LA LEZIONE GRECA

interessante da www.senzasoste.it 

 

Con questo editoriale, lo confesso, voglio togliermi alcuni
“sassolini” dalle scarpe, che tengo da alcuni anni,
perchè credo che l’Italia sia il regno dell’ipocrisia e delle
cose non dette.
Cercherò, inoltre, di astrarmi, molto difficile per me, 
cercando di vedere con occhi non soltano militanti, ma anche da
“democratico” che cerca di porsi domande.
Certo farò dei paralelismi tra due paesi, Grecia e Italia,
sorvolando sulle analisi socio economiche,  che lascio ad altri ma
che ritengo, nei fatti di questi giorni, ininfluenti perchè
riguardano comportamenti e opportunità e non interventi politici.
Il primo parallelo con occhi di “democratico” me lo ha
suggerito un tale, questa mattina al Bar. Davanti agli articoli dei
giornali sui fatti di Atene si rivolge ad un amico dicendo “
certo, hanno ammazzato un ragazzino, il governo ha preso e arrestato
immediatamente due poliziotti, il ministro ha chiesto pubblicamente
scusa e ha rassegnato le dimissioni ( poi respinte – n.d.r. ), in
Italia, invece, hanno assolto i poliziotti della Diaz e hanno detto che
Carlo Giuliani è stato ammazzato per colpa di un
calcinaccio” ascolto interessato la discussione quando
l’interlocutore risponde, “anche il Partito Socialista ha
attaccato la polizia, ha chiesto le dimissioni del governo, in Italia,
per il G8 invece la preoccupazione fu trovare il capro espiatorio e
furono i Black Block:I facinorosi che attaccano la polizia. Invece di
condannare chi sparò in testa ad una ragazzo”.
E chiaro che il governo greco è un’istituzione formata da un
partito lontano da una gestione democratica del potere e della polizia,
ma è anche vero che uno stato, membro della UE,  ha preso
una posizione certa e immedita sui fatti , mentre tutti ricordiamo i
giri di parole del governo italiano e, soprattutto, dell’opposizione
sui fatti di Genova 2001. In Italia abbiamo assistito a poliziotti
incatenati davanti alla questura per protesta contro chi li
accusò e condannò per i pestaggi nella caserma di Napoli,
ma non si è mai vista una manifestazione di massa dei partiti
della sinistra davanti ad una questura o una caserma, questo
perchè si riconosce, anche davanti agli omicidi, una
legittimità democratica a chi, negli anni, non negli episodi, ha
ampiamente dimostrato di non saper cosa è la democrazia, nemmeno
quella che un tempo definivano “borghese”.

Dal punto di vista militante il quadro, in questo parallelismno
forzato, e ancora più desolante, per chi come al sottoscritto,
poco importa del teatrino politico delle istituzioni e dei partiti.
La rivolta generalizzata in Grecia ci deve insegnare molto. Ci
dimostra, in tutta la sua crudeltà, gli errori fatti dal
movimento a Genova e dopo. Ci insegna che gli scontri non si concordano
con la polizia, ci racconta di quanto fu illusorio e sbagliato
l’allargamento del movimento a gruppi lontanissimi tra loro, in
modalità e forme della politica, ci dà una visione
corretta del concetto di “non violenza”. Ci mostra come la
sinistra anticapitalista greca ( anche quella presente in parlamento )
non si è dissociata dagli scontri e non ha cercato alibi, come
fece, invece,  Agnoletto a suo tempo.
Ci deve far capire fino a che punto lo stato si può permettere di reprimere e ci insegna come reagire alla crisi.
Ma più di tutto ci mostra un’altra cosa: la rivolta di domenica,
che ha portato al tragico omicidio di un 15enne,  è nata
dalle proteste contro la riforma scolastica del governo greco, una
riforma che, se messa a confronto di quella italiana, è una
barzelletta, una storiella buffa in un contesto di crisi economica che
la nostra generazione non immaginava nemmeno possibile. In Italia,
l’Onda ( che adesso pare più una risacca ) ha speso troppo del
suo tempo nell’affermare di essere apolitica e nel differenziarsi dal
’68, come se fosse una grave onta,  invece di rivendicare una
continuità, se non polica almeno morale, con le lotte
anticapitaliste che dal vituperato ’68 francese hanno rivoltato il
mondo per almeno un decennio.
L’Onda, ha inutilmente invocato il Capo dello stato, come se davvero
fosse garante di qualche cosa e non uno dei tanti attori ( o burattini
) delle istituzioni economiche nazionali ed internazionali.
Almeno una cosa quest’Onda divrebbe fare propria dall’esperienza del ’68, dovrebbe
capire e applicare una delle frasi più celebri pronunciate in
quegli anni da Ernesto Che Guevara “Siate sempre capaci di
sentire nel più profondo qualunque ingiustizia commessa contro
chiunque in qualunque parte del mondo”, se così fosse i
giovani che oggi scendono nelle piazze contro la Riforma Gelmini
doveebbero sentire come proprio il dolore che oggi sentono i giovani
greci ed avrebbero sentito il dovere morale di esprimere la
solidarietà dovuta, con il linguaggio che li dovrebbe
accomunare, la rivolta.
Una cosa mi fa sperare ed è il comportamento tenuto
dall’informazione sulla vicenda Greca. Una informazione pilotata che ha
chiaramente paura che la Grecia possa imboleggiare quello che la
Francia simboleggiò con il suo Maggio.
Repubblica Tv corre a dire che il ragazzo ucciso era di “buona
famiglia” e che gli scontri sono creati dalla sinistra estrema
che cavalca la protesta.
Il Tg1 nella notizia sulla morte del giovane greco cita testualemnte
“ UCCISO PER ERRORE” mentre i due poliziotti sono stati
arrastati per omicidio. Come sempre accade la TV di Stato fornisce la
versione della polizia ( tra l’altro smentita pure dal governo ) e non
cita i testimoni oculari che hanno fatto sì che i due poliziotti
fossero arrestati.
Che davvero la Grecia del 2008 sia la Parigi del 1968?
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