Fuga dal CPA di Lampedusa più di mille in corteo CON NEWS E AGGIORNAMENTI

Tutti fuggiti i 1.300 migranti ospiti del Centro di prima accoglienza
di Lampedusa. Hanno forzato i cancelli e aggirato i controlli delle
forze dell’ordine. E si sono diretti in massa verso la piazza del Municipio di Lampedusa gridando "libertà, aiutateci."
Il corteo è scortato dalla polizia che però non è intenzionata ad
intervenire. Insieme a loro si sono uniti in solidarietà gli abitanti
dell’isola che ieri avevano protestato contro la costruzione del Cie
"Centro identificazione ed espulsione" nell’ex base navale Loran della
guardia costiera.

I migranti stanno chiedendo di non rientrare all’inerno del Cpa e di
avere la possibilità di lasciare l’isola per riunirsi alle loro
famiglie che vivono per la maggior parte in Francia, Germania e nord
Italia. Attualmente è sceso in piazza l’ ex sindaco dell’isola Martello
a fare da mediatore "Siamo insieme a voi – dice – vogliamo che vi
trasferiscano negli altri centri italiani, ci batteremo perchè possiate
lasciare Lampedusa, ma ora dovete rientrare nel centro". I migranti,
però, continuano a ribadire che non lasceranno la piazza e che la loro protesta sarà pacifica.
Dentro il centro le condizioni di vita sono indignitose come deninciato
varie volte in questi anni, sovraffollamento e condizioni sanitarie
molto precarie hanno portato allo stremo i migranti detenuti
all’interno, alcuni di loro che stanno attndendo la possibilità di
lasciare l’isola da ormai più di un mese.

Questa protesta dimostra come siano assolutamente inadatte le proposte
di questo governo sull’immigrazione. E dimostra come sia possibile
riuscire a scardinare e mettere in crisi le politiche repressive, che non riescono perchè impossibile contenere lam volontà della migrazione.

 
e ancora…
 
 
 
 

Quella di venerdì è stata una giornata
densa di tutte le contraddizioni accumulate in questi anni intorno alla
frontiera più spettacolarizzata d’Europa.
A Lampedusa,
nelle ultime settimane, si sono registrati i momenti più
infernali di sempre in quello che alcuni ancora si ostinano a chiamare centro di prima accolgienza, anche se mai lì i drammi e le sofferenze hanno avuto tregua.
Circa 2.000 persone sono stipate in una struttura che a mala pena
è in grado di contenerne 850. Le disposizioni del Governo, che
ha deciso lo spostamento in loco della commissione territoriale per la
valutazione delle domande d’asilo, impongono che l’attesa
della risposta avvenga all’interno del Cpa. Così il centro
straripa di disperazione e gli abitanti, per la prima volta con tanta
determinazione, prendono posizione contro questa drammatica situazione:
"non vogliamo che Lampedusa si trasformi in una nuova Alcatraz",
dicono. In questo clima di rifiuto verso quel centro disumano che ha
contagiato ormai di disperazione tutta l’isola, la stessa
senatrice della Lega Nord, Angela Maraventano, divenuta vice-sindaco di
Lampedusa proprio grazie alle sue sparate
anti-immigrati, è uscita di scena, con la revoca della delega
all’immigrazione dopo essersi dichiarata favorevole
all’apertura di un nuovo Cpt.

Il Viminale ha reso operativa la nuova struttura, un
centro di identificazione ed espulsione che ha aperto i battenti in
mattinata.
Ma non è stato per niente facile metterlo in
funzione: nonostante l’isola fosse assediata dalla presenza di
reparti delle forze dell’ordine in assetto anti-sommossa, i
blocchi e le manifestazioni, che hanno visto la partecipazione di oltre
quattromila abitanti, hanno impedito che i pullman carichi di 110
migranti diretti proprio nel nuovo centro arrivassero a destinazione.
All’interno della struttura hanno preso coraggio anche le voci degli stessi detenuti, in decine sono riusciti poi ad uscire dal centro e si sono uniti ai dimostranti che presidiavano l’esterno.
Un gruppo di manifestanti che protestava, all’arrivo del prefetto
Morcone, funzionario del Viminale a guida del Dipartimento
immigrazione, è stato caricato dalle forze dell’ordine:
due ragazze ed un minorenne sono rimasti contusi.

