COMUNICAZIONI DEL CSOA A.CARTELLA E MDT CALABRIA

Il laboratorio letterario PaRoLe
A PeSo
è la naturale espressione dell’urgenza di operare in modo
parallelo ma indipendente dal sistema di comunicazione di massa in essere. Le
parole sono un peso che va portato con orgoglio. Meritano quindi di viaggiare
serenamente attraverso gli uomini ed il tempo.

La proposta nasce nell’ottica
di attraversare le forme della letteratura in tutte le sue forme (dalla poesia
al racconto, al romanzo, all’improvvisazione su temi in divenire) e
sottolinearne gli aspetti caratterizzanti ed il potenziale delle parole.

L’idea è di proporre (rivendicare in qualità di
mandanti) la libertà delle parole incastonando gli accenti e le espressioni
affinché la comunicazione in senso esteso, vittima di stereotipati compromessi,
possa realmente far parte del quotidiano in tutti i suoi aspetti e nelle forme
in cui si manifesta. Non necessariamente un vincolo per "pochi eletti",
piuttosto la cartina al tornasole di quanto succede quotidianamente attorno a
noi. Chi la vita la vive e ne trae spunto, anche a partire da un semplice input,
per la creativa struttura di incroci stilistici e contaminazione culturale. I
poeti sono quindi liberi interpreti dalle spalle larghe. La musica che
accompagna le letture ne racchiude insieme la comprensione e l’essenza.

Il ventesimo appuntamento,
quello del 29 dicembre nella location, non casuale, di Pentadattilo (RC), racchiude
l’essenza dell’esistere del progetto. Dalle ore 15:30 il programma prevede:

8 poeti
provenienti da ogni parte d’Italia (i bagnaresi Francesco Villari e N. La Serpe, i reggini Pino
Amaddeo, Antonio Cardia, Francesco Iocolano, il palermitano Giacomo Giacomazzi,
Claudio Sturla da Parma e la foggiana PseudoCris)

4 musicisti (Giancarlo Galante & Three on Low, Gianni Cusumano, Domenico
Cotroneo e l’olandese Daniel Van Huffelen)

4 artisti dell’immagine (MeltedMan,
Airo, Davide Casile, Aradia Graphic Lab)

2 fotografi (Michele Rieri e Domenico Lo Faro)

Il tutto dosato e pensato con
la solita impronta dell’imprevedibile, fatta di coinvolgimento dei presenti
che, in quanto tali, sono parte integrante del percorso ed ideali compagni di
viaggio. Possono infatti intervenire nelle letture e nelle proposte tutti
coloro che si sentono direttamente coinvolti dall’iniziativa, dando il loro
contributo alla crescita del "Peso specifico delle Parole"

In
chiusura l’attenzione sarà rivolta alla presentazione del libro "LA PREGHIERA DEL
SUD
" di N. La Serpe,
per Autoproduzioni Appese: un mare aperto di riferimento tra l’uomo che ama e
il dolore dell’amore in balia delle correnti angeliche e demoniache. La linea
tracciata dall’amore diventa elastica nel tremendo tira e molla delle forze,
tutte le forze, che concorrono al vivere.

"…sto graffiando il suolo
con l’unghia dell’alluce, come se volessi incidere l’ora del puro peccato, se
non fosse per questo foglio da riempire non starei qui a bramare …"

PaRoLe A
PeSo
resta quindi un’itinerante
viaggio tra le culture e gli aspetti (in)colti e quelli (rac)colti nel nostro
tempo.
Solidarietà ad Euroconfezioni

 

 


Scritto da mdt calabria

  

Ciao a tutte/i,
dopo la ritrovata speranza e l’entusiasmo per il risultato della
manifestazione di Gioia Tauro del 22 dicembre, quando dopo circa 20
anni di oblìo, le popolazioni della Piana e della provincia
tutta, sono ritornate in piazza per protestare contro i vecchi e nuovi
devastatori dei loro territori, un triste episodio ci riporta con i
piedi per terra… 
La notte tra il 24 ed il 25 dicembre, un incendio di natura ancora da
stabilire, ha distrutto "EuroConfezioni", la cooperativa con sede a
Gallico (RC), in via Bellini, 39 e di cui è socio Mimmo
Tramontana, il generoso e coraggioso amico che ci ha messo in
contatto con la ditta che ha realizzato le bandiere "no inceneritori"
del Movimento per la Difesa del Territorio- Calabria.
Questa cooperativa, da sempre vicina ai movimenti, si spende in tutta
Italia in attività del terzo settore, del mercato equo solidale
ed ha realizzato magliette, bandiere e gadgets per i comitati no ponte,
cartiera, pettogalico, etc.

