DOMANI SABATO 14 LUGLIO: GIORNATA ANTIFASCISTA

 

 

 

Sabato 14 luglio sarà una giornata di mobilitazione antifascista e contro la
repressione, con una serie di iniziative coordinate in varie città d'Italia.
Ognuno secondo le proprie possibilità e modalità: dalle più semplici, come
attacchinaggi, scritte o striscioni, alle più articolate come presidi o
murales dedicati a Carlo, Renato, Dax, Aldro.
Due giorni dopo, il 16 luglio, a Milano verrà pronunciata la sentenza
d'appello del processo "San Paolo". L'ennesimo processo farsa che si scontra
con una verità condivisa e collettiva. È questa verità che ribadiremo ancora
con forza insieme a tutti coloro che vorranno mobilitarsi ed essere presenti
in aula a portare solidarietà attiva agli imputati. Era la notte del 16
marzo quando Davide Cesare, Dax, veniva accoltellato a morte da un gruppo di
fascisti. I suoi compagni e le sue compagne accorsi al pronto soccorso
dell'ospedale S. Paolo trovarono ad aspettarli pattuglie di polizia e
carabinieri. La situazione precipitò rapidamente in una caccia all'uomo con
violente cariche sia all'interno che all'esterno dell'ospedale. Il sangue
per terra e sui muri, le decine di ragazzi e ragazze feriti, hanno rievocato
prepotentemente le immagini del luglio 2001 a Genova. È indelebile nelle
menti di molti il ricordo di quelle giornate. La città blindata, le cariche
indiscriminate, la brutalità delle forze dell'ordine, la mattanza alla
scuola Diaz, le torture nella caserma di Bolzaneto e l'assassinio di Carlo
Giuliani.Se alla Diaz la mattanza venne giustificata con il ritrovamento di due
bottiglie molotov all'interno dell'edificio (poi si scoprì collocate dalle
stesse forze dell'ordine), per i fatti del San Paolo, il questore di Milano
Boncoraglio sostenne assurdamente che i suoi uomini erano stati costretti ad
intervenire per impedire che i ragazzi e le ragazze sottraessero la salma
del loro compagno.
Non sono però bastati i pestaggi e, così, la magistratura ha condannato in
primo grado due delle persone presenti quella notte a un anno e 8 mesi di
reclusione, più 70.000 euro di multa.
Degli appartenenti alle forze dell'ordine, invece, un solo agente, ripreso
da un video amatoriale mentre picchiava un ragazzo rimasto a terra, ha
ricevuto una blanda condanna a 7 mesi. Proprio come a Genova, persino i
documenti video non valgono nulla di fronte alla cecità disarmante della
magistratura.

E' la storia di un paese ad essere messa alla sbarra. Più che il giudizio
della magistratura, da cui poco o nulla possiamo, per altro, attenderci, ci
interessa perciò il giudizio politico di quanto accadde.
Di fronte a casi come questi si pongono interrogativi seri sul clima che si
respira nelle caserme italiane e sulle condizioni di salute della democrazia
nella nostra società.

Questi episodi sono espressione di un'involuzione autoritaria che interessa
tutti gli aspetti della società italiana e che trova la sua manifestazione
più evidente proprio nella gestione dell'ordine pubblico.
Una deriva alimentata attraverso le politiche securitarie condotte dai
diversi governi che si avvicendano al potere, a prescindere dalla loro
collocazione politica. La sicurezza che ci viene offerta si manifesta
attraverso territori militarizzati, controllo totale e nuove sofisticate
forme di razzismo, mentre le vere emergenze sociali, come la casa, il
lavoro, la salute e la precarietà, rimangono ai margini del dibattito
politico. Così può capitare essere ammazzati di botte durante un "normale"
controllo di polizia, com'è successo nel settembre del 2005, a Ferrara, a
Federico Aldrovandi, un ragazzo di 18 anni. Il caso è venuto alla ribalta,
dopo vari tentativi di insabbiamento, solo grazie alla strenua lotta per la
verità dei famigliari e degli amici di Aldro. Purtroppo questo tragico
episodio non rappresenta un caso isolato.

