La madre di Renato «Ho rivissuto la notte in cui hanno ucciso Renato.Basta violenza fascista» ·


Allarmi siam fascisti… Era negli anni venti lo slogan delle
squadracce nere all’attacco delle case del popolo, delle camere del
lavoro, delle sedi dei partiti del movimento operaio e della lega delle
cooperative, devastate, bruciate, chiuse con la forza. Qualcosa del
genere sta tornando in Italia? La domanda ha raggiunto recentemente
l’onore delle cronache grazie ad un articolo di Asor Rosa che ha fatto
scorrere un po’ d’inchiostro. Il professore però non si riferiva alla
violenza squadristica. Il suo ragionamento era più complesso. Si
trattava di un drastico giudizio di valore sulla destra politica
attuale, da lui ritenuta peggiore del fascismo perché priva del
progetto di società che l’ideale “totalitario” fascista conteneva.
Secondo Asor Rosa la destra attuale, sommatoria di spinte diverse e
contraddittorie, offre uno spettacolo decadente. Nel fascismo c’era una
risposta alla terribile crisi che aveva travolto il vecchio mondo
liberale. Una modernizzazione autoritaria dell’economia, una
nazionalizzazione totalitaria delle masse. Visione tragica,
dittatoriale, ma pur sempre visione. Oggi forse presente, ma solo in
rapidi squarci, in qualche trovata di Tremonti. Altri hanno preferito
ricorrere a formule nuove: c’è chi ha scelto «regime dolce».
Il filoso Alain Badiou ha parlato di «petenismo trascendentale» a
proposito del sarkozismo. In realtà ciò che è venuto meno è
l’antifascismo. L’effetto domino provocato dalla caduta del muro di
Berlino ha ridato forza all’anticomunismo e reso evanescente
l’antifascismo. A seppellire definitivamente “l’arco costituzionale”,
cioè quel complesso di forze politiche che avevano partecipato alla
fondazione della repubblica e alla scrittura del compromesso
costituzionale, è stato l’attacco delle procure della repubblica in
nome di un giustizialismo populista e di un emergenzialismo penale che
ha sdoganato la destra. La vecchia destra neofascista uscita
definitivamente dall’angolo, liberata dai complessi del minoritarismo e
del reducismo storico e “obbligata” così a divenire destra europea,
destra di governo. Altre destre sono apparse dalle pieghe del
territorio, dalle valli del Nord. Destre identitarie, rancorose. Va
detto che a questo bel risultato ha largamente contribuito il “partito
storico dei giudici”, cioè quel Pci-Pds-Ds- Pd che della via penale
alla politica e dell’alleanza con le procure aveva fatto l’asse
centrale della sua strategia. Ma questa è un’altra storia che andrà
prima o poi raccontata. La fine dell’antifascismo ha prodotto l’effetto
“zoo liberato”. Si sono aperte le gabbie, o forse scoperte le
pattumiere, insomma sono riemersi dalla storia chincaglierie, cimeli,
reliquie che sopravvivevano nelle catacombe del paese. Ma poi si è
scoperto che tanto catacombe non erano. La costruzione del sistema
politico bipolare, l’introduzione del maggioritario ha fatto il resto.
Per vincere ogni voto era buono. Berlusconi è stato il più abile e
spregiudicato. Ha messo insieme tutto ciò che esisteva a destra e alla
sua destra comprando, finanziando apertamente o sottotraccia. La destra
ha persino messo fine ai suoi anni di piombo. Ha messo fuori tutti
(meno due o tre) i militanti dei suoi gruppi eversivi, alcuni li ha
arruolati, altri eletti. E’ questo contesto politico che ha
rilegittimato valori del passato prerepubblicano e preantifascista e
ridato alla violenza politica proveniente da destra una nuova
legittimazione sociale che si traduce in disattenzione,
sottovalutazione se non comprensione e connivenza. Forse altri
Novecento sono finiti ma quel Novecento lì c’è ancora e ha superato il
giro di boa, tanto che dal 2000 si registrano 2 morti, due giovani di
sinistra uccisi da mani fasciste. Chi contesta queste etichette, lo fa
in nome di una rappresentazione della politica che non c’è più. Nessuno
tra gli aggressori, come tra gli aggrediti, ha più tessere politiche in
tasca perché le forme della partecipazione sono cambiate.
Alla vecchie sedi si sono sostituiti i centri sociali, le occupazioni
non conformi, le curve degli stadi. Sono cambiati i luoghi di
aggregazione ed anche la fisionomia della partecipazione. Tutto è più
confuso e approssimativo, le idee sono anche più rozze ma le coltellate
sono vere, le lame di puro acciaio e il sangue non è pomodoro. Davide
Cesare (Dax) e Renato Biagetti sono stati uccisi nel 2003 e nel 2006.
Dal 2005 almeno 262 le aggressioni recensite attribuibili alla destra:
88 attacchi a sedi e centri sociali di sinistra; 76 aggressioni
razziste e 98 gli atti vandalici. Senza dimenticare Carlo Giuliani e
Federico Aldovrandi. Anch’essi da annoverare in questa tragica
contabilità. Vittime di un clima di violenza che è tornata pratica
diffusa negli apparati di polizia, come i fatti di Genova del 2001
hanno dimostrato al mondo intero.