Ha attivato il progetto khorakhanè, uno dei pochissimi progetti
in italia cha ha coinvolto donne nomadi in produzioni tessili ed al
quale al momento stanno partecipando 36 donne.
Purtroppo anche la casa di Mimmo, che si trova sopra i locali della
cooperativa ha subito ingenti danni, crollo del pavimento, etc.

E’ inutile dire che questo episodio ha messo in ginocchio le
lavoratrici e i lavoratori della cooperativa insieme alle loro famiglie
ed è assolutamente necessario stringersi attorno a questi amici
e compagni di viaggio… Le forme di aiuto possono essere molteplici,
dalla sottoscrizione da parte di ognuno di noi in base alle proprie
possibilità, all’impegno a procurare commesse per farli
lavorare, tipo magliette e quant’altro.

Contatti: 
Euroconfezioni Soc. Coop.
Via Bellini, 39 89055
GALLICO (RC)
Tel.0965/370708
Fax 0965/370387
email:
euroconf@libero.it
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;
info@mdtcalabria.org
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"ogni ficateddhu ‘i musca è sustanza" proverbio calabrese
che ci ricorda che qualsiasi contributo è
utile alla causa

 

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CONTRO TUTTI GLI SGOMBERI: SQUAT THE WORLD!

CAPODANNO CONTRO LO SGOMBERO AL CONFINO!!

WE WANT YOU!!!

Lunedì 31 dicembre… sgombero imminente al Confino Squat
"Capodanno scoppiettante" tutti al Confino dalle ore 14.00 (Puntuali
almeno stavolta!!) Per il "Bella Banda Live Set" a seguire fino
all’alba Brindisi e Danze di Massa contro o Sgombero.

Spargi la voce e non mancare!!!

Al Confino
via prov.le Cervese 1818
47020 Pontecucco, Cesena (FC)

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DOMANI 22 DICEMBRE: GIORNATA DI LOTTA PER LA CALABRIA E TUTTO IL SUD CHE NON CALA LA TESTA!

 

 

 

IL 22 DICEMBRE RAPPRESENTA UNA GIORNATA DI LOTTA DA NON DIMENTICARE PER LA SUA IMPORTANZA, PER LA CALABRIA, E PER TUTTO IL SUD!

 

DOMANI 22 DICEMBRE A GIOIA TAURO, CI SARA’ UNA MANIFESTAZIONE PER LA DIFESA DEI TERRITORI, CONTRO GLI INCENERITORI, PER LA DIFESA DEI BENI COMUNI, MA SOPRATTUTTO PER LA DIGNITA’ DEL SUD.

 

ESSERE CONTRO LA ‘NDRAGHETA,CREDERE PER UNA PARTECIPAZIONE DIRETTA DEI CITTADINI SULLE SCELTE DEI TERRITORI, LOTTARE PER UN FUTURO SOSTENIBILE E MIGLIORE, RIAPPROPRIARSI DEI DIRITTI CHE VENGONO CONTINUAMENTE CALPESTATI DALLE LOGICHE DEL RAZZISMO, DEL CAPITALISMO, DEI PROFITTI, DELLE ESTORZIONI, DELLE LOGICHE PARTITOCRATICHE, VUOL DIRE IN TERMINI PRATICI, SCENDERE IN PIAZZA DOMANI ALLE ORE 9:OO A GIOIA TAURO.

 LOTTARE PER ESISTERE, LOTTARE PER RESISTERE.

