Report prima Assemblea verso la MayDay Milano 2010

Prima Assemblea verso la Mayday del Primo
Maggio 2010
30 marzo 2010 – Milano

Un minireport

A.
(Intelligence Precaria):
Quest’anno ci sono stati molti elementi di
novità e di conflitto che potrebbero attraverso la Mayday prendersi uno
spazio di visibilità. Questo anno ha visto la crisi non solo del lavoro
ma anche delle classiche rappresentanze della sinistra in questi
territori. Noi abbiamo lanciato una campagna su un tema secondo noi
comune: un welfare adeguato alle attuali forme del lavoro. Abbiamo
iniziato l’Operazione Welfare proponendo l’istituzione di una Cassa
sociale per il reddito e di una Cassa sociale per i servizi. Queste
proposte servono ad andare oltre la mera denuncia della precarietà, che
ormai fanno tutti. Spingiamo su richiesta di diritti e vertenze sul
territorio, senza dimenticare l’Expo, il tema della sicurezza e la
questione dei migranti. L’idea è sviluppare azioni comunicative anche su
queste proposte. PS: siamo alla decima edizione della Mayday. Può
essere la conclusione di un ciclo ma anche un momento di cambiamento.

B. (Uniti contro la crisi):
Vorremmo proporre un carro che
rappresenti le realtà in lotta di “Uniti contro la crisi”: fabbriche
come la Marcegaglia, La Maflow, la Lares, e call center come quello
Omnia ecc. siamo in difficoltà: le ondate di cassa integrazione, il
collegato lavoro ecc sono usati per ridurre il lavoro “garantito”, anche
se bisogna dire che per la legge italiana oramai siamo tutti precari e
possiamo essere lasciati a casa anche con un contratto a tempo
indeterminato. Noi vorremmo ripartire da una rivendicazione concreta:
non a partire dalla appartenenza ad una organizzazione piuttosto che ad
un altra ma alla appartenenza di classe. Chiediamo reddito non
attraverso una cassa sociale ma colpendo chi da questa crisi ci sta
guadagnando a scapito nostro. Chiediamo quindi la riduzione dell’orario
di lavoro e l’accesso ai servizi. Poi siamo contro le speculazioni
edilizie e finanziarie: si chiudono le fabbriche per fare centri
commerciali.

C. (Intelligence Precaria):
stasera la
difficoltà sta proprio nel focalizzare gli obiettivi. La Mayday è sempre
stato uno spaccato dei conflitti che ci sono sul lavoro nel territorio e
nel sociale, è sempre stata accompagnata da riflessioni e analisi, è
stata conflitto in sé, voglio dire nelle azioni del Countdown ed è anche
un momento fortemente controculturale: grazie alla forma della parata
si sono avvicinate sempre più realtà di espressione musicale creativa.
Questa Mayday vedrà un’enorme partecipazione. Ci piacerebbe che il
percorso di avvicinamento alla Mayday sia il più condiviso possibile,
quindi non vorremmo mettere limiti al numero dei carri, anzi. Chiediamo
che i contenuti siano trasversali ai carri. Oggi cerchiamo di capire chi
vuole partecipare, perché e con quali contenuti e idee, per renderli
presenti con speakeraggi, cartelli, striscioni o come si vuole, in tutte
le parti del corteo. Stasera dobbiamo raccontarci, capire cosa abbiamo
in moto, quali sono le intenzioni e capire come si svilupperanno.

D.
(Spezzone No Oil):
sono due anni che partecipiamo con i carri a
pedali, quest’anno ci ampliaremo con diversi carri, ne aggiungeremo uno
più grande per dare maggiore visibilità al tema che prevede la
autocostruzione e sottolinea il protagonismo di chi partecipa. Questo è
anche un appello ad aggiungersi a questa parte del corteo, a chi volesse
possiamo fornire supporto e formazione. I temi sono l’ecologia, la
riduzione del danno ambientale, il partire dalle proprie passioni per
creare i propri sogni e realizzarli. Ci sarà anche la Critical Mass. I
temi che sono stati espressi li condividiamo si collegano a uno dei
nostri temi che è la decrescita, insieme alla condivisione dei saperi,
la riduzione della dipendenza dai beni materiali. Oltre a recuperare
materiali ed esperienze ci piacerebbe avere uno spazio visibile e
condiviso senza essere soffocati da diecimila watt di potenza davanti e
dietro.

