ORA E SEMPRE NO TAV!!

una valle pentita? NO! UNA VALLE CHE RESISTE!

|febbraio 08 Valle di Susa|
Da oltre due settimane i media hanno iniziato a tessere una campagna
dis-informativa sulla Valle di Susa come non accadeva da tempo.
Prendendo spunto da un lavoro orchestrato dalla lobby del tav e da
patetiche forme di ri-aggancio della politica istituzionale, coadiuvata
dall’ingenuità (si spera) di alcuni sindaci della valle, abbiamo
assistito a titoli dei tg e dei giornali del genere "i no tav pentiti"
"dalle barricate al si tav per il lavoro", "è l’ora del dialogo
i no tav cambiano idea" ecc… Tutto nasce da un consiglio comunale che
si è tenuto a Susa poche settimane fa dove la minoranza,
interprete del malcontento di qualche imprenditore, ha convocato il
consiglio per parlare di lavoro e tav, o meglio di quanto non lavoro
sta generando il movimento no tav. Operazione di bassa lega ma
graffiante. Dopo qualche giorno oltre a riprendere il consiglio alcuni
media, nella fattispecie il tg5, confezionano un servizio che spiega
attraverso le interviste mirate, di come non ci siano più no tav
in Valle di Susa. Poi si arriva al Corriere della sera che entra nel
dibattito intervistando alcuni sindaci e il presidente della
comuntà montana A.Ferrentino che sinceramente dichiarano oggi di
non voler più scendere in piazza, di preferire i tavoli del
governo e dell’osservatorio, di aver commesso errori al pari del
governo precedente. Salvo poi capovolgere la situazione giorni dopo
dalle colonne di Liberazione dove Ferrentino torna barricadero. MIstero
della politica.

Sta di fatto che un lavoro in piedi
cìè e in molti ci partecipano. E il movimento? Sta a
guardare? Al contrario! Con due iniziative il movimento alza la voce e
lo fa prendendosi visibilità. Innanzitutto convocando un
presidio in contemporanea al tavolo politico di palazzo chigi di
mercoled’13 febbraio, dove una delegazione di amministratori
andrà a incontrare il governo (quale?), e come vuole la
tradizione in piazza a Condove i "Galli" si prepaparano; e l’altra
lanciando la campagna" compra un posto
in prima fila", una sottoscrizione popolare utile a divenire
proprietari (tutti insieme) dei terreni di Chiomonte (la Colombera) che
secondo il tracciato presentato in sede europea dovrebber essere poi
espropriati per costruire il megatunnel.

Il movimento così
agisce e reagisce, come sempre, tornando a muovere la differenza e la
contrapposizione, dimostrandosi radicato e radicale, aspettando le
elezioni dopo aver visto passare l’ennesimo govewrno di turno senza
impiantare un cantiere.

(pubblichiamo in coda i due articoli citati)

|INIZIATIVE|

13 Febbraio 2008
NO TAV Condove Valle di Susa presidio in concomitanza con il tavolo politico di Roma
,

MERCOLEDI’ 13 FEBBRAIO DALLE ORE 17 IN POI TUTTI A CONDOVE IN PIAZZA MARTIRI DELLA LIBERTA’IN COLLEGAMENTO CON ROMA

NO TAV: PARTE LA CAMPAGNA "COMPRA UN POSTO IN PRIMA FILA!"

|MATERIALI|

>>>AAA, vendesi terreno No Tav (da la stampa)

 

>>> DA IL CORRIERE DELLA SERA

Corriere della Sera – NAZIONALE – sezione: Prima Pagina – data: 2008-02-04 num: – pag: 1
autore: di ALESSANDRA MANGIAROTTI categoria: REDAZIONALE
Val di Susa Il pentimento dei no-Tav: ci porta lavoro
SUSA
— Due anni dopo i blocchi stradali e le barricate, i no-Tav si
pentono: «Non marciamo più, quel Treno porta
lavoro». PAGINA 25
Val di Susa L’ex capopopolo Ferrentino:
è finito il tempo di urlare «Quel treno ci porta
lavoro» Ora i no-Tav si pentono. Sindaci, commercianti,
casalinghe: non marciamo più