 

INFO SU

WWW.CSOACARTELLA.ORG

WWW.MDTCALABRIA.ORG

 

 

L’APPELLO DELLA MANIFESTAZIONE E’ SU:

http://www.csoacartella.org/index.php?option=com_content&task=view&id=136&Itemid=1

 

L’APPELLO DEL CSOA A.CARTELLA E’ SU:

http://www.csoacartella.org/index.php?option=com_content&task=view&id=142

 

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MANIFESTAZIONE NAZIONALE A GIOIA TAURO: CONTRO GLI INCENERITORI


10 ragioni per non costruire gli inceneritori

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E-mail

  Movimento per la Difesa del Territorio Calabria

  C.S.O.A A.Cartella 

 

www.csoacartella.org

www.mdtcalabria.org 

 

 

1.
Non serve 2 Incrementa i rifiuti 3 Fa male 4 Non conviene 5 E’ dannoso
ai bambini 6 Genera la necessità di nuove discariche 7 Lo paghiamo noi
8 E’ Vecchio 9 Non crea occupazione 10 E’ ingordo

1) NON SERVE.
Se si fa una politica seria per la riduzione dei rifiuti prodotti, ad
esempio mediante il minor uso degli imballaggi, e con la raccolta
differenziata finalizzata al riciclaggio dei materiali. I materiali
riciclabili sono l’85% del totale dei rifiuti prodotti. Per il 15% di
rifiuti restante è assolutamente antieconomico costruire gli
inceneritori (bastano piccole discariche).

2) INCREMENTA I RIFIUTI.
Costruire l’inceneritore significa vanificare la raccolta differenziata
dei materiali (carta, plastica, legno) necessari per la combustione.
Dove è in funzione da diversi anni (es. Brescia) ha incrementato la
produzione dei rifiuti prodotti da ciascun cittadino.

3) FA MALE.
Durante la combustione dei rifiuti si liberano nell’aria diossine e
furani, che non vengono filtrati neanche dai più sofisticati sistemi di
abbattimento. Uno studio epidemiologico effettuato dall’Università di
Besançon (Francia) ha dimostrato che gli abitanti che vivono nei pressi
dell’inceneritore hanno una probabilità di contrarre il cancro
superiore a quella del resto della popolazione. Infatti producono
pericolosissime nanoparticelle inorganiche che penetrano nel sangue e
si depositano negli organi del corpo umano.

4) NON CONVIENE.
La selezione, l’essiccatura, la pressatura ed il trasporto dei rifiuti
richiedono complessivamente più energia di quella ottenuta dalla loro
combustione. Inoltre, senza considerare i costi di gestione citati ed i
danni alla salute causati dalle nanoparticelle, il costo per produrre 1
MWh mediante l’incenerimento è di 228 euro contro i 66 euro di un
impianto idroelettrico, i 63 di un impianto eolico ed i 280 di un
impianto fotovoltaico.
5) E’ DANNOSO AI BAMBINI.
Uno studio realizzato nella regione Rhone-Alpes (Francia) ha rilevato
nei bambini appena nati, le cui mamme abitavano nei pressi
dell’inceneritore, un aumento delle malformazioni rispetto alla media
nazionale: + 20% anomalie cromosomiche, + 29% malformazioni alla bocca,
+ 44% malformazioni dell’intestino, + 51% malformazione dei reni.
6) GENERA LA NECESSITA’ DI ALTRE DISCARICHE.
Per ogni chilogrammo di rifiuti bruciato, un terzo diventa cenere che,
essendo un rifiuto tossico-nocivo, ha bisogno di discariche molto più
costose di quelle usate per i rifiuti comuni.
7) LO PAGHIAMO NOI.
Costa 311 milioni di Euro, circa 600 miliardi di Lire. Fa guadagnare
solo chi lo gestisce che usufruisce delle sovvenzioni dello Stato
perché beneficia impropriamente del cosiddetto contributo Cip 6,
destinato alle fonti “energetiche rinnovabili”, che paghiamo noi nella
bollette elettrica: senza questo incentivo l’incenerimento non
presenterebbe alcun vantaggio economico. Per questa sovvenzione
l’Italia è stata condannata dalla UE perché l’incenerimento dei rifiuti
non può essere assimilato alle fonti rinnovabili.
8) E’ VECCHIO. L’inceneritore è un invenzione di quarant’anni fa. Le prime nazioni ad adottarlo, come la Germania
e l’Olanda, li stanno dismettendo. Ora si usano dei sistemi di
Trattamento Biologico “a freddo” senza incenerimento, già attivi in
diverse realtà europee, che oltre a non produrre nanopolveri, costano
circa il 75 % in meno degli impianti di incenerimento.
9) NON CREA OCCUPAZIONE.
Se la raccolta porta a porta ed il successivo riciclaggio dei materiali
garantiscono 100 posti di lavoro, in proporzione un moderno
inceneritore ne crea circa 30.
10) E’ INGORDO.
Per far funzionare l’inceneritore, non solo bisogna aumentare la
produzione dei rifiuti da bruciare, scoraggiando la raccolta
differenziata, ma anche importare rifiuti da ogni parte d’Italia
scaricando le conseguenze negative (fumi e scorie) su di noi.