 

 

 


La madre di Renato Biagetti, la signora Stefania, è sconvolta
per quanto è accaduto venerdì notte a Roma, ai margini
della festa-incontro organizzata nel bel parco prospicente la basilica
di san Paolo fuori le mura, per ricordare suo figlio ucciso due anni fa
nel corso di una vigliacca aggressione ispirata dal clima fascistoide
che si respira da tempo. Nei giorni scorsi aveva scritto una lettera
aperta ai giudici della corte d’appello che dovranno giudicare
gli assassini di suo figlio. Non chiedeva vendetta, non chiedeva
carcere, non chiedeva pene più dure. La signora Stefania non ha
proprio il profilo culturale che contraddistingue il vittimismo
attuale. La signora Stefania chiedeva solo verità, che non si
mettessero sullo stesso piano aggrediti e aggressori, che non si
confondesse la cultura di vita, di gioia e di speranza di suo figlio,
colpevole soltanto di aver scelto una calda sera di fine estate per
andare a ballare in una spiaggia del litorale, con il risentimento
torvo, l’animo buio di due balordi che per sentirsi uomini
avevano bisogno di una lama, protesi d’acciaio di
personalità inconsistenti. Ieri è subito corsa in
ospedale per accertarsi delle condizioni di salute del ragazzo
aggredito a coltellate da un manipolo di sgherri neri appostati nel
buio della notte, nell’ora in cui restano aperti solo i tombini,
in attesa di colpire qualcuno dei partecipanti che isolato defluiva
lentamente verso casa. Ha parlato con lui e ci racconta del suo stato
di salute, del muscolo della coscia squarciato da una coltellata. Una
ferita di 15 centimetri.

Cosa hai pensato quando hai saputo dell’aggressione?
Che si è trattato di una rivendicazione chiara
dell’omicidio di mio figlio. Chi ha colpito venerdì notte
alla fine di una serata pacifica in sua memoria l’ha fatto con
piena premeditazione. Una premeditazione politica che chiarisce una
volta per tutte cosa è successo quella notte di due anni fa.
Forse ora c’è ancora qualcuno che ha il coraggio di
venirci a raccontare che si trattò di una rissa da strada?
Queste persone hanno atteso pazientemente l’occasione per colpire
indisturbati, senza correre rischi in un giorno particolare. Più
esplicito di così!

Cosa ti ha raccontato F.?
Volevo sentire da lui cosa aveva provato quando si è trovato di
fronte gli aggressori armati di lame. Volevo capire cosa aveva provato
mio figlio nei suoi ultimi attimi di vita. Come è accaduto a
Renato anche lui ha visto in faccia chi l’- ha accoltellato. Dopo
il primo colpo si è girato e gli ha detto ”ti rendi conto
di cosa stai facendo?”. Quello imperterrito ha continuato a
colpirlo con il coltello finché non è caduto a terra.
Avevo voluto una festa e non una manifestazione politica perché
volevo ricordare la gioia di vivere di Renato, il suo sorriso. Una
serata pacifica a cui partecipasse tanta gente, dove non si coltivasse
odio e voglia di vendetta. E quelli stavano lì nascosti, a
spiarci, a infiltrarsi, carichi di odio, pronti a colpire.

Al governo della città ora c’è Gianni Alemanno, uno
che ha conosciuto il fascismo da marciapiede e sa bene quali logiche
ispirano queste azioni squadristiche. Hai qualcosa da dirgli?
Il sindaco Alemanno ha vinto le elezioni con un programma in cui
prometteva sicurezza. Ma di quale sicurezza parlava? Ormai sono
centinaia le aggressioni di sapore fascista, quelle ispirate dal
razzismo, dal sessismo, dall’intolleranza che hanno cambiato il
volto di questa città. I giovani di sinistra, o che questi
accoltellatori pensano siano tali solo perché hanno un certo
tipo di abbigliamento o frequentano certi luoghi, subiscono continue
aggressioni. Mio figlio è morto ucciso selvaggemente. Noi madri
vogliamo sapere cosa pensa il sindaco di questi episodi, cosa pensa di
questi ragazzi che vanno in giro con delle lame per aggredire chi esce
da un concerto pacifico. Quanto sangue dovrà ancora scorrere?

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