L'azione brutale delle forze dell'ordine si coniuga con quella della
magistratura, il cui "attivismo" nei confronti dei movimenti antagonisti non
sembra estraneo a logiche di tipo politico, che poco hanno a che vedere con
l'applicazione del diritto. A Genova 26 persone sono accusate di
"devastazione e saccheggio", reato a cui la magistratura è ricorsa anche nel
processo di Milano per i fatti dell'11 marzo 2006, dove 18 antifascisti e
antifasciste furono condannati per "concorso morale in devastazione e
saccheggio" a 6 anni (scontati a 4 per il rito abbreviato), per essersi
opposti alla sfilata fascista di Fiamma Tricolore. Un reato da codice di
guerra che, ritroviamo anche in altre inchieste riguardanti il movimento
antagonista: una consuetudine giudiziaria che si traduce in lunghe
detenzioni preventive e in condanne spropositate. Allo stesso scopo si
ricorre anche ad altre imputazioni come l'associazione sovversiva, o
l'aggravante di eversione dell'ordine democratico, quest'ultima nuova
frontiera (di dubbia legittimità costituzionale) della repressione politica.
Gli ultimi arresti in ordine di tempo sono quelli di tre studenti che si
sono opposti alla presenza del FUAN in Università a Torino.
Ad essere sotto attacco è il diritto al dissenso e alla Resistenza, il
diritto a lottare per modificare lo stato delle cose presenti, il diritto di
manifestare liberamente le proprie opinioni e di opporsi a ciò che si
ritiene essere ingiusto, a dire "no" anche quando tutti gli altri tacciono.

Nel clima di diffusa intolleranza le destre trovano insperati spazi di
agibilità. Mentre razzisti dichiarati e post-fascisti riscuotono ampi
consensi strisciando tra le paure irrazionali della gente e possono
rappresentare senza contraddizione le istituzioni della "Repubblica nata
dalla Resistenza", gli episodi di squadrismo si moltiplicano
spaventosamente, tra l'indifferenza dei più e la sostanziale impunità che lo
Stato accorda a questi stupidi e idioti burattini. È il caso
dell'accoltellamento di Davide, un ragazzo di vent'anni frequentatore di un
centro sociale, avvenuto pochi giorni fa a Melzo, (coltellate in faccia e
all'addome in 10 contro 1) nell'hinterland milanese, ad opera di un gruppo
di fascisti della zona.
E' il caso della città di Roma, dove la giunta veltroniana si è
contraddistinta per una politica di equidistanza accordando agibilità
politica e fisica alle formazioni fasciste, che negli ultimi 2 anni le
aggressioni squadriste sono state centinaia, fino a quella tragica notte del
27 agosto scorso quando fuori da una dance hall reggae sul litorale romano,
due giovani di destra aggredivano ed uccidevano con otto coltellate Renato
Biagetti. Al momento del fermo di entrambi si scoprì che uno era figlio di
un Carabiniere, dello stesso nucleo che stava svolgendo le indagini. Da quel
momento si è assistito a diversi tentativi d'insabbiamento ed ad un clima
pesante ed assurdo fuori e dentro le aule di tribunale. E' proprio a Roma
che si è registrata l'ultima grave aggressione durante un concerto, il
bilancio è di diversi feriti di cui due gravi. Anche in questo caso ai
coltelli dei fascisti è seguita l'azione repressiva della polizia e della
magistratura che ha denunciato quattro persone, due tratte in arresto e
attualmente sottoposti ad obbligo di firma, colpevoli di volersi difendere
prima dai fascisti e poi dall'arroganza poliziesca.

E' per Carlo, Dax, Aldro, Renato e per tutti gli altri, per continuare a far
vivere questi nostri fratelli e compagni, che il prossimo 14 luglio ci
riprenderemo le strade e i muri delle nostre città, con diverse iniziative,
perchè esiste un filo rosso che unisce tutte queste e molte altre storie.

Chi pensa di fermarci, vedrà muoverci. Chi pensa di zittirci ci sentirà
urlare la nostra rabbia e verità.

L'Italia sta marcendo in un benessere che è egoismo, stupidità, incultura,
pettegolezzo, moralismo, coazione, conformismo: prestarsi in qualche modo a
contribuire a questa marcescenza è, ora, il fascismo. Essere laici,
liberali, non significa nulla, quando manca quella forza  morale che riesca
a vincere la tentazione di essere partecipi a un mondo che apparentemente
funziona, con le sue leggi allettanti e crudeli. Non occorre essere forti
per affrontare il fascismo nelle sue forme pazzesche e ridicole: occorre
essere fortissimi per affrontare il fascismo come normalità, come
codificazione, direi allegra, mondana, socialmente eletta, del fondo
brutalmente egoista di una società.
Pier Paolo Pasolini

Carlo, Dax, Aldro, Renato, noi sappiamo chi è STATO.

