ADESIONI NAZIONALI AL CORTEO DEL 2 FEBBRAIO A COSENZA…

per mandare le adesioni

 

liberitutti@inventati.org

 

ADESIONI NAZIONALI
Arci
Associazione Beati i costruttori di pace
Associazione per la Pace
Attac
Confederazione Cobas
Fiom-Cgil
Forum Ambientalista
Giovani Comunisti/e
Global Meeting Network
Partito Comunista dei lavoratori
Partito della Rifondazione Comunista
RDB/CUB
Rete controg8 per la globalizzazione dei diritti
SdL intercategoriale
Sinistra Critica
Un ponte per

ADESIONI REGIONALI – Calabria
Ass. cult. Algo Mas-la bottega del mondo, Lamezia
Assessorato Politiche sociali ed Immigrazione Provincia di Cosenza
Associazione Baobab
Associazione culturale JoggiAvantFolk, Joggi – Cosenza
Associazione La Kasbah
Associazione Yairaiha Onlus
Centro Sociale Autogestito Ex Villaggio del Fanciullo, Cosenza
CGIL, Cosenza
circolo culturale Rua Sao Joao, Lamezia
Circolo del PRC "F. Gullo" di Cosenza coordinamento provinciale dei giovan* comunist* (provincia di cosenza)
Circolo PRC "G. Mazzotta" Cosenza
Cobas Cosenza
Collettivo Macondo, Lamezia Terme
Comitato di lotta per la casa, Cosenza
Cooperativa Khorakhané
Coordinamento Comunista Autonomo, Decollatura CZ
CPOA Rialzo, Cosenza
CSOA Cartella, Reggio Calabria
EquoSud – Autoproduzioni, Reggio Calabria
Forum Ambientalista Calabria
Forum Cosenza United
Forum Fuori Dal Comune
Fronte di resistenza ultras, Cosenza
Laboratorio disabiliberta, Reggio Calabria
Libera associazione di idee per un commercio equo e solidale – Bottega del mondo "KARIBU"
Mad Noises – collettivo espressivista, Cosenza
Mo.C.I. Movimento Cooperazione Internazionale, sede di Cosenza
Movimento ambientalista del Tirreno
Movimento Studentesco Crotone
Partito Comunista dei Lavoratori Calabria
PdCI, Cosenza
Radicazioni – festival delle Culture Popolari, Alessandria del Carretto CS
Radio Ciroma, Cosenza
Rete antirazzista calabrese
Sinistra Critica Calabria
Spazio sociale autogestito "filo rosso" Università della Calabria, Arcavacata di Rende CS
Taranta Terapy, gruppo musicale Cosenza
The Blast, gruppo musicale Cosenza
Totarella – gruppo musica popolare, Terranova del Pollino Pz e Alessandria del Carretto CS

ADESIONI DA ALTRE REGIONI
Action, Roma
Acustimantico, gruppo musicale
Area Antagonista Campana
Ask191, Palermo
Associazione assudd, Monopoli Bari
Associazione GLBT Open Mind, Catania
Associazione Radio Aut, Palermo
C.S.O.A. Terra di nessuno, Genova
Centro ligure di documentazione per la pace, Genova
Centro sociale Depistaggio, Benevento
Cobas, Palermo
Collettivo 20 luglio, Palermo
Collettivo malefimmine, Palermo
Collettivo Sparo, Palermo
Collettivo Universitario Autonomo, Palermo
Comitato antifascista "16 settembre", Catania
Comitato Autorganizzato Senza Casa, Palermo
Comitato di Quartiere "Città Vecchia", Taranto
Comitato Piazza Carlo Giuliani Onlus, Genova
Comunita’ San Benedetto al porto, Genova
CSOA DAMM, Napoli
CSOA ExKarcere, Palermo
CSOA Officina 99, Napoli
Federazione Milano del PRC
Giovani comunisti di Catania
Infoxoa, redazione della rivista di quotidiano movimento, Roma
Laboratorio Occupato SKA, Napoli
Megafono Rosso – per l’unità degli studenti in lotta
Movimento antagonista toscano
N.R.N.P. nessuna repressione nautico presente
Precari dello Spettacolo, Palermo
R.A.P. rete per l’autorganizzazione popolare, Campobasso
Radici nel cemento, gruppo musicale
Rete Campana Salute Ambiente
Rete contro il carovita, Salerno
Spazio autogestito di aggregazione sociale Centro Iqbal Masih Librino, Catania
Tete de bois, gruppo musicale
Unità Popolare Valle Brembana BG

ADESIONI INDIVIDUALI
Agostino Milanese, Cosenza
Alfio Nicotra
Andrea Margiotta ,Torino
Andrea Rivera
Angelo Broccolo, Assessore Comune di Corigliano Calabro CS
Antonello Di Turi, assessore Acquaformosa CS
Antonio Bruno, capogruppo Sinistra Europea PRC Genova
Ascanio Celestini
Ciro Pesacane, presidente Forum Ambientalista
Claudio Calia – autore di fumetti
Cosimo Vicchio, assessore Comunità Montana del Pollino
Daniele Caristia,Cosenza
Daniele Silvestri
Don Andrea Gallo-Genova
Doriana Goracci, Capranica (Vt)
Ettore Davoli, Cobas Inpdap
Eugenio Melandri
Eva Catizone, segretaria regionale del PDM
Francesca Lillia
Francesco Di Giacomo (Banco del mutuo soccorso)
Francesco Martone, senatore
Francesco "baro" Barilli, coordinatore www.reti-invisibili.net
Gianni Fabbris, coordinatore nazionale Altragricoltura
Giovanni Maiolo, Portavoce delle/i Giovani Comuniste/i della Calabria
Giovanni Manoccio Sindaco di Acquaformosa CS
Giuseppe Tavella, N.R.N.P.
Gustavo Boemi, Assessore Comune di Linguaglossa CT
Haidi Giuliani, senatrice
Italo Di Sabato, responsabile ‘Osservatorio sulla repressione’ del Prc/Se
Luca Scornaienchi, Cosenza
Luciano Muhlbauer, consigliere regionale della Lombardia, Prc
Luigi Ferraro, centro diritti CGIL di Cosenza
Marco Bersani, Attac
Marco Bersani, Attac Italia
Marco Ferrando, portavoce nazionale PCL
Maria Fortino, Cosenza
Mauro Bulgarelli, senatore
Mimmo Lavacca, associazione assudd
Nicola Atalmi, direzione nazionale Comunisti Italiani, responsabile movimenti e pace
Nicola Latorre, giornalista free lance Bilbao (Paesi Baschi)
Nora Haydeè Rodriguez, Vicenza
Norma Bertullacelli, Genova
Paolo Napoli, Alessandria del Carretto CS
Peppe Voltarelli (EX Parto delle nuvole pesanti)
Salvatore Cannavò, deputato
Sandro Morelli, direttore di «Quale Stato» – Rivista trimestrale della Funzione pubblica Cgil
Sangermano Gianfranco, Cosenza
Sergio Crocco, Cosenza
Silvio Messinetti, avvocato
Tano Malannino, presidente nazionale Altragricoltura
Tommaso Fattori
Ulderico Pesce
Vincenzo Miliucci, Roma
Vincenzo Provvido, N.R.N.P.
Vittorio Agnoletto, europarlamentare

