Ostinata disobbedienza! COSA SUCCEDE A TORINO?

 

 Da una mail di un antirazzista torinese

 22 luglio. In mattinata, un gruppo di ragazzi della sinistra cittadina si piazzano alla fermata degli autobus di fronte a Porta Nuova e illustrano ai passanti il proprio dissenso nei confronti «dell’ondata di razzismo e xenofobia che sta abbruttendo di giorno in giorno la coscienza civile di questo paese». Appendono in giro grosse impronte digitali e poi bloccano per qualche minuto un autobus di passaggio, con uno strisione che recita: «Ieri leggi razziali, oggi impronte digitali». Per finire occupano simbolicamente il 67 – teatro quasi due mesi fa di una retata dal sapore più nazista del solito – e distribuiscono volantini ai passeggeri, promettendo ostinata disobbedienza ai provvedimenti razzisti del governo. Qualche ora dopo uno stagionato antirazzista se ne sta pedalando fischiettando verso casa, ripensando agli accadimenti della mattina – che lui ha avvistato solo di lontano. In piena via Garibaldi si imbatte in due camionette della polizia e, appostate dietro l’angolo con via XX Settembre, in due pattuglie di poliziotti: gli agenti se ne stanno lì a chiacchierare tra loro e con altri funzionari in borghese, quasi tutti indossano guanti di pelle nera. Incuriosito, l’antirazzista si ferma ad osservare la scena. Dopo poco arriva il 4, i poliziotti si irrigidiscono, poi si piazzano sui binari, fermano il tram e ordinano all’autista di spalancare le porte. Fanno irruzione sul mezzo e ne riescono dopo qualche minuto, questa volta a mani vuote. Poi si appostano di nuovo. Dopo un attimo di incertezza il nostro antirazzista pedala fino alla fermata precedente, sale sul primo autobus di passaggio, dice al conducente di aspettare e spiega ai passeggeri cosa li aspetta dietro l’angolo se sono stranieri e senza documenti. L’autista si imbestialisce, ma vari passeggeri scendono dal mezzo per perdersi tra la folla che passeggia in centro. Da quel momento, su e giù tra la fermata ad avvertire e il posto di blocco a controllare, fino a che la polizia non leva le tende e cambia zona. Un po’ sudato, il nostro nemico dei rastrellamenti si rimette in sella e si avvia verso casa. Ripensa ai fatti del mattino, a quelli del pomeriggio, e ripete tra sé e sé: «si può fare, si può fare davvero». Rottweiler 21 luglio. Nel pomeriggio una quarantina di antirazzisti si radunano nella centralissima via Garibaldi, determinati a far conoscere alla città la storia degli occupanti di via Pisa. Striscioni, megafono, amplificazione e un migliaio di volantini da distribuire ai passanti. In molti si informano, altri chiedono, altri ancora si fermano soltanto ad ascoltare. Peccato che ad osservare la scena ci sia quasi tutta la Digos di Torino, insieme agli equipaggi di tre camionette dei Carabinieri e due della Polizia. Altre tre camionette sono pronte nella piazza del Municipio, pochi passi più in là. Perché tante divise a vigilare su di un presidio tutto sommato così ordinario? A detta degli ispettori della Digos per dividere i manifestanti dagli esponenti del Comitato Spontaneo di Lucento – «almeno in duecento e accompagnati da alcuni ferocissimi rottweiler» – che sarebbero dovuti arrivare di lì a poco per una loro iniziativa di protesta. Ma, durante tutto il pomeriggio, in piazza non compariranno né lucentesi razzisti né cani feroci di nessuna specie: evidentemente, l’esibizione di tanti muscoli serve a dividere i manifestanti antirazzisti dal sindaco Chiamparino e dall’assessore Curti, ancora in preda alle convulsioni dal giorno dell’occupazione dello stabile di via Pisa 5. http://www.inventati.org/fenix/links.php

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