CORTEO NAZIONALE A COSENZA IL 2 FEBBRAIO..

[2 febbraio – Corteo nazionale a Cosenza per il
Sud Ribelle] Siamo tutti sovversivi! Contro la repressione, per le
libertà, per la giustizia sociale!


Il
processo alla Rete meridionale del Sud Ribelle ha un forte legame con
le giornate del G8 di Genova 2001, un filo rosso che in diverse
occasioni emerge lampante agli occhi di chi assiste a questo ennesimo
attacco repressivo e politico contro il movimento. Innanzitutto le
fonti delle imputazioni che vengono addossate a compagni e compagne del
Sud Ribelle risalgono anche loro, come per il reato di devastazione e
saccheggio del processo genovese, al codice Rocco dell’epoca fascista:
devastazione e saccheggio, associazione sovversiva. E Genova è
anche il campo sul quale la magistratura cosentina ha cercato le prove
per incastrare il movimento, imputando anche alla Rete del Sud Ribelle
la regia degli scontri al G8 di Genova e al Global Forum di Napoli,
sostenendo la presunta pianificazione del conflitto ai summit
internazionali e la successiva opera di devastazione da parte dei
compagn*.
Ma al di la delle rassomiglianze o delle sfaccettature
comuni, a monte vi è il chiaro tentativo di criminalizzare le
lotte sociali e politiche del nostro paese, e per di più farlo
in un territorio come quello meridionale pieno di difficoltà e
contraddizioni, all’interno del quale l’esperienza del Sud Ribelle
rappresenta una delle pagine più belle e significative scritte
dal movimento in questi ultimi anni.

La Rete meridionale del Sud Ribelle

Dopo
decenni di silenzio e rassegnazione il Sud Ribelle è lo scossa
che corre lungo tutto il territorio del Sud Italia, imbastendo ed
organizzando una straordinaria serie di lotte autonome, nonostante
tutte le differenze dei soggetti che lo compongono, dai centri sociali
ai sindacati di base, dai comitati in difesa dell’ambiente agli operai
in lotta. Le primordiali uscite del nascente Sud Ribelle aggregano
giovani e lasciano basiti tutti i vari poltronai ammuffiti sul loro
secolare potere, che sia questo di stampo statale o ‘ndranghetista, i
quali molto soventemente sono la stessa cosa.
Il primo campo di
prova è il Global Forum di Napoli del maggio 2001: cinquantamila
persone in piazza arrivate da tutte le parti del meridione, ognuno con
le proprie parole d’ordine e rivendicazioni, ma tutte unite dal
desiderio di opporsi al teatrino dei capi di Stato riuniti a Palazzo
Reale, in piazza Plebiscito. Il corteo viene ripetutamente attaccato
dalle forze dell’ordine, alle quali il movimento risponde facendo
resistenza: nascono duri scontri con la polizia, la forza e la
determinazione del movimento lasciano prefigurare quello che
sarà Genova. Cariche, botte da orbi, poi la mattanza alla
caserma Raniero, dove centinaia di compagn* subiscono le infamie delle
forze dell’ordine. L’esperienza del Global Forum di Napoli scoperchia
l’esigenza di un coordinamento del movimento ed impone il bisogno di
una piattaforma comune sulle istanze che arrivano dal Sud: nasce la
Rete meridionale del Sud Ribelle. Sud Ribelle che, nell’attesa di
Genova, mette in campo una serie innumerevole di iniziative che vanno a
mettere in risalto le problematiche meridionali: la militarizzazione
dei territori, la devastazione dei territori, la mafia collusa con
partiti e istituzioni, la precarietà lavorativa e la
disoccupazione. A Genova, nelle giornate del luglio 2001, il movimento
del Sud Ribelle arriva unito ed organizzato, nonostante la
sfilacciatura mossa da alcuni suoi soggetti interni, ma ciò non
gli impedisce di esser anche qui parte di una ribellione collettiva che
si scontra ancora una volta con la violenza delle forze dell’ordine. La
storia della Rete meridionale del Sud Ribelle non finisce a Genova,
continua con nuove lotte e battaglie sul proprio territorio nonostante
il progressivo esaurimento della forza e dell’unitarietà con cui
qualche mese addietro si era costituito; fino agli arresti del 15
novembre 2002.
L’operazione "Sud Ribelle" doveva partire nei giorni
del Social Forum a Firenze, ma viene rinviata a qualche giorno
più tardi (..): Napoli, Cosenza, Taranto, Reggio Calabria, Vibo
Valenzia sono le città investite dalla furia dei reparti
speciali dei Ros e dei Gom; perquisizioni ed arresti rivoltano le case
dei compagn*. 20 arresti, 5 arresti domiciliari, 43 indagati. Accusa:
associazione sovversiva.
I compagn* finiscono nei carceri speciali,
nei figli della gogna pubblica, dell’isolamento e della privazione. Il
giorno dopo, in tutt’Italia, si scatena una solidarietà enorme,
tra scuole occupate cortei e blocchi stradali: 3000 persone a Firenze,
15000 a Napoli, 30000 a Roma, 1000 a Palermo, 3000 a Milano, 4000 a
Taranto. Solidarietà che travalica i confini del movimento,
arrivando anche da personaggi pubblici, politici e vasti strati della
società. E solo qualche giorno più tardi, il 23 novembre,
la piazza di Cosenza si riempe di un corteo con oltre centomila
presenze provenienti da tutt’Italia: siamo tutti sovversivi, queste le
parole d’ordine.

