CONTRO LO STATO E GLI ARRESTI A PADOVA

All'alba del 6 luglio, altri due
compagni di Padova e Cittadella sono stati arrestati all'interno
dell'inchiesta promossa dai PM Boccassini e Salvini il 12 febbraio
2007, che aveva già portato in carcere 14 compagni, tutt'ora
reclusi in mezza Italia.

Padova,
in questi mesi, ha rappresentato un vero e proprio laboratorio politico
di controrivoluzione, diretto dal Ministero degli Interni per isolare e
criminalizzare chi lotta concretamente contro il barbaro sfruttamento
capitalistico.

Gli
esempi si sprecano. Qualsiasi gestione differente dei fatti da quella
propagandata dai servili mass media è stata prontamente
censurata; gli spazi pubblici a Padova sono stati blindati
all'Associazione Solidarietà Parenti e Amici degli arrestati;
hanno tentato di vietare, ghettizzare, demonizzare in ogni modo la
manifestazione del Centro Popolare Occupato Gramigna del 23 giugno.

L'ultima
"chicca" del delirio di onnipotenza del potere borghese è stata
raggiunta con la messa sotto scorta del sindaco Zanonato, "salvato"
miracolosamente dall'arresto dei due compagni che avevano, a detta di
Marangoni (Questore di Padova), "il colpo in canna" contro il primo
cittadino, oggi ancora in pericolo per il proliferare dei "terroristi"
(alias rivoluzionari) in città. Ma non erano pochi, isolati e
sconfitti dalla storia?

La
verità, al di là delle mistificazioni create ad arte,
è che manovre come questa hanno un unico scopo: coprire le
nefandezze del primo cittadino nella gestione politica della
città, prime fra tutte il consenso a ben tre cortei dei
neofascisti di Forza Nuova e Fiamma Tricolore e l'adesione alla
commemorazione dei due missini morti in Via Zabarella. E, non ultima,
la miliardaria speculazione sui lavori del metrobus.

Questo
è solo l'ultimo degli attacchi che si sono susseguiti dal 12
febbraio a livello nazionale, fatti di censure, divieti, intimidazioni,
caccia alle streghe, licenziamenti politici che i padroni e i partiti
che degnamente li rappresentano oggi al governo hanno scatenato per
cercare di fermare l'ondata di solidarietà espressa da
manifestazioni, presidi, striscioni, scritte, cene, sottoscrizioni da
tutt'Italia per rivendicare a gran voce l'internità dei compagni
arrestati nel movimento di classe e la loro identità comunista e
rivoluzionaria. Ondata che continua, nonostante tutti i tentativi di
boicottarla e reprimerla.

Questo
fa molta paura, soprattutto in un clima di grave crisi degli apparati
dello stato tra scandali (vedi il caso eclatante dei massacratori del
G8 di Genova), corruzione dilagante, lotte intestine tra gruppi di
potere (vedi i casi delle intercettazioni Telecom, Unipol, "Toghe
rosse")  e che vedono cadere vertiginosamente il consenso della classe dirigente tra la gente.

Ecco
allora la creazione del "nemico", i comunisti, gli anarchici, i
rivoluzionari che vogliono praticare una strada di reale cambiamento
sociale e politico; ecco allora che nuovi arresti sono funzionali a
tentare di far passare in secondo piano tutti gli attacchi che oggi il
governo di finta sinistra muove contro i lavoratori come il prossimo
affondo alle pensioni e il già avvenuto attacco al TFR, la
sempre maggiore legalizzazione della precarietà che genera uno
stillicidio di morti sul lavoro, il nuovo Documento di Programmazione
Economica e Finanziaria che porterà a un'altra finanziaria di
guerra, quando i proletari devono ancora finire di pagare la scorsa
grazie ai miliardi per le spese militari e i contributi statali alla
nuova base di morte Dal Molin.

Il
principale responsabile del vero terrorismo, quello che scatena questa
vera e propria guerra interna al nostro paese contro i lavoratori per
scaricare i costi delle operazioni militari sul fronte esterno,
è il social fascismo, oggi degnamente rappresentato, tra gli
altri, dal nascente Partito Democratico, rimpasto di vecchi volponi
delle politiche antipopolari mascherate da progressiste.

 

 

SOLIDARIETA' AI COMPAGNI COLPITI DALLA REPRESSIONE!

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