Torino – Scoperta la rete informativa degli antirazzisti torinesi( News e aggiornamenti)CPT

Il questore Berrettoni e il capo della digos Petronzi "Un successo, ma non sappiamo come fermarli"
Di Massimo Numa

Tutto è cominciato il 2 giugno, quando una ventina di antirazzisti si sono materializzati sotto la villetta chierese del direttore sanitario del Cpt, Antonio Baldacci. Pentole, fischietti, volantini e megafono armi a prima vista inoffensive ma sufficenti per violare l’intimità familiare del colonnello e compromettere definitivamente la sua tranquillità, già minata dai sospetti e dalle polemiche seguiti alla morte di Fathi Hassan Nejl. L’ennesimo smacco, per gli agenti della Digos torinese comandati dal vicequestore Petronzi. Gli antirazzisti, difatti, sono riusciti a dribblare i controlli e scoprire non solo l’indirizzo del colonnello del corpo militare della Croce Rossa, ma anche i suoi numeri telefoni, addirittura quello del telefono cellulare.
Già da tempo la Questura di Torino stava indagando sulla misteriosa rete informativa che permette agli antirazzisti di diffondere in tempo reale le notizie riguardanti i pestaggi e le vessazioni che segnano la vita del Cpt di Torino. Notizie che tramite sms, mail, siti internet ma anche tramite le trasmissioni di Radio BlackOut 105.250 valicano le mura di Corso Brunelleschi e raggiungono centinaia di persone, in tutta Italia. Da settimane, ogni volta che si verifica un sopruso, o che viene effettuata una espulsione, i centralini del Cpt, della sede provinciale della Croce Rossa di via Bologna e della Croce Rossa militare di Settimo vengono sommersi di telefona di protesta, tanto che in più di un caso sono saltate le linee.
"Non ci sentiamo più liberi di fare quello che vogliamo. E’ come se avessimo mille occhi che ci osservano, e che ci giudicano", afferma un militare della Croce Rossa, che preferisce rimanere anonimo.
"Certo, ora cambieremo i numeri di telefono. Ma questi antirazzisti si inventeranno qualcos’altro, ne sono sicuro. E nulla tornerà più come prima…", prosegue, mentre stringe nervosamente un flacone semivuoto di "Valium".
Secondo gli inquirenti, la fonde delle informazioni che gli antirazzisti diffondono sarebbero i reclusi stessi, che a decine, quotidianamente, telefonano all’esterno e raccontano quello che succede nei gabbioni di Corso Brunelleschi. "Su questa storia delle telefonate, non abbiamo la possibilità di intervenire. Il problema vero è che gli antirazzisti credono ai racconti dei reclusi. Non capisco come facciano a fidarsi di certa gente: per i clandestini, si sa, la menzogna è una peculiarità quasi genetica".
Ma un conto sono i contatti con i reclusi nel Cpt, un’altro è la scoperta di informazioni personali e riservate, in particolare riguardo al colonnello Baldacci. Dopo una settimana di faticose indagini, gli uomini della Digos hanno fatto una scoperta davvero inquietante.
A quanto pare in città circolano voluminosi elenchi colmi di nominativi, indirizzi e numeri telefonici di centinaia di migliaia di persone. Ispirandosi forse al noto "Libretto Rosso" di Mao che spopolava trent’anni fa tra gli universitari torinesi, i sovversivi dei nostri giorni avrebbero battezzato questi elenchi "Pagine Bianche".
Gli uomoni della Digos ne hanno già sequestrate centinaia di copie, ma le indagini proseguono per scoprire la tipografia clandestina dove vengono stampate.
Un discorso a parte merita la questione del numero di cellulare del colonnello della Cri. Le indagini sono coperte da segreto, quindi in questura le bocche son cucite. Un funzionario, che preferisce anche lui rimanere anonimo, ci ha fornito però una indicazione sibillina, citando le Sacre Scritture: "Chiedi e ti sarà dato." (Matteo, 7,7-11). FOrse ha voluto lasciarci intendere che gli antirazzisti abbiano semplicemente chiesto il numero privato di Baldacci a qualche suo sottoposto e che questi, ingenuamente, glilo abbia comunicato. Un’ipotesi piuttosto inquietante, perchè dimostrerebbe la presenza di un’enorme falla nel sistema di sicurezza della Croce Rossa. Chiunque avrebbe potuto chidere e ottenere importanti informazioni, servendosi semplicentemente di un telefono. A questo punto è lecito chiedersi quante altre informazioni avranno carpito gli antirazzisti. Sotto casa di chi si materializzeranno la prossima volta? Nel frattempo la Digos sta sorvegliando gli obiettivi più plausibili, ma il numero di uomini – e il loro livello di addestramento – non è assolutamente sufficiente, come ci ha confermato lo stesso Petronzi. Queste prime settimane di vita del nuovo Cpt di Torino alla Questura stanno costando un po’ troppo. E nessuno sa indicare una via d’uscita.

