COOP ROSSE?VIA AL BOICOTTAGGIO

Dopo l’assegnazione dell’appalto per la base Usa, i no Dal Molin preparano la risposta

di Orsola Casagrande

Sarà l’assemblea di martedì sera al presidio permanente
a decidere le iniziative future dopo l’assegnazione dell’appalto per la
costruzione della nuova base militare Usa al Cmc e alla Cooperativa
muratori e cementisti di Ravenna. Venerdì sera davanti alla prefettura
dove il presidio aveva organizzato una manifestazione si è discusso
molto di questa decisione di affidare alle cooperative rosse l’appalto.
«E’ una decisione molto grave – dice Marco del presidio – anche se
naturalmente ce l’aspettavamo.
E’ una decisione che svela molte
cose». Non va giù ai vicentini il fatto che il candidato premier del
Partito democratico Walter Veltroni per esempio, nella sua visita alla
città del Palladio, abbia voluto ribadire che la base al Dal Molin si
farà. «Certo – dicono al presidio – è il premio per le cooperative
rosse. E il premio soprattutto per il Cmc che non ha potuto fare l’alta
velocità in val Susa». E proprio con i valsusini da ieri sono costanti
i rapporti. Perché i no Tav conoscono molto bene il consorzio di
Ravenna e hanno subito dato il loro sostegno ai vicentini per le
iniziative future. La prima cosa che è venuta in mente a tutti e che da
venerdì circola insistentemente è l’idea di un boicottaggio delle
cooperative, magari una giornata nazionale in modo da coinvolgere i
cittadini che a Vicenza hanno più volte espresso la loro solidarietà
partecipando, per esempio, alle manifestazioni nazionali dei mesi
scorsi.
«Discuteremo in assemblea – dice Olol Jackson – delle
iniziative e delle proteste da prendere. Certo è che non staremo a
guardare». Per Marco «non ci mancheranno le occasioni per farci
sentire, visto che i lavori dovrebbero durare almeno quattro anni
secondo quanto indicato dagli stessi americani». Al presidio ritengono
anche che l’annuncio del vincitore dell’appalto abbia molto a che fare
con la campagna elettorale in corso. «Ci è sembrato francamente – dice
sempre Marco – un atto di propaganda.
Soprattutto l’affermazione
che i lavori cominceranno in estate. Non ci pare realistico visto che
praticamente i lavori di bonifica, che dovevano essere preliminari a
qualunque altro lavoro, sono sostanzialmente fermi. E se non lo sono –
aggiunge Marco – visto che ci hanno detto che c’erano centinaia di
ordigni da eliminare, ci piacerebbe sapere che fine hanno fatto».
I
lavori di bonifica erano stati fermati nei mesi scorsi dalle azioni
pacifiche ma determinate dei cittadini. E da una serie di azioni di
presidio e boicottaggio delle imprese coinvolte in questi lavori anche
fuori da Vicenza, per esempio a Firenze, sede di una delle imprese
incaricate. «E’ chiaro che il boicottaggio – dice ancora Marco – ci
pare una delle forme di lotta più appropriate e efficaci. Vedremo in
assemblea in che modo e in che forma attuarlo». Il Cmc è noto in val
Susa per la mancata realizzazione del tunnel di Venaus. «Ci ricordiamo
– dice Marco – le affermazioni del presidente del Cmc anche rispetto a
Vicenza e alla base militare Usa. Per lui – aggiunge – non c’era alcuna
contraddizione nel fatto che una cooperativa rossa potesse accettare di
costruire una base di guerra. E’ evidente che a queste cooperative non
interessa nulla delle comunità, né dei territori. Le nostre istanze,
come quelle dei valsusini non vengono ascoltate da chi ha in testa solo
il profitto».
La vicenda Dal Molin ha registrato negli ultimi
giorni una serie di accadimenti importanti e per certi versi anche
inquietanti. Dalle perquisizioni di giovedì a casa di alcuni giovani
legati al presidio all’assegnazione dell’appalto. Venerdì sera i no Dal
Molin volevano consegnare al prefetto le firme (oltre seimila) raccolte
tra i cittadini in solidarietà con i destinatari degli avvisi di
garanzia per l’occupazione della prefettura. Il prefetto non c’era.
Così non ha ricevuto nemmeno le ampolle di acqua al cherosene raccolta
nei pressi dell’oleodotto militare dove nelle scorse settimane ci è
stato un pesante incidente. I no Dal Molin continuano la loro campagna
elettorale originale. I candidati della lista Vicenza Libera saranno
impegnati oggi in una biciclettata nei quartieri periferici della
città. «Perché vogliamo dire ai cittadini – dice Marco – che il comune
non deve essere solo il luogo dove inviare lamentele. Dobbiamo essere
noi i protagonisti, dobbiamo riappropriarci della politica, senza
delegare a nessuno».
Così oggi i ciclisti andranno a perlustrare le
strade delle periferie per raccogliere la denuncia dei cittadini
rispetto alle buche, strade dissestate, punti pericolosi. L’esperimento
della lista Vicenza Libera è anche questo, riprendere in mano la
gestione della cosa pubblica coinvolgendo e non imponendo ai cittadini
delle scelte calate dall’alto.

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