Gli isolani chiedono di non trasformare l’isola
in una enorme prigione, rivendicano la vocazione di Lampedusa al
turismo, rifiutano l’idea di poter ancora ospitare i drammi di
quel lager dicono. Oggi, certo non senza
contraddizioni, l’isola che raccoglie da anni la disperazione, le
sofferenze, le speranze per un futuro migliore di migliaia di migranti
stipandole in un centro di detenzione, ha scoperta cosa significa
indignarsi.

Le preoccupazioni dell’Alto commisariato delle Nazioni Unite per i Rifugiati
L’Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Rifugiati (UNHCR)
ha espresso oggi crescente preoccupazione per la situazione umanitaria
dei quasi 2000 migranti, fra i quali molti richiedenti asilo,
attualmente ospitati nel Centro di primo soccorso ed accoglienza di
Lampedusa in condizioni di estremo sovraffollamento. Il centro di
accoglienza ha una capienza massima di 850 posti e non è in
grado di ospitare un così alto numero di persone. Pertanto,
centinaia di soggiornanti sono costretti a dormire all’addiaccio
sotto teli di plastica come unico riparo. In queste condizioni non
possono essere garantiti adeguati standard di accoglienza. leggi tutto>>

Amnesty International, Save The
Children, Cir, Asgi, Medici Senza Frontiere ed altre associazioni
denunciano il grave ed imminente rischio di violazione dei diritti
fondamentali

Le associazioni ed enti di tutela firmatari
esprimono la propria vivissima preoccupazione in merito ad alcune
scelte del Governo italiano relative alla complessiva gestione degli
arrivi di cittadini stranieri a Lampedusa. Contrariamente a quanto
è avvenuto dal febbraio 2006, risulta infatti che il Ministro
dell’Interno abbia sospeso ogni trasferimento dei cittadini
stranieri dal Centro di primo soccorso e accoglienza (CSPA) di
Lampedusa verso altre strutture situate nel territorio nazionale. Lo
stesso Ministro dell’Interno ha altresì disposto, con
proprio decreto del 14 gennaio 2008, di procedere con immediatezza, in
via d’emergenza, al trasferimento della Commissione territoriale
per il riconoscimento del diritto d’asilo di Trapani (competente
territorialmente) sull’isola, in modo che tutte le domande di
asilo presentate a Lampedusa siano esaminate con sollecitudine dalla
stessa Commissione di Trapani, mantenendo nel frattempo i richiedenti
nel centro di prima accoglienza e soccorso. leggi tutto>>

L’intervento del Prof Fulvio
Vassallo Paleologo, Università di Palermo – Filo spinato a
Lampedusa. Ed i diritti di difesa?

La recente decisione del
ministro Maroni di trasferire a Lampedusa la commissione territoriale
già insediata a Trapani e di trattenere nell’isola
pelagica tutti i migranti che vi arrivano o che sono soccorsi da mezzi
militari italiani nel Canale di Sicilia, crea le condizioni per gravi
violazioni del diritto interno, del diritto comunitario e del diritto
internazionale. La decisione di Maroni rischia di privare i migranti
che ricevono un diniego o coloro che potrebbero impugnare un
provvedimento di allontanamento forzato, di qualsiasi
possibilità di difesa, tenendo conto del fatto che in
quell’isola non esiste nè un ufficio giudiziario,
nè tantomeno una Questura o una Prefettura. leggi tutto>>

Gallerie fotografiche da Repubblica.it:
-  Lampedusa in rivolta contro il nuovo Cpt
-  Lampedusa: il girone dei disperati

Vedi anche:
-  Da oggi in funzione il Centro di espulsione
-  Blocchi stradali, alta tensione
-  Strage di migranti davanti alle coste tunisine e a Lampedusa situazione esplosiva
-  Lampedusa – Anche il sindaco contro il CPT
-  Accordi bilaterali e tutela dei diritti fondamentali dei migranti: il caso Italia-Libia
-  Italia-Egitto: Accordi di riammissione e divieti di espulsione e di respingimento
-  Viminale invia prefetto. Sindaco: sciopero generale a oltranza. Nazioni Unite: situazione insostenibile
-  Lampedusa, girone dei disperati – Le storie dei sopravvissuti al mare

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