 

AGGIORNATO AL 15 GENNAIO..

 http://www.cosenza2febbraio.org

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Torino – Una notte di ordinaria repressione

Torino – Una notte di ordinaria repressione

Mar, 15/01/2008 – 22:27

Ore
19.00, tre amici, compagni e fratelli, Maia, Luca e Ale fermano uno
sbirro, all’altezza di via tarino angolo santa giulia, che insegue un
ragazzo. Il poliziotto è agitato e corre dietro al malcapitato
con la pistola in mano, pronto a sparare.
E’ l’ora dell’aperitivo e la gente è nei bar a bere e mangiare
qualcosa, altri sono fuori, possibili bersagli per un pulotto dalla
smania di sparare.
Subito accorrono più volanti, bloccando la zona, che arrestano i
malcapitati. L’accusa ancora non ci è dato saperlo, ma il
poliziotto si fa ricoverare raccontando in giro di come ha subito
lesioni.

ore 20.00, una cinquantina di solidali blocca corso regina
all’altezza di via tarino, chiedendo la liberazione dei tre e
informando la gente che si ferma di quello che è successo e
perchè la strada è bloccata.

ore 20.30, l’Asilo squat chiude e invita la gente accorsa per la cena benefit detenuti a raggiungere i solidali.

ore 21.00, il presidio si ingrossa, corso regina viene bloccato
dalla polizia che non fa più passare le macchine in direzione
piazza della repubblica. Millantando di come Ale e Luca siano stati
liberati e di come Maia sarà liberata a momenti. Maia viene
trasferita da Via Verdi in Via Grattoni.

ore 22.00, i solidali si muovono verso corso San Maurizio, la
polizia inizia a caricare per disperderli inseguendoli fino a Via Po’.
La manovra riesce a far catturare Mattia e Daniela e forse un terzo
(ancora non abbiamo informazioni in merito), portandoli in via Grattoni.

ore 23.00 Rompere il silenzio è necessario!

Un solidale con chi questa repressiona non la vuole

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SOLIDARIETA’ BRIGATE ROSSE A FIRENZE..

Uno striscione rosso sul lungarno con scritte di solidarietà agli imputati del processo
sui disordini avvenuti nel ’99 contro l’intervento della Nato nei Balcani

Firenze, manifesto e stella a 5 punte
di fronte a consolato americano

FIRENZE
– Uno striscione rosso con disegnata la stella a cinque punte è stato
trovato in tarda serata sul lungarno a Firenze, affisso sul lato del
fiume opposto a quello dove si trova il consolato americano. Sopra lo
striscione una scritta di solidarietà agli imputati di un processo
sugli incidenti avvenuti il 13 maggio 1999 in occasione della
manifestazione organizzata, davanti allo stesso consolato, contro
l’intervento della Nato nei Balcani.

Lo striscione, trovato dalla polizia, recitava: "Guerra e tribunali non
fermeranno le nostre lotte. Solidarietà agli imputati del 13.5.99".
Stamani, a Firenze si è svolta una delle udienze del processo, che
dovrebbe terminare il 28 gennaio. Gli imputati sono 15 e sono accusati,
a vario titolo, di lesioni, violenza e minaccia a pubblico ufficiale e
resistenza.

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La Sapienza: occupato il Rettorato. Annullata la visita del Papa!!!

"Opportuno soprassedere
all’evento a seguito delle note vicende", con una nota la sala
stampa vaticana ha annunciato nel pomeriggio che la visita di Papa
Benedetto XVI è annullata.
"Una grande vittoria" commentano
gli studenti che questa mattina hanno occupato l’aula del Senato
accademico nel palazzo del Rettorato della Sapienza ed ottenuto, grazie
a questa iniziativa, l’agibilità all’interno
dell’Università per manifestare il proprio dissenso
giovedì mattina in occasione della visita del Papa.
Intorno
alle ore 12.00 un centinaio di studenti della Rete per
l’autoformazione hanno occupato il Rettorato per denunciare il
clima di militarizzazione che si vive in questi giorni a La Sapienza e
per garanzie e risposte chiare sulla possibilità di poter
manifestare liberamente.

La corrispondenza dall’occupazione con Stefano, Rete per l’autoformazione.
-  [ audio ]
-  Occupato il rettorato! La Sapienza ostaggio del Papa?! Liberiamola comunicati

Vedi anche:
La Minerva e l’InquisitoreAlla Sapienza occupato il Rettorato contro la militarizzazione dell’ateneo per la visita del Papa

Roma,
15 gennaio 2008 – Questa mattina intorno a mezzogiorno un gruppo di
studenti ha occupato il rettorato dell’Università La sapienza di
Roma per chiedere "il diritto di manifestare" in occasione della
presenza del Papa giovedì prossimo, all’inaugurazione dell’anno
accademico. Una cinquantina di aderenti alla "Rete di autoformazione"
è entrata nell’aula del Senato accademico per portarvi una
protesta sentita collettivamento dal corpo studentesco e docente.

>>> Guarda il video dell’occupazione su Repubblica TV


Con questa iniziativa gli studenti della Rete per
l’autoformazione denunciano il clima di militarizzazione che si
vive in questi giorni a La Sapienza e vogliono garanzie e risposte
chiare sulla possibilità di poter manifestare liberamente il
proprio dissenso giovedì mattina in occasione della visita del
Papa.
Dall’incontro con il Rettore, gli studenti hanno ottenuto uno
spazio per manifestare contro la visita di Benedetto XVI. La
manifestazione potrà iniziare alle 9 del mattino e lo spazio
è quello tra piazzale della Minerva e la facoltà di
Lettere.