Sabato 14 luglio: Giornata di mobilitazione nazionale, aderiscono per ora:
Milano, Bergamo, Brescia,Padova, Viareggio, Firenze, Roma.

Giovedì 12 luglio : ore 9:30 presso il Tribunale di Civitavecchia ultima
udienza per il processo di primo grado per l'omicidio di Renato.

Lunedì 16 luglio: ore 9:00 presso il Tribunale di Milano sentenza d'appello
per il processo del San Paolo.

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ASSALTO FASCISTA A CASALBERTONE

Roma – Casal Bertone, gli antifascisti di Roma:"Non è
piú possibile accettare la presenza di ideologie e pratiche
fasciste"

Il comunicato degli antifascisti e antifasciste di Roma

 
 

Di
seguito il comunicato degli "antifasciste e gli antifascisti di Roma"
in merito agli scontri avvenuti questa notte nel quartiere Casal
Bertone, nella periferia est di Roma.

"Respinto l'assalto
fascista all'occupazione abitativa di Casal Bertone.La notte tra l'11 e
il 12 luglio è avvenuta l'ennesima aggressione fascista a Roma,
nel quartiere di Casal Bertone.Un gruppo proveniente dal Circolo
Futurista, sede del gruppo ultras Padroni di Casa, appartenenti a
Fiamma Tricolore, al termine dell'attacchinaggio di manifesti, ha
tentato di assaltare l'occupazione abitativa di Via De Dominicis, dove
vivono da anni decine di famiglie dei movimenti di lotta per la casa.
La prontezza degli occupanti e la risposta degli abitanti del quartiere
ha respinto l'attacco e messo in fuga la squadraccia, che si è
dileguata sotto gli occhi indifferenti delle forze dell'ordine,
sopraggiunte nel frattempo.L'attacco è stato premeditato e
vigliacco. Armato di mazze, catene, coltelli il gruppo, non ha avuto
remore a colpire donne e uomini, ferendo gravemente 6 persone, di cui
una accoltellata all'inguine.In pochi minuti centinaia di persone sono
scese in strada per difendere l'occupazione e reagire all'aggressione,
praticando il legittimo diritto di resistenza.L'aggressione è
avvenuta nel quartiere di Casal Bertone, dove da mesi i cittadini, le
associazioni, i movimenti sociali denunciano e contrastano l'apertura
del sedicente circolo Futurista, in via degli Orti di Malabarba 15,
covo fascista sito all'interno di un palazzo di proprietà
dell'Inps, che inneggia all'odio e al razzismo, attraverso, scritte,
manifesti e intimidazioni. Nei mesi è cresciuta la protesta del
quartiere, abitato da molti studenti fuori sede e con una lunga
tradizione di lotte sociali, di associazionismo, e di iniziative
culturali.Questa è la campagna per il mutuo sociale di Fiamma
Tricolore: da una parte inneggiano alla "casa agli italiani" e
"piú case meno calabresi", dall'altra provano a colpire chi nei
fatti conquista il diritto alla casa per tutti.Tutto ció avviene
a due settimane esatte dall'assalto squadrista a Villa Ada e dopo
centinaia di aggressioni avvenute negli ultimi due anni nei confronti
di chi lotta per i diritti sociali e di cittadinanza, chi libera spazi
di socialità e cultura, o chi semplicemente frequenta concerti e
iniziative culturali.Come hanno denunciato con forza le migliaia di
persone scese in piazza sabato scorso nel quartiere Trieste-Salario non
è piú possibile accettare la presenza e la diffusione di
ideologie e pratiche fasciste, coperte dalla destra istituzionale e
favorite dalla colpevole "equidistanza" del sindaco Veltroni, del
governo e delle amministrazioni locali, che hanno concesso sedi e
agibilità politica, tollerando e lasciando impunite nella
"democratica" città di Roma le scorribande dell'estrema destra"

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ASSALTO FASCISTA A CASALBERTONE

Roma – Casal Bertone, gli antifascisti di Roma:"Non è
piú possibile accettare la presenza di ideologie e pratiche
fasciste"

Il comunicato degli antifascisti e antifasciste di Roma

 
 

Di
seguito il comunicato degli "antifasciste e gli antifascisti di Roma"
in merito agli scontri avvenuti questa notte nel quartiere Casal
Bertone, nella periferia est di Roma.