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LA FIOM E I COBAS APPOGGIANO LO SCIOPERO DEI PORTUALI, A SOSTEGNO DELL’MDT CALABRIA DEL 22 DICEMBRE

FIOM – CGIL
Federazione Impiegati Operai Metallurgici
ADERENTE ALLA CONFEDERAZIONE GENERALE ITALIANA DEL LAVORO
SEGRETERIA COMPRENSORIALE
Via Santa Lucia al Parco 6/A – Tel.0965/893505 – Fax 0965/812635 – 89124- Reggio Calabria

C.F. 92010310800


Reggio Calabria, 15-12-07

La FIOM-CGIL del comprensorio Reggio Calabria – Locri aderisce alla
giornata di mobilitazione indetta dal Movimento per la Difesa del
Territorio del 22 dicembre prossimo condividendone le ragioni e la
piattaforma.

 

Assistiamo e subiamo l’ennesima e continua logica di rapina e
deturpazione del nostro territorio con l’appoggio complice ed
interessato della classe politica e dirigente calabrese.

Salutiamo positivamente la nascita di una mobilitazione dal basso
democratica e partecipata, consapevole dei propri diritti, che sta
coinvolgendo le popolazioni della Piana di Gioia Tauro, e che vuole
contrastare questa logica di "sviluppo" legata ad una aggressione
inquinante ed antistorica di quel territorio e non solo.

La FIOM-CGIL del nostro comprensorio è solidale con il Coordinamento
Portuali di Gioia Tauro che hanno deciso di aderire alla giornata di
mobilitazione generale del 22 proclamando una giornata di sciopero e
per questo ricevendo immotivati attacchi sulla stampa.

La salute e la sicurezza sono dei diritti innegabili da garantire sui
posti di lavoro, e tutti i giorni dobbiamo registrare le continue morti
da lavoro insicuro come se fossero bollettini di guerra, e quindi
mobilitarsi per la salubrità e sicurezza del proprio posto di lavoro,
per il diritto di vivere in un territorio dove sia garantita la salute
pubblica sono motivazioni non strumentali ma di grande impegno civile e
democratico, stranamente registriamo che chi attacca questa legittima
volontà dei lavoratori non assume posizioni autorevoli a difesa della
salute dei propri cittadini.

Auspichiamo una massiccia presenza alla giornata di mobilitazione del
22 che veda oltre alle popolazioni una determinata e concreta
mobilitazione delle confederazioni sindacali in prima linea sulla
difesa dei diritti dei cittadini e dei lavoratori.

Fiom-Cgil Reggio Cal.-Locri

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MANIFESTAZIONE NAZIONALE A GIOIA TAURO: APPELLO DEL CSOA A.CARTELLA


Alle realtà di base, ai comitati
popolari di lotta, al mondo dell’autorganizzazione, a tutte le compagne e a
tutti i compagni.

Il c.s.o.a. Cartella, nella
continuità dell’impegno politico profuso nella difesa di questi territori, ha
fatto sua la “questione Gioia Tauro”. Salvaguardare i nostri territori, intesi
non soltanto come beni ambientali ma comprensivi di quei saperi e di quella
complessità di relazioni sociali che caratterizzano ogni comunità, ha
significato per noi partecipare a tutte le lotte popolari che hanno
attraversato la nostra terra: il NO alla centrale a carbone di vent’anni fa,
quello contro gli F-16 a Crotone, la battaglia contro il ponte sullo Stretto,
quella contro la realizzazione dell’impianto RSU di Pettogallico, quella contro
la privatizzazione dell’acqua, oltre alla solidarietà militante a tutte quelle
battaglie nazionali per la difesa dei beni comuni e contro la precarizzazione
della vita, a partire dal lavoro.