E. (Biko):
noi gli altri anni affittavamo il camion,
la band, il Dj ecc invece quest’anno vogliamo un carro no oil non
inquinante, in cui a suonare sia la gente, con uno strumento
autocostruito in cui suonino tutti (non solo percussioni!!). Vogliamo
essere propositivi e attivi e invitiamo alle azioni anche pre-Mayday!

F.
(Sinistra critica):
ci sembra che quest’anno la Mayday possa avere
un ruolo ancora più importante che negli anni scorsi per confliggere con
i poteri costituiti. Potrebbe funzionare da ponte verso la campagna per
il welfare metropolitano, che deve essere coniugata con la lotta alla
speculazione. Noi con alcune realtà di studenti e migranti vorremo fare
un carro dal tema “Le nostre vite valgono più dei loro profitti”. Ci
rendiamo disponibili a connotare la Mayday contro la violenza di genere.
Giusto che ognuno porti i suoi pezzi ma anche che ci siano temi
condivisi da tutti. Sul Countdown l’assemblea e le azioni di
preparazione dovrebbero essere fatte insieme. La cosa importante è
tenere insieme la festa, la lotta e la rabbia e portarci tanta gente
nella fase che si apre che sarà molto dura per tutti.

G.
(percorso Transgender):
l’anno scorso alla Mayday c’è stata una
violenza sessuale ai danni di una ragazza. Così ci siamo trovati con
molte altre realtà in una riflessione sulla violenza sessuale e sugli
immaginari machisti che la rendono possibile, che ci sono anche nei
luoghi che noi animiamo. Non vogliamo servizi d’ordine, vogliamo una
presa in carico collettiva senza testosterone ma con molta intelligenza,
e attenzione da parte di tutti a quello che succede. Non vogliamo
musica con contenuti sessisti, perché fa parte di un immaginario che va
esattamente nella direzione contraria a quella che vogliamo. Chiediamo a
chi partecipa di rendere visibile la propria adesione con un simbolo e
materiale comunicativo che proporremo. Faremo anche un’inchiesta per
rilevare i punti di vista di chi partecipa alla Mayday su queste
tematiche. Dopo la Mayday questa campagna potrà essere usata in altri
luoghi ed eventi.

H. (IP):
Poi ci sono state critiche dovute
alla presenza dei carri dei sound system. Per noi non ci sono un corteo
militante da una parte e uno rave poco serio dall’altra. Per noi la
componente dei sound è importante, per questo chiediamo impegno a tutti
ma in particolare ai carri più festaioli e controculturali perché sia
chiaro che non ci sono due pezzi separati del corteo ma tematiche
condivise con sensibilità diverse, e che la violenza non ha
cittadinanza.

I. (IP):
aggiungo che il 10 aprile, prima della
assemblea Mayday ci sarà un altro incontro in cui i gruppi di lavoro
della campagna Transgender porteranno le proposte, per chi volesse
parteciapre direttamente quella è la occasione. Due giorni, il 10
appuntamento Transgender e l’11 assemblea nazionale Mayday, questa
divisa in due parti, una di presentazione delle proposte e una parte
tecnico organizzativa per definire il percorso, l’ordine dei carri etc
cose che non possiamo trascurare quando ci sono 100 mila persone in
piazza.

L. (CS Fornace, Rho):
Il 30 aprile Expo sarà
presentato, saranno 5 anni esatti alla partenza di Expo quindi per noi
questa sarà la tematica principale. Quest’anno ci vogliamo concentrare
sulle questioni del welfare e della speculazione. Ci incentriamo sul
concetto di città vetrina, dagli sgomberi dei rom alla repressione dei
migranti, poi ci occuperemo delle realtà produttive in lotta e in crisi
della nostre zone, e della ristrutturazione del lavoro e del territorio
che vanno di pari passo e diventano precarizzazione. Per la questione
Transgender anche noi prepareremo del materiale da dare prima alla
Fornace e poi al corteo. Infine alla Mayday lanceremo il Festival No
Expo di fine maggio, che vorremmo riproporre fino al 2015 non per forza
in spazi sociali non per forza a Rho ma allargando la partecipazione.

