EMERGENZE RIFIUTI: BLOCCHI E SIT IN

[Napoli] "Emergenza rifiuti": rivolta alla
discarica di Pianura. Presidio davanti ai cancelli. Sit in anche a
Cercola. Occupata la ferrovia Cumana [Intervista]



|3 gennaio 2008|
– Novanta roghi in 12 ore; un bus bruciato a Pianura dai contestatori;
sit-in davanti ai cancelli della discarica di Cercola. E’ questo il
bilancio, ancora molto parziale, di una giornata di ribellione
innescatasi spontanenamente tra i cittadini di alcuni comuni alle porte
di Napoli.
Un centinaio di persone continuano a presidiare i
cancelli. Nella notte è stato incendiato un autobus. I
manifestanti bloccano le strade di accesso alla discarica chiusa da una
decina d’anni ma indicata dalle autorità come nuovo sito per lo
stoccaggio della spazzatura che sommerge Napoli. Occupato anche un
tratto della ferrovia Cumana a Pianura.

Come già nei
gorni caldi della val Susa, l’amministrazione locale decide si schiera
con i manifestanti: "Mancano ancora fogne, strade, illuminazione.
Ritornare pure a essere uno sversatoio, dopo 40 anni di accumulo,
è davvero un fallimento per tutti, politica compresa" accusa
Fabio Tirelli, presidente della municipalità di Pianura.
E
già perché, come alcuni testimoni iniziano a riferire, la
situazione non è uguale in tutto il napoletano. nei quartieri
"bene" come Posillipo o il Vomero, la situazione risulta essere
ampiamente sotto controllo. Ancora una volta, pure nell’emergenza,
pesano, e si fanno sentire, le differenze di classe.

Parte
così la macchina dell’emergenza (oggi, a Napoli si prevedono
oltre 2.000 tonnellate di spazzatura non rimossa) che favorisce
l’intervento della Camorra e punta a una soluzione di rimessa
consistente nella riattivazione di discariche già abbandonate
perché incompatibili con le norme minime di sicurezza e salute
per gli abitanti di quei territori. Tarritori che in molti casi non
usufruiscono nenche dei servizi minimi necessari, com’è il caso
appunto della municipalità di Pianura, il quartiere più
ampio di Napoli, oltre 11 chilometri quadrati, che conta oltre 58mila
abitanti, venuti qui negli anni della espansione a nord della
città. All’inizio del 1996 fu chiusa la discarica, la più
grande in tutta la Campania.Sembrava una decisione definitiva.

Invece la politica dalle gambe corte dei commissari governativi
ripropone la solita vecchia panacea.Da stamani sono iniziati i lavori
per la riapertura della discarica ma il quartiere reagisce con furia
sotto lo sguardo preoccupato di decine di agenti che presidiano la zona
con molti mezzi e unità attrezzate anti sommossa.

Sit-in anche a Cercola.
Un
presidio con una cinquantina di persone è stato organizzato
anche davanti ad un’altra discarica, quella del comune di Cercola. I
manifestanti impediscono l’ingresso degli operai. "Non li faremo
entrare. Stamattina – spiegano – è venuto sul posto anche il
commissario straordinario al quale abbiamo manifestato le nostre
preoccupazioni e non abbiamo consentito ai camion di entrare nel sito".
La discarica è chiusa ma le autorità vorrebbero riaprirla
per risolvere l’emergenza. "Bugie", assicurano i contestatori. "Il sito
di 1.500 metri quadrati potrebbe ospitare la spazzatura di una sola
giornata e non risolverebbe il problema".

Un intreccio di "affari sporchi"
Al momento le uniche soluzioni sono, come da 15 anni ormai, la difesa degli interessi economici diel comitato d’affari camorra-imprenditori-politici
che tiene in scacco la regione Campania. La proroga di 11 mesi del
Commissariato Straordinario all’emergenza rifiuti (fino al 30
novembre 2008) e’ quanto di piu’ grottesco poteva venir
fuori da questa ennesima fase di clamore sulla questione-rifiuti
in Campania. La proroga del Commissariato straordinario rinvia per
l’ennesima volta il passaggio di poteri alle Provincie e ai
Comuni, garantisce un carozzone che ha sperperato 1 miliardo ed 800
milioni di euro in 15 anni, tra consulenze, perizie tecniche di studi
privati smentiti puntualmente dagli enti pubblici.

La risposta istituzionale "Mandiamo l’esercito"
Dentro
una situazione tanto difficile per le popolazioni quanto intricata per
i poteri che ci stanno dietro, la risposta politica dell’istituzione
è quella dei cannoni e le baionette. Spuntano infatti non poche
proposte di inviare l’esercito e militarizzare i territori per aprire
le discariche "con le buone o con le cattibe". Militarizzzazione invero
già attiva da giorni come ci spiega Antonietta della Rete Campana Rifiuti Zero. A queste provocazioni la risposta dei movimenti non può che essere quella della resistenza popolare.

>>> Ascolta l’intervista

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