La Piana di Gioia Tauro riassume
oggi tutte le contraddizioni di questo “sviluppo”, fatto di accaparramento di
risorse, dall’aggressione e dalla devastazione dei territori, dall’imposizione
di impianti inquinanti giustificati con il ricatto dell’occupazione.

Sono ormai passati nove mesi da
quando abbiamo incrociato lungo il nostro percorso, donne e uomini che vivendo
quotidianamente sulla loro pelle queste contraddizioni, hanno conquistato la
consapevolezza e la determinazione per alzare la testa. Sono stati mesi di
intenso lavoro, compiuto fianco a fianco con questi compagni di strada, nei 33
comuni della Piana, per informare su quanto sta succedendo: un intero
territorio svenduto agli interessi delle multinazionali, ovvero gli interessi
di pochi contro i legittimi diritti dei tanti.

E questa battaglia ha ricevuto
tante adesioni e numerosi messaggi di solidarietà, da parte di quelle forze che
avrebbero potuto – e dovuto – determinare un modello alternativo a quello in
atto, ma anche e soprattutto, dalle popolazioni incontrate nelle piazze e nelle
tante assemblee pubbliche.

È questo il caso del
Coordinamento dei Portuali di Gioia Tauro, lavoratrici e lavoratori che non
soltanto vivono condizioni e ritmi produttivi esasperanti, ma subiscono le
esalazioni tossiche dell’inceneritore sito in prossimità dell’area portuale, che
ne pregiudicano la salubrità e la sicurezza durante la loro attività.

Riteniamo grave che alla
proclamazione della giornata di sciopero da loro indetta, doverosa per
un’organizzazione sindacale che si occupa veramente dei diritti e delle
problematiche dei lavoratori, non ci sia stata solidarietà e sostegno, eccetto
che da parte della Fiom e dei Cobas – Scuola, bensì cinici attacchi e dure
condanne politiche.

Riteniamo inoltre fondamentale
non considerare separate la battaglia per la difesa di questi territori, da una
più generale lotta contro tutte le mafie. L’asfissiante controllo attuato dalla
‘ndrangheta, non soltanto ha trasformato questa porzione di Calabria in una
discarica di scorie tossiche e radioattive, ma ha messo a tacere qualsiasi voce
di dissenso. Se oggi la Piana vive questa drammatica situazione, è perché chi
ha osato esporsi per esprimere la propria opposizione è stato azzittito per
sempre: questo è il caso di Luigi Ioculano, assassinato per avere avuto il
coraggio di schierarsi contro la mafia e contro la costruzione
dell’inceneritore oggi in funzione.

Combattere la ‘ndrangheta
significa soprattutto aggredirla nei suoi interessi. Ed il ciclo dei rifiuti,
così come quello del cemento e della movimentazione terra, sono importanti
business per le ‘ndrine.

Facciamo appello a tutte e a
tutti, perché il 22 dicembre sia un grande appuntamento popolare, che
metta in piazza le ragioni di chi oggi resiste e lotta per difendere la propria
terra.

Saremo in piazza perché abbiamo
tanti SÌ, e in ognuno di questi è insito un futuro migliore per noi e per i
nostri figli.

Saremo in piazza perché salute,
libertà, dignità
, non sono per noi parole retoriche per raccattare qualche
voto, ma pratica concreta di solidarietà.

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A CHI LOTTA…VERSO IL 22 DICEMBRE

Avviso per i partecipanti alla manifestazione e per le delegazioni
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E-mail

Scritto da mdt calabria

  

A CHI LOTTA

PER TUTTI COLORO CHE PARTECIPERANNO ALLA MANIFESTAZIONE DEL 22 DICEMBRE
LA GIUNTA PROVINCIALE DI REGGIO CALABRIA, A CUI VA IL NOSTRO PIU’
SENTITO RINGRAZIAMENTO, HA MESSO A DISPOSIZIONE 11 AUTOBUS CON PARTENZA
DALLE CITTA’ PIU’ GRANDI DELLA PIANA, REGGIO COMPRESA.

