A Manca pro s’Indipendentzia a congresso

A Manca pro s’Indipendentzia a congresso

conflitti globali

Nelle giornate dall’11 al 13 luglio si è svolto a Nuoro, presso la sede nazionale, il II° Congresso Nazionale di a Manca pro s’Indipendentzia. Al Congresso hanno preso parte tutti i militanti dell’organizzazione che, secondo statuto, costituiscono l’Assemblea Politica Nazionale, massimo organo della nostra organizzazione.

Nel corso delle giornate dell Congresso sono stati affrontati i seguenti temi:

ANALISI DELL’ATTIVITÀ POLITICA DI A MANCA PRO S’INDIPENDENTZIA. Nel periodo dal precedente congresso (Nuoro, aprile 2006) ad oggi, con particolare riferimento a come la nostra organizzazione ha saputo affrontare l’attacco repressivo lanciato dallo stato italiano con “l’operazione Arcadia”. In questa fase di analisi è stato sottolineato il fatto che in ogni situazione di repressione la risposta più proficua è comunque sempre la pratica politica che smaschera in maniera palese i reali intenti che muovono gli apparati repressivi.

ANALISI DELLA FASE INTERNAZIONALE. Ciò che è emerso nella discussione congressuale è che quello che deve caratterizzare un’analisi internazionale non deve essere un errato approccio euro-centrico, intendendo l’entità Europa Unita come una categoria imperialista tanto quanto i singoli Stati che la comporrebbero. Lo spazio da cui partire per un’analisi come Popolo Sardo è, geograficamente, storicamente, economicamente, politicamente, socialmente e culturalmente, quello mediterraneo, con la Sardigna, posta esattamente al centro che, da un lato, funge da luogo di incontro degli interessi politico-militari delle potenze imperialiste, dall’altro funge da ponte e luogo di incontro tra Africa, Europa e Medio Oriente. Questo spazio presenta al suo interno situazioni di oppressione nazionale e sociale, nazioni senza Stato, colonie e popoli oppressi che costituiscono un punto di riferimento imprescindibile nell’osservazione delle dinamiche e degli equilibri imperialisti. Punti di riferimento da cui partire per sviluppare un internazionalismo finalizzato alla costruzione di rapporti di solidarietà internazionale e relazioni internazionali per la risoluzione pratica delle rispettive questioni nazionali e sociali.

ANALISI DELLA FASE NAZIONALE. La Sardigna è una colonia dello Stato italiano perché in essa la rapina sistematica delle risorse economiche, delle risorse umane e del patrimonio naturale ed ambientale, lo sfruttamento imposto dal capitalismo straniero (intendendosi in tale accezione naturalmente anche quello “italiano”) a tutti i settori dell’economia, la soppressione di qualsiasi attività economica autonoma e non integrabile e di qualsiasi forma di autogestione delle risorse, l’utilizzo del territorio nazionale come area di servizi del capitalismo internazionale, hanno determinato e determinano un regime di sfruttamento della forza-lavoro del Popolo Lavoratore Sardo ad opera del capitalismo internazionale e del colonialismo italiano ed una sua conseguente oppressione nazionale e di classe. Il colonialismo italiano è: Economico, Politico e Ideologico.

Possiamo considerare la fase attuale come una fase di trasformazione del colonialismo dalla sua forma classica ad una più moderna, maggiormente adatta alle esigenze del capitalismo contemporaneo. Questo significa che la Sardigna subisce lenti, graduali ma precisi processi di trasformazione che, da luogo di rapina delle risorse ne stanno facendo un’area di servizi del capitalismo internazionale. È dunque una fase di transizione tra vecchie e nuove forme di sfruttamento coloniale, organica alla ristrutturazione capitalistica in atto all’interno dello Stato italiano e dell’imperialismo mondiale. Ma anche in questa fase di trasformazione il colonialismo mantiene salda la sua “spina dorsale” che è costituita dal regime di dipendenza economica che tiene saldamente legata la Sardigna all’italia. La Sardigna, colonia dell’italia, non può avere settori economici prosperi e autosufficienti, in quanto, se ci fossero, questi potrebbero creare uno stato di autosufficienza, di ricchezza, di autonomia economica, e ciò potrebbe permettere ai Sardi di vivere del loro lavoro. Così l’Italia, in perfetto accordo con la classe politica compradora, preferisce che la Sardigna fornisca solo materie prime, affinché sia costretta a rimanere sempre legata ai finanziamenti assistenziali dello Stato, cioè in uno stato di dipendenza. In quest’ottica si può affermare che qualsiasi lotta politica sviluppata in Sardigna, esterna alle dinamiche della coscienza nazionale, che non incida nel processo di rottura della dipendenza, non porta alcun vantaggio reale per le sorti del Popolo Lavoratore Sardo.

DISCUSSIONE SULLA LINEA POLITICA. Nelle nazioni senza Stato e nelle colonie, lo scontro tra imperialismo ed antimperialismo assume la forma – ma soprattutto la sostanza – della lotta anticolonialista, costituendo la liberazione nazionale dei popoli oppressi un avanzamento del movimento rivoluzionario internazionale ed un corrispondente indebolimento del campo imperialista.

L’emancipazione del Popolo Lavoratore Sardo può avvenire esclusivamente assumendo come base di azione la rottura delle catene coloniali che tengono legata la Sardigna allo Stato italiano e contemporaneamente sciogliendo lo scontro capitale-lavoro ponendo in essere il primato del lavoro sul capitale. E’ quindi necessario schierarsi sul terreno dell’anticolonialismo sviluppando la questione dell’autodeterminazione-autodecisione-autogoverno del Popolo Lavoratore Sardo.

Per autodeterminazione si intende il diritto del Popolo Lavoratore Sardo di riconoscersi in quanto tale nella propria specificità, acquisendo in questo modo una coscienza di classe-nazione che metta le basi per la questione della sovranità nazionale, ovvero la capacità insita nel Popolo Lavoratore Sardo di decidere autonomamente del proprio destino.

Per autodecisione si intende il diritto della classe-nazione sarda di separazione dallo Stato italiano per la creazione della Repubblica Socialista di Sardigna.

Per autogoverno si intende il diritto della classe-nazione di gestione delle risorse, della struttura e della sovrastruttura nell’interesse esclusivo del Popolo Lavoratore Sardo e, tramite questo del proletariato internazionale.

PUNTI PROGRAMMATICI DI A MANCA PRO S’INDIPENDENTZIA. La novità sostanziale di questo ultimo congresso è che aMpI ha elaborato un proprio programma generale, ovvero un insieme di punti programmatici generali di intervento nei vari settori della vita economica, politica e culturale sarda. Tali punti sono:

# ECONOMIA
# OCCUPAZIONE MILITARE,
# LINGUA E CULTURA,
# REPRESSIONE,
# SINDACATO,
# RELAZIONI INTERNAZIONALI,
# RELAZIONI NAZIONALI,
# EMIGRAZIONE = DEPORTAZIONE,
# EMIGRAZIONE INTERNA

Le Tesi Provvisorie presentate durante il congresso e rimaste nella sostanza invariate – in attesa di una stesura definitiva – sono rinvenibili sul sito web dell’organizzazione: www.manca-indipendentzia.org
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