LE DIRETTE da ROMA (a cura di Radio Blackout)


>> Vanessa racconta e commenta l’occupazione (Rete per l’AutoFormazione)


>> Facciamo Breccia presenta le altre iniziative

LE MOBILITAZIONI DEI PROSSIM GIORNI: "vs LA SAPIENZA OSTAGGIO DEL PAPA"

__________________________________________________________________


>> Il comunicato della Rete per l’AutoFormazione:
"Occupato il rettorato! La Sapienza ostaggio del Papa?! Liberiamola"


"Papa alla Sapienza, il no degli scienziati" (Corriere del 14 gennaio)

__________________________________________________________________

RIASSUNTO DELLA GIORNATA:



14:55 Sciolta l’occupazione del Rettorato

Gli studenti hanno abbandonato l’occupazione del Rettorato

14:48 Concesso agli studenti spazio per la manifestazione

Dall’incontro
con il Rettore, gli studenti hanno ottenuto uno spazio per manifestare
contro la visita di Benedetto XVI. La manifestazione potrà
iniziare alle 9 del mattino e lo spazio è quello tra piazzale
della Minerva e la facoltà di Lettere

14:13 Veltroni: "L’intolleranza è un limite che non va varcato"

"Tra
la critica e l’intolleranza c’è un confine che non si può
varcare, e il Pd è perchè non sia varcato". Così
Walter Veltroni, segretario del Pd e sindaco di Roma, ha commentato la
richiesta di alcuni docenti della Sapienza di non far parlare il Papa
dopodomani all’Università

14:08 Incontro studenti-Rettore

Alla
fine una soluzione di compromesso è stata trovata. Gli studenti
della Rete Autoformazione che occupavano l’aula del Senato accademico
dell’Università La Sapienza hanno ottenuto un incontro con il
rettore e hanno accettato la richiesta dello stesso rettore che voleva
la liberazione dell’aula. Gli studenti hanno lasciato l’aula del Senato
accademico e si sono schierati nel corridoio del rettorato, mentre una
delegazione andava all’incontro con il rettore Renato Guarini

13:31 L’Osservatore romano: "Visita confermata"

Il
direttore dell’Osservatore romano Giovanni Maria Vian giudica una "voce
davvero curiosa" quella raccolta dal Tg2 che annuncia l’annullamento
della visita del Pontefice. Confermato quindi quanto detto dalla Santa
Sede qualche ora fa: Papa Ratzinger giovedì sarà alla
Sapienza

13:14 TG2: "Secondo voci, la visita è stata annullata"

Secondo
una voce raccolta dal TG2 nella Sala stampa vaticana, sembra che il
Papa abbia deciso di annullare la visita alla Sapienza

13:08 L’agenzia di stampa della Cei: "Contestazioni mosse da vuoto"

La
Sir, l’agenzia di stampa della Cei, scrive: "Ottima" l’idea di invitare
il Papa alla Sapienza, "perchè l’università è il
luogo della libertà, della ricerca, del confronto…". Ma
"preoccupano le contestazioni" per il "senso di vuoto che questo
rifiuto grida alla comunità universitaria"

12:59 Il Rettore disponibile ad incontrare i manifestanti

Il
rettore de La Sapienza Renato Guarini ha manifestato la propria
disponibilità a incontrare una delegazione degli studenti della
Rete per l’Autoformazione a condizione che gli studenti garantiscano la
liberazione delle aule del Senato accademico.

12:44 Giovedì Rettorato presidiato dalla polizia

Giovedì,
gli studenti vorrebbero radunarsi sotto la stauta della Minerva,
simbolo dell’università, ma il rettore non ha concesso
l’autorizzazione per il sit-in nelle ore in cui il Papa si
troverà nell’Aula Magna e il piazzale antistante il Rettorato
sarà presidiato da poliziotti in tenuta antisommossa

12:34 Striscioni contro Ratizinger

Viali
e facoltà costellati di striscioni "no Papa", in difesa della
laicità del sapere, porchetta antipapista da distribuire a
prezzi modici e proiezioni del film Galileo di Liliana Cavani

12:17 Occupato il Rettorato

Un
centinaio di studenti della Rete Autoformazione in cui confluiscono i
collettivi delle facoltà, hanno occupato l’aula del Senato
accademico nel palazzo del Rettorato della Sapienza. "Non ce ne andremo
– hanno detto gli studenti- se non avremo garanzie di poter manifestare
giovedì all’interno dell’università". I manifestanti
chiedono un incontro con il Rettore.

Sito Internet: www.uniriot.org

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AGGIORNAMENTI SU NAPOLI E SULLA LOTTA AI RIFIUTI..

Rifiuti, a Napoli è ancora emergenza
in città 7.000 tonnellate non raccolte

Il sindaco Iervolino: "Non sono io a dovermi dimettere, si cerca un capro espiatorio"
Smaltimento, accordo raggiunto con le Marche. Anche la Lombardia dà la propria disponibilità

<B>Rifiuti, a Napoli è ancora emergenza<br>in città 7.000 tonnellate non raccolte</B>

A Napoli ci sono ancora 7.000 tonnellate di rifiuti non raccolti

NAPOLI – Si sperava in un miglioramento grazie alle misure adottate
dal governo, ma invece l’emergenza rifiuti in Campania cresce di ora in
ora, insieme alle proteste dei cittadini. Sono oltre 7000 le tonnellate
di spazzatura non raccolte solo a Napoli. La situazione di maggiore
disagio si registra nei quartieri periferici, ma anche in altri
quartieri, come quelli collinari e la zona ospedaliera.

Al momento i tecnici dell’Asia, l’azienda napoletana di igiene
ambientale, stanno lavorando per cercare di rimuovere i cumuli di
spazzatura nei quartieri del centro storico, dove i rifiuti potrebbero
rappresentare anche un problema di viabilità, e di assicurare
almeno la pulizia dei mercati rionali.

E i cittadini hanno ripreso le proteste. I cittadini che protestano per
la permanenza dei rifiuti hanno messo in atto due blocchi stradali. Il
primo è ad Agnano: il traffico è bloccato in via
Scarfoglio e nei pressi dello svincolo della tangenziale. Un altro
blocco è in via Beccarelli, nei pressi del corso Malta. Sul
posto sono giunte alcune pattuglie della polizia. Proteste si stanno
registrando anche in provincia, ad Arzano e Quarto.