DA ROSARNO GLI AUTOBUS PARTIRANNO ALLE 8,15 DEL 22 DA PIAZZA VALARIOTI

ALLE DELEGAZIONI DEI COMITATI CHE VERRANNO A GIOIA TAURO PER IL 22:

COMUNICATE AL PIU’ PRESTO A
info@mdtcalabria.org
Indirizzo e-mail protetto dal bots spam , deve abilitare Javascript per vederlo
:

  1. DI QUANTE PERSONE E’ COMPOSTA LA DELEGAZIONE, ORA E LOCALITA’ DI ARRIVO (STAZIONE FS, ECC.),

  2. UN CONTATTO CON NR DI TELEFONO.

QUESTE INFORMAZIONI SONO IMPORTANTISSIME PER NOI PER ORGANIZZARE IN
MANIERA EFFICIENTE GLI SPOSTAMENTI VERSO IL PUNTO DI RAGGRUPPAMENTO E
LA SISTEMAZIONE PER LA NOTTE PER CHIUNQUE DESIDERI PARTECIPARE AI
LAVORI DEL POMERIGGIO E BALLARE E CANTARE CON NOI AL CONCERTO SERALE.

SIAMO INFATTI IN GRADO DI OSPITARVI, NON ABBIAMO PROBLEMI DI SPAZIO MA
SPERIAMO DI AVERE PROBLEMI DI LETTI (CIO’ SIGNIFICHERA’ CHE SARETE IN
TANTI), PER CUI ARRIVATE MUNITI DI SACCO A PELO, A QUALCOSA DA METTERE
SOTTO I DENTI E A DEL BUON VINO ROSSO PENSEREMO NOI.

PROGRAMMA DELLA GIORNATA


 

ORE 9,00 Gioia Tauro, C.da Lamia innanzi al mega depuratore, raggruppamento e
partenza, si prosegue per Via Ferdinando De Rosa, P.zza Matteotti, Via
Roma, Via Sarino Pugliese, Viale Italia, SS 18, Via Lomoro, Via Serra,
Via Duomo e si conclude in P.zza dell’Incontro con comizio finale.

 

ORE 15,00 Contrada Bosco di Rosarno, P.zza S. Antonio (a pochi
metri dallinceneritore), assemblea popolare con la cittadinanza e
delegazioni dei comitati nazionali, rete nazionale rifiuti zero e patto
nazionale di solidarietà e mutuo soccorso.

ORE 18,00 Bosco di Rosarno, P.zza S. Antonio, festa popolare con i CUMELCA: musica popolare calabrese e ritmi grecanici.

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MDT CALABRIA: NEWS E MANIFESTAZIONE IL 22 DICEMBRE

Manifestazione Nazionale   a Gioia Tauro

ORE 9,00 incontro e partenza Gioia Tauro, C.da Lamia innanzi
al mega depuratore, si prosegue per Via Ferdinando De Rosa,
P.zza Matteotti, Via Roma, Via Sarino Pugliese, Viale
Italia, SS18, Via Lomoro, Via Serra, Via Duomo e si
conclude in P.zza dell’Incontro con comizio finale.
  
ORE 15,00 Bosco di Rosarno, P.zza S. Antonio, assemblea
popolare con la cittadinanza e delegazioni dei comitati
nazionali, rete nazionale rifiuti zero e patto nazionale di
solidarietà e mutuo soccorso.

ORE 18,00 Bosco di Rosarno, P.zza S. Antonio, festa popolare
con i CUMELCA: musica popolare calabrese e ritmi grecanici.

 

 

A CHI LOTTA

A TUTTE LE DELEGAZIONI DEI COMITATI CHE ADERIRANNO ALLA MANIFESTAZIONE DEL 22 DICEMBRE:

COMUNICATE AL PIU’ PRESTO A
info@mdtcalabria.org
DI QUANTE PERSONE E’ COMPOSTA LA DELEGAZIONE E FORNITECI UN CONTATTO CON NR DI TELEFONO.