"Respinto l'assalto
fascista all'occupazione abitativa di Casal Bertone.La notte tra l'11 e
il 12 luglio è avvenuta l'ennesima aggressione fascista a Roma,
nel quartiere di Casal Bertone.Un gruppo proveniente dal Circolo
Futurista, sede del gruppo ultras Padroni di Casa, appartenenti a
Fiamma Tricolore, al termine dell'attacchinaggio di manifesti, ha
tentato di assaltare l'occupazione abitativa di Via De Dominicis, dove
vivono da anni decine di famiglie dei movimenti di lotta per la casa.
La prontezza degli occupanti e la risposta degli abitanti del quartiere
ha respinto l'attacco e messo in fuga la squadraccia, che si è
dileguata sotto gli occhi indifferenti delle forze dell'ordine,
sopraggiunte nel frattempo.L'attacco è stato premeditato e
vigliacco. Armato di mazze, catene, coltelli il gruppo, non ha avuto
remore a colpire donne e uomini, ferendo gravemente 6 persone, di cui
una accoltellata all'inguine.In pochi minuti centinaia di persone sono
scese in strada per difendere l'occupazione e reagire all'aggressione,
praticando il legittimo diritto di resistenza.L'aggressione è
avvenuta nel quartiere di Casal Bertone, dove da mesi i cittadini, le
associazioni, i movimenti sociali denunciano e contrastano l'apertura
del sedicente circolo Futurista, in via degli Orti di Malabarba 15,
covo fascista sito all'interno di un palazzo di proprietà
dell'Inps, che inneggia all'odio e al razzismo, attraverso, scritte,
manifesti e intimidazioni. Nei mesi è cresciuta la protesta del
quartiere, abitato da molti studenti fuori sede e con una lunga
tradizione di lotte sociali, di associazionismo, e di iniziative
culturali.Questa è la campagna per il mutuo sociale di Fiamma
Tricolore: da una parte inneggiano alla "casa agli italiani" e
"piú case meno calabresi", dall'altra provano a colpire chi nei
fatti conquista il diritto alla casa per tutti.Tutto ció avviene
a due settimane esatte dall'assalto squadrista a Villa Ada e dopo
centinaia di aggressioni avvenute negli ultimi due anni nei confronti
di chi lotta per i diritti sociali e di cittadinanza, chi libera spazi
di socialità e cultura, o chi semplicemente frequenta concerti e
iniziative culturali.Come hanno denunciato con forza le migliaia di
persone scese in piazza sabato scorso nel quartiere Trieste-Salario non
è piú possibile accettare la presenza e la diffusione di
ideologie e pratiche fasciste, coperte dalla destra istituzionale e
favorite dalla colpevole "equidistanza" del sindaco Veltroni, del
governo e delle amministrazioni locali, che hanno concesso sedi e
agibilità politica, tollerando e lasciando impunite nella
"democratica" città di Roma le scorribande dell'estrema destra"

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FUORI LA POLIZIA DALLE NOSTRE CITTA’

 

 

 

Alimentato dai giornali, enfatizzato dalla politica di ogni colore,
il delirio sulla "sicurezza" e su un preteso "degrado" condiziona e
affligge sempre di più la vita sociale.

Le forze dell'ordine mobilitate all'unisono -dai carabinieri ai
vigili urbani, dai soliti poliziotti all'insolita polizia provinciale,
fino, pare, ai guardiaboschi- pattugliano le strade sempre più
minacciosi: sequestrano i cani, fermano in massa i cosiddetti
"punkabbestia", inseguono gli immigrati senza documenti. Il bollettino
di guerra di ieri riporta un arresto, una denuncia e tre fogli di via
in via Pietrapiana. Chiunque non si adegui ai diktat del denaro e del
decoro borghese non deve più esistere in questa città.
Come dichiarato candidamente in questi giorni da un alto funzionario
della sbirraglia, gli zingari devono addirittura essere "cacciati".