Le scuole rimangono ancora chiuse. Sono circa centomila gli studenti
della provincia di Napoli che anceh oggi non frequenteranno le lezioni
a causa delle scuole chiuse provocate dall’emergenza rifiuti. Le
attività scolastiche, infatti, sono sospese in una sessantina di
istituti sparsi in più comuni tra cui Torre Annunziata, San
Giorgio a Cremano, Boscoreale, Quarto, Sant’Anastasia e Casalnuovo.

Ma anche a fronte del permanere della situazione di degrado, non
è il sindaco di Napoli che si deve dimettere, assicura Rosa
Russo Iervolino: "Non mi
passa neanche per la
testa. Perché in una città commissariata da 14 anni, dove
il Comune ha il compito di compattare, di raccogliere l’immondizia, e
anche per sversarla deve avere il benestare del commissariato del
governo, non è certo il sindaco che si deve dimettere. Nè
devono farlo il presidente della Provincia o il presidente della
Regione. Credo che ci sia la volontà di trovare un capro
espiatorio".

<A
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Non protestano solo i cittadini napoletani, ma anche quelli delle zone
che dovrebbero accogliere i rifiuti della Campania per smaltirli. In
tremila oggi sono arrivati dal Molise a Benevento per unirsi alle
proteste dei Comuni del Sannio contro l’individuazione del sito di
Colle Alto di Morcone (Benevento), al confine con il Molise, per lo
stoccaggio di ecoballe. Stamani un corteo di 20 pullman, trattori e
camion che, secondo gli organizzatori, ha raggiunto i 12 chilometri,
è partito da Sepino (Campobasso) per raggiungere Benevento dove
intorno alle 10.30 è cominciata una manifestazione. La
città è praticamente paralizzata dal corteo.

Si stanno intanto avviando faticosamente le operazioni di smaltimento
dei rifiuti campani. Saranno smaltiti in tutte e quattro le province
delle Marche i tremila metri cubi (al massimo) di rifiuti campani che
la Regione e le Province si sono impegnati ad accogliere. E anche il
governatore della Lombardia Roberto Formigoni si è detto
disponibile ad accogliere una parte dei rifiuti campani, purché
si tratti di un intervento temporaneo e con precise garanzie da parte
del governo.

Mentre per il momento in Sardegna sembrano essersi fermate le proteste
e gli attacchi personali contro il governatore Renato Soru. Restano per
il momento ancora segreti i nomi dei due giovani incensurati, ma con
legami con le frange più estreme e violente dei supporter del
Cagliari, arrestati sabato sera con l’accusa di essere pronti a
compiere un attentato incendiario contro la residenza del presidente
della Regione Autonoma della Sardegna.

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Sciopero nazionale dei metalmeccanici con blocchi e cortei

ROMA – Sciopero di otto ore e cortei nelle principali
città italiane a sostegno della vertenza per il rinnovo del
contratto dei metalmeccanici, scaduto da oltre sei mesi. Le adesioni,
secondo i dati raccolti da Fiom, Fim e Uilm, sono andate oltre l’80%,
con picchi anche superiori in diverse aziende (alla Thyssen Krupp
Acciai speciali Terni c’è stata un’adesione totale, del 100%).
"Dai primi dati, confermati peraltro dalla massiccia presenza alle
manifestazioni in tutta Italia, ci risulta che le adesioni siano
massicce, oltre l’80%", dice il segretazio nazionale della Uilm Luca
Colonna. Ma per Federmeccanica le adesioni si sono invece fermate ad
una media del 30%: "I dati in nostro possesso si riferiscono ad un
campione che coinvolge circa il 60% delle aziende per un totale di
oltre 500.000 lavoratori", spiega l’associazione imprenditoriale in un
comunicato. Alle manifestazioni non hanno partecipato i segretari
nazionali, che dalle 18 (l’orario fissato inizialmente era le 14.30, ma
è stato posposto) sono in Confindustria per la ripresa delle
trattative, che sindacati e industriali sperano comunque di poter
chiudere entro il 15 gennaio, data della riunione della giunta di
Federmeccanica. A Torino c’erano in piazza 8.000 persone, a Bologna 5.000, a Milano 2.000, a Palermo 1.300.

Ad Arese è stato effettuato un blocco dell’autostrada. Ad Ancona
le tute blu della Fincantieri, e dei cantieri Isa e Crn hanno impedito
il transito delle auto all’altezza di piazza Rosselli e via Marconi,
con notevoli disagi per il traffico in entrata e uscita a Nord del
capoluogo, e in direzione del centro. "Occupazione" simbolica anche
della tangenziale di Bologna. Bloccata fino alle 11.30 la stazione di Genova Brignole. Rallentamenti dovuti ai cortei si sono registrati inoltre a Mestre e sulle tangenziali di Milano.

<A
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BORDER=0 WIDTH=180 HEIGHT=150 ALT="Click Here"></A>

A Torino 8.000 in corteo. A Torino
sono scesi in piazza 8.000 lavoratori, ha detto il segretario generale
della Fiom Piemonte Giorgio Airaudo. In testa al corteo c’erano gli
operai della Thyssenkrupp, con uno striscione rosso listato a lutto, e
quelli della Bertone, la fabbrica per la quale si profila la procedura
di fallimento, e i cui dipendenti sono da mesi in cassa integrazione.
Il corteo è partito intorno alle 10.30 da Porta Susa. "Il tavolo
è fermo per le divisioni all’interno di Federmeccanica –
denuncia Airaudo – Ma nessuno pensi di risolvere la questione del
contratto con delle mance, come quella di 30 euro che ci ha offerto la
Fiat. Il sindacato è in grado di riprendersi il contratto, e lo
stiamo dimostrando anche oggi: se la trattativa non andrà in
porto, si andrà allo sciopero generale".

Bologna, bloccata la tangenziale. A Bologna
le circa 5.000 tute blu in corteo hanno invaso pacificamente la
tangenziale, tra l’uscita di via Stalingrado e quella che, sboccando su
via Michelino, porta in Fiera. Salutati dai clacson dei tir che
passavano nella vicina autostrada, i metalmeccanici si sono diretti
verso la destinazione finale del corteo, la sede di Unindustria in via
Serlio. Il lungo serpentone, punteggiato da pettorine e bandiere rosse,
era aperto da uno striscione di Fim, Fiom e Uil che invoca il contratto
ed era seguito dalle delegazioni delle principali aziende bolognesi:
Magneti Marelli, Ducati Motor e Ducati Energia, Lamborghini, Gd,
Bonfiglioli, Arcotronics, Minarelli, Ravaglioli e molte altre ancora.
Sull’autostrada sono stati chiusi, sia in entrata che in uscita, i
caselli di Reggio Emilia e Modena Nord.