"Non ne posso più della scorta"
In esclusiva l’amaro sfogo del colonnello Baldacci

"La mia vita sè diventata un vero inferno", inizia così lo sfogo del colonnello Antonio Baldacci, all’uscita del nuovo centro polifunzionale della Croce Rossa Militare di Settimo Torinese. "Per colpa di quei quattro pazzi ho dovuto cambiare tutti i numeri di telefono. Ma non è nulla in confronto a quello che sto passando in questi giorni". Si Lascia subito andare, il colonnello, come per liberarsi da tanti pensieri trattenuti per giorni. "E’ dal 2 di giugno che gli agenti della Digos mi scortano ovunque, manco fossi io il criminale. Mi stanno sempre dietro, anche quando vado al bagno" – confessa il colonnello senza accennare neanche a un sorriso – "Sinceramente non ne posso più. Anche la mia famiglia oramai è stanca, sopratutto mia moglie. Non possiamo avere più nessun momento di intimità. Si figuri che l’atra sera l’ispettore R., ha preteso di dormire nel letto con noi. Per difendere la mia incolumità, diceva… E intanto continuava a fumare le sue puzzolenti Ms".
"I vicini di casa? Quasi nessuno mi saluta più, passano il tempo a spiarmi da dietro le finestre. Ho saputo che girano strane voci sulla mia famiglia. Nessuno vuole più entrare a casa nostra, neanche a prendere un caffè. Gira voce che mettiamo tranquillanti nelle tazzine degli ospiti."
"E poi diciamola tutta, questa scorta non serve proprio a nulla!" e qui il tono del colonnello si fa quasi rabbioso. "Questa sera [il 6 giugno ndr]" sono venuto a Settimo per l’inaugurazione di questa nuova struttura. Durante tutto il viaggio l’ispettore R. mi ha rassicurato, mi ha garantito che dopo la defaillance di lunedì la situazione era oramai sotto controllo… E invece, appena arrivati, la prima sopresa. Una decina di giovani invasati distribuivano volantini contro di me e contro la Croce Rossa. "Tutto sotto controllo, li teniamo fuori", continuava a ripetere l’ispettore. Ma proprio mentre stavo presentando lo spettacolo, ecco che in due salgono sul palco, srotolano uno striscione, gettano volantini… Il lavoro di mesi rovinato! E poi per colpa di chi? Per colpa di un tossico marocchino e di un branco di poliziotti incompetenti che non sono neanche in grado di riconoscere personaggi che pedinano da anni!
Mi seguono anche in bagno, ma non riescono ad arrestare quattro scansafatiche?"
"Non so come andrà a finire questa storia. Certo, gestire il Cpr oramai, ci sta procurando solo grane. Ma dobbiamo far quadrare i bilanci e l’appalto del Centro ci permette il massimo dei guadagni col minimo sforzo. La nostra immagine è indebolita ma i soldi sono soldi. Io, di mio, sto pensando ad un pensionamento anticipato. Non sono portato per fare il direttore di un Cpt: alla mia età, le coronarie non reggono più certe emozioni."
Lo lasciamo andare, sotto la pioggia, sempre più scuro in volto. Sale sull’auto della Digos, con gli agenti che lo salutano a testa bassa.

La scheda
Residenza:
Via Riccardo Zandonai, 8
10023 Chieri (TO)

Recapiti telefonici
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