M.
(studenti):
Come collettivi universitari e dell’Accademia di Brera
abbiamo creato una rete sul diritto allo studio e sul Processo di
Bologna (quel complesso di interventi legislativi e amministrativi che
impone i cambiamenti dell’università) e stiamo valutando di partecipare
alla Mayday anche quest’anno. Sulle forme ancora non so. Sui contenuti
abbiamo lavorato molto sulla precarietà intesa non solo nei suoi aspetti
lavorativi, perché investe molti aspetti della vita, la mobilità, il
tempo per gli affetti, la formazione e l’accesso alla conoscenza ecc.
Precarietà vuol dire anche attacco all’accesso ai saperi e alla
conoscenza. Infine abbiamo iniziative dentro gli atenei che per noi
danno il ritmo dell’avvicinamento alla giornata del primo maggio: per
noi la Mayday non è un evento ma un processo, ci si avvicina facendo
delle cose anche per scommettere sulle relazioni che si creano nella
università e fuori per proseguire dal due maggio in poi.

N:
Noi
vogliamo fare un carro di musica. Io non sono un precario ma il mio
lavoro lo è; noi verremo a mettere della musica come gli altri anni,
vogliamo adeguarci alle esigenze che stanno emergendo perché le
condividiamo in pieno, nessuno tra noi si comporta in modo machista.

O:
anche
noi veniamo alla Mayday per fare musica elettronica ma il nostro carro
avrà anche un tema. Per ora abbiamo delle idee embrionali. Una si basa
sul discorso della Milano senza posti di aggregazione e piena di gabbie,
in cui secondo chi ci amministra dovremmo stare sempre più rinchiusi in
casa senza occasioni di socialità se non commerciali. Forse faremo una
enorme gabbia con dentro qualcuno vestito da scimmione, per ironizzare
su questa realtà. Un’altra idea è sulla tv commerciale, una della armi
di distruzione di massa più devastanti create negli ultimi anni.
Vorremmo fare un lavoro per recuperare alcune menti anestetizzate in
questi anni, dei cartelli per prendere per il culo le veline… sul
machismo la tv va criticata proprio duramente su questo, su come
commercializza il corpo femminile.

P. (CUB):
A dieci anni di
distanza forse bisogna ripensare la Mayday, era nata come contraltare al
primo maggio bollito dei sindacati confederali, ora dobbiamo dare una
propulsione diversa o diventa “solito” pure questo appuntamento. Le
novità di quest’anno sono molte: i migranti, le fabbriche in lotta e
anche crisi del sindacalismo di base ma soprattutto i padroni che fanno
di tutto per frantumarci. Nelle fabbriche in lotta noi ci siamo stati e
siamo d’accordo che gli operai e i migranti debbano essere al centro di
questa Mayday. I migranti stanno subendo le restrizioni incredibili del
pacchetto sicurezza ma cominciano a percepirsi come lavoratori. Noi
faremo un carro per migranti arabi e uno per migranti latini ovviamente
insieme agli italiani. Due carri in base alla esperienza della festa che
abbiamo fatto in viale Padova, eravamo in una zona a prevalenza latina
ma intorno si erano aggregati molti arabi. Bene è stato incredibile, la
partecipazione ha riempito la piazza non appena abbiamo messo la “loro”
musica!

Q. (Collettivo La Fattoria):
noi lavoriamo con alcuni
immigrati di Varese. Nel nostro carro vorremmo portare interventi di un
immigrato senegalese e poi musica anni 70 e 80 e revival

R. (IP):
faremo
una lista di coordinamento anche per il Countdown e le azioni. Ne
discuteremo l’11 ora e luogo da stabilirsi perché ci aspettiamo duecento
persone alla prossima assemblea.

Fine assemblea

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