Ultimo in ordine di tempo, in Santo Spirito arriva -testuali parole
delle carogne dei giornali– il "COPRIFUOCO": i locali che si
affacciano sulla piazza devono chiudere entro l'una di notte. La
democrazia nell'era della guerra permanente non esita ad utilizzare il
linguaggio di un paese belligerante anche all'interno dei propri
confini. Ma stavolta i nemici non sono fantomatici fondamentalisti
dalle lunghe barbe- i nemici siamo tutti noi che tiriamo tardi la notte
tra uno spinello e una birra e una risata; noi che cerchiamo di vivere
la città come un posto dove conoscerci e incontrarci, e non solo
dove sopravvivere lavorando.

Questo delirio securitario -che vede in ogni diverso un "malintenzionato" e in ogni telecamera "un'amica"
– ha un nome: si chiama Patto per la Sicurezza, è stato firmato in questi giorni dal ministro dell'interno Amato
e dagli amministratori locali. Riguarda Firenze come tutte le altre
principali città italiane, e permetterà di tenere sotto
controllo i quattro quinti della popolazione, concentrati com'è
noto nelle grandi città.

Sempre più occhi elettronici su di noi, dunque, sempre
più gendarmi a controllarci, sempre più comportamenti
penalizzati. Vietato passeggiare per strada se non vesti bene, vietato
portare a spasso il cane se non gli impianti un microchip, vietato
stare in piazza se non a certe ore, vietato bere birra se non in certi
pub…

Sempre meno liberi, sempre più prigionieri di un mondo di
fantasmi. Ci vorrebbero tutti chiusi in casa a guardarlo dal buco della
serratura: una pagina di giornale che ci parla di strani personaggi
-brutti,
sporchi e cattivi- da rinchiudere il prima possibile in qualche
democratica galera, come se non bastasse averli già imprigionati
a vita nella cella del disprezzo sociale. Per i coraggiosi che varcano
la soglia, ed hanno ancora l'ardire di gettarsi nella vita reale, viene
predisposta una degna accoglienza: non più punkabbestia per le
strade, ma frotte di questurini tutti uguali con un distintivo per
intimidire e un manganello per reprimere.
Riprendersi le piazze e le strade al più presto, dunque. Vivere
le piazze, impedire le retate, mandare a cacare tutti insieme chi ci
vorrebbe buoni e ubbidienti come polli da batteria.

RIBELLARSI NON E' "GIUSTO" E' SEMPLICEMENTE URGENTE
FUORI GLI SBIRRI DALLE PIAZZE E DALLE NOSTRE VITE

SABOTIAMO IL PATTO-SICUREZZA

gli anarchici di villa panico

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Sabato 14 luglio: Vicenza chiama

 

 

 

Appello per un incontro nazionale
Sabato 14 luglio a Vicenza
Presidio permanente No Dal Molin
Strada Ponte Marchese

Da più di un anno Vicenza è attraversata
da un movimento popolare forte e radicato che si oppone alla
costruzione di una nuova base militare presso l’aeroporto Dal
Molin. Decine di migliaia di vicentini sono scesi in piazza, assemblee
ed iniziative partecipatissime si svolgono settimanalmente in
città, azioni vengono effettuate contro la costruzione della
base.
Vicenza si è messa in cammino, ha costruito relazioni
con chi lotta in Val di Susa contro la Tav, con il Patto del Mutuo
Soccorso, con i comitati contro le servitù militari dalla
Sardegna ad Aviano e con tantissime altre realtà italiane,
europee e statunitensi.
Ci siamo incontrati a Vicenza in occasione delle manifestazioni, così come in Val di Susa e a Roma il 9 di giugno.
Ora vi chiediamo di tornare a Vicenza, di essere insieme alle cittadine
e ai cittadini di Vicenza per bloccare i lavori di costruzione del
più grande insediamento di guerra del sud-est Europa.
Vogliamo difendere insieme a voi i beni comuni, ed allo stesso tempo
fare di questa nostra battaglia un bene comune prezioso per tutti.
Vogliamo innanzitutto ripercorrere le fasi che hanno caratterizzato questi mesi di lotta:

-  la
prima fase che noi individuiamo è quella del rifiuto del
progetto e del tentativo, attraverso la mobilitazione popolare, di
bloccarne l’approvazione da parte del Governo locale e centrale.