per approfondire: www.sciroccorosso.org


Il processo al Sud Ribelle: il teorema Fiordalisi

La
vera radice dell’inchiesta "Sud Ribelle" risale ancor prima di Napoli
Genova e tutte le mobilitazioni che le precedettero o seguirono, ed
assume sembianze inverosibili fittizie, oltre che deliranti: nel 2000
vengono recapitati in diversi stabilimenti Zanussi, tra cui in uno a
Rende, in provincia di Cosenza, una serie di documenti a firma dei Nipr
(Nuclei di iniziativa proletaria e rivoluzionaria), si dice sigla del
movimento anarchico, che vengono però additati, dai servizi di
sicurezza, all’area antagonista, indicando genericamente la frangia dei
centri sociali, degli ultras e dei collettivi universitari come luogo
in cui cercare i responsabili.
Il fascicolo accusatorio, coadiuvato
dalla digos di Napoli Cosenza Taranto e Genova, viene respinto dalle
Procure di Genova, Venezia, Napoli, Taranto e Torino, e invece accolto
dalla procura di Cosenza, nella persona del pubblico ministero Domenico
Fiordalisi: in un faldone di 359 pagine, l’accusa è
pesantissima, i compagn* sono tutti accusati di essere parte di
un’associazione sovversiva denominata "Rete meridionale del Sud
Ribelle", costituita formalmente a Cosenza il 19 maggio del 2001, di
ritorno da Napoli.. i gruppi antagonisti del meridione, secondo
l’accusa, guadagnatosi questa l’appellativo di "teorema Fiordalisi", si
sarebbero uniti con l’obiettivo di "turbare l’esecuzione delle funzioni
del governo italiano, sovvertire violentemente l’ordinamento economico
costituito nel nostro Stato, sopprimere la globalizzazione dei mercati
economici, alterare l’ordinamento del mercato del lavoro". Tutto si
riassume nell’accusa di propaganda ed associazione sovversiva, reati le
cui pene ammontano dai 12 ai 15 anni di carcere. Tutta l’argomentazione
accusatoria si "regge" sulla tesi dell’associazione d’intenti, dato che
le presunte prove consistono solamente in intercettazioni telefoniche e
ambientali, pedinamenti e controlli di siti internet, indizi spesso
raccolti fuori dalla procura inquirente e con la massima
discrezionalità delle forze dell’ordine..
Il 2 dicembre
2002, dopo diciassette giorni nei carceri speciali di Trani, Latina e
Viterbo, tutti i compagn* vengono scarcerati dal tribunale della
libertà di Catanzaro: la sentenza demolisce le fondamenta
dell’impianto accusatorio, "il dissenso non è reato". Il pm
Fiordalisi insiste nella sua opera: richiede la carcerazione per tutti,
ottiene l’obbligo di firma per tre degli imputati. Il processo,
iniziato due anni più tardi, il 2 dicembre 2004, parte con un
numero degli imputati nettamente sfoltito: sono 13 i compagn* rinviati
a giudizio.
Il 24 gennaio 2008, il pm Fiordalisi, ha chiesto 50 anni per i compagn* sotto processo,
con richieste di pena che arrivano fino ai 6 anni di carcere: richieste
sicuramente minori rispetto ai decenni paventati, ma che vedono
alcontempo confermato l’assurdo impianto accusatorio che insiste sulla
sovversione..

