Bilancio di vertice inutile e ipocrita. L’anti G8 passeggia.. Il prossimo anno a La Maddalena! (intervista & materiali)

No G8 Japan] Bilancio di vertice inutile e ipocrita. L’anti G8 passeggia.. Il prossimo anno a La Maddalena! (intervista & materiali)

|Sapporo, luglio 2008| Si è da poco concluso il vertice internazionale del G8, organo attivo dal 1975, e che racchiude le otto grandi potenze mondiali, Stati Uniti Giappone Germania Regno Unito Francia Italia Canada e Russia. Incontro annuale che si svolge ogni anno in un paese differente, mosso dall’incontenibile pulsione a decider dei destini del mondo per auto-proclamazione, ostentando il loro esser paesi maggiormente sviluppati e aventi le più ingenti economie mondiali. Anche se ciò è vero fino ad un certo punto: non solo i movimenti d’opposizione sociale da anni denunciano l’ipocrisia e l’inutilità del vertice dei grandi, anche insospettabili personaggi legati al mondo della politica e dell’economia si sono più volte interrogati sulla reale operatività del G8, dato quel che questo appuntamento è diventato con il trascorrere del tempo e con i mutamenti che l’economia globale ha portato in termini ridefinizione dei reali poteri forti, di chi ha il potere di decidere rispetto ai diversi ambiti che si van a trattare. Il che ha reso il G8 un organo ancor peggiore ed offensivo di quel che dovrebbe rappresentare: è un banchetto, una passerella per i capi di Stato degli otto paesi più sviluppati al mondo, un ridicolo teatrino rituale su chi si scatenato taccuini e flash di tutte le testate internazionali, che riprendono il cattivo gusto di chi parla della crisi alimentare con la bocca piena, dell’Africa come se fosse un paese di marionette, giunto al tracollo per "sfortunate circostanze".

Evento, quello del G8, che ogni anno, sicuramente da Seattle in poi, ha incontrato la resistenza e l’opposizione dei movimenti per le piazze e le strade delle città scelte come luogo in cui svolgere il vertice. Un conflitto che ha visto come protagonisti tutti quei soggetti e soggettività che l’hanno alimentato ed esteso, in una produzione d’opposizione che ha avuto anche il nostro paese come terreno in cui esprime la rabbia e il dissenso verso le politiche liberiste di cui gli otto grandi si son sempre fatti portatori. Per i movimenti italiani Genova 2001 resta un’esperienza indelebile, non tanto per la barbarie che lo Stato confezionò per le strade alla scuola Diaz o alla caserma Bolzaneto, ma per il grado di scontro che furono in grado di costruire, forgiando anche negli anni successivi migliaia di giovani che su quell’immaginario hanno iniziato il loro impegno politico e militante.

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L’anti-G8 si ferma alle passeggiate
Non è stato un G8 conflittuale dal punto di vista delle proteste, tutto si è svolto nei canoni concordati con la polizia se non in toni ancora più minori. I fattori che hanno influito sono stati diversi: le caratteristiche dei movimenti giapponesi, l’ossessione e la durezza delle leggi penali. Sentori del clima possono essere il fatto che in Giappone le piazze non si occupano o concedono, ma si affittano; il blocco del traffico è un reato gravissimo per il quale si va in carcere, ed infatti i cortei vengono fatti sfilare in un solo senso di marcia della strada e a semaforo rosso la manifestazione deve bloccarsi! La manifestazione più importante e grande è stata quella del 5 luglio, fatta ancor prima che il G8 iniziasse, dove si è registrato un incidente con la polizia che ha portato quattro arresti. La prima grande giornata dei blocchi sarebbe dovuta essere quella del 7 luglio, ma il numero esiguo dei partecipanti e i contrasti tra le componenti giapponesi e straniere ha fatto optare gli organizzatori per il corteo autorizzato verso il lago Toya, il quale si è tenuto solo per la sua metà dato che la pioggia ha costretto alla ritirata. Il resto delle giornate sono proseguite di questo passo, tra assemblee e rinunce. Il movimento giapponese paga sicuramente una legislazione opprimente, ma anche la sua fisionomia anziana, come la sua inesperienza. Un contro-G8 che non è riuscito a far parlare di sè, andando in contro-tendenza rispetto a quelle che sono state le manifestazioni e le dinamiche di scontro degli ultimi vertici internazionali.

Il G8 si conferma la casa delle promesse
Data la povertà espressa dai movimenti di contestazione, giornali e tv hanno riservato molto spazio a quel che era l’agenda e il livello di discussione del G8, cosa molto più complicata negli anni passati, dato che i media avevano l’obiettivo puntato innanzitutto verso i riot scatenati in città. Il vertice è cominciato con i contrasti rispetto al suo allargamento, dato che allo stato attuale non fanno parte del club rampanti paesi emergenti come la Cina e l’India, ciò da anche un pò la cifra del livello di legittimità che un organo del genere può avere, tramutandosi in politico e non economico.. Il programma ha visto avvicendarsi una serie di tematiche di scottante attualità come la crisi alimentare, il caro petrolio, il cambiamento climatico, infine lo sviluppo. Dell’Africa ci si è dimenticati strada facendo, dato che sta ancora aspettando i fondi promessi lo scorso anno al G8 tedesco. Scontate, ipocrite e blande le risposte date rispetto a ciò, il che è palesato in un documento finale che non decide nulla, non prende nemmeno un impegno credibile, oltre gli slogan. La crisi alimentare che ha fatto scatenare rivolte in giro per il mondo e che ha prodotto già le sue prime vittime è stata liquidata con un inno al libero mercato e con l’assurda e criminale conferma degli agrocombustibili come buona risorsa energetica. Il caro petrolio ha obbligato i grandi a rivolgere un appello ai produttori dell’oro nero, perchè ne estraggano una quantità maggiore. Lo sviluppo, per come lo hanno voluto intendere loro, passa per la costruzione di 1000 nuove centrali nucleari lungo il pianeta, anche se ciò ha sollevato dubbi, dato che è stato prospettato da Berlusconi, sicuramente più impegnato nel premere propagandisticamente per il "ritorno al nucleare in Italia" che altro, visto che nel documento conclusivo delle centrali nucleari non vi era traccia.. Infine il cambiamento climatico, protagonista anche di un cambiamento di rotta dell’ultim’ora: prima è stato annunciato il surrealistico 2050 come anno entro cui ridurre le emissioni, poi vista l’indisponibilità degli ospiti Cina e India (arrivati l’ultimo giorno insieme ad altri sette paesi considerati emergenti) a firmare qualunque impegno che possa minare il loro sviluppo (come tra l’altro fa da sempre l’America di Bush, che pretende la firma degli altri ma la sua non la mette! il che viene fatto passare in Occidente per insensibilità dei paesi asiatici ma che invece ha alla base la logica contestazione rispetto ai dati assoluti dei consumi energetici e al trend storico, passato in cui  Usa & company si sono sviluppati mentre Cina e India ancora erano ben lontane da quei parametri!) il tutto si è risolto in un passo indietro nel documento finale, scomparsa la data ricomparso "l’impegno".. G8, un carrozzone di promesse non mantenute e impossibilità e illegittimità a prendere decisioni, buono per il rifacimento del trucco dei leader politici, per la voracità dei media e per l’interesse delle catene culinarie nel preparargli le opulente cene..

..prossimo G8: La Maddalena, see you on the barricades..
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DIRETTA CON IL GIAPPONE

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