-  la
seconda fase è quella “ribellione” al “non mi
oppongo” del Governo Prodi comunicata dai telegiornali serali del
16 Gennaio; la città è insorta indignata e non ha
accettato questa imposizione. Le iniziative si sono susseguite fino
alla grande manifestazione nazionale del 17 febbraio che ha visto
almeno 150 mila persone sfilare pacificamente per le strade di Vicenza.

-  la
terza fase è quella della resistenza ai lavori per la
realizzazione del progetto, caratterizzata da azioni come
l’occupazione della Basilica Palladiana e il taglio dei cavidotti
per fibre ottiche posati nei pressi del Dal Molin.
Dopo che il
governo Prodi ha ufficializzato, attraverso l’ambasciatore
statunitense Spogli, il si alla nuova base Usa al Dal Molin, si
è aperto al nostro interno un dibattito sulle forme della
resistenza ai lavori e sulle prospettive future della nostra lotta.
Proponiamo, quindi, a tutte/i un incontro nazionale a Vicenza dove le
donne e gli uomini del Presidio Permanente proporranno il percorso di
opposizione alla realizzazione della nuova base Usa; un percorso che,
per noi, deve unire locale e globale, perché vogliamo sì
difendere la nostra terra, ma anche costruire un futuro senza basi di
guerra.

Per adesioni: comunicazione@nodalmolin.it

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CONTRO LO STATO E GLI ARRESTI A PADOVA

All'alba del 6 luglio, altri due
compagni di Padova e Cittadella sono stati arrestati all'interno
dell'inchiesta promossa dai PM Boccassini e Salvini il 12 febbraio
2007, che aveva già portato in carcere 14 compagni, tutt'ora
reclusi in mezza Italia.

Padova,
in questi mesi, ha rappresentato un vero e proprio laboratorio politico
di controrivoluzione, diretto dal Ministero degli Interni per isolare e
criminalizzare chi lotta concretamente contro il barbaro sfruttamento
capitalistico.

Gli
esempi si sprecano. Qualsiasi gestione differente dei fatti da quella
propagandata dai servili mass media è stata prontamente
censurata; gli spazi pubblici a Padova sono stati blindati
all'Associazione Solidarietà Parenti e Amici degli arrestati;
hanno tentato di vietare, ghettizzare, demonizzare in ogni modo la
manifestazione del Centro Popolare Occupato Gramigna del 23 giugno.

L'ultima
"chicca" del delirio di onnipotenza del potere borghese è stata
raggiunta con la messa sotto scorta del sindaco Zanonato, "salvato"
miracolosamente dall'arresto dei due compagni che avevano, a detta di
Marangoni (Questore di Padova), "il colpo in canna" contro il primo
cittadino, oggi ancora in pericolo per il proliferare dei "terroristi"
(alias rivoluzionari) in città. Ma non erano pochi, isolati e
sconfitti dalla storia?

La
verità, al di là delle mistificazioni create ad arte,
è che manovre come questa hanno un unico scopo: coprire le
nefandezze del primo cittadino nella gestione politica della
città, prime fra tutte il consenso a ben tre cortei dei
neofascisti di Forza Nuova e Fiamma Tricolore e l'adesione alla
commemorazione dei due missini morti in Via Zabarella. E, non ultima,
la miliardaria speculazione sui lavori del metrobus.

Questo
è solo l'ultimo degli attacchi che si sono susseguiti dal 12
febbraio a livello nazionale, fatti di censure, divieti, intimidazioni,
caccia alle streghe, licenziamenti politici che i padroni e i partiti
che degnamente li rappresentano oggi al governo hanno scatenato per
cercare di fermare l'ondata di solidarietà espressa da
manifestazioni, presidi, striscioni, scritte, cene, sottoscrizioni da
tutt'Italia per rivendicare a gran voce l'internità dei compagni
arrestati nel movimento di classe e la loro identità comunista e
rivoluzionaria. Ondata che continua, nonostante tutti i tentativi di
boicottarla e reprimerla.

Questo
fa molta paura, soprattutto in un clima di grave crisi degli apparati
dello stato tra scandali (vedi il caso eclatante dei massacratori del
G8 di Genova), corruzione dilagante, lotte intestine tra gruppi di
potere (vedi i casi delle intercettazioni Telecom, Unipol, "Toghe
rosse")  e che vedono cadere vertiginosamente il consenso della classe dirigente tra la gente.

