati in seguito al corteo nazionale
di Torino del 19 maggio scorso, indetto dal movimento universitario
contro il g8 University Summit. Con oggi non si possono più aver dubbi
sulla natura meramente politica dell’intera
operazione Rewind, volta a colpire un movimento che l’anno scorso ha
tanto spaventato i poteri forti (siano essi politici, baronali o
mediatici).

Pesantissime le pene richieste dal pm Sparagna anche per gli studenti
che hanno scelto di difendersi con il rito abbreviato,  pene che vanno
dall’anno e 6 mesi all’anno e 10 mesi. Non potendosi  basare su
effettive prove a carico degli imputati, sono state mosse accuse per "concorso morale",
ovvero sono tutti colpevoli per il solo fatto di essere stati presenti
al corteo (cosa, tra l’altro, che nessuno degli imputati ha mai
negato). Nessuno degli elementi in mano all’accusa permetterebbe 
infatti una tale richiesta della pena.

Per un paio di loro, oggi dottorandi o ricercatori (precari), la colpa
è stata anche quella di aver già partecipato ad una manifestazione come
il G8 di Genova (più volte ricordato in aula), come se questa potesse
essere una "colpa" da espiare in circostanze diverse e a distanza di
anni! Ma, secondo il pm,  anzi, sarebbe proprio una manifestazione come
quella di Genova ad aver legittimato le cariche violente della polizia:
"Si sa come è finita a Genova con l’estintore!", parole che fanno
davvero venire i brividi se si pensa a Carlo, alla sua famiglia, al
loro dolore e al suo assassinio rimasto impunito.

Il tentativo dell’accusa è stato anche oggi quello di distinguere i
buoni e i cattivi all’interno di un movimento che in quella stessa
giornata ha dimostrato di essere più unito e determinato che mai,
tornando insieme in corteo verso Palazzo Nuovo e assumendo con
un’assemblea e un comunicato stampa nazionale tutto quanto era accaduto
in quella giornata.

Gli avvocati della difesa, che hanno pronunciato oggi in aula le prime
arringhe, e che parleranno nuovamente in occasione della seconda
sessione dell’udienza preliminare, che si svolgerà il primo aprile,
hanno insistito sul fatto che, a differenza di quanto sostenuto
dall’accusa, i momenti di tensione venutisi a creare in seguito al
tentativo, da parte degli studenti, di violare la “zona rossa”, non
fossero premeditati e studiati a tavolino, ma fossero in realtà
conseguenza di una pratica naturale e spontanea che aveva portato
migliaia di persone, tutte insieme, a scendere in piazza in modo
dirompente e determinato.

Lo “scudo-ariete” immaginato dal pm Sparagna non è nient’altro che lo
striscione di apertura del corteo, i “cattivi” sono in realtà
rappresentati dalle migliaia di studenti e studentesse scesi in piazza
che hanno, in tutti questi mesi, continuato a ribadire che “dietro
quello scudo c’eravamo tutti”.

Non sono dunque bastati tutti gli attestati di solidarietà, tutte le
azioni di protesta in tutta Italia da parte delle varie articolazioni
dell’Onda, le occupazioni dei Rettorati, i cortei, le conferenze
stampa, le migliaia di firme raccolte nel mondo accademico italiano e
non solo, la presenza il 24 febbraio di delegazioni da tutta Italia, a
far ricredere il pm Sparagna e le sue deliranti accuse.

Oggi stesso, gli studenti e le studentesse di tutta Europa, ritrovatisi
a Vienna per un controvertice in occasione delle celebrazioni per
l’anniversario della dichiarazione di Bologna, hanno esposto l’ennesimo
striscione di solidarietà e di assunzione delle giornate del maggio
torinese, che recitava No rewind, Rewave! We  were all behind that shield”.

In conclusione, anche di fronte a quanto oggi è stato palesato in aula dalla
controparte, il processo Rewind – la sua sua valenza politica – per il
movimento dell’Onda non potrà che continuare ad essere un campo di
battaglia dentro il quale spendersi per decostruire un teorema Sparagna
già mozzato dalle mobilitazioni diffuse di quest’estate
(concretizzatosi con la liberazione dei compagni dalle carceri),
contrapponendosi alle ultimi infime carte di una magistratura che spera
(ma fallirà ancora!) di demolire la ricchezza e la potenza di quanto
costruito nelle università (e non solo) fino ad ora. Che la storia non
possa essere scritta dai tribunali è l’assunto dal quale partire,
ribadendo e rivendicando quanto fatto a Torino, un percorso politico
che non può e non sarà arrestato dal tintinnio delle manette e dal
sinistro moralismo che aleggia da troppo tempo. Dietro quello scudo,
oggi più che mai, c’eravamo veramente tutt*.

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BLOCCHI E CORTEI NON AUTORIZZATI COMINCIANO ORA A VIENNA..segui la diretta..