Ascolta/scarica l’intervista con Fraticello, attivista di Supporto Legale

>> Il comunicato stampa sulla sentenza di Liberi Tutti

per aggiornamenti e informazioni sul processo: www.supportolegale.org

2 febbraio: contro la repressione, per le libertà, per la giustizia sociale

Appello per il corteo del Coordinamento LiberiTutti:

Erano
passati pochi giorni dalla manifestazione di un milione di persone
contro la guerra in Iraq che aveva concluso il Forum Sociale Europeo di
Firenze, una delle più importanti esperienze di partecipazione
democratica realizzate nel nostro paese.
La notte del 15 novembre
2002 venti persone che erano state fra gli organizzatori di quel Forum
furono arrestate dai reparti speciali dei ROS e dei GOM. Ad altri
cinque furono notificati gli arresti domiciliari. Quarantatre persone
finirono indagate nel filone di inchiesta. Le irruzioni di uomini
armati fino ai denti e con il volto coperto terrorizzarono molte
famiglie a Cosenza, Napoli e Taranto.
Tredici persone furono
rinviate a giudizio, accusate di aver voluto "sovvertire violentemente
l’ordine economico costituito nello stato" per essere stati fra gli
animatori delle grandi manifestazioni di popolo in occasione del
vertice OCSE di Napoli e del G8 di Genova nel 2001.
Quel processo,
iniziato il 2 dicembre 2004 presso la Corte di Assise di Cosenza,
è alle sue battute finali. La requisitoria del Pubblico
Ministero è prevista per il 24 gennaio, e poco dopo sarà
emessa la sentenza.
Solo un mese fa il Tribunale di Genova ha
comminato più di un secolo di carcere a ventiquattro
manifestanti. Sono stati inflitti fino a 11 anni di carcere utilizzando
reati da codice di guerra come l’accusa di "devastazione e saccheggio".
Al contrario, nessuno ha pagato per le inaudite violenze compiute dalle
forze dell’ordine sui manifestanti a Genova, giudicate da Amnesty
International la più grave violazione dei diritti umani in
Europa dal dopoguerra.
Nessuno dei dirigenti responsabili ha dovuto
rendere conto degli errori ed orrori commessi: al contrario, sono stati
tutti promossi. I processi per la macelleria della Diaz e le torture a
Bolzaneto si avviano alla prescrizione per decorrenza dei termini.
L’omicidio di Carlo Giuliani è stato archiviato senza un
processo. Il Parlamento ha respinto la richiesta di istituzione di una
Commissione di Inchiesta. Al contrario, gli imputati di Cosenza
rischiano pene severissime.
Ancora una volta c’è bisogno di
difendere la dignità calpestata del nostro paese e le garanzie
democratiche – nel sessantesimo della Costituzione. Una volta ancora
bisogna pretendere verità e giustizia sui fatti di Genova, e
difendere il diritto a costruire un "un altro mondo possibile".
Il
nostro paese è pieno di lotte, vertenze nazionali e locali,
resistenze e proposte per i diritti umani, sociali, civili, politici,
ambientali, per la difesa dei beni comuni, contro la guerra e il
riarmo. L’attivismo civile e la mobilitazione sociale dovrebbero essere
considerati una risorsa di questo paese.
Al contrario, questi
conflitti finiscono sotto processo e tante persone rischiano di vedersi
rovinata la vita per il loro impegno sociale. Crediamo sia necessario
allargare la riflessione, la solidarietà e l’iniziativa unitaria
di fronte ai segnali di una deriva securitaria e repressiva contro ogni
forma di diversità e di dissenso.
Agli imputati di Cosenza
viene contestato di essere protagonisti attivi del movimento
altermondialista e delle lotte per il cambiamento, attività che
viene quindi considerata sovversiva e cospirativa.
Questo processo
riguarda perciò fino in fondo tutti coloro che credono doveroso
impegnarsi per una società e un pianeta più giusti e che
vogliono per tutti e per tutte il diritto ad agire, ad opporsi, a
praticare e vivere alternative.
E’ tempo di tornare a Cosenza da
ogni parte d’Italia, come facemmo il 23 novembre del 2002 protestando
insieme a tutta la città.
Costruiamo insieme una nuova grande
manifestazione a Cosenza sabato 2 febbraio per liberare chi è
sotto processo da accuse inaccettabili.