Ecco
allora la creazione del "nemico", i comunisti, gli anarchici, i
rivoluzionari che vogliono praticare una strada di reale cambiamento
sociale e politico; ecco allora che nuovi arresti sono funzionali a
tentare di far passare in secondo piano tutti gli attacchi che oggi il
governo di finta sinistra muove contro i lavoratori come il prossimo
affondo alle pensioni e il già avvenuto attacco al TFR, la
sempre maggiore legalizzazione della precarietà che genera uno
stillicidio di morti sul lavoro, il nuovo Documento di Programmazione
Economica e Finanziaria che porterà a un'altra finanziaria di
guerra, quando i proletari devono ancora finire di pagare la scorsa
grazie ai miliardi per le spese militari e i contributi statali alla
nuova base di morte Dal Molin.

Il
principale responsabile del vero terrorismo, quello che scatena questa
vera e propria guerra interna al nostro paese contro i lavoratori per
scaricare i costi delle operazioni militari sul fronte esterno,
è il social fascismo, oggi degnamente rappresentato, tra gli
altri, dal nascente Partito Democratico, rimpasto di vecchi volponi
delle politiche antipopolari mascherate da progressiste.

 

 

SOLIDARIETA' AI COMPAGNI COLPITI DALLA REPRESSIONE!

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ARRESTI A PADOVA

Questa notte (6 luglio 2007) agenti
dell'Ucigos hanno arrestato due persone in seguito all'inchiesta
"operazione tramonto". Di seguito riportiamo la notizia su
repubblica.it.
Stiamo attendendo notizie sulla loro destinazione, che probabilmente è Milano.

Invitiamo tutti ad esprimere solidarietà e, appena avremo
maggiori notizie, a inviare lettere e telegrammi ai compagni arrestati.

parentieamici

Padova, operazione antiterrorismo
Arrestati due presunti brigatisti

ROMA – Operazione antiterrorismo a Padova: arrestate due
persone accusate di associazione sovversiva e banda armata. Andrea
Tonello, 52 anni, e Giampietro Simonetto, 19 anni, sono stati fermati
la scorsa notte dagli agenti dell'Ucigos, l'Ufficio centrale per le
investigazioni generali e le operazioni speciali su ordine
dell'autorità giudiziaria di Milano.

"I provvedimenti cautelari – spiega l'Ucigos – sono il naturale
sviluppo delle indagini che nel febbraio scorso hanno portato in
carcere quindici presunti brigatisti aderenti al Partito Comunista
Politico Militare", l'ala movimentista della Br, la cosiddetta seconda
posizione.
Andrea Tonello è accusato in particolare di aver trasportato le
armi del gruppo e di aver fornito supporto logistico per un'azione di
autofinanziamento del PCPM. […] In precedenza era stato già
segnalato per associazione eversiva. Giampietro Simonetto[…] è
accusato di aver procurato munizioni al gruppo eversivo.

La Digos ha inoltre eseguito alcune perquisizioni domiciliari.

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Incontro nazionale per la liberazione animale

riportiamo volentieri questo appello e aderiamo immediatamente..

 

 alf

 Anche
quest'anno si terra' [7-8-9 settembre 2007] un INCONTRO NAZIONALE PER LA LIBERAZIONE ANIMALE,
momento che riteniamo molto importante per un movimento che lotta
contro lo sfruttamento dei viventi non umani.

Gli appuntamenti
passati ci hanno insegnato quanto puo' essere utile il convivere
esperienze come queste, in cui il confronto ha arricchito i
partecipanti in determinazione e motivazione, ed ha impreziosito il
movimento stesso, con la nascita o il consolidamento di numerosi gruppi
attivi a livello locale per contrastare lo sfruttamento in una delle
sue forme piu' bieche: quello sugli animali.
Lo dimostrano le
recenti vittorie contro l'industria della pelliccia in Italia:
l'attivismo unito alla costanza ha gia' dato buoni frutti.

E'
con questo spirito che riproponiamo questa tre giorni, aperta a
chiunque voglia prendere parte alla liberazione di tutti gli animali, a
chiunque come noi voglia intraprendere questo percorso con le proprie
forze, senza delega, ma con scambio, capacita' critica e costruttiva.
Vi
saranno work shop accanto a discussioni e dibattiti; teoria e pratica
dell'antispecismo radicale, parole che possono sembrare difficili ma
che semplicemente racchiudono il rispetto per qualunque specie, animale
e umana, e della nostra Terra. E l'agire per loro, con la strategia che
si ritiene piu' utile.
Perche' se i campi di concentramento
continueranno ad esistere i diretti responsabili della schiavitu'
saranno stati aiutati da quegli indifferenti che hanno visto e poi
chinato lo sguardo.