Ore 20.00 –I blocchi stanno funzionando e invadono la città superando anche i cordoni della
polizia che sono attraversati, circondati e superati dalle centinaia di
manifestanti; i blindati non riescono a posizionarsi e l’intervento delle forze
dell’ordine risulta insufficiente

Ore 19.45 – Il blocchi sono cominciati come cortei non autorizzati per la città; i
blocchi 1e 3 si stanno attestando intorno al Teatro dell’Opera. Gli spezzoni
4,5 e 6 composti da un migliaio di persone ciascuno si stanno muovendo in tre
opposte direzioni del centro cittadino; il blocco 2 è nella zona dei musei.

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Budapest e Vienna: cominciano le contestazioni

Wien March’ 10 – streaming video

Ore 16:59 – Sono
presenti molti camion e diversi sound, i movimenti autonomi sono
seguiti da sindacati e piccoli partiti per un corteo che al momento
conta circa 5000 persone.Gli spezzoni più colorati sono rappresentati
dalla clown army, insieme alle molte bande musicali. 

Noi la crisi non la paghiamo è stato il grido di partenza dello spezzone di Uniriot.

Sottolineamo
dalle foto la presenza degli "Squatting Teachers" (insegnanti in
occupazione), che mostra la trasversalità della protesta contro la
precarizzazione e la dismissione dell’università, che il bologna
process ha rappresentato in modo emblematico.

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MILANO:Venerdì 12 Marzo anarchici contro il muro ai Malfattori

Mostra fotografica
– Activestills

 

Cena buffet
benefit per gli anarchici contro il muro

 

Dibattito
con Oren Ziv e Yotam Ronen del collettivo Activestills e anarchist against the
wall

 

Gli ACIM
sono un prodotto di due sottocorrenti che si sono incontrate nel 2003 un anno
dopo l’inizio della costruzione del muro da parte di Israele, nel campo di
protesta durato quattro mesi formato da attivisti palestinesi, israeliani ed
internazionali nel villaggio di Mas’ha, che stava per perdere le terre a causa
del passaggio del muro. Questo campo divenne il punto focale per una nuova
forma di lotta unitaria, civile a democrazia diretta su base territoriale e di
fatto iniziò una terza intifada conosciuta come “intifada del muro”.

Anarchici contro il muro
è un movimento misto, non tutti gli attivisti che ne fanno parte sono
anarchici, diciamo che ci si ritrova su affinità specifiche e in questo caso è
quella di combattere contro il muro e l’occupazione in Palestina da parte dello
stato di Israele.
Gli ACIM cercano di evitare il peso eccessivo ed ingombrante delle impalcature
ideologiche, per assumere come proprio centro di gravità le pratiche, non che
l’analisi teorica ed i principi non siano necessari, dal momento che noi vi
facciamo ricorso quando occorre decostruire i miti dell’apartheid sionista.
Tuttavia, attualmente, le individualità che compongono gli ACIM preferiscono
dedicarsi, alla decostruzione del muro di Israele e ad esprimere il loro
dissenso contro la politica dell’occupazione dei territori palestinesi.
Da un secolo, l’anarchismo costituisce una corrente secondaria ma tuttavia presente
in Palestina e Israele, formando tre distinte ondate: il socialismo libertario
delle prime comuni o kibbutz; le attività culturali e editoriali degli
immigrati di lingua yiddish; e l’anarchismo contemporaneo israeliano.
Nella società palestinese esistono individualità simpatizzanti ma non c’è alcun
movimento anarchico organizzato, data anche l’egemonia a sinistra di partiti
marxisti quali il Fronte Popolare per la Liberazione della Palestina. Tuttavia
la prima Intifada (1987-1989) guadagnò il sostegno degli anarchici in quanto
insurrezione di base con un generalizzato rifiuto di pagare le tasse, scioperi
generali, scontri urbani e la nascita di scuole clandestine e progetti per il
mutuo appoggio. Sin dal 2000, gli anarchici israeliani ed internazionali hanno
portato avanti campagne di solidarietà in Palestina.
Gli sforzi dei militanti israeliani contro l’occupazione ed in solidarietà con
i palestinesi furono rafforzate con l’inizio della seconda Intifada. La rete
Ta’ayush (Parterniato Arabo-Ebreo), sebbene non dichiaratamente anarchica, si
organizzava informalmente per rompere gli assedi e portare viveri alle città
palestinesi, per difendere gli agricoltori, sotto attacco dei coloni e dei
militari mentre coltivavano i loro campi.
Dall’estate del 2001, arrivano molti anarchici stranieri in Palestina nelle
file dell’International Solidarity Movement (ISM), che accompagnano i
palestinesi nelle loro azioni non violente di smantellare i blocchi stradali e
disobbedire ai coprifuoco; serviranno anche come scudi umani e testimoni
oculari durante l’offensiva israeliana della primavera del 2002. Si indebolirà
l’ISM in seguito all’assassinio dei due suoi militanti, Rachel Corrie e Tom
Hurndall, nella Striscia di Gaza, e alla campagna di repressione israeliana che
faceva perquisizioni degli appartamenti ed uffici dell’ISM, attuando
deportazioni e negando i visti per poter entrare nel paese. A partire dalla
primavera del 2003, gli anarchici israeliani iniziano ad organizzarsi
autonomamente per collaborare con i palestinesi e con gli internazionali,
particolarmente nella campagna contro la costruzione del Muro dellaSeparazione
nella West Bank.

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