Milano: blocco ad Arese. A Milano
la manifestazione dei metalmeccanici ha avuto inizio alle 9.30 con un
presidio davanti allo stabilimento dell’Alfa Romeo di Arese: "L’abbiamo
scelto perché rappresenta la Fiat, – spiega Serena Bontempelli,
segretaria generale della Uilm Milano – che con i suoi 30 euro di
aumento ha sparigliato le regole del gioco, e anche per gli operai in
cassa integrazione. Stamattina c’erano 2000 persone (successivamente si
è arrivati a 4.000, ndr). Alcuni poi si sono spostati
sull’autostrada, dove è in atto un blocco pacifico. La polizia
sta bloccando le auto ai caselli". Complessivamente, ai cortei e
manifestazioni delle città lombarde, comunicano i sindacati,
hanno partecipato 40.000 persone.

A Genova bloccata stazione Brignole. Circa 500 operai metalmeccanici hanno bloccato la stazione ferroviaria di Genova
Brignole nel corso della manifestazione di stamane. Dopo avere fatto un
presidio davanti alla sede di Confindustria, nelle adiacenze dello
scalo ferroviario, i metalmeccanici, in sciopero per tutta la mattina,
hanno dato vita ad un corteo che ha bloccato il traffico e sono poi
entrati nella stazione. Il blocco è terminato alle 11.30.

A Palermo in 1.300. A Palermo,
dove sono stati effettuati un presidio davanti alla Fincantieri e un
corteo che è arrivato fino alla sede cittadina di Confindustria,
via XX Settembre, hanno partecipato alla manifestazione di protesta,
secondo il segretario provinciale della Uilm Vincenzo Comella, 1.300
lavoratori. "Siamo stati ricevuti dal delegato di Confindustria a
Palermo per le relazioni sindacali Giacomo Riina – dice Comella – e gli
abbiamo espresso la nostra solidarietà per la battaglia avviata
da Confindustria e Federmeccanica contro il pizzo".

La piattaforma.
Fim, Fiom e Uilm chiedono aumenti lordi mensili pari a 117 euro,
più altri 30 per la contrattazione di secondo livello. Le
imprese offrono invece 100 euro complessivi, un terzo dei quali legati
alla produttività. Ieri è stata raggiunta una prima
intesa su alcuni capitoli del contratto: ambiente e sicurezza,
reperibilità e diritti sindacali. Con ogni probabilità,
oggi sarà la volta della parificazione tra operai e impiegati
prima di entrare nel vivo del negoziato.

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VERSO IL 2 FEBBRAIO..MANIFESTAZIONE NAZIONALE A COSENZA

http://www.csoacartella.org/images/stories/volantini/locandina120108.jpg

 

 Il processo al
"Sud Ribelle", la farsa che vede coinvolti 13 attivisti di movimento accusati
di aver tentato di "sovvertire violentemente l’ordinamento economico
costituito", sta per volgere al termine.

Questo processo
appartiene al grande filone di provvedimenti giudiziari che, a partire dai
fatti di Napoli e Genova nel 2001, mirano a colpire in maniera repressiva le
diverse anime dei movimenti e puntano a ridimensionare smisurati soprusi e
gravi responsabilità: i pestaggi nella scuola Diaz, le sevizie nelle caserme
Raniero e Bolzaneto, le cariche brutali e l’uso di armi da fuoco fino
all’assassinio di Carlo Giuliani
.

In un’Italia
sempre più allo sbando, in cui le contraddizioni del neoliberismo si acuiscono
ogni giorno di più, provocando forme di ribellismo e di straordinarie mobilitazioni
contro la precarizzazione e la mercificazione della vita, per la difesa dei
territori, dei beni comuni, della salute, della dignità di tutte e tutti, la
risposta del potere è sempre la stessa: reprimere chi osa alzare la testa!

Dopo
gli oltre cento anni di carcere inflitti dal Tribunale di Genova ad altri 24
attivisti, la sentenza cosentina, attesa per fine gennaio, potrebbe
incrementare il fardello delle pene per chi, oggi, continua a lottare per il
riconoscimento dei diritti dei più deboli, degli emarginati, dei lavoratori.

Anche se dietro
il banco degli imputati siederanno soltanto 13 compagne/i, questo processo,
ancora una volta, riguarda tutte/i perché sotto accusa è la libertà di
opinione, il diritto a ribellarsi alle prevaricazioni, alla corruzione, alle
mafie, alla violenza, il nostro sacrosanto diritto a contare e non essere solo
numeri.

Per questo
dobbiamo nuovamente scendere in piazza a Cosenza il 2 febbraio per una grande
manifestazione, contro la repressione, per le libertà, per la giustizia
sociale.


In vista di
questa manifestazione, sabato 12 gennaio alle ore 18.00, incontro pubblico
presso il c.s.o.a. "Cartella".

Oltre gli
imputati Francesco Cirillo e Claudio Dionesalvi, interverranno attivisti del
Coordinamento Liberi Tutti e di Supporto Legale. Durante l’iniziativa sarà
proiettato il video "La nuova inquisizione", documentario sull’inchiesta al
"Sud Ribelle".


Saranno anche
raccolte le adesioni per il pullman!!