Il silenzio e' un complice perfetto.

L'incontro
si terra' i giorni 7-8-9 settembre al RIFUGIO VALNERA, in localita'
Valnera a Marradi (FI), in un luogo molto bello, lontano dai ritmi
ossessivi e dalle nocivita' tipiche delle citta'.

Sul sito internet troverete le indicazioni per arrivare e tutte le altre informazioni: www.incontro2007.tk

Scriveteci a: incontro_2007@yahoo.it e chiedeteci di iscrivervi alla mailing list per ricevere gli ultimi aggiornamenti sull'incontro.

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FINALMENTE RIUSCIAMO A TORNARE A SCRIVERE…SCUSATE PER IL RITARDO..

dopo un girovagare tra germania e g8(DOVE ABBIAMO realizzato report e video che metteremo free press qui), sardegna per un teatro popolare, slovenia e svezia..siamo tornati in Italia per scrivere e rendere l'informazione libera e per tutti..

da oggi si rinizia…

un abbraccio militante a tutte le ciurme d'Italiacrash

Posted in Generale | Comments Off on FINALMENTE RIUSCIAMO A TORNARE A SCRIVERE…SCUSATE PER IL RITARDO..

REPORT:GIORNATE DI CAOS AL G8..SIAMO IN PARTENZA..BREVE CONSIDERAZIONE

ci troviamo al media center di ROSTOCK..

TRA POKO INIZIERA L ULTIMO BLOCCO..

SCUSATE LA SCRITTURA MA SI VA DI FRETTA SEMPRE QUI..

NON ABBIAMO PÜOTUTO SCRIVERE SEMPRE PERCHE LE GIORNATE SONO STATE TROPPO CAOTICHE E DIGFFICILI..

ERANO ANNI CHE NON SI VEDEVA UN ACCANIMENTO COSI REPRESSIVO DELLA POLIYZIA..CIOE CI SONO CONTINUE PERQUISIZIONI E LIMITAZIONI AL DIRITTO DI MOVIMENTO..SIAMO SEMPRE SCORTATI DA CORDONI DI GUARDIE IN ASSETTO ANTI SOMMOSSA..A VOLTE BLOCCANO TRENI E TRAM PER NON PERMETTERCI DI MUOVERCI..

I BLOCCHI PERO GLI ANNO MESSI IN CRISI..IL SEI ATTRAVERSO I CAMPI E I BOSCHI ABBIAMO TENUTO IN PANNE LA POLIZIA PER ORE E BLOCCATO STRADE..ALTRI HANNO RAGGIUNTO LA ZONA ROSSAA..

IERI BARRICATE OVUNQUE

OGGI GLI ULTIMI BLOCCHI

GRECI SPAGNOLI E ITALIANI SEMPRE ASSIEME..E LA PULA AVEVA SEMPRE TIMORE CHE QUESTE 3 NAZIONI SI POTEVANO UNIRE IN UN UNICO BLOCCO E CERCAVANO DI NON FAR ACCADERE CIO..MA PUNTUALMENTE CI SIAMO UNITI..E IL 2 GIUGNO ABBIAMO LOTTATO ASSIEME PER DIFENDERE LA PIAZZA E IL RISULTATO SI E VISTO..

FOTO E VIDEO NE ABBIAMO A IOSA

LUNEDI SARANNO CARICATI SU QUESTO SITO TUTTI I VIDEO E LE FOTO…

NON PERDETELI..

SOPRATTUTTO QUELLA DEL 2 GIUGNO.-.-.QUESTO  LßUNICO SITO ITALIANO CON 25 MINUTI DI VIDEO DEL 2 GIUGNO FREE PRESS E DA SCARICARE GRATIS,,,

 

ORA SI VA A BLOCCARE ANCORA ROSTOCK..

AH, IERI 50 NAZI ANNO PROVATO A D ENTRARE AL CONVERGE CENTER..

POVERELLI SONO STATI CACCIATI IN 2 MINUTI ANCHE DALLE FGUIARDIE..CHE CRETINI!

 

ORA BLOCCO A BAD DOBERAN

 

 

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