SIAMO IN GRADO DI OSPITARE CHIUNQUE DESIDERI PARTECIPARE AI LAVORI DEL POMERIGGIO E BALLARE E CANTARE CON NOI AL CONCERTO SERALE. NON ABBIAMO PROBLEMI DI SPAZIO MA SPERIAMO DI AVERE PROBLEMI DI LETTI (CIO’ SIGNIFICHERA’ CHE SARETE IN TANTI), PER CUI ARRIVATE MUNITI DI SACCO A PELO, A QUALCOSA DA METTERE SOTTO I DENTI E A DEL BUON VINO ROSSO PENSEREMO NOI.

 

CSOA A.CARTELLA

MDT CALABRIA

www.csoacartella.org

www.mdtcalabria.org

http://www.pattomutuosoccorso.org/

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NO DAL MOLIN, DOPO GLI OTTANTAMILA, IL COMUNICATO SULLE CENSURE.

Censura
Galan contro tutti: vuole la censura sui No Dal Molin. E se la prende con i media: la Rai, colpevole di parlare della grande manifestazione di Vicenza, e anche con il Giornale di Vicenza che, di colpo, diventa un giornale bolscevico. Non gli basta un giornale notoriamente di parte: Galan vuole un giornale che sappia oscurare coloro che non gli fanno comodo; a partire dai No Dal Molin, i "quattro imbecilli" [cit. Enrico Hullweck, Sindaco di Vicenza] che danno tanti fastidi al suo amico Hullweck
È un fatto che questo Comitato di Redazione debba periodicamente occuparsi delle insolenze del presidente della Giunta regionale del Veneto. Di recente ha dovuto farlo sulle "Disposizioni per la stampa", ora lo deve fare sull’improvvisata competenza che il dott. Galan presume di potersi accreditare, sia che si tratti di dettare la scaletta di un telegiornale del servizio pubblico o che si tratti di dirigere un quotidiano.
La libera e civile espressione del pensiero e delle opinioni dei cittadini di Vicenza, che il Giornale registra, hanno reso particolarmente nervoso il dott. Galan, il quale confondendo il suo ruolo di presidente di una Giunta regionale con quello di padrone del Veneto, dimostra di considerare il ruolo dell’informazione non molto di più che la semplice trasmissione degli spot sulle sue defatiganti esternazioni e quelle dei suoi amici.
Tuttavia il vizietto di aggredire il Giornale di Vicenza sembra divenuto per il dott. Galan un chiodo fisso. Le sue ultime sparate, che vanno respinte in blocco, non possono che suonare intimidatorie e offensive nei confronti della professionalità del direttore Giulio Antonacci, ma altrettanto gravi nei confronti di un’intera redazione e di quei colleghi che sulla controversa questione della nuova base statunitense all’aeroporto Dal Molin, hanno fatto semplicemente il loro dovere, informando su tutti gli aspetti della vicenda. L’accusa di "livore antiamericano", come ben sanno i nostri lettori, è semplicemente risibile.
Anche se dare voce alle diverse opinioni, come ha fatto con autorevolezza il Giornale di Vicenza, dà fastidio ai politici, per di più umorali e lunatici che vorrebbero davanti solo giornalisti compiacenti e asserviti, l’impegno di questa Redazione nei confronti dei propri lettori rimane immutato.
Il Comitato di Redazione del Giornale di Vicenza
[articolo tratto da Il Giornale di Vicenza, 16 dicembre 2007
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SUPPORTO LEGALE

  

cuore La sentenza del processo contro 25 manifestanti per gli scontri avvenuti durante le proteste contro il g8 a Genova, ha deciso qual è il prezzo che si deve pagare per esprimere le proprie idee e per opporsi allo stato di cose presenti: 110 anni di carcere. Il tribunale del presidente Devoto e dei giudici a latere Gatti e Realini, non ha avuto il coraggio di opporsi alla feroce ricostruzione della storia collettiva ad uso del potere che i pm Andrea Canciani e Anna Canepa gli ha richiesto di avvallare.
Anzi, ha fatto di peggio. Ha scelto di sentenziare che c’è un modo buono per esprimere il proprio dissenso e un modo cattivo, che ci sono forme
compatibili di protesta e forme che vanno punite alla stregua di un reato di guerra.
Per completare l’opera ha anche fornito una consolazione a fine processo per i difensori e gli "onesti cittadini", chiedendo la trasmissione degli atti per le false testimonianze di due carabinieri e due poliziotti, un contentino con cui non si allevia il peso della sentenza e il cui senso di carità a noi non interessa.