DAL NOSTRO INVIATO

SUSA
— Sala consiliare del Comune di Susa, la sorpresa: «Mi
chiamo Patrizia Ferrarini, sono un’albergatrice, voglio la Torino-Lione
e vi dico il perché: ci porterà lavoro». Qualche
centinaio di metri più in là, bar della piazza, lo
stupore: «Sono Lella, ho 41 anni, ho marciato contro l’alta
velocità, ma oggi non lo farei più: troppe
strumentalizzazioni, ora voglio capire». Ancora due passi verso
la Dora, edicola sul ponte, la meraviglia: «Sono Lucia, Lucia
Barbaro, ho 55 anni, e anch’io ho manifestato ("distribuiva pure il
tè caldo", sorride Luca, il figlio), ma ora credo che della Tav
abbiamo bisogno».
Benvenuti nella Val di Susa due anni dopo la
fase barricadera della protesta no-Tav. Nella Val di Susa dove la crisi
di governo spacca. Divide. Con da una parte i duri e puri che brindano
al «dio Mastella»: «Un altro governo che non porta a
casa la Torino-Lione». E dall’altra un popolo variegato di
«sì», «se», e «no» Tav che
guarda a Roma con preoccupazione: «Qui rischiamo di dover
ricominciare daccapo». Un popolo fatto di sindaci, commercianti e
imprenditori sì-Tav usciti allo scoperto. Ma soprattutto di
valsusini che oggi non marcerebbero più perché hanno
cambiato idea (pochi) o perché un’idea precisa devono ancora
farsela (i più). «Figli del dialogo», per dirla come
Luigi Bobbio, professore di Scienza politica dell’Università di
Torino. Che spiega: «Finito il muro contro muro si inizia a
disegnare insieme una strada condivisa ».
Antonio Ferrentino
è stato il sindaco capopopolo nell’autunno caldo della protesta
no-Tav. Oggi è uno dei più accaniti sostenitori
dell’osservatorio tecnico (con all’attivo il più alto numero di
gomme d’auto tagliate): «Anch’io non scenderei più in
piazza. E centinaia di persone me lo vengono a dire: "ho marciato, ora
non marcerei"». Il perché? «E’ finito il tempo di
urlare moriremo tutti d’amianto (le cose

sbagliate le ha dette il governo, le abbiamo dette noi), ora si parla
di ragioni vere e priorità. Non possiamo condannare la valle
alla marginalità». Priorità, vale a dire: «Il
potenziamento della linea, il nodo di Torino». E il maxi-tunnel?
«Non è prioritario, ma se servirà se ne
discuterà. Un referendum che non riduca il tutto a no-Tav
sì-Tav ci riserverebbe sorprese». Parole sante anche per
il sindaco di Venaus Nilo Durbiano: «Quel tunnel oggi continua a
non servire, nemmeno se sbuca a Chiomonte. Ma non mi sento di dire che
tra 30 anni sarà così.
E la strada per capirlo non
è più la piazza». «Anche perché la
piazza è stata troppo radicalizzata, ha accolto tutti i no
d’Italia e le famiglie non ci si riconoscono più. Io ho marciato
e non lo rifarei. Semmai penso a un progetto di rilancio della
valle», aggiunge il sindaco di Chiomonte, il berlusconiano Renzo
Pinard.
Nel partito dei «convertiti al sì senza se e
ma» c’è Gianluca Ibba, immobiliarista. «Se ho
marciato? Certo, c’era tutta la valle. Troppe strumentalizzazioni, poi
ho deciso da me». Leonardo, 52 anni, una stazione Tamoil sulla
statale 24, si definisce ora un sì-Tav con qualche
«ma»: «Bisogna pensare al futuro dei figli, certo, ma
anche a farli mangiare». Carlo Gottero, 60 anni, vivaista di
Rivoli e assessore all’Agricoltura della bassa-valle si presenta invece
come «no-Tav che vuole negoziare»: «E’ il momento del
tavolo, non della piazza». Anche se qualcuno, a dire il vero,
alla piazza ci pensa. E’ Rodolfo Greco, 54 anni, della Cgil-Fillea.
«Marceremo con la nostra bandiera: sì al lavoro in Val di
Susa», anticipa snocciolando i numeri delle sue ragioni:
«386 disoccupati a Susa, più altri 27 della Italcoge;
2.861 nel comprensorio ». «Sono tanti quelli che alla Tav
iniziano a pensarci ». E alcuni, a dire il vero, ci hanno sempre
pensato. Solo che ora lo dicono apertamente: commercianti, artigiani,
imprenditori. Uno per tutti, il presidente dell’Ascom Marco Cossa:
«Quelle barricate ci hanno fatto male. La Tav invece può
farci bene, e non solo grazie ai suoi cantieri».
Il
riferimento è al piano strategico che dovrebbe essere messo a
punto dall’osservatorio tecnico. Con la crisi di governo il tavolo
politico è stato rinviato, il mandato pure. «Un piano di
sviluppo socio-economico dove la Tav è solo uno degli
elementi» spiega il presidente dell’osservatorio Mario Virano.
Con due scenari che potrebbero essere presentati per l’estate e poi
sottoposti a referendum: «La valle, da Settimo al confine, con o
senza la nuova linea».Alessandra Mangiarotti