 

 

APPELLO ALLA MANIFESTAZIONE E ADESIONI:

  Erano passati pochi giorni dalla manifestazione di un milione di
persone contro la guerra in Iraq che aveva concluso il Forum Sociale
Europeo di Firenze, una delle più importanti esperienze di
partecipazione democratica realizzate nel nostro paese.
La notte del 15 novembre 2002 venti persone che erano state fra gli
organizzatori di quel Forum furono arrestate dai reparti speciali dei
ROS e dei GOM. Ad altri cinque furono notificati gli arresti
domiciliari. Quarantatre persone finirono indagate nel filone di
inchiesta. Le irruzioni di uomini armati fino ai denti e con il volto
coperto terrorizzarono molte famiglie a Cosenza, Napoli e Taranto.
Tredici persone furono rinviate a giudizio, accusate di aver voluto
"sovvertire violentemente l’ordine economico costituito nello stato"
per essere stati fra gli animatori delle grandi manifestazioni di
popolo in occasione del vertice OCSE di Napoli e del G8 di Genova nel
2001.
Quel processo, iniziato il 2 dicembre 2004 presso la Corte di Assise
di Cosenza, è alle sue battute finali. La requisitoria del Pubblico
Ministero è prevista per il 23 gennaio, e poco dopo sarà emessa la
sentenza.
Solo un mese fa il Tribunale di Genova ha comminato più di un secolo
di carcere a ventiquattro manifestanti. Sono stati inflitti fino a 11
anni di carcere utilizzando reati da codice di guerra come l’accusa di
"devastazione e saccheggio".
Al contrario, nessuno ha pagato per le inaudite violenze compiute
dalle forze dell’ordine sui manifestanti a Genova, giudicate da
Amnesty International la più grave violazione dei diritti umani in
Europa dal dopoguerra.
Nessuno dei dirigenti responsabili ha dovuto rendere conto degli
errori ed orrori commessi: al contrario, sono stati tutti promossi. I
processi per la macelleria della Diaz e le torture a Bolzaneto si
avviano alla prescrizione per decorrenza dei termini. L’omicidio di
Carlo Giuliani è stato archiviato senza un processo. Il Parlamento ha
respinto la richiesta di istituzione di una Commissione di Inchiesta.
Al contrario, gli imputati di Cosenza rischiano pene severissime.
Ancora una volta c’è bisogno di difendere la dignità calpestata del
nostro paese e le garanzie democratiche -nel sessantesimo della
Costituzione. Una volta ancora bisogna pretendere verità e giustizia
sui fatti di Genova, e difendere il diritto a costruire un "un altro
mondo possibile".
Il nostro paese è pieno di lotte, vertenze nazionali e locali,
resistenze e proposte per i diritti umani, sociali, civili, politici,
ambientali, per la difesa dei beni comuni, contro la guerra e il
riarmo. L’attivismo civile e la mobilitazione sociale dovrebbero
essere considerati una risorsa di questo paese.
Al contrario, questi conflitti finiscono sotto processo e tante
persone rischiano di vedersi rovinata la vita per il loro impegno
sociale. Crediamo sia necessario allargare la riflessione, la
solidarietà e l’iniziativa unitaria di fronte ai segnali di una
deriva securitaria e repressiva contro ogni forma di diversità e di
dissenso.
Agli imputati di Cosenza viene contestato di essere protagonisti
attivi del movimento altermondialista e delle lotte per il
cambiamento, attività che viene quindi considerata sovversiva e
cospirativa.
Questo processo riguarda perciò fino in fondo tutti coloro che
credono doveroso impegnarsi per una società e un pianeta più giusti
e che vogliono per tutti e per tutte il diritto ad agire, ad opporsi,
a praticare e vivere alternative. E’ tempo di tornare a Cosenza da
ogni parte d’Italia, come facemmo il 23 novembre del 2002 protestando
insieme a tutta la città.
Costruiamo insieme una nuova grande manifestazione a Cosenza sabato 2
febbraio
per liberare chi è sotto processo da accuse inaccettabili.
DIFENDIAMO IL DIRITTO A VOLER CAMBIARE IL MONDO
Le adesioni collettive e individuali vanno inviate a:

liberitutti@inventati.org [1]
WWW.COSENZA2FEBBRAIO.ORG [2] __

Links:
——
[1] mailto:liberitutti@inventati.org

http://www.cosenza2febbraio.org/

 

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A proposito del Dal Molin…

A PROPOSITO DELLA MOBILITAZIONE CONTRO LA BASE DI VICENZA…
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Per un nuovo anno di lotta ai progetti di morte e alle
illusioni pacifinte.

La mobilitazione contro il Dal Molin a Vicenza continua a
rappresentare uno dei terreni di lotta popolare attualmente
più importanti in Italia, perché, oggettivamente,
rappresenta una spina nel fianco ai piani
dell’imperialismo, in particolare quello statunitense. Ma
ciò che manca è una direzione che voglia vincere
realmente, convogliando le grandi energie sprigionate dal
movimento in una prassi politica libera dai legacci
istituzionali dei vari partiti di turno che “stanno con i
movimenti” solo per meri scopi elettorali, per spegnere il
fuoco delle rivendicazioni, per assicurare ai padroni che
è tutto sotto controllo, insomma. E il risultato, così,
non potrà che essere una sconfitta.