Il tribunale di Genova ha scelto di assecondare tutte quelle forze politiche, tutti quei benpensanti, tutti quegli avvocati, che – coscientemente – speravano che pochi, ancora meno dei 25 imputati, fossero condannati per poter tirare un sospiro di sollievo, per poter sapere dove puntare il proprio dito grondante morale e coscienza sporca. L’uso del reato di devastazione e saccheggio per condannare fatti avvenuti durante una manifestazione politica apre la strada a un’operazione pericolosa, che vorrebbe vedere le persone supine alle scelte di chi governa, inermi di fronte ai soprusi quotidiani di un sistema in piena emergenza democratica, prima ancora che economica. Nessuno di coloro che era a Genova nel 2001 e che ha costruito carriere sulle parole d’ordine di Genova, salvo poi tradirle con ogni voto e mezzo necessario, ha voluto schierarsi contro questa operazione assurda e strumentale: nessuno, o quasi, in tutto l’arco del centro sinistra al governo ha saputo dire che a Genova, tra coloro i quali oggi sono stati condannati ad anni di galera, avrebbe dovuto esserci tutti quanti hanno partecipato a quelle giornate.

La stessa cosa è stata portata avanti anche da molti dei movimenti, e molte delle persone che hanno cercato di sabotare i contenuti della manifestazione che solo tre settimane fa, il 17 novembre, ha riempito le strade di Genova: hanno voluto annebbiare le persone su chi fossero coloro che si battevano per un modello di vita e di società diverso, e chi difendeva il modello che viviamo sulla nostra pelle tutti i giorni; hanno voluto confondere le acque, forse perché anche la loro dignità è confusa. E allora decine di comunicati sulle possibili Commissioni Parlamentari, sulla Verità e sulla Giustizia, e troppe poche parole su 25 persone che stavano avviandosi a diventare capri espiatori di un potere che ha avuto paura.
Genova però non si cancella con il revisionismo a mezzo procura, né con le pelose scelte di comodo e gli scheletri nascosti negli armadi. Le 80.000 persone che lo scorso 17 novembre hanno sfilato per le vie di Genova, non chiedevano una Commissione Parlamentare, bensì che 25 persone non diventassero il paravento dietro cui seppellire un passaggio storico scomodo, che ha messo in discussione l’attuale sistema di vita e di società. Siamo convinti che quelle 80.000 persone ci ascoltano e non permetteranno a un’aula di tribunale di espropriare la propria memoria e devastare le vite di 24 persone.
A maggior ragione oggi, con una sentenza che cerca di schiacciarci e farci vergognare di quello che siamo stati e quello che abbiamo vissuto, di dipingere quei momenti di rivolta a tinte fosche anziché con la luce e la dignità che meriterebbero i momenti più genuini che esprimono la volontà popolare, noi diciamo che non ripudieremo nulla, che non chiederemo scusa di nulla, perché non c’è nulla di cui ci pentiamo o di cui sentiamo di dover parlare in termini diversi che del momento più alto della nostra vita politica.

Noi pensiamo che tutti coloro che erano a Genova dovrebbero gridare: in ogni caso nessun rimorso. Nessun rimorso per le strade occupate dalla rivolta, nessun rimorso per il terrore dei grandi asserragliati nella zona rossa, nessun rimorso per le barricate, per le vetrine spaccate, per le protezioni di gommapiuma, per gli scudi di plexiglas, per i vestiti neri, per le mani bianche, per le danze pink, nessun rimorso per la determinazione con cui abbiamo messo in discussione il potere per alcuni giorni.
Lo abbiamo detto il giorno dopo Genova, e in tutti questi anni: la memoria è un ingranaggio collettivo che non può essere sabotato. E per tutto quello che Genova è stata e ha significato noi non proveremo nessun rimorso. Oggi, come ieri e domani, ripeteremo ancora che la Storia siamo Noi. Oggi, come ieri e domani, diremo di nuovo: in ogni caso nessun rimorso.

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