>>DA LIBERAZIONE

Il leader dei NoTav smentisce il Corriere della sera – Ferrentino: «In Valsusa nessun cantiere. Mai»
La struttura che determina le sovrastrutture. L’analisi marxista
applicata alla questione Tav in val Susa significa che la crisi
economica sta determinando un radicale cambio di atteggiamento degli
oppositori al super treno? Questo si potrebbe evincere dopo un articolo
apparso ieri sul Corriere della Sera che racconta di conversioni in
corso che nemmeno san Paolo. L’economia di valle ristagna, avanti con
il cemento della megaopera. A dirlo sarebbero un po’ tutti, perfino
gente che una volta si mise sulle barricate. In testa all’esercito dei
convertiti, sempre secondo il Corriere, nientemeno che Antonio
Ferrentino.

Secondo il Corriere della Sera in val Susa sono diventati quasi tutti sostenitori del progetto tav… lei per primo

Quella
della giornalista è una ricostruzione falsa ed artificiosa che
non rispecchia assolutamente la mia idea e quella della valle. Non
c’è stata alcune conversione. Siamo totalmente contrari
all’apertura di qualsiasi cantiere, anche piccolo. Siamo disponibili a
discutere se fare il Tav non come…

A che punto è il lavoro dell’osservatorio?
L’osservatorio ha prodotto dei buoni risultati ed il suo lavoro deve
proseguire. Al momento attuale tutti coloro che sono seduti al tavolo
riconoscono che non esiste nessuna necessità di una
infrastruttura come il Tav. La linea attuale è sfruttata al 25%
della sua potenzialità. Tutti siamo disponibile a potenziare la
fruizione dell’attuale ferrovia, tenendo conto che i veri nodi
strategici sono a Torino e a Chambery.

Il ministro Di Pietro ha parlato di uso della forza per far rispettare la volontà dello Stato…
Parole dette sicuramente in un momento di stanchezza. Non è
pensabile che un ministro pensi di imporre manu militari
un’infrastruttura che un’intera popolazione rifiuta. E’ necessario
continuare con il confronto evitando sparate buone solo per i titoli
dei giornali.

Quale influenza ha la caduta del governo sulla vicenda Tav?
Penso nessuna. Spero che l’osservatorio continui il suo lavoro. Fino a
questo momento si è rivelato uno strumento prezioso per
comprendere molti aspetti che erano stati valutati superficialmente.

Se vince Berlusconi tornerà la repressione poliziesca in Val Susa?
Non credo. La lezione dell’autunno 2005 è stata salutare. Una
eventuale militarizzazione del territorio come allora non farebbe altro
che produrre sollevazioni popolari. Anche qualora tornassero ministri
alla Lunardi sicuramente non attuerebbero strategie così
scriteriate.

Domanda secca: nel 2020 viaggeremo in Val Susa attraverso una galleria?
Sicuramente viaggeremo in galleria, utilizzeremo quella già oggi
esistente. Sulla linea storica oggi transitano settantaquattro treni
mentre potrebbero passarne oltre duecentoventi. Il problema è
politico non infrastrutturale. Se si vuole un vero trasferimento modale
delle merci qualche governo dovrà scontrarsi con la lobby degli
autotrasportatori che già adesso è sul piede di guerra
per altri motivi. Non sarà un percorso semplice.

Ha ricevuto proposte dal Pd in questo giorni?
Assolutamente no, anche perché io mi riconosco nella sinistra arcobaleno.

Se le chiedessero di candidarsi alle prossime elezioni politiche?
Valuterei la proposta.

Se
andiamo alle elezioni ti aspetti di nuovo una sinistra di governo o una
di opposizione? E in ogni caso è meglio una sinistra unita?

Anche in caso di sconfitta è bene che la sinistra rimanga unita,
in tutte le sue componenti. Non condivido l’affondo di Veltroni che
prevede un partito Democratico che corre da solo, sarebbe un
indebolimento drammatico. Sono sicuro che una sinistra unita sia capace
di fare gli interessi del paese anche se sta all’opposizione.

da liberazione
Maurizio Pagliassotti
Torino
05/02/2008

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