Dopo le prime porte sbattute in faccia dai vari politici,
sembrava che il movimento No Dal Molin cominciasse a dare
segnali di voler gestire la lotta autonomamente dal potere
politico istituzionale: il divieto di sventolare bandiere di
partito all’enorme manifestazione del 17 febbraio scorso,
la mancata adesione al corteo promosso dai sinistri del 20
ottobre a Roma, la denuncia del voltafaccia della
“sinistra radicale” sulla questione della moratoria sui
lavori della base (questione in realtà spinosa, perché
sospendere i lavori può avere come effetto spegnere la
lotta…) mostravano il segno della legittima sfiducia nella
politica di palazzo.
Ma il più importante passo in avanti nella crescita della
coscienza di lotta libera da illusioni e promesse sono stati
i recenti blocchi davanti all’aeroporto Dal Molin, che si
sono dimostrati l’unica via concreta per fermare i lavori
di costruzione.
Forse qualcuno ha preso paura della determinazione mostrata
in quei giorni… allora bisognava dare un altro carico di
promesse e illusioni per smorzare la tensione alla lotta:
ecco i saluti a Roma durante il congresso della “sinistra
arcobaleno”, gli applausi ai manifestanti, la
disponibilità al dialogo e al confronto. La stessa
“sinistra” che, insieme al resto del governo, ha votato
la nuova Finanziaria di guerra e il rifinanziamento delle
missioni militari italiane all’estero, ha votato tutti i
progetti sulle nocività, dalla TAV al Mose, dagli
inceneritori ai nuovi cacciabombardieri F35, rifinanziato i
Cpt e approvato quell’insieme di leggi repressive e
razziste detto pacchetto sicurezza. La partecipazione di
partiti come il PRC al corteo del 15 dicembre a Vicenza, è
stato uno dei risultati politici della partecipazione a Roma
alla kermesse della “cosa rossa”: la legittimazione
della presenza degli ipocriti sinistri al governo nel
corteo, che sfilavano chiedendo a se stessi, seduti in
parlamento, di fermare la costruzione della base.
Chiaramente a discapito dell’autonomia del movimento e
della chiarezza sul nemico da combattere.
Ma per fortuna, nel corteo, non tutti hanno dimenticato
Bertinotti, con la mano sul cuore, salutare il 2 giugno la
sfilata dei criminali massacratori della 173esima brigata
aviotrasportata, né le nefandezze compiute da questo
governo con l’appoggio di Rifondazione. Allora, centinaia
di compagni hanno dato l’unica coerente e decisa risposta
che tali soggetti, nemici della lotta contro le basi e la
guerra, meritano: l’espulsione dal corteo.
Ma, in generale, la manifestazione del 15 ha rappresentato
un passo indietro rispetto al percorso intrapreso: la
direzione del movimento ha convogliato decine di migliaia di
persone, tra cui realtà organizzate e comitati provenienti
dall’estero per farle passeggiare in centro città! Con
quale obiettivo? Essere in tanti per convincere Prodi a
cambiare idea? No, perché tutti i più importanti vertici
istituzionali hanno più volte ripetuto che nessuna
manifestazione fermerà la costruzione della base. E
allora? Poter contare politicamente quando qualcuno si
candiderà alle elezioni o farà da sponda a qualche
“nuovo” partito istituzionale? Essere riconosciuti come
adeguati interlocutori in grado di controllare i movimenti?
Quello che è certo è che il 15 dicembre si è voluto
impedire che la lotta proseguisse nella direzione indicata
dai blocchi dei vicentini e, quindi, si entrasse
nell’aeroporto Dal Molin per occuparlo, come giustamente
proposto da alcuni compagni. Il divieto di deviare si è
concretizzato con minacce di spaccare la testa a chi ci
avesse tentato, e applicando la solita tattica del dividere
il movimento in buoni e cattivi, in pacifisti ed estremisti.
La posizione sfavorevole nel corteo, i limiti organizzativi
e l’ancora forte influenza dei pacifinti e dei loro
dis-obbedienti settori di movimento, pronti a tutto pur di
mantenere il proprio controllo politico non sono, tuttavia,
la principale causa del non essere riusciti a dare corpo
all’iniziativa.
Il tentativo fallito ci mostra evidentemente che la sinistra
coerente e genuina è ancora debole nel movimento contro la
guerra e che c’è ancora molto lavoro da fare e con
maggiore intensità, per levare terreno al riformismo.
Un’azione di questo tipo deve avere l’appoggio diretto
dei vicentini, cosa che nella pratica non c’è stata,
anche se ha raccolto molti loro consensi e simpatie.
Il 15 dicembre a Vicenza è stato comunque dato un segnale
di lotta, ed è da valorizzare che alla manifestazione si
è contraddistinto uno spezzone non solo a livello pratico,
ma anche nei contenuti, unendo la contrarietà alla base
Usa alla contrarietà alle guerre imperialiste,
solidarizzando con le resistenze dei popoli oppressi,
ricordando gli operai morti sul lavoro e denunciando quanti
compagni/e pagano con la galera la loro militanza politica.
E’ da qui che si dovrà ripartire.

Compagni e compagne del Centro Popolare Occupato Gramigna e
del C. Doc. Comandante Giacca
http://www.cpogramigna.org
info@cpogramigna.org

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ANCORA PROTESTE CONTRO MEGADISCARICHE E RIFIUTI: SCONTRI A CAGLIARI

Da Pianura a Acerra: le riflessioni il giorno dopo la prima "vittoria". La protesta si sposta in Sardegna: scontri a Cagliari

Napoli (e dintorni) | 10 gennaio 2008
Il giorno dopo quella che può essre giudicata una prima
"vittoria", almeno parziale, con il mezzo-retrofront del governo e il
successo del corteo metropolitano i città, è tempo di
bilanci e riflessioni per il popolo di Pianura… ma anche per gli
altri comuni campani già individuati dal governo come siti di
stoccaggio e futura combustione del veleno-monnezza.

Bilanci
perchè se è vero che un punto è stato segnato a
favore, è altrettanto evidente che il governo non
retrocederà completamente da Pianura, mentre altri siti verranno
investiti dalla minaccia. Gli abitanti di Terzigno già l’altro
ieri sono scesi in strada mentre molto più duro si prospetta il
futuro per gli abitanti di Acerra, già da temèo
predestinati a diventare "ospiti" di un mega-impianto di sversatoio,
nonostante le numerose proteste degli scorsi anni, con tanto di cariche
e manganellate da parte delle "forze dell’ordine".
La situazione, per ora, è tornata calma a Pianura…

>>> Ascolta le considerazioni di Brunello (Pianura)


>>> Ascolta l’intervista con Tommaso (Acerra)

(Comitato contro la mega discarica di Acerra/Rete campana Rifiuti Zero)

Scontri a Cagliari.

Calma dunque oggi a Pianura; gli scontri con la polizia si sono
spostati dalla discarica napoletana al porto di Cagliari dove nel tardo
pomeriggio è attraccata la prima nave dei rifiuti proveniente
dalla Campania. Un centinaio di attivisti dei partiti indipendentisti
sardi (Indipendentzia Repubrica de Sardigna (Irs) e A Manca pro s’Indipendentzia)
hanno rallentato per ore l’avvicinamento del traghetto carico con 500
tonnellate di rifiuti. Una volta che la nave è entrata in porto,
il questore ha ordinato agli agenti di caricare i manifestanti. Il
leader dell’Irs Gavino Sale è stato fatto salire di peso su un
cellulare insieme ad altri militanti. Altri manifestanti sono riusciti
a sottrarre una fune al personale di bordo che tentava di ancorare il
traghetto alla bitta. Il deputato di Forza Italia Mauro Pili, seduto di
fronte all’attracco del portellone della nave con in mano. I blindati
si sono schierati sulla banchina per creare un corridoio protetto dove
far transitare i 24 camion carichi di spazzatura. Un battaglione di
agenti e carabinieri in assetto antisommossa sono stati schierati
impugnando scudi e manganello. I primi camion sono stati sbarcati alle
22, in ritardo di sei ore rispetto ai programmi annunciati ieri. Per
ora l’annunciato arrivo in porto di altre due navi cariche di
spazzatura, è stato sospeso.