Difendiamo il diritto a voler cambiare il mondo
Coordinamento LiberiTutti

Le adesioni collettive e individuali vanno inviate a: liberitutti@inventati.org

Il
corteo del 2 febbraio a Cosenza assume una valenza importante, potrebbe
infatti anche questo processo creare un precedente pericoloso che se
vogliamo può esser letto come ancor più minaccioso
rispetto al passato: oltre che minare la libertà di movimento,
di espressione conflittuale, insidia la libertà di pensiero e
parola, dato che il perno di tutta la costruzione accusatoria si basa
esclusivamente su reati di opinione ed associazione.
Ancor prima di
scendere per le strade, l’organizzazione di riunioni o coordinamenti,
la scrittura di volantini o articoli, la gestione di portali internet o
l’intervento con un microfono, potrebbero essere tacciati di propaganda
e associazione sovversiva, andando a ledere i più banali dei
diritti immortalati dentro una Costituzione di cui, con la ricorrenza
del suo anniversario, quest’anno, si elogia la "grandezza" con spot
pubblicitari e manifesti appesi per le strade, quando poi dalla
realtà della giustizia italiana emerge l’impostazione classista
anche di questa, oltre che il "perimetro della contestazione" da cui
non si deve uscire, in una logica in cui pacificazione sociale e
criminalizzazione delle insorgenze son le direttive da seguire.
Il
corteo nazionale di Cosenza prende allora l’importanza di cui si diceva
sopra, non chiedendo diritti da sindacatino o associazione di
cittadinanza, ma rivendicando una giustizia sociale che non è
quella dei tribunali, esigendo quelle libertà troppo sottilmente
messe in discussione, esplicitando l’opposizione ad un sistema che sa
essere garantista solo con chi ha la posizione ed il privilegio di
usufruirne, bollando chi non è d’accordo come sovversivo.

Ascolta/scarica l’intervista con Francesco Cirillo, imputato nel processo del Sud Ribelle

per info: www.cosenza2febbraio.org


Radio Ciroma, la voce del Sud Ribelle

Radio
Ciroma nasce sul finire degli anni ottanta, a Cosenza, intorno alla
figura di Franco Piperno, cofondatore di Potere Operaio prima ed
Autonomia Operaia dopo, di ritorno dall’esilio canadese e francese.
Ciroma in dialetto calabrese significa casino misto a caos, indica le
adunate di piazze, ha un riferimento molto popolare. Radio Ciroma si
occupa soprattutto di sud Italia, della Calabria; è stata anche
lei parte dell’esperienza del Sud Ribelle, emergendo come la voce del
movimento, lo strumento su cui sono convenute le tante istanze storie
lotte.
Radio Ciroma seguirà ancora una volta il processo al
Sud Ribelle, come sempre ha fatto: è oramai da settimane che
dedica quotidianamente spazio all’approfondimento ed alla riflessione
sul movimento meridionale, seguendo in presa diretta tutte le tappe di
avvicinamento al 2 febbraio, giorno in cui sarà ancora al fianco
del Sud Ribelle con una diretta continua dal corteo cosentino.

Ascolta/scarica l’intervista con Francesco Febbraio, redattore di Radio Ciroma

(registrata prima della sentenza pronunciata il 24 gennaio)

per ascoltare la diretta del corteo: www.ciroma.org

Palermo: verso il corteo di Cosenza

Nel
pomeriggio di mercoledì 16 gennaio, al Palazzo delle Aquile di
Palermo, il csoa ExKarcere ed il Collettivo Universitario Autonomo
hanno organizzato un’assemblea cittadina in preparazione del corteo
nazionale di Cosenza, dal titolo "Da Genova a Cosenza : nell’era del
pacchetto sicurezza e della repressione dei movimenti sociali". Sono
intervenuti Francesco Cirillo, imputato nel processo del Sud Ribelle,
Fulvio Vassallo Paleologo, docente dell’universita’ di Palermo,
Francesco Noto di Supporto Legale, oltre che i compagni e le compagne
del csoa ExKarcere.
Si è ripreso il filo attinente al
discorso del Sud Ribelle, movimento con cui il csoa ExKarcere di
Palermo ha effettuato il suo battesimo di fuoco (l’occupazione risale a
2001). Quindi la scadenza di febbraio ha quel valore in più, in
primis per il contesto meridionale in cui il Sud Ribelle si è
sviluppato, oltre che per l’esser stato parte della Rete meridionale,
ma anche per un desiderio di rivendicazione e libertà rispetto a
quello che è stato.
In direzione di Cosenza è stato
organizzato un pullman che partirà da Palermo, il 2 febbraio,
alle 7 del mattino, davanti al centro sociale, in via Mongitore.

Ascolta/scarica l’intervista con Gaetano, militante del csoa ExKarcere

per info: isole.ecn.org/excarcere

Torino, Bologna: i processi non ci fermano!

Venerdì
25 e sabato 26 gennaio i compagni del Cpoa Rialzo di Cosenza e Antonino
Campenni, imputato nel processo del Sud Ribelle, sono stati di casa al
csoa Askatasuna di Torino e al Laboratorio Crash di Bologna, dove hanno
presentato il corteo del 2 febbraio a Cosenza, riallacciandosi con la
storia della Rete meridionale e ripercorrendo le tappe del processo.
A seguire degli incontri vi è stata la proiezione del video "La
nuova inquisizione – l’inchiesta al Sud Ribelle", dvd il cui ricavo
delle vendite viene destinato alle spese della segreteria legale che
segue il processo.

Sito Internet: www.cosenza2febbraio.org

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