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(Ancora) sulla miseria della politica istituzionale

Forse
val la pena riportare queste dichiarazioni di Gennaro Migliore,
capogruppo di Rifondazione comunista alla Camera, riprese dal Corriere
della Sera di ieri (9 gennaio):

"Allora, pace fatta tra Prc e De Gennaro?
Per
noi il suo nome era un nome problematico, ma su altre vicende. Sulla
questione rifiuti stiamo al merito, e il nostro giudizio è
positivo: il governo ha fatto il primo passo per una soluzione
strutturale.

Avete archiviato il caso G8?
Noi
manteniamo le nostre riserve sull’operato del prefetto De Gennaro a
Genova. Su quei fatti ribadiamo le nostre posizioni e le nostre
richieste, a partire da quella di una commissione d’inchiesta. Ma in
questo momento per noi sono più importanti i contenuti della
decisione di Palazzo Chigi. A cominciare dalla fine della gestione
emergenziale"

No comment!
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Vedi anche:

>>> Fenomenologia dell’emergenza (da La Repubblica)

>>> "Imprese, politici e camorra: Ecco i colpevoli della peste" (Roberto Saviano)

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Comunicati e analisi:

>> "Un no che è una barricata, una barricata che difende il futuro"(Network Antagonista Torinese)

>>
Comunicato dei cittadini di Pozzuoli

>>
Blocchi Metropolitani contro discariche ed inceneritori (No Global No Trash)

>>
Solidarietà dalla valle di Susa

>> Solidarietà da Vicenza

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Interviste: Voci da Pianura
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I servizi dei giorni scorsi:

(8/9 gennaio) In 20.000 a Napoli contro le mega-discariche. Pianura: dopo l’imbroglio, tornano i blocchi

(7 gennaio 2008): PIANURA:
RESISTENZA A OLTRANZA! Check-points dal basso e scontri. La Polizia si
ritira, in serata si riaccendono blocchi e scontri


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Germania G8 – Scagionati anarchici e autonomi

ermania, «anarchici e autonomi terroristi».

Ma la Corte federale smentisce i giudici .

Avevano torto. Nel merito e nel metodo. Le perquisizioni e i
sequestri che la procura generale tedesca, lo scorso nove maggio, alla
vigilia del G8 di Heiligendamm, ha effettuato in più di 40 sedi
di organizzazioni della sinistra radicale, dei movimenti e in alcuni
appartamenti privati tra Amburgo, Brema, Berlino, Brandeburgo, Bassa
Sassonia e Schleswig-Holstein erano illegittime e, dunque, illegali. Lo
ha stabilito venerdì scorso la Corte federale di Kahrlsruhe,
accogliendo il ricorso di uno degli indagati accusato di terrorismo. Il
nodo della vicenda ruota infatti proprio intorno all’accusa,
pesantissima, di far parte di organizzazioni terroristiche, allora
scaricato sulle spalle di 21 militanti dei movimenti che si stavano
organizzando per contrastare il vertici degli otto grandi.

Il procuratore generale Monika Harms – che ancora oggi si occupa
delle indagini contro alcuni gruppuscoli della sinistra radicale
tedesca rei di numerosi attentati incendiari in diverse città –
era potuta intervenire proprio per aver dato una coloritura
antiterroristica alla sua indagine. Quelle perquisizioni le sarebbero
state, altrimenti, vietate, non essendo la procura federale
responsabile per indagini locali di competenza delle polizie regionali.
Allora i rappresentanti del vertice alternativo e delle azioni di
protesta Block G8 denunciarono il tentativo di fermare la macchina
contro-organizzativa e la pericolosa campagna di tensione e
intimidazione che politica e magistratura stavano cavalcando. Montava,
allora, una pericolosa tendenza a far scivolare in un sempre più
indistinto calderone etichettato con il nome di "terrorismo" le istanze
critiche politicamente, e anche socialmente, più dure, con il
fine di screditarne l’azione e isolarle dalla società civile.

Furono perquisiti il Rote Flora di Amburgo – «centro culturale
autonomo occupato» dal 1988, un’istituzione nella scena della
sinistra radicale tedesca – e diversi altri locali storici della
capitale Berlino, come la libreria «alternativa» del
Mehringhof a Kreuzberg. Luoghi e persone che con la storia del
terrorismo non hanno molto da spartire. La procura federale ritenne
però che gli indagati stessero preparando attentati incendiari e
che, dunque, fossero terroristi. I timori furono poi clamorosamente
smentiti dall’atteggiamento pacifico dei movimenti di Heiligendamm.
Eppure, anche se si fosse arrivati a tanto, il paragrafo che disegna i
confini entro i quali un organizzazione può essere definita
terroristica – il 129a del codice penale tedesco, ridefinito nel 2003
durante il governo Schröder – esclude da tale ambito azioni
violente come gli attentati incendiari contro cose o proprietà
dello stato, che non danneggiano, né mettono a repentaglio la
vita delle persone.

L’opposizione a sinistra della Grande Coalizione ha criticato
duramente la procuratrice Harms. Per il verde Ströbele ci
dovrebbero essere anche conseguenze personali, per una condotta
«eccessivamente dura e illegale, che ha violato numerosi diritti
fondamentali degli anti-G8». Mentre Dietmar Bartsch, die Linke,
ha sottolineato il «problema crescente di una corte federale che
si vede costretta a censurare le azioni della procura federale per
ristabilire il diritto e la giustizia». I partiti di governo,
Cdu/Csu e la Spd, hanno al contrario adottato una linea difensivista,
giustificando la difficile situazione che allora fu presa, come atto di
estrema responsabilità: «La procura generale ha preso
seriamente il pericolo che incombeva sul G8. Per questa ragione non le
si possono proprio fare appunti», ha detto il vicecapogruppo al
Bundestag della Cdu Wolfgang Bosbach.

Non è la prima volta che la corte federale si vede costretta
a ridimensionare l’operato della procura. Già lo scorso novembre
i giudici di Karlsruhe avevano sollevato dall’accusa di terrorismo tre
persone sospettate di essere membri del Militante Gruppe (Mg),
un’organizzazione d’estrema sinistra rea di numerosi incendi in diverse
regioni tedesche. La corte federale chiarì che per essere
considerata terroristica, un’organizzazione deve procurare allo stato
«danni considerevoli», ben altro, cioè, che gli
attentati incendiari in questione. La sentenza portò allora
all’immediata scarcerazione di tre sospetti membri di Mg, in regime di
carcerazione preventiva, e alla riformulazione dell’accusa in
appartenenza ad un’organizzazione criminale